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Autore: Key_    26/04/2011    1 recensioni
Salve!Mi chiamo Yuriko,tutto quello che mi è successo,avevo voglia di raccontarlo a qualcuno,spero che mi ascoltiate durante questo viaggio.E chissà,forse mi accadrà qualcosa che mi stravolgerà la vita e che mi farà sentire davvero viva?
Avvertimenti:Storia di Genere Introspettivo,Sentimentale con un linguaggio "abbastanza forte".
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'ultima cosa che ricordo è che poco dopo mi sono ritrovata in un letto d'ospedale dalle lenzuola bianche e scolorite come le pareti della stanza buia in cui ero stata catapultata,illuminata solo da una luce fioca che sporgeva dal comodino accanto al letto in cui giacevo.Tentai di alzarmi ma non ci riuscì.Mi girava la testa.
 
"Chissà,forse sono dinuovo sbronza."- pensai.
"Ma se sono sbronza e non guido e non mi ricordo di essere andata in una discoteca,o roba simile,a divertirmi,perchè sono in ospedale?"
Mi posi troppe domande per una poi avere una singola risposta.
 
All'improvviso,mentre mi continuavo a porre domande,entrò un uomo,alto,brizzolato.Gli avrei dato un massimo di quarant'anni,anche se era davvero affascinante come uomo.Dal camice bianco che indossava,capii che era un medico.Mi si avvicino e mi guardò con aria scioccata.
"Perchè mi guardi con aria scioccata?" - pensai.
 
Continuò ad osservarmi fin quando non mi rivolse la parola.

"Incredibile.Fino ad un'attimo fa eri in Coma,ed ora sei sveglia.Ti avevano diagnosticato al massimo un mese di Coma o forse di piu',e invece ti svegliata in nemmeno ventiquattr'ore.Strabiliante.Che grande di volontà." - quell'uomo mi incuteva terrore.
E mentre lui continuava a farneticare qualcosa,mi chiedevo cose mi fosse realmente accaduto,e quindi decisi di chiederlo a quell'uomo che mi incuteva tanto terrore.

"Mi scusi,ma cosa mi è accaduto?" - chiesi,

"In realtà,non sappiamo cosa ti è accaduto realmente,sappiamo solo che un camion si è fiondato sull'auto dove tu e la tua famiglia viaggiavate" - rispose,il suo viso ebbe un cambiamento,cosa era successo hai miei?

"E la mia famiglia? Robert? Che fine hanno fatto?"

"Bè...Signorina,lei è l'unica sopravvissuta.Condoglianze."

Quell'uomo abbandonò la stanza.Stava davvero dicendo il vero?
Tentai di alzarmi,volevo uscire da quella camera bianca e buoia,mi opprimeva,volevo assaporare l'aria,volevo capire quello che era realmente accaduto,ma purtroppo la testa mi girava troppo velocemente per permettermi di scendere.
"Lei è l'unica sopravvissuta"
"Non avrei mai voluto una figlia come te!"
Quelle parole.Erano le parole di mio padre,in auto,ci stavamo dirigendo in un ristorante per festeggiare la sua vittoria alle elezioni.Avevamo appena litigato,volevo scendere dall'auto,ma l'auto si è schiantata contro un camion che ci è piombato addosso in un nanosecondo.
Non potevo crederci.Non potevo essere sopravvissuta solo io,non poteva essere vero.
Presa dai miei pensieri e sconvolta,riuscì ad alzarmi,e ad arrivare nel corridoio dove c'era un mini radio che stava trasmettendo il notiziario.

"Abbiamo purtroppo assistito alla morte del politico Harry Jackson.Questa notte l'auto di Jackson si è schiantata contro un camion.Tutti morti,tranne la figlia maggiore,Yuriko Jackson,che è tutt'ora ricoverata in ospedale.Non abbiamo ancora notizie sulle condizioni della ragazza,ma vi aggiorneremo al piu' presto.Ed ora passiamo alla prossima notizia..." - e mentre quella voce continuava a farneticare qualcosa su non so quale attore,mi resi conti che quello che quell'uomo aveva detto era vero.
"L'unica sopravvissuta".
Ero totalmente sola.
Sballonzolai per tutto il corridoio alla ricerca di conforto,ma ormai non c'era piu' nessuno,nemmeno mio fratello,nemmeno mio padre,nemmeno mia madre.Nessuno.Eppure li ho sempre odiati,ma da allora ne sento la mancanza.
Solo quando perdi qualcuno ti rendi conto di quanto fosse importante per te.
 
Era il 24 Dicembre,quando fui rispedita a casa.Il giorno dopo dell'incidente.
Casa.Davvero questa si può definire casa?
Non ho piu' rivisto la mia vera casa.Da quel lontano 24 Dicembre sono stata rinchiusa in una sottospecie di "casa famiglia",dove fino a quando non ho compiuto i diciotto anni,sono dovuta rimanere e diciamo vivera,avevo solo l'uscita libera il sabato e le visite la domenica mattina,ma soprattutto da allora non ho piu' festeggiato il Natale. 
L'unica fortuna era che la sottospecie di casa era poco piu' in là della mia reale casa,e grazie a questo era facile per i miei quattro unici amici venirmi a trovare e almeno cercare di consolarmi con un pò di buona musica.
 
Sono passati anni,ma mi pento ancora di quelle ultime cose che ho detto a mio padre,a quanto pare non erano la realtà.
Io amavo tutto quello che mi circondava,compresa la politica.Lo negavo solo per non far compiacere lui,mio padre,Harry Jackson,politico di grande fama,vincitore delle elezioni del 2003,morto il giorno della sua vittoria.
 
 
8.00 del mattino 23 Dicembre 2007
 
Le lacrime iniziarono a cadere e a corrodere il mio viso.Sono passati troppi anni.Da quella sera le mie lacrime si sono sempre rifiutate di cadere.
Oggi è l'anniversario della morte della mia famiglia,da oggi sono quattro lunghi anni,infernali,da oggi andrò a vivere nella mia vecchia casa.Dopo aver smaltito la sbronza naturalmente.
 
"Yuriko,forza è ora,alzati,doppiamo andare a trovare la tua famiglia,ricordi?." - mi disse quella voce che tutte le mattine mi ricordava di alzarmi e che era ora di andare al college o a  portare a termine un qualsiasi impegno politico.
 
Da quel Gennaio del 2004 mi chiesero di sostituire mio padre in politica avevo ancora sedici anni ma accettai,affinchè mi aiutassi a ricordare che uomo era stato,per ricordare ogni giorno quanto lo volessi bene,quanto lui mi adorasse,pur avendo solo difetti e quanto adorassi lui,pur non essendo mai presente nella mia vita.
 
"Sì,Jane,lo ricordo,ed anche troppo bene,arrivo subito il tempo di prendermi un'aspirina." - le risposi,mentre sballonzolavo per la camera alla ricerca di un'aspirina.
 
"Sei di nuovo sbronza vero? Non fai altro! Vuoi distriggerti la vita?" - mi rimproverò come sempre -

"La mia vita è già un disastro." - le risposi come sempre,con quel tono triste,che ormai non sembrava nemmeno piu' tanto triste.
 
Scesi poco dopo,giusto il tempo di farmi una doccia,prendermi un'aspirina e sistemarmi.Feci colazione,anche se credevo di poter vomitare da un momento all'altro,ed infine,insieme a Jane,mi incamminai verso il cimitero,visto che non avevamo l'auto.
 
Il cimitero era alle spalle di un vecchio palazzo che poteva anche essere abbattuto.Era uno dei pochi ad essere così altro (saranno stati circa sei o sette piani),visto che ci trovavamo in periferia. 
Superato il vecchio palazzo,arrivammo al cimitero.Poco piu' avanti di una piccola cappella,si trovavano le tre lapidi.Quella di mio fratello,di mia madre e di mio padre.Posai su di esse dei fiori e mi inginocchiai sulla lapide di mio padre,chiedendogli se tutto quello che stavo facendo al suo posto era giusto,ma essenso una lapide non mi avrebbe mai dato una risposta.
 
Mentre me ne stavo in silenzio ad osservare quelle lapidi,Jane mi fece notare che dovevo andare al college,stavano per iniziare le lezioni pomeridiane.
Quindi salutai la mia famiglia e corsi assieme a Jane in quella casa per mangiare un boccone per poi andare al college.
Sì,diciamo che ero un pò privilegiata,visto che ero la figlia del noto politico defunto che si occupava degli affari del padre,che era stata rifiutata dai suoi parenti,per l'affido, e che è finita in una casa famiglia,avevo qualche diritto no?
No,nemmeno uno,ma io me ne sono fatta dare qualcuno.
 
Una volta uscita da quella casa,presi come sempre il mio Skate,"le abitudini non cambiano",e come una ragazzina di sedici anni arrivai al college,dove mi attendeva una noiosa lezione di storia americana.
 
Finite le tre ore,uscii dall'aula e mi diressi nel cortile del college,dove seduta su di una panchina,come una ragazzina,avrei aspettato la lezione successiva assieme ad un caffè e al mio I-pod.
Mentre mi stavo per immergere nella musica,mi piomba davanti agli occhi un ragazzo,alto,biondo dagli occhi azzurri,il solito principe azzurro.
Mi si siede accando,e mi porge un bigliettino.
Come facevo con la maggior parte dei ragazzi del college,lo snobbai e feci per alzarmi.Afferrò il polso del mio braccio destro e mi rivolse la parola.
 
"Se vuoi me ne vado,ma almeno ascolta quello che ho da dirti no?"
 
"Sinceramente puoi anche andare,non ho intenzione di ascoltarti."
 
"Bé,io parlo lo stesso,sono sicuro che ti interesserà."
 
Lo fissai incredula e tornai a sedermi.
 
"Cosa vuole ora questo? Scopare come tutti gli altri? Bé,ho smesso di scoparmi il primo che passa" - pensai irritata.
 
"Prendi almeno questo.Sei invitata alla festa della Confraternita questa sera,se vuoi puoi portare chi vuoi,anche il tuo ragazzo."
 
"Non ho il ragazzo."
 
"Perfetto."
 
"Sì,vuole scoparmi." - pensai ancora piu' irritata.
 
"Bé,ho una lezione,meglio che vada."
 
"Ci vediamo questa sera nel locale della Confraternita." - mi salutò con la mano da lontano come fossi una bambina.
 
Lessi il bigliettino.
"23 Dicembre.Locale della Confraternita.Non mancare e ricorda:Sesso,Droga e Alcool."
 
Ecco.Le uniche cose che si facevano alle feste delle confraternite erano queste.Le adoravo,ma avevo smesso di scoparmi il primo che passa,soprattutto dopo quella sottospecie di "Ammirazione ma allo stesso tempo ramanzina" di Alex.
 
"Tutti i ragazzi di Jacksonville sono collegati a te.Sai perchè? Perchè te li sei scopati tutti tu."
 
Alex lo ribadiva molto spesso,cioè sempre.Ogni volta che andavo al "sottoscala" continuava a dirmi sempre le stesse cose.Che dire non gli andava giu' che scopavo piu' di lui.

Rivolgendo i miei pensieri a tutto quello che non mi stava circondando in quel momento,mi diressi all'aula otto dove si stava per svolgere la lezione di economia.
 
Passate anche quelle due ore di economia,la mia giornata al college era terminata,e sempre con il mio fedelissimo skate,mi diressi al "sottoscala" dove mi attendevano Alex e gli altri.
 
Il college non era molto lontano dalla periferia,il problema era farlo in skate.
 
Dopo circa dieci minuti,arrivai dai ragazzi al "sottoscala",dove avremmo dovuto iniziare le prove,ma erano troppo presi a contare quante ragazze si erano fatti in almeno due anni.
Come sempre vinse Shane,il chitarrista.Non era ambizioso come gli altri,e quindi non pretendeva le biondine oppure le diciottenni di turno,quindi la prima che gli capitava era "la prescelta",come diceva sempre lui.
Purtroppo Alex e Tom,rispettivamente il bassista e il batterista,avevano piu' abizione nella scelta delle ragazze,e quindi,a differenza di Shane,avevano meno probabilità di potersene fare almeno una.
Troppo presi dalla loro discussione che nemmeno si accorsero di me e per attirare l'attenzione schiarì la voce.
 
"Hey,bellissima sei arrivata finalmente! Novità dal college?" - Alex aveva dato uno schiaffo a Tom e poi mi si era avvicinato,

"Mmmh...una novità c'è.Sono stata invitata ad una festa di una Confraternita questa sera." - cercai il bigliettino nella tesca e glielo mostrai,

"Pazzesco! Possiamo venire?" - chiese Tom esaltato,

"In realtà potreste,ma non ci andrò." - mentre Alex tornò alla sua postazione,cioè seduto per terra,mi diressi verso un divanetto distrutto che amavo tanto e mi accomodai lì.

"E perchè non ci andari?"

"Non ne ho voglia,ma soprattutto il tipo che mi ha dato il bigliettino mi vuole scopare"

"E quindi,non te ne fai mica un problema" - mi provocò Shane.

"Hey,Shane! Smettila di provocarla la piccola ha smesso da parecchio lo sai." - anche Alex iniziò a scherzarci sù.

"Ma scusa tu come faresti a sapere che vuole scoparti?" - chiese Tom interrompendo le provocazioni.

"Devo farti un disegnino Tom? Gli si è alzato,significherà qualcosa,visto che stava solo seduto accanto a me" - risposi scocciata.

"Ma non è detto che voglia proprio..."

"Ma se al posto di parlare chi vuole scoparsi la nostra biondina,non parliamo di cosa vuole decidere" - Alex fu nuovamente interrotto da Tom.Adoro quando caccia il suo buon senso.

"Io non ci andrò." - rabadì,

"E invece si biondina.E sai perchè? Perchè ci hai scocciati con questo tuo vittimismo,del tuo musetto triste e depresso,del tuo scoparti il primo che passa solo per ricevere un pò d'affetto che
non c'è,ma soprattutto del tuo menefreghismo.Quindi questa sera reagirai e andrai a quella festa e ti divertirai,e tornerai a sorridere come sempre." 

A quanto pare il mio comportamento deglio ultimi anni a Shane aveva fatto del male e forse era ora di smetterla,almeno quando ero con loro.
 
Infine decisi di accettare e di andare a quella festa.
Fortuna che avevo qualche vestito nel "sottoscala",non avrei mai fatto in tempo ad arrivare a casa,cambiarmi,per poi arrivare al centro della città,dove c'era il college,in skate.
Chiamai Hannah ma sicuramente era con il suo ragazzo e quindi aveva ignorato la mia chiamtata.
Indossai un abito nero,come sempre,scollato e abbastanza corto,con calze a rete e tacchi vertiginosi.
 
"Ora capisco perchè hanno così tanta voglia,anche io ti..."

"Andiamo?" - e con uno schiaffo Tom chiuse la bocca a Alex.
 
Potrebbe sembrare strano,ma i ragazzi si erano promessi di non immamorarsi di me o tentare di portarmi a letto,per loro ero come una sorella minore e non se lo sarebbero mai perdonato soprattutto Shane e Tom,mentre Alex se ne infischiava.
 
Ore 21.00
 
Presa l'auto di Shane arrivammo in tempo per l'inizio della festa.All'entrata di quella specie di locale ci attendeva il ragazzo arrapato che mi aveva invitato...
  
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