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Autore: Malandrina95    27/04/2011    1 recensioni
Regulus e Sirius Black,due fratelli simili,ma con strade diverse
Genere: Avventura, Guerra, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Regulus Black, Sirius Black, Sorelle Black
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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chapter one

                                                

                                                                                               -CHAPTER ONE-

"Ho sempre amato giocare con mio fratello,sin da bambino,fino a quando i nostri genitori non hanno rovinato tutto,con la loro stramaledetta influenza. Io e Regulus eravamo inseparabili..e avrei fatto tutto per lui.."

-Dai Silius,dai,dai dai!"
Un piccoletto dai capelli neri strillava nelle orecchie del fratello maggiore ancora steso sul letto,le coperte tirate sopra la testa,il volto schiacciato contro il cuscino.
-Dai,dai dai,dai! Alzati! Dai,dai,dai!"
-Vattene- mugugnò piano Sirius con la voce soffocata dalle coperte.
-SILIUS!"urlò il piccolo saltando sul letto e prendendo a pugni il corpo del fratello,avvolto nelle lenzuola.
-Che c'è,Regulus?- esclamò esasperato Sirius sbucando da sotto le coperte,e afferrando per il polsi il fratellino che continuò ad agitare inutilmente i pugnetti.
-Ho fame- si lagnò il fratello tirando su con il naso - E voglio giocale con te-
-Dopo,Reg. Ho sonno- disse Sirius sprofondando di nuovo nei cuscini.
-Ho fame adesso!- strillò il piccolo,prendendolo per un braccio e tirandolo,nel patetico tentativo di farlo alzare. Non ci riuscì. Sirius alzò gli occhi al cielo.
Aveva appena compiuto sei anni,esattamente qualche giorno prima e Regulus già lo aveva ripreso a tormentare. Gli aveva promesso che lo avrebbe lasciato dormire per una settimana intera,ma evidentemente, per 
quella piccola peste di quasi cinque anni, le abitudini erano dure a morire.
- Non hai già mangiato?- domandò seccato
-Ho ancola fame- si lamentò Reg,mettendo il broncio e incrociando le braccia -Ancola-
Sirius scoppiò a ridere,divertito- Quando ti deciderai a dire la "r",Regulus?Hai cinque anni-
- Non è velo,ne ho quattlo. E poi pallo molto bene,lo dice il papà-
- Si,certo,Regulus. Facciamo così,finchè non dici una parola con la r decentemente,io non ti do da mangiare. Scegli tu-
-Cattivo Silius! Ho fame- pianse il piccolo. Sirius,dal canto suo,lo guardò infastidito,rigettandosi sul cuscino.
- Oh,avanti,non vorrai che Bella ti prenda ancora in giro,no?-lo stuzzicò,sorridendo malizioso.
-No!- urlò Regulus - Va bene ,blutto cattivone..ci plovo- disse il volto contratto per la concentrazione.-Pelò poi mi dai i biscotti-aggiunse lanciando un'occhiata speranzosa al fratello,che annuì distratto.
-Sil..Sili..Siliu..Siru..Sirius!- esclamò il piccolo soddisfatto di sè stesso - Sirius - ripetè,felice.
Il fratello lo guardò torvo- Piccola peste,vedi che sei capace? E tu lo sapevi e adesso mi devo alzare dal letto per colpa tua..-
I suoi lamenti vennero coperti dalle urla di gioia del piccolo bambino che lo obbligò a scendere dal letto,tirandolo con forza per un braccio. Sirius imprecando sottovoce tra sè,andò in cucina,con un soddisfattissimo 
Regulus alle calcagna. Sul tavolo di legno pregiato,vi era un piccolo pezzo di pergamena,dove vi era scritto,con inchiostro verde:
Siamo al ministero,fate i bravi,mi raccomando. Non toccate i biscotti e non disordinate la casa.
Ciao,mamma e papà
.

Sirius sbuffò,dopo che di districò tra quel labirinto di lettere,ancora troppo sconosciute per lui. Orion insisteva perchè imparasse a leggere presto.
-Mamma dice che non puoi mangiarli,i biscotti-osservò al fratellino,che lo guardò supplicante,in una fedele imitazione del gattino rosso che Reg sfamava di nascosto.
-Me l'hai plomesso!-si lagnò- Non è giusto! Cattivo!-
Sirius alzò le mani in segno di resa- Va bene,va bene,rompiscatole...te ne do uno..Uno solo,però-
Regulus aprì la bocca per protestare,ma il fratello lo interruppe - Uno solo e non discutere,Reg. La tua non è fame-
-Si invece-
-No,affatto. La tua è gola-
-Voglio i biscotti- cominciò Regulus quando  vide che il fratello si appoggiava al ripiano della cucina a braccia conserte,senza accennare a prendere la scatola dei biscotti nella credenza.
-Si dice per..?-
-VOGLIO I BISCOTTI!- urlò Regulus iniziando a piangere e a picchiare i piedi per terra,strillando così forte che Sirius si coprì le orecchie con le mani
-Sta'zitto,VA BENE!- urlò il fratello di rimando,afferrando la scatola ed estraendo un biscotto al cioccolato-Contento ora?- chiese porgendoglielo
Regulus si zittì di colpo e lo afferrò,addentandolo e sporcandosi tutta la bocca di cioccolato.
-Non dirlo alla mamma,d'accordo?-
-F-fi- disse Regulus sputacchiando pezzi di biscotto dappertutto.
- Perchè non l'hai chiesto a quell'idiota Kreacher?- chiese Sirius - A quest'ora starei ancora dormendo...Oh,scusa-aggiunse quando la bocca del fratello si spalancò in un "oh" di sorpresa per la parolaccia.
-Cosa vuol dile idiotia?-
-Si dice idiota,Regulus..E non vuol dire niente,non devi dirla.-
-Ma tu l'hai detta! Cosa vuol dile?-
-Niente,non dirla-
- Pecchè?-insistette il piccolo guardando il fratello maggiore torturarsi le unghia della mano.
- Perchè si-
- E pecchè si?-
- Oh,Reg,non dirla e basta- Sirius sbuffò,esasperato -Intesi?-
-Va bene- rispose il fratellino,per nulla convinto. Rimase per un attimo zitto, e Sirius già pregustava una mattina tranquilla da passare a dormire in poltrona, quando lo strillo acuto di Regulus infranse tutti i suoi piani.
-Flatellone,giochiamo a nascondino?- lo supplicò tirandolo per il braccio. Sirius chiuse gli occhi,lamentandosi debolmente,lasciandosi trascinare dal fratello in salotto. Non c'erano speranze per una pacifica mattina.
-Eddai,Silius! Ti prego- Regulus lo guardò implorante,e Sirius,sconfitto,si lasciò cadere in poltrona,iniziando a contare con voce atona e annoiata.
-Uno..due..tre..Reg,muoviti..quattro,cinque..sei..-
Il piccolo si guardò intorno,cercando un buon nascondiglio,evitando di guardare fuori dal salotto,dal quale si intravedevano le scale dove erano appese le teste degli elfi domestici; non l'avrebbe mai ammesso,ma 
aveva paura a passare li sotto da solo. Guardò attento il salotto e quando vide le lunghe tende di stoffa verde s' illuminò. Si precipitò dietro,trattenendo il fiato,in attesa.
-Arrivo,Reg -urlò Sirius,benchè non ce ne fosse bisogno. Regulus,dal suo nascondiglio,lo vide passeggiare con aria noncurante per il salotto,guardando distrattamente sotto il tavolo e dietro l'armadio. 
Reg sapeva che Sirius faceva finta di cercarlo,e che solo più tardi si sarebbe davvero impegnato. D'un tratto,il fratello maggiore si inginocchiò,procedendo a gattoni,come un cane segugio,e come tale faceva finta 
di immobilizzarsi con il braccio alzato,come facevano i cani da tartufo. Regulus represse a fatica una risata,che Sirius sentì perfettamente.
-Mmm,vediamo,piccolo Reg,dove ti nascondi? Forse dietro la poltrona,ma no..non ci sei..Vediamo dietro la tenda numero uno!- disse scostando la tenda vicino a quella di Regulus. 
Il piccolo seppe che lo avrebbe scoperto presto.Il cuore gli batteva forte e Reg trattenne il fiato..
-Dietro la tenda numero due!-
-BUUUU!- urlò il piccolo quando Sirius lo scoprì. Schizzò fuori,diretto alla poltrona,ridendo come un matto,con Sirius alle calcagna. L'erede dei Black l'avrebbe superato facilmente,ma non poteva battere 
suo fratello minore. Sirius cadde,rovinando a terra,con un finto lamento con il quale nascose la risata che gli era nata in gola,mentre Regulus raggiungeva la poltrona.
-Pel me! Ho vinto,ho vinto!- il bambino era entusiasta e guardava il fratello steso sul pavimento con un misto di ammirazione e affetto.
-Ancola,Sirius,ancola!- urlò precipitandosi da lui -Chi ti ha insegnato questo gioco?-
-I Babbani,Regulus - rispose quello,mettendosi a sedere -Ma non dirlo a mamma..non approverebbe e ti metterebbe in castigo-
-E pelchè?-
-Non le piacciono i Babbani- rispose semplicemente Sirius alzandosi,tirando su con se anche il fratellino.
- Pelchè?-
-Tu fai troppe domande..Non lo so perchè-
La porta d'ingresso s'aprì,con un cigolio secco e dei passi risuonarono nell'ingresso.
-Siamo a casa-la voce della madre risuonò nell'atrio.
-Mamma, mamma, mamma!- urlò Regulus precipitandosi dalla donna coi capelli neri,che si chinò per prenderlo in braccio. -Ho vinto!-
-Bravo,tesoro..Ma perchè hai la bocca sporca?-
Sirius s'irrigidì,maledicendo il fratello per non saper mangiare in modo decente,mentre Regulus si nascondeva la bocca con le mani.
- Hai mangiato i biscotti,vero? Sirius!-
Il ragazzino si mosse con passo svogliato verso i genitori,evitando il loro sguardo di rimprovero,e si fermò,le mani dietro la schiena,aspettando la predica.
-Hai dato i biscotti a Regulus?-
-No..- mentì,arrossendo. Per nulla al mondo avrebbe voluto sentire gli strilli della madre assieme alle urla del padre. Facevano tante scenate per niente,col pretesto che aveva disobbedito. 
Ma Sirius amava disobbedire,e i suoi genitori lo sapevano bene e non tardavano a ricordargli che lui era L'erede dei Black,che avrebbe dovuto portare onore alla sua famiglia,e che la purezza del suo sangue era la 
cosa che doveva importargli di più.
- Sirius,non mentire-
-D'accordo..si..-
Walburga sospirò,rassegnata,lasciando incredibilmente perdere il discorso- Ma perchè non devi mai ubbidire,eh? Dov'è Kreacher?-
-Non lo so,quell'idiotia non lo tlovo..-disse Regulus sporgendosi dalle braccia della madre,guardando in cucina,alla ricerca dell'elfo domestico.
-Che hai detto?- la voce della madre ora,era irata. Regulus cominciò a scuotere la testa,trattenendo le lacrime di paura,mentre Sirius alzava gli occhi al cielo.
-Chi te l'ha insegnata?- urlò Orion,guardandolo torvo.
-Io..- cominciò Regulus,ma Sirius intervenne. Non sopportava veder piangere suo fratello,e il suo senso di protezione e l'affetto che nutriva per quello scricciolo guastafeste,lo spingeva ad addossarsi anche colpe non sue.
-Io,mamma-rispose piano Sirius - Mi è scappata,gli ho detto di non dirla..-
Walburga lo guardò,esasperata e arrabbiata -Punizione,Sirius . Fila in camera tua.-
Il ragazzino annuì,voltandosi e salendo le scale,senza sapere che le avrebbe salite molte volte,con un'angoscia ed un odio sempre più grandi.

   
 
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