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Autore: Christine23    26/04/2011    7 recensioni
‹‹Sai che, se non baci qualcuno entro lo scoccar della mezzanotte, la sfortuna si abbatterà su di te per tutto il resto dell’anno nuovo?›› lo informò Blaise, distratto, troppo intento ad ammirare la sua camicia blu cobalto di seta pregiata che si abbinava perfettamente alla pelle scura, girando su se stesso per analizzare sia il suo splendido lato a che il suo marmoreo lato b.
Draco Malfoy era scettico all’idea che la sua vita potesse essere peggio di quanto già non fosse.
«Non credi che io abbia già avuto la mia proficua dose di sfiga, Zabini?» berciò, guardandolo torvo.
Terza classificata al contest 'Togliere la polvere' indetto da Andrea S. sul forum di EFP.
[Da revisionare]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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New Year's Eve

 

 

 

Era un fatto particolarmente risaputo che tra i Babbani anno nuovo significasse vita nuova. Hermione Granger non era del tutto sicura che la stessa teoria valesse anche per i Maghi, ma lo sperava ardentemente. Se ne avesse avuto il potere, avrebbe inventato una macchina del tempo e cancellato un intero anno di vita, lacerando completamente quello che gli studiosi chiamavano il continuum spazio-temporale.

Un altro detto che i Babbani amavano utilizzare nei momenti più disperati era: "Salvare il salvabile".
E di quell'anno trascorso non c'era assolutamente niente che poteva definirsi "salvabile". 
Il "vissero felici e contenti" suo e di Ron aveva raggiunto il record più basso di durata, tanto che ormai si comportavano come due estranei. Lei e i suoi amici erano scampati alla morte per puro miracolo e Hogwarts era stata quasi del tutto rasa al suolo.
Per non dimenticare le terribili maledizioni Cruciatus di Bellatrix Lestrange.
Quello era stato l'esatto momento in cui Hermione aveva smesso di pensare e si era isolata dal mondo circostante. 
Non sarebbe riuscita a cancellare tutto ciò neanche con tutta la magia esistente. Le cicatrici, anche se non più visibili, sarebbero rimaste per sempre.

Erano questi i pensieri che tormentavano l'eroina del Mondo Magico 240 ore – dieci giorni - prima della fine dell'anno. 
Saggezza e buonsenso erano da sempre parte integrante del suo carattere, perciò aveva scelto di trascorrere le vacanze natalizie a Hogwarts e non a casa, circondata da tutti i suoi parenti e cugine ficcanaso, che non avrebbero perso l'occasione di farle notare che non avesse uno straccio di ragazzo a cui dare il famoso bacio allo scoccar della mezzanotte. 

Lei aveva salvato il Mondo Magico e loro non pensavano ad altro che a uno stupido bacio di Capodanno!
Si sentiva lontana da tutti quei discorsi fatti con superficialità, quasi un'aliena nel suo mondo. 
Forse era lei ad avere qualcosa di sbagliato, o semplicemente era più vecchia di quanto dimostrasse. E come avrebbe potuto non essere così? Dopo tutti gli ostacoli che aveva dovuto affrontare, le terribili decisioni che aveva preso...
Magari, il suo unico problema fosse stato un semplice e stupidissimo bacio di Capodanno, magari!

«Sai che, se non baci qualcuno entro lo scoccar della mezzanotte, la sfortuna si abbatterà su di te per tutto il resto dell'anno nuovo?» cinguettò una ragazzina del terzo anno. 
Era preoccupata che la maledizione l'avrebbe colpita, se non avesse trovato subito qualcuno a cui appiccicarsi come una ventosa.

La sua compagna annuì vigorosamente, in perfetto accordo.
«Peccato che non possiamo andare alla festa!» piagnucolò, sconsolata.

La festa. Hermione se ne era quasi dimenticata. 
La McGranitt l'aveva davvero pugnalata alle spalle con quella meschina trovata.
Come aveva potuto la sua amata professoressa, adesso preside, concedere il permesso ai ragazzi del settimo anno, quei pochi rimasti per le vacanze, di organizzare una festa di Capodanno nella Sala Grande?
Hermione Granger trovò solo una risposta a quella domanda: neanche i Maghi erano immuni alle stupide tradizioni Babbane.

***

Draco Malfoy, dal canto suo, avrebbe volentieri trascorso il Capodanno e tutto il resto dell'anno a venire rinchiuso in camera sua.
La decisione di tornare ad Hogwarts per completare gli studi era stata pessima. 
Se ne era pentito infinite volte e continuava a tenerne il conto.
Anno di merda. Così l'aveva definito.
Perché non poteva che definirsi tale l'anno in cui la sua ragazza, nonché promessa sposa, Astoria Greengrass, aveva pensato bene di tradirlo e scappare con uno dei suoi più cari amici, Theodore Nott. Non appena era venuta a sapere che tutti i beni della sua famiglia erano stati confiscati e che per non perdere il prestigio del loro nome i Malfoy avevano accettato di collaborare con gli Auror, dopo la caduta del Signore Oscuro, aveva pensato bene di cambiare partito.

Il colpevole assoluto della decisione di tornare ad Hogwarts, oltre suo padre, era stato proprio quel damerino del suo migliore amico, in quel momento piazzato davanti allo specchio a parete.
E se Draco Malfoy definiva damerino qualcun altro all'infuori di sé, voleva dire che questo qualcuno aveva raggiunto un livello spropositato.

‹‹Sai che, se non baci qualcuno entro lo scoccar della mezzanotte, la sfortuna si abbatterà su di te per tutto il resto dell'anno nuovo?›› lo informò Blaise con fare distratto, intento ad ammirare la sua camicia blu cobalto di seta pregiata, girando su se stesso per analizzare sia il suo splendido lato a che il suo marmoreo lato b.
Draco Malfoy era scettico all'idea che la sua vita potesse essere peggio di quanto già non fosse.
«Non credi che io abbia già avuto la mia proficua dose di sfiga, Zabini?» berciò, guardandolo in maniera torva.
Blaise lisciò e accarezzò per l'ennesima volta i suoi lucenti capelli.
‹‹Smettila di lagnarti, Draco. Poteva andarti peggio!›› Blaise sventolò la mano in aria, come se avesse voluto dire che le sue sventure fossero delle sciocchezze.
Il biondo alzò entrambe le sopracciglia, contrariato.
‹‹Ovvero, idiota?››.
Zabini finalmente gli concesse l'onore di guardarlo in faccia. 
‹‹Saresti potuto diventare calvo, avresti potuto perdere un occhio, un arto e di conseguenza tutto il tuo fascino da bello e impossibile; saresti potuto diventare un disgustoso Troll di montagna o, peggio, Harry Potter; avresti potuto baciare la Mezzosangue... Potrei andare avanti per ore››. 
Draco soffocò l'improvvisa voglia di strozzarlo.
‹‹Ora mi sento molto meglio›› si limitò a commentare, sarcastico.

Blaise tornò a dedicare la propria attenzione all'immagine riflessa nello specchio.
‹‹Oh sì, sei perfetto›› si autoadulò con un sorriso smagliante.
Draco roteò gli occhi al cielo e cominciò a chiedersi quando e perché avesse deciso di instaurare un rapporto d'amicizia con quell'individuo.
‹‹Tornando a parlare di cose serie: devi assolutamente trovarti una donna, Malfoy. Stai diventando sempre più acido, scorbutico e... trasandato ogni giorno che passa›› l'amico pronunciò la parola trasandato con un tale tono disgustato che si dovette portare una mano sul petto per non rimettere.
‹‹Ho chiuso con le donne, Blaise.›› sbottò Draco, accigliato, coprendosi il viso col cuscino.

‹‹Piacere, Draco Malfoy, monaco di clausura›› Blaise imitò con scarso successo la voce cavernosa dell'amico per poi scoppiare a ridere. Un cuscino volò in direzione del moro, che riuscì a schivarlo per un pelo, cosa che infastidì Draco.

‹‹Anche se hai l'aspetto di un catorcio, non credo ti sarà difficile riuscire a ottenere un innocente bacio per Capodanno. Giusto per evitare un altro anno di merda, che ne dici?››.
Blaise ricevette come risposta un grugnito.
‹‹Mi guardano tutti come se fossi un assassino voltagabbana››
‹‹Be', voltagabbana un po', in effetti ... ››.
Un altro cuscino si librò in aria, centrando il bersaglio sul naso, stavolta.
‹‹Dannazione, Draco! Smettila di attentare al mio naso perfetto!››.

***


Hogwarts era pressoché deserta quel giorno, come lo sarebbe stata durante tutte le vacanze di Natale. Gli studenti rimasti contavano una quarantina scarsa: una ventina del settimo anno, comprese tutte e quattro le case, e l'altra ventina sparpagliata tra gli altri anni.
Hermione, oltre ad aver deciso di non tornare a casa, aveva anche rifiutato l'invito della signora Weasley a trascorrere le vacanze alla Tana.
Non aveva nessuna voglia di rivedere Ron, né di sorbirsi i complessi esistenziali di Ginny, che si strappava ancora i capelli per Harry, il quale oramai sembrava avere simpatie per Luna. Le aveva confessato la cosa un paio di giorni prima di partire, solo che non aveva ancora trovato il coraggio di dichiararsi.
"Probabilmente lo farò a Natale", aveva detto, poiché anche Luna era stata invitata alla Tana.

Si presentarono solo in venti per la colazione in Sala Grande, così la preside decise di fare sedere tutti in un unico tavolo.
Cinque Tassorosso, cinque Grifondoro, sei Corvonero e quattro Serpeverde. Draco Malfoy, purtroppo, era tra quei quattro.
Hermione si chiedeva di continuo perché gli avessero permesso di tornare ad Hogwarts, dato che, a parer suo, non lo meritava affatto.
Le occhiate malevole tra i due non mancarono, quando il biondo prese posto esattamente di fronte a lei, al lato opposto del tavolo.
Hermione si ritrovò ad ammettere che Draco avesse un aspetto molto meno impettito e curato di quanto avesse avuto in passato. I suoi jeans erano sgualciti, la camicia stropicciata, la cravatta verde-argento allentata, e i capelli, non più impomatati, ricadevano in ciocche scomposte sulla fronte. 
Non sembrava neanche lui, così normale.
‹‹Vuoi una foto?›› biascicò l'oggetto dei suoi pensieri, infastidito, sentendosi osservato, senza distogliere il viso dalle sue uova strapazzate col bacon.
‹‹Credo che la macchina fotografica si romperebbe nel tentativo, Malfoy›› rispose lei con stizza.
Draco posò la forchetta e il coltello ai lati del piatto, sollevò il viso e la incenerì con lo sguardo.
‹‹Stai forse insinuando che io sia brutto, Mezzosangue?››
‹‹Avrei voluto dirlo io, ma tu mi hai battuto sul tempo›› Hermione finse un tono deluso e costernato.

In realtà, non pensava che fosse brutto. Fisicamente parlando, era un bel ragazzo: era tutto il resto della sua maligna essenza che non le permetteva di essere obiettiva.

Lui serrò la mascella e strinse i pugni sul tavolo, livido di rabbia.
La sua autostima era già stata intaccata una volta da una donna e si era ripromesso che ciò non sarebbe mai più successo. 
‹‹Tu ti credi una gran bellezza, Granger? Perché, te lo assicuro, non lo sei››. 
In realtà, neanche lui pensava che fosse brutta. Era la sua sporca essenza che non gli permetteva di essere obiettivo.

Hermione parve accusare il colpo, tuttavia, non poté trattenersi dal ribattere.
‹‹Non ho mai detto di esserlo, al contrario di qualcuno. Forse non sarò bella, Malfoy, ma almeno la mia ragazza non mi ha lasciato per il mio migliore amico, dato che era impossibile stare con un viscido verme come me. Voglio dire, quale donna sana di mente ti vorrebbe mai?››.

Crudele. 
Hermione si meravigliò delle sue stesse parole. Non avrebbe dovuto tirare in ballo una cosa così personale.

Draco la fissò intensamente, nei suoi occhi si poteva leggere perfettamente il rancore e l'odio che stava provando per la persona che gli stava di fronte.
Erano mesi che lottava contro se stesso per dimenticare; mesi che proibiva a chiunque anche solo di pronunciare il nome di quella puttana in sua presenza; mesi che sopportava lo sguardo di tutte quelle persone che lo squadravano dall'alto in basso come se fosse un mostro; mesi che era diventato solo una proiezione della sua ombra. Mesi
E ora una stupida Mezzosangue si arrogava il diritto di distruggere anche quelle deboli tracce d'amor proprio che gli permettevano di non crollare, di non cedere.
Peccato che quella dannata Mezzosangue avesse anche maledettamente ragione.
Draco si alzò di scatto, poggiò i palmi sul tavolo e si sporse verso di lei.
‹‹Quale donna sana di mente mi vorrebbe mai?›› sibilò a denti stretti, senza toglierle gli occhi, ormai ridotti a due tizzoni ardenti, di dosso. 
Non aspettò una risposta, non gli serviva: scaraventò i piatti e le posate a terra, facendo sussultare tutti per lo spavento. Infine le lanciò un'ultima occhiata gelida, e poi se ne andò.

Hermione aveva trattenuto il respiro per tutto il tempo, non si aspettava una reazione così violenta da parte del Serpeverde.
Era sconvolta. 
Non l'aveva mai visto tanto ferito. 
E la causa della sofferenza che aveva visto nei suoi occhi era stata proprio lei.
Ancora ipnotizzata a fissare il punto in cui il biondo era seduto fino a poco prima, sussultò, quando sentì la voce suadente e pacata di Blaise Zabini.
‹‹Non farci caso, Granger. Non è stato il tuo tatto da Troll a scatenargli quella reazione da bestia feroce. È solo che, quando si sfiora l'argomento Astoria Greengrass, Draco diventa un tantino... suscettibile, ecco››.
Avrebbe sicuramente preferito cavarsi gli occhi con le dita anziché sentirsi in quel modo.
In colpa.

***

Draco Malfoy era caduto in uno stato di profonda depressione, tanto che non aveva il coraggio di guardarsi allo specchio per paura di ciò che avrebbe visto.
Lui, il bellissimo, ricchissimo - un tempo- , rispettato -un tempo- Draco Malfoy, era depresso.
Nessuno poteva essere depresso a Natale. A Natale erano tutti più felici e più buoni.
O almeno, la tradizione prevedeva questo.
Draco Malfoy non era affatto più felice, né più buono. Forse solo più fiacco.
Non ricordava neanche quando fosse stata l'ultima volta che aveva umiliato, deriso o semplicemente insultato qualcuno.
Hermione Granger l'aveva visto coi suoi stessi occhi che Draco Malfoy era diventato l'ombra, anzi, la brutta copia dell'ombra di se stesso.
Spesso lo provocava nella speranza che reagisse, quando aveva la sfortuna di incontrarlo, ma lui non rispondeva, si limitava a guardarla di traverso e ad andare dritto per la sua strada.
Quello non era più Draco Malfoy e la cosa più sconvolgente era che a lei la cosa disturbasse alquanto.
Si sentiva pazza nel pensarlo, eppure era così.
Lo preferiva quando rispondeva alle provocazioni e la guardava come se fosse stata una cosa disgustosa. Era pazza, doveva esserlo per forza.
Non riusciva a vederlo ridotto in quel modo. Prima fiero e arrogante, adesso era uno zombie che si trascinava per il castello. 
Rivoleva il vecchio Draco, quello che aveva il potere di tenerle testa e farla infuriare.
Ormai non c'era nemmeno gusto ad incontrarlo, senza i soliti battibecchi che avevano caratterizzato il loro rapporto in tutti quegli anni.
Troppe cose erano cambiate e troppe le avevano impedito di vivere una vita da normale diciottenne.
Non poteva cambiare anche l'unica cosa che era certa non sarebbe cambiata mai: Malfoy.
La consapevolezza che ci potesse essere ancora qualcosa di immutato, dopo tutti quegli anni, la consolava. 
Qualcosa che la legasse al suo essere una semplice diciottenne.
E quel qualcosa, be', anche quel qualcosa era cambiato. Irrimediabilmente e inevitabilmente segnato dalla sofferenza e dagli eventi... persino lui, sì, lui. Malfoy
Era assurdo, irragionevole, ma solo quando battibeccava con lui si ricordava di essere ancora una ragazzina e non una dei salvatori del Mondo Magico.
Che si ricordava di essere Hermione Granger.

E lei aveva bisogno di ricordarlo. La sua identità le era stata strappata via nel momento in cui Bellatrix l'aveva catturata e torturata.
Avrebbe potuto accettarlo da tutti quel comportamento, ma non da Malfoy.
Dio, permetteva a una qualunque stupida di fargli questo?
L'orgoglioso Draco Malfoy, che andava in giro a testa alta, annientato da una donna?

Come era potuto passare dall'essere il suo degno, cattivo, furbo antagonista di primo piano all'essere un personaggio sbiadito, patetico, privo di spessore e di secondo piano?
Era semplicemente inaccettabile.

***

Centoquarantaquattro ore - sei giorni - alla notte di Capodanno

L'intera Sala Grande era stata decorata da enormi e ricchi festoni di Natale che levitavano di qua e di là, persino le solite candele che illuminavano i tavoli erano state sostituite da candele rosse che portavano la scritta "Buon Natale!", la quale compariva ad intermittenza con una brillante luce dorata.
Malfoy non si presentò a colazione neanche quel giorno, come i giorni precedenti, dopo la violenta reazione avvenuta in Sala Grande.

Un paffuto gufo grigio planò con maestosità sul tavolo, fermandosi esattamente di fronte a Hermione. Sul becco portava una lettera di un acceso rosa shocking, il che le fece subito intuire chi potesse esserne il mittente: Ginny.
Afferrò la lettera e accarezzò il pennuto in segno di ringraziamento.

Cara Hermione,
Buon natale! 
Spero che stia passando bene le vacanze a scuola, mi dispiace che tu abbia deciso di restare lì, ci saremmo divertite un mondo insieme!

Se per "divertirsi un mondo" intendeva ascoltare lei che inveiva contro Harry, tacciandolo di essere un bastardo crudele e senza cuore, non era per nulla pentita di aver fatto quella scelta.

Comunque, devo assolutamente dirti quello che è successo oggi! 
Harry mi ha sorrisosorriso, capito?! Sono al settimo cielo!
Sento che torneremo insieme!
L'ho sentito per sbaglio mentre parlava con Ron nella sua stanza: ha detto che stasera si dichiarerà!

La solita, inarrestabile, Ginny. Peccato che la dichiarazione fosse destinata a un' altra.

Domani ti scriverò un'altra lettera per raccontarti tutto!
Non vedo l'ora! 
Ah, Herm, dimenticavo.
Devi assolutamente dare un bacio a qualcuno prima della mezzanotte, la notte di Capodanno, altrimenti la...

La sfiga ti perseguiterà per tutto l'anno nuovo. La sapeva a memoria quella tiritera. Cristo, i Maghi erano persino più superstiziosi e scaramantici dei Babbani!

E deve essere un bel ragazzo, intesi? 
Così fai rodere un po' RonNon avrebbe dovuto lasciarti!

In realtà era stata la cosa più intelligente che il rosso avesse fatto.
E poi, come diavolo avrebbe fatto a trovare un bel ragazzo? Escluso Zabini, che sembrava molto più propenso a baciare se stesso che gli altri, non c'era nessun altro di decente. 
O meglio, forse uno c'era... ma era inutile prenderlo anche solo in considerazione.
In fondo, la sfortuna non le faceva poi così paura, erano diventate grandi amiche ormai.

***

Diciotto ore alla notte di Capodanno. 
Hermione si svegliò insolitamente presto quella mattina. Alle sei era già in giro per il castello, desiderosa di uscire in cortile per respirare l'odore della neve, uno dei suoi preferiti.
Ma non era la sola quel giorno ad essersi svegliata all'alba.

Draco non aveva chiuso occhio per tutta la notte e aveva rinunciato all'idea di restare a letto. Così si aggirava per il castello come un'anima in pena e con i nervi a fior di pelle.

Hermione rimase stupita, quando lo vide affacciato a una finestra.
‹‹Malfoy, che ci fai già in piedi a quest'ora?›› gli chiese con aria sospettosa.
Lei era sempre stata un tipo mattiniero, le sembrava strano che lo fosse anche lui.

‹‹Mai sentito parlare di insonnia, Mezzosangue?›› sbottò lui.
‹‹So cos'è l'insonnia, Malfoy. Ma non vedo perché tu debba averla››.
Draco si girò verso di lei con un'espressione indecifrabile.
‹‹E io non vedo perché a te dovrebbe interessare›› ribatté, infastidito.

Aveva ragione. Non erano fatti suoi, eppure non sopportava l'idea che lui avesse delle motivazioni serie per non dormire.
‹‹Mi chiedevo cosa potesse tormentare così tanto uno come te››
‹‹Uno come me?›› Draco socchiuse gli occhi e fece dei passi minacciosi verso di lei.
Hermione deglutì, si aspettava da un momento all'altro un'altra reazione violenta, ma preferiva mille volte che ci fosse quella piuttosto che non ce ne fosse una. 
‹‹Privo di coscienza e di sentimenti›› .
Draco sorrise di sbieco.
‹‹Hai ragione, Mezzosangue. Sono un mostro, un essere immondo e disumano. Era questo che volevi sentire?››. 
Draco non le diede neanche il tempo di ribattere, lasciò da sola in mezzo al corridoio.
No, non era quello che voleva sentire.
Il vero Draco Malfoy non le avrebbe dato ragione, le avrebbe risposto a tono, lanciato frecciatine maligne, non si sarebbe arreso così.
Adesso era davvero troppo.

***

‹‹Draco, sei patetico›› esordì il suo migliore amico, quando lo trovò con la testa nascosta sotto il cuscino e le lenzuola tirate fin sopra la nuca.
‹‹Fottiti, Blaise›› fu la gentile risposta di Draco.
‹‹Lo farei volentieri, se solo non fosse così complicato›› osservò Blaise, assai dispiaciuto.

Draco sollevò il cuscino quel tanto da mostrargli un'aria perplessa e disgustata.
‹‹Mi spieghi di nuovo perché sono amico tuo, Zabini?›› Quella domanda gliel'aveva già posta tantissime altre volte, ma ancora non era riuscito a darsi una risposta.
Blaise posò una mano sulla sua spalla, pronto a rivelargli una sconvolgente verità.
‹‹Perché sono troppo simpatico››.
La sua modestia cresceva proprio a dismisura man mano che il tempo passava.
‹‹Ti lascio il beneficio del dubbio» gli concesse Draco, scettico, per poi rituffare il capo sotto il cuscino.
‹‹Sei proprio sicuro di non voler venire alla festa? Questa stanza è talmente deprimente con te dentro››
‹‹Vai al diavolo››.

Il moro sospirò, sconfitto: non c'era proprio verso di convincerlo ad alzarsi da quel letto.
‹‹Cerca di non accoppiarti col letto, durante la mia assenza››. 
Draco gli mostrò il dito medio.
Gli sghignazzi di Blaise furono percepibili anche al di fuori della porta.

Finalmente solo.
Fece giusto in tempo a terminare di formulare quel pensiero che la porta della camera si aprì di nuovo: Zabini non voleva proprio demordere.
‹‹Blaise, ti ho detto che non ci vengo a quella maledetta festa!›› sbraitò allora Draco, senza sollevare il viso dal cuscino.

Le lenzuola gli vennero violentemente strappate di dosso.
‹‹Blaise, ma che cazzo stai- !›› ruggì, furioso e infastidito dal freddo che lo aveva investito.
Hermione Granger era in piedi di fronte a lui, con le braccia incrociate al petto e un cipiglio severo.
Draco strabuzzò gli occhi per accertarsi che non fosse un'allucinazione.
‹‹Tu sei bello, bello, dannazione!›› strepitò questa, additandolo come se fosse colpevole di un delitto.
Draco, dapprima preso dal desiderio di cacciarla, non prestò attenzione alle parole della Grifondoro.
‹‹Chi diavolo ti ha fatto entrare nel mio dormi- !›› si interruppe all'improvviso, assimilando finalmente le parole della Mezzosangue.
‹‹Aspetta. Io sono cosa?!›› urlò,  sotto shock.

‹‹Sei alto, bello, biondo, hai gli occhi grigi... Merlino, grigi! Chi diavolo ha gli occhi grigi?! Non ce li ha nessuno! Che diritto hai di essere depresso, me lo spieghi?! Ma non ti vergogni?!››. 
Draco la guardò a bocca aperta, sgomento.
‹‹Astoria Greengrass ti ha mollato, e allora?! Questo ti autorizza ad essere un ameba? Ameba, sì, ameba, hai sentito bene! Ti odio di più ora di quando facevi lo stronzo! Almeno eri uno stronzo che aveva senso di esistere!›› Hermione aveva il viso scarmigliato per la foga con cui aveva parlato.

‹‹Granger, frena, cazzo. Sono rimasto a bello›› le ordinò Draco, massaggiandosi le tempie con le dita, convinto di essere impazzito.

Hermione ne approfittò per riprendere fiato.
‹‹Posso prima sapere chi diavolo ti ha fatto entrare nel mio dormitorio?›› le domandò, costringendosi a mantenere la calma.
‹‹Zabini››. 
Dannato Blaiseappena se lo fosse ritrovato tra le mani!
‹‹Devi reagire, Malfoy. Devi tornare lo stronzo che eri, non ce la faccio a vederti... così!›› Hermione fece una smorfia schifata.
‹‹Ti turba tanto che io sia depresso, Granger?›› Draco la scrutò intensamente.
‹‹Non ti tollero, è diversa la cosa›› precisò lei, altezzosa.
‹‹Vuoi sapere che motivo valido ho di essere depresso, Mezzosangue?›› Draco, vinto dal nervosismo, gettò il cuscino a terra e la fronteggiò.

Hermione lo fissò in attesa, curiosa di sentire.

‹‹Il fatto che io sia privo di coscienza, di sentimenti, che sia un mostro, un essere immondo e disumano, e che nessuna donna sana di mente si innamorerebbe mai di me ti basta?››.
La Grifondoro sentì di nuovo quella spiacevole sensazione.
‹‹Io non... » avrebbe voluto formulare qualcosa di simile a delle scuse, ma Malfoy le impedì di farlo.
‹‹E che di questo ne siano convinti tutti?››.
Hermione cercò di nuovo di dire qualcosa, ma lui la zittì.
‹‹Astoria mi ha lasciato per Nott perché io non ero più conveniente per lei. É una stronza e non avrei dovuto permetterle di farmi questo, ma l'amavo. L'amavo, ti è così difficile crederlo? Ti è così difficile credere che io possa soffrire per qualcuno che ho amato? Il fatto che io sia capace di provare dei sentimenti è talmente sconvolgente per te? É talmente sconvolgente scoprire che sono una persona come tutti gli altri? É talmente sconvolgente scoprire che sono stanco dell'indifferenza e del disprezzo con cui mi guardate tutti perché porto il nome di mio padre? Tutti commettono degli errori.  Tu sbagli, San Potter sbaglia, Weasleyuccio sbaglia, ma nessuno vi condanna e vi mette un'etichetta addosso per sempre!›› esplose, amareggiato.

Hermione si sentì piccola piccola. Accecata dall'odio e dai pregiudizi che aveva sempre avuto per quel ragazzo, non si era mai soffermata a pensare che in fondo anche lui fosse una persona fatta di carne e di ossa.
Le sembrava assurdo che Malfoy, quello in piedi di fronte a lei, fosse capace di amareEra sempre stato un tale bastardo... non aveva mai pensato che potesse essere bastardo e al tempo stesso umano.
Gli piaceva dare quell'idea meschina e abietta di sé, anche se, in realtà, non lo era nel profondo del suo animo.

"10!", le voci esaltate dei ragazzi fuori dal castello arrivarono alle loro orecchie.
"9!"
Hermione guardò Draco che, ancora ferito e scosso per quello che aveva confessato, si ostinava a tenere il viso rivolto a terra. 
"8!"
Forse aveva sbagliato tutto. 
"7!"
Forse non aveva mai saputo come fosse davvero Draco Malfoy.
Forse le sarebbe piaciuto scoprirlo.
"6!"
Forse Natale rendeva davvero tutti più buoni.
Forse lui meritava una seconda chance.
"5!"
Errare è umano, perseverare è diabolico. Un altro dei tanti proverbi che i Babbani amavano di più utilizzare.
E Malfoy aveva smesso di perseverare.
"4!"
‹‹Malfoy›› Hermione lo chiamò ad alta voce, in modo che la guardasse negli occhi.
"3!"
‹‹Cosa?›› le rispose lui in un soffio, alzando lo sguardo.
"2!"
‹‹Se non baci qualcuno entro lo scoccar della mezzanotte, la sfortuna si abbatterà su di te per tutto il resto dell'anno nuovo, lo sai?››.
"1!".

Il biondo stava sicuramente per ribattere che non gliene importava niente, peccato che le parole furono soffocate ancora prima di nascere.

Forse Babbani e Maghi facevano più che bene ad essere scaramantici.
Perché rischiare?

 

   
 
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