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Autore: Christine23    26/04/2011    4 recensioni
‹‹Sai che, se non baci qualcuno entro lo scoccar della mezzanotte, la sfortuna si abbatterà su di te per tutto il resto dell’anno nuovo?›› lo informò Blaise, distratto, troppo intento ad ammirare la sua camicia blu cobalto di seta pregiata che si abbinava perfettamente alla pelle scura, girando su se stesso per analizzare sia il suo splendido lato a che il suo marmoreo lato b.
Draco Malfoy era scettico all’idea che la sua vita potesse essere peggio di quanto già non fosse.
«Non credi che io abbia già avuto la mia proficua dose di sfiga, Zabini?» berciò, guardandolo torvo.
Terza classificata al contest 'Togliere la polvere' indetto da Andrea S. sul forum di EFP.
[Da revisionare]
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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2.

 

Quando Blaise, barcollante e in piena crisi da ridarella alcolica, tornò nel dormitorio con una trombetta verde-argento in mano, si arrestò sulla soglia della camera, spiazzato dalla scena che gli si presentò.
Draco Malfoy aveva gli occhi sbarrati, il viso di un colorito che andava dal viola al blu e la bocca, spalancata, aveva tutta l'aria di essere più profonda della galleria della Gringott.

Blaise temette quasi che l'amico avesse ricevuto una scatola di cioccolatini avvelenati dal fantasma di Lord Voldemort.
‹‹Malfoy?›› Blaise si avvicinò con cautela al biondo.
Non ricevette alcuna risposta, solo un veloce battito di ciglia.

Blaise cominciò a preoccuparsi seriamente e l'idea che il ragazzo fosse stato colpito da una maledizione o da un Petrificus Totalus si fece sempre più strada nella sua mente.
Per fortuna dovette accantonare l'ipotesi, poiché Draco mosse le labbra per formulare una frase di senso (in)compiuto.
‹‹Mi ha baciato›› farfugliò questo in delirio.
Blaise alzò un sopracciglio e soffocò una risata.
‹‹Santo cielo, Malfoy, ti sconvolgi per un bacio? Va bene che sei in astinenza da un po', però...››
Lei. Mi ha baciato. Lei!›› lo interruppe Draco, scuotendolo violentemente per le spalle e cercando disperatamente di metterlo al corrente dell'enorme gravità della situazione.
‹Stiamo parlando di Pansy?›› Blaise tentò di indovinare, confuso.
‹No››
‹‹Daphne?››
«No››
‹‹La Bulstrode?›› sibilò con un'espressione disgustata.
‹‹No, BlaisecazzoLei!›› si alterò Draco, in preda a una crisi isterica.

Non riusciva neanche a pronunciare il suo nome.

‹‹Beh, almeno non è lui! In quel caso sì che ti saresti dovuto preoccupare!›› ironizzò Blaise, ancor più perplesso.
Draco desiderò strozzarlo, quello non era il momento di scherzare.
Blaise, ti ricordi quando mi hai fatto quel bellissimo elenco di cose peggiori che mi sarebbero potute capitare?›› Draco gli rinfrescò la memoria, senza celare il suo evidente nervosismo.
‹‹Mmm...›› Blaise si massaggiò il mento nel tentativo di ricordare.
‹‹Dubito che tu sia diventato calvo e, a meno che non sia Harry Potter dentro il tuo stesso corpo... ›› continuò, pensieroso, lasciando in sospeso la frase. 
‹‹Oh›› finì, sconcertato, non appena capì.
‹‹Ecco›› concordò Draco, ancora palesemente turbato.

Blaise non riusciva a crederci, c' era qualcosa di assurdo, impensabile in quello che aveva intuito essere successo.
‹‹Cosa intendi per baciato?››. 
Draco strinse la mandibola e cercò di trattenersi: non desiderava finire ad Azkaban solamente per aver ucciso quell'idiota.
‹‹Hai presente quando due labbra si avvicinano e poi succede questo...›› simulò lo schiocco di un bacio, sfottendo l'amico.

***


Una cazzata. Aveva fatto una cazzata!
Hermione aveva corso per le scale del castello come se avesse avuto il diavolo alle calcagna ed era giunta al cospetto del ritratto della Signora Grassa col fiatone.
Come diavolo le era potuto venire in mente di baciare Draco Malfoy, il suo acerrimo nemico? 
Ok, meritava davvero una seconda occasione per riscattarsi, ma da qui a baciarlo c'era un abisso!
Quell'anno era iniziato male, Hermione si ritrovò a sperare che trecentosessantaquattro giorni passassero alla svelta.
‹‹Parola d'ordine?›› chiese con tono formale la donna del quadro, stufa di doverlo ripetere all'infinito.

Forse era stato solo un brutto sogno, adesso lei si sarebbe svegliata e avrebbe tirato un lungo respiro di sollievo, perché non poteva aver baciato...
‹‹Draco Malfoy›› sussurrò tra sé e sé, immersa nei suoi pensieri, come se non riuscisse a convincersene, ignorando completamente la donna.
‹‹No, cara, non è questa la parola d'ordine!››.

***

‹‹Ma... intendi baciato, baciato?›› Blaise non si era ancora persuaso all'idea.
Draco sbuffò, afferrò un cuscino e lo scagliò con rabbia contro la finestra.
‹Maledizione, Zabini! Quante volte te lo devo ripetere?! Mi ha baciato, la Mezzosangue mi ha baciato!››. 
Perché doveva continuare a farlo soffrire in quel modo? Il solo ripensarci lo mandava in bestia.
Eppure, Blaise sembrava provarci un gusto sadico.
‹Insomma, ti si è avvinghiata al collo e ti ha baciato?›› Blaise socchiuse gli occhi, perplesso. Non riusciva nemmeno ad immaginare la scena, per quanto fosse assurda.

Draco lo guardò con aria schifata: nemmeno lui osava immaginare una scena del genere.

‹‹No, per Salazar. Nessun avvinghiamento. Non ho avuto il tempo di muovermi, né di dire una parola, è scappata via subito dopo avermi sfiorato le labbra››.
Era
stato breve, probabilmente il bacio più breve della sua vita, e sicuramente anche il più sconvolgente.
‹‹Be'... ti è piaciuto?›› sghignazzò il moro, mettendo il dito nella piaga.
Draco per poco non lo incenerì. Cominciò pure a pensare che forse Azkaban non fosse poi così male come la dipingevano.
Si chiese, però, per quale motivo non riuscisse a trovare una risposta.
Gli era piaciuto?
‹É tutta colpa tua!›› ringhiò, invece, cambiando totalmente discorso.
Blaise assunse l'aria più angelica e innocente che possedeva.
‹‹Mia? Che c'entro io?!›› si indicò, sconvolto.
Draco gli si avvicinò minacciosamente con gli occhi ridotti a due lame argentate.
‹Sei stato tu a farla entrare qui dentro!›› 
‹‹Cosa? Non sono stato io!›› si difese l'altro.
Draco indietreggiò di un passo e alzò entrambe le sopracciglia, interdetto.
Lei ha detto così›› mormorò, pensieroso. 
‹‹Vuol dire che Lei ha mentito›› concluse l'amico con un'alzata di spalle.

Se davvero Blaise era innocente, allora come aveva fatto ad entrare?

***

Hermione si vergognò come una ladra.
Non solo aveva baciato Draco Malfoy ed era fuggita via come una stupida, ma aveva anche pronunciato il suo nome al posto di una semplicissima parola d'ordine.
Entrata nel dormitorio, lanciò il mantello dell'invisibilità di Harry sul letto. Lo aveva rimpicciolito affinché entrasse dentro la tasca, quando si era rivelata agli occhi del Serpeverde.
Il suo migliore amico glielo aveva affidato, prima di andare dai Weasley, raccomandandole tali parole: "Fanne buon uso".
Chissà
cosa le avrebbe fatto, se avesse saputo che lo aveva usato per entrare nel dormitorio dei Serpeverde e baciare Malfoy. Rabbrividì al pensiero.
Dei suoni simili a beccate sul vetro la fecero sussultare. Si avvicinò alla finestra, sul cui davanzale un gufo sostava con una lettera incastrata nel becco.  Lo riconobbe subito come il gufo di Ginny.
Strinse la lettera tra le mani, incerta se leggerla: le mancava solo la sfuriata di Ginny, la quale aveva sicuramente scoperto di non essere la destinataria della famosa dichiarazione d'amore di Harry, per concludere il Capodanno in bellezza.
Alla fine tirò un profondo respiro e trovò il coraggio di aprirla. Tanto valeva strappare il cerotto in un solo colpo.

Quello stronzo!


‹‹Iniziamo bene...›› commentò ad alta voce.

Si è messo con Luna! Con Luna, ti rendi conto?! Non stenti anche tu a crederci?!
Aaaaargh! Sarei capace di uccidere qualcuno in questo momento!
È
 stato il Capodanno più brutto della mia vita!


‹‹Siamo in due a pensarlo›› mormorò, sconsolata.

Devi assolutamente parlargli, Hermione! Solo tu puoi farlo rinsavire!
Noi
due siamo fatti per stare assieme! Dobbiamo sposarci, avere tanti bambini coi capelli rossi e gli occhi verdi!

‹‹Oh Cristo...››. 
Decise di saltare tutta la parte in cui Ginny descriveva la sua futura e immaginaria vita coniugale, andando direttamente alla fine.

Spero tanto che il tuo Capodanno sia stato migliore del mio. 

Accartocciò la lettera fino a formare una pallina sgualcita, poi la gettò malamente a terra.
Per un attimo aveva dimenticato la sua pessima figura col Serpeverde, ma Ginny gliel'aveva ricordata.
Con quale coraggio l'avrebbe guardato in faccia adesso? Le spettavano ancora sei lunghi mesi da passare in quel castello, mesi in cui lo avrebbe incrociato tutti i giorni a lezione.
Si colpì la fronte coi pugni, dandosi dell'emerita imbecille.
Perché lo aveva fatto? Se lo era domandato, domandato e ancora domandato, senza poter trovare una ragione plausibile.
Tutta colpa dell'atmosfera di Capodanno e Natale messe assieme, si rispose con convizione.
E delle sue perfide cugine.
E delle superstizioni Babbane.
E di quelle magiche.
E di Ron, che si era dimostrato un fidanzato pessimo.
E di Malfoy, la cui unica colpa era quella di chiamarsi Malfoy.

***

Hermione decise di recarsi in Sala Grande all'alba, in questo modo il rischio di incontrare il Serpeverde sarebbe stato pari a zero.
Rincuorata, consumò in silenzio la sua umile colazione, composta da un paio di fette di pane imburrate e un bicchiere di latte.
Un battito di ali le fece sollevare il viso verso il soffitto. Una civetta nera si adagiò elegantemente sul tavolo e lasciò cadere dal becco una lettera giallastra.
Non poté fare a meno di pensare alla povera Edvige, quando le accarezzò il becco.
Harry aveva deciso di prendere un'altra civetta, anche se tutti sapevano che non avrebbe mai potuto rimpiazzare la prima.
Hermione aprì la lettera, immaginando già cosa avrebbe letto.

Cara Hermione,
Innanzitutto
, buon Natale e buon Capodanno! Scusami se non ti ho scritto prima!
Sono
felice di annunciarti che io e Luna stiamo insieme! Finalmente ho trovato il coraggio di dichiararmi!
Ginny
però non mi sembra che l'abbia presa molto bene, temo che sia ancora innamorata di me.


Distratta dalla lettura, non si accorse dell'entrata di qualcuno che si accingeva spedito verso la sua direzione.
‹Mezzosangue››. 
Hermione sputò sul tavolo tutto il sorso di latte che avrebbe dovuto ingoiare.
Si immobilizzò sulla panca, la schiena cominciò a formicolarle per la paura. Cercò dentro di sé il coraggio di girarsi, ma non lo trovò.
‹Mezzosangue, ci siamo solo io e te in questa sala, pensi che stia parlando con qualcun altro?›› non essere guardato in faccia mentre parlava era una cosa che aveva sempre infastidito Draco Malfoy.
Hermione si voltò lentamente verso di lui, la gola le era diventata improvvisamente secca e il viso un carbone ardente.

Draco Malfoy troneggiava di fronte a lei con tutta la sua altezza. Il fatto che lei fosse seduta e lui in piedi rendeva la sua figura ancora più minacciosa di quanto non fosse in realtà, mentre quella della ragazza ancor più piccola e indifesa.
Hermione tentò di alzarsi e darsi alla fuga, ma il tentativo fu sventato dal biondo, che le chiuse ogni via d'uscita col proprio corpo, imprimendo entrambi i palmi sul tavolo.
Un muro impossibile da scavalcare.
‹Non scapperai. Non stavolta›› la sua voce era affilata come un rasoio.
Hermione iniziò a sudare freddo, non si aspettava un confronto così presto. 
‹‹Voglio una spiegazione, Granger. E la voglio ora›› ordinò a denti stretti, fissandola dritto negli occhi.

Era turbato, se non agitato, si azzardò a pensare la Grifondoro.
Il suo corpo emanava una forte fragranza che Hermione impiegò un paio di secondi per collegare al legittimo fiore; talmente intenta a scoprirlo, ignorò la richiesta del biondo.
‹‹Gelsomino›› mormorò infine, soddisfatta, come se avesse risposto a una difficilissima domanda di Pozioni.
Draco socchiuse un occhio e alzò un sopracciglio: quella non era certo la risposta che si aspettava, ragion per cui si innervosì ancor di più, credendo che la ragazza si stesse prendendo gioco di lui.
‹‹Cosa?›› sibilò.
‹‹Usi un bagnoschiuma al gelsomino, vero?» Hermione voleva accertarsi di aver ragione, perfino nelle sciocchezze non ammetteva di sbagliare. Indovinare tutto per lei era come un'ossessione.

Il ragazzo la fissò per un attimo in silenzio, spiazzato, temendo che avesse battuto la testa o fosse stata vittima di un incantesimo confondente.
Spiazzato perché aveva indovinato.
‹Non sono venuto qui per discutere del mio bagnoschiuma, Mezzosangue›› celiò, irritato. 
La poca pazienza che gli era rimasta lo avrebbe abbandonato, tra non molto.
‹‹Voglio sapere perché diavolo ti è saltato in mente di baciarmi. E ti avverto che "Perché sei bello" non è una risposta›› ci tenne a precisare, sogghignando.

Hermione accantonò la faccenda del bagnoschiuma e concentrò la propria attenzione sugli occhi furenti del Serpeverde.
Il panico si impossessò di lei, mai si era trovata nella condizione di non saper rispondere a una domanda; lei, che aveva sempre avuto la risposta pronta, ora si sentiva un minuscolo scarafaggio incapace di parlare e formulare un pensiero di senso compiuto.
‹‹Hai perso la lingua, Mezzosangue?›› ghignò lui malignamente.
Zittire la Mezzosangue e averla completamente in pugno, quante volte lo aveva sognato?

La ragazza si ostinò a trovare qualcosa da dire, qualsiasi cosa, pur di non dargliela vinta.
‹‹Sono superstiziosa, Malfoy›› quella fu la cosa più originale e sensata che la sua testa fu capace di partorire.
La risata del Serpeverde la fece agghiacciare. Come poteva dargli torto, d'altronde? Perfino lei sapeva di aver detto la cosa più ridicola della sua vita.
‹Vorresti dirmi che mi hai baciato solamente per una stupida superstizione? Valeva davvero questo enorme sacrificio?››. 
Enorme sacrificio, ripeté mentalmente Hermione. Prima di allora non aveva mai considerato tale la sua azione; assurda, inconcepibile, follema il termine sacrificio non l'aveva mai degnato di uno sguardo.

‹Sì, Malfoy, è così. Avevo bisogno di dare un bacio a qualcuno prima di mezzanotte e tu eri lì›› la sua stessa voce le sembrava estranea per le idiozie che stava dicendo.
Draco sorrise di sbieco, scettico.
Tsk. E tu me lo chiami bacio quello?›› ci stava prendendo gusto nel provocarla.
Hermione si irrigidì, la voglia di mollargli un ceffone la stava inducendo in tentazione.
‹Preferivi che ti saltassi addosso?›› commentò, acida.
Draco si limitò a lanciarle un'occhiataccia, anche se dentro di sé si sorprese a pensare che non fosse poi così disgustosa come idea.
D'un tratto gli si accese una lampadina. Una voce nella sua testa gli suggerì qualcosa di tremendamente diabolico. Se lei si divertiva a prenderlo in giro, perché non fare lo stesso?

Tolse i palmi dal tavolo e liberò la ragazza dalla sua regale presenza, dopodiché si sedette a cavalcioni sulla panca, esattamente di fronte a lei.
‹‹Sai, Granger, nonostante tu sia un'insopportabile sotuttoio, dimostri di non saperne molto sulle superstizioni e leggende dei maghi›› il suo tono aveva un che di misterioso.
Hermione gli dedicò uno sguardo interrogativo; lei sapeva tutto sulla magia, aveva letto ogni libro, ogni saggio, ogni opuscolo che esisteva, era impossibile che ci fosse qualcosa sul mondo dei maghi che lei non conoscesse.
‹‹Illuminami, Malfoy. Cos'è che non so?›› la curiosità la stava mangiando viva.
Draco ghignò, trionfante: il pesce aveva abboccato.
‹Secondo una leggenda sei destinato ad innamorarti della persona che baci allo scoccare della mezzanotte di Capodanno. È una magia persino più potente dell'Amortentia›› le raccontò, serio, evitando di tradirsi col tono di voce che si sarebbe sicuramente mutato in divertito.

Hermione scoppiò a ridergli in faccia. Era la cosa più ridicola che avesse mai sentito!
Malfoy, credi che me la beva? Se fosse verotutti dovrebbero innamorarsi della persona che baciano a Capodanno e io dubito che succeda››.
La
sua teoria filava liscia come l'olio, tuttavia, sottovalutava l'asso che Draco teneva gelosamente nascosto nella manica.
‹‹Non tutti. Solo chi sente uno specifico profumo collegato in qualche modo a quella persona. Hai sentito profumo di gelsomino, giusto?›› Scacco matto esclamò nella sua testa.

Hermione si ordinò di mantenere la calma. Malfoy stava bluffando, non poteva essere altrimenti.
‹É l'odore della tua pelle, Malfoy, sfido chiunque a non sentirla da questa distanza›› affermò, risoluta, convinta della sua più che razionale tesi.
Draco sogghignò e si mise a giocare con il laccio del suo mantello, attorcigliandolo nel dito.
‹‹Non è il mio odore. Il mio giardino è pieno di gelsomini. È il fiore preferito di mia madre››. 
La Grifondoro spalancò gli occhi, terrorizzata. Ebbe la sensazione che un grosso muro di cemento le fosse caduto addosso, riducendola in poltiglia.
Cominciò a sospettare con orrore che il Serpeverde avesse detto la verità.
‹Non è possibile. È uno scherzo, vero?›› si ritrovò a dire, ridendo in modo isterico.

Purtroppo per lei, Draco non stava ridendo.
‹Io invece sento odore di...›› Draco si ricordò di aver visto la ragazza bere più volte un particolare succo. 
‹‹Lamponi››.
Il respiro della Grifondoro si fece sempre più debole e questa sentì di essere vicina allo svenimento.
‹‹Adoro il succo di lamponi›› sussurrò, incredula.
‹‹Adesso mi credi, Mezzosangue?›› Draco dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non ridere a crepapelle.
Hermione si ostinò a fissare un punto anonimo del pavimento, imbambolata.
Draco si alzò dalla panca e fece per andarsene, ma si bloccò a metà strada. Le sue labbra si incurvarono in un sorriso furbesco, prima di tornare sui propri passi.
‹‹E per la cronaca, Granger...››

La Grifondoro stava ancora guardando il vuoto, quando ritrovò il proprio viso imprigionato dalle mani affusolate del biondo e la lingua di questo insinuata tra le labbra.

In quell'esatto momento parecchi studenti varcarono le porte dalla Sala Grande, felici di potersi riempire la pancia con tutte le prelibatezze disposte sui tavoli, ma non furono le famose pietanze che Hogwarts aveva sempre offerto loro ad attirare maggiormente la loro attenzione: Draco Malfoy e Hermione Granger si stavano baciando appassionatamente nella Sala Grande.
‹‹Ma quelli non sono Draco Malfoy e Hermione Granger?!›› bisbigliarono tra di loro, visibilmente sconvolti.
Blaise Zabini, invece, si distingueva, a differenza di tutti gli altri, per l'espressione divertita che gli solcava il viso.
Così si rivolse alle delle ragazzine del secondo anno, le quali avevano chiesto anche loro se quello fosse proprio Draco Malfoy.
‹‹Dovete sapere che questo è proprio quello che noi esperti definiamo "tensione sessuale irrisolta"... ›› e da lì diede inizio ad una lunga serie di consigli sulla seduzione e su come far cadere una persona ai propri piedi.

Quando Draco valutò di aver bisogno di respirare, si separò dalla bocca della Grifondoro, che aveva gli occhi allampanati e il viso sfigurato dallo shock.
‹‹Questo è un bacio››.

 

   
 
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