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Autore: Lils__L7    27/04/2011    7 recensioni
E se Lumacorno decidesse di far produrre ai suoi studenti del settimo anno una pozione che prevede un procedimento.. particolare? Dopotutto, nessun uomo sano di mente imporrebbe James Potter come compagno di pozioni di Lily Evans, no?!
E' la mia prima fic.. siate clementi! :D
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Lui e lei che stanno insieme solo con la colla.'
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Second day.

«Ho provato a non amarti, ma è impossibile per me.
Ci sei tu, e io m'illumino, dirtelo non funziona più..
Se t'amo forse perdo, se non ti amo però non vinco mai!»
[Nek - Ci sei tu]


«Insomma, ti rendi conto?! Ho passato un'ora del mio tempo a sbraitargli addosso, dato che si comportava come sempre come uno stupido bambino viziato, e neanche lavorava alla pozione, capisci?, prenderò un voto orribile per colpa sua e Lumacorno mi boccerà all'esame, senza contare che mancano altri tredici giorni prima che la pozione possa essere imbottigliata, ma dannazione, proprio a me una cosa del genere?!».
«Lil, non ho capito niente.
Alice Longbottom fissò con attenzione e un misto tra divertimento e apprensione la sua migliore amica che delirava sdraiata sul suo letto, la faccia immersa nel cuscino; capiva perfettamente come doveva sentirsi Lily: dopotutto, lei aveva passato un'ora e mezza del suo tempo con Christine Parkinson, una delle Serpeverde più vanitose e insopportabili nella storia di Hogwarts. Davvero una pessima idea, quel Lumacorno!
«E' tardi, che ne dici di andare a letto?» chiese all'amica che ancora mugugnava, per farla smettere. «Domani ci aspettano due ore di Storia della Magia di prima mattina, e..».
«E una con Potter di primo pomeriggio!» concluse Lily interrompendola, con voce lamentosa.
«Ancora? Potter sta diventando la tua ossessione, Lils!»
scherzò Alice.
«Ali, fai ancora qualche battuta del genere e giuro che ti sostituirò con la Parkinson!» minacciò la rossa, alzando la testa dal cuscino.
«Fai pure!» la prese in giro Alice, e, tra una risata e l'altra, si addormentò esausta.

«Potter.».
«Evans!».
Lily entrò nella solita aula in fondo al corridoio, sorpresa di trovare James Potter lì ad aspettarla; se ne stava seduto buono buono su un banco, con un bel - bel?! Che c'entrava l'aggettivo "bello" con Potter?! Semmai, ebete - sorriso stampato in faccia. La Caposcuola constatò con piacere che aveva già sistemato gli ingredienti e il calderone sui banchi.
«Com'è andata la giornata, Evans?».
«Lo sai benissimo, Potter, c'eri anche tu in aula con me.».
«Direi, Evans. Siamo nella stessa Casa!».
«Con mio sommo dispiacere, Potter. Ora, potresti tacere e cominciare a togliere le spine da quelle piante?».
Lily si godette quei brevi cinque minuti in cui non sentì altro se non il rumore di coltelli che tagliuzzavano; ma, come aveva previsto, quel silenzio paradisiaco non durò per molto.
«Sei ancora arrabbiata per ieri?».
«No, Potter. Ma..».
«Ottimo!» la interruppe lui, sorridendole. «Quindi, se non sei arrabbiata, possiamo fare due chiacchiere.».
«Credo che ricomincerò ad essere arrabbiata, Potter. Da ora.».
«Dai, Lily! Raccontami qualcosa!».
«Non costringermi a zittirti con la magia.».
«Com'è andato il pomeriggio di Alice con la Parkinson?».
«Ti vuoi.. oh, beh. Male, direi. Povera Alice.» rispose lei, sorpresa da quella domanda. Si fermò un attimo per arrotolare le maniche della camicia della divisa, scrutando James con attenzione.
«Già, poverina.» annuì lui. «Che oca, quella Parkinson. Te lo ricordi Malfoy, quel biondo platinato che si è diplomato qualche anno fa? Beh, ci ha provato con lui, e ha tentato anche di far lasciare lui e la Black, te la ricordi la Black?, quella cugina di Sirius, bionda, carina, un po' troppo altezzosa che..».
«Potter, sei peggio di una donna!» lo interruppe Lily, lasciandosi sfuggire una mezza risata. «Come mai sai così tante cose di gente che neanche conosci?».
«Peggio di una donna, io?!» rise James, facendole una linguaccia. «Evans, io osservo.».
«Osservi, Potter?» ripeté la rossa, facendogli una smorfia di rimando. «Inquietante. Chissà quante cose sai di me, allora.».
«Neanche ti immagini quante, Lily.» mormorò lui, con un sorriso appena accennato. Si spettinò i capelli con una mano, come faceva sempre quando era in imbarazzo, e vedendo che lei non accennava a proseguire il discorso, riprese: «Comunque il più sfortunato è stato Sirius. Lumacorno l'ha messo con Mocc.. con Piton!».
Lily sorrise mestamente al ricordo della sua amicizia con Severus Piton, terminata due anni prima. «Lo credo bene. Come farà a sopportare quei capelli così unti?».
James rise divertito. «Ti dico solo che ieri ha passato due ore intere sotto la doccia!».
Anche Lily rise insieme a lui per un minuto buono. In fondo, doveva ricredersi: non era poi così tremendo stare in coppia con Potter quando ci si impegnava!
«E Remus con Mulciber?! Anche lui è capitato proprio male!».
«Puoi dirlo forte! Ieri è tornato in dormitorio arrabbiato come nelle notti di luna piena!» rispose James con una risata, rischiando quasi di soffocare appena si rese conto di quello che aveva combinato. Cominciò a tossire.
Lily si precipitò a battergli una mano sulla schiena, continuando a ridere come se niente fosse. «E che c'entra la luna piena, Potter? Non è mica un lupo mannaro!» disse. Si fermò un attimo in silenzio, riflettendo su quello che aveva appena detto sotto gli occhi di un James Potter più che terrorizzato. Poi, inaspettatamente, ricominciò a ridere. «Dai, te lo immagini Remus lupo mannaro?! Mai sentita una cosa più assurda!».
James si accorse di aver trattenuto il respiro per tutto quel tempo; si appoggiò al banco che aveva davanti per non barcollare e abbozzò un sorriso divertito. «Assurda, proprio assurda!».
Passarono almeno dieci minuti in silenzio, durante i quali James si ripropose di punirsi come facevano gli elfi domestici; aveva appena deciso che si sarebbe stirato un dito appena tornato in dormitorio, quando si stupì di sentir Lily intavolare un discorso con lui.
«Diventerai Auror dopo la scuola, vero?» gli chiese.
«Sicuramente!» rispose lui, tirando un sospiro di sollievo. «Anche i miei genitori lo sono. Voglio aiutare maghi e Babbani contro Voldemort. Tu che farai? Diventerai pozionista?».
Lily sorrise. «Dopo questa pozione disastrosa, dubito che Lumacorno approverebbe quella scelta!» rispose, facendolo ridacchiare. «Credo che diventerò Auror anch'io. Sai, i miei sono Babbani, quindi la mia famiglia sarà tra le prime ad essere in pericolo.».

«Sono sicuro che li proteggerai benissimo. Piuttosto, a quanto pare ci troveremo a frequentare gli stessi corsi anche dopo Hogwarts!».
«Già. Che peccato, e io che pensavo di sbarazzarmi di te tra qualche mese!».
«Mi spiace per te, Evans!».
«A me più per te, Potter; ti umilierò in ogni cosa che faremo. Pensa se dovessero mandarci a svolgere delle missioni insieme, che disastro!».
«Almeno in quei casi, mi chiameresti per nome?».
Lily distolse l'attenzione dal calderone, rischiando quasi di bruciarsi con gli schizzi che ne fuoriuscivano; sorrise, colpita dalla domanda pronunciata quasi con ingenuità, priva di malizia o sarcasmo: James era veramente curioso di sapere se prima o poi qualcosa sarebbe potuto cambiare tra di loro, qualcosa di piccolo, anche. Come un nome.
«Credo proprio di no, Potter. Mai.» rispose.
Il ragazzo sorrise, stavolta col suo solito ghigno malandrino. «Facciamo una scommessa, Evans?».
«Scommessa, Potter? Io e te? Non ci penso proprio, tu imbroglieresti.».
«Giuro sui capelli unti di Piton che sarò leale!» esclamò James, portandosi una mano sul cuore con fare teatrale.
Lily ridacchiò, per l'ennesima volta nell'arco di un'ora che volgeva ormai al termine.
Peccato, pensò, stupendosi subito di quel pensiero.
«E che cosa vorresti scommettere?» chiese, cominciando a raggruppare tutto il materiale che avevano utilizzato.
«Scommettiamo che mi chiamerai per nome entro queste due settimane che dovremo passare insieme.» rispose lui con tono solenne. «In effetti parti avvantaggiata, hai un giorno in meno per perdere.».
«Potter, non ha senso!» ribatté Lily aprendosi in un sorriso di scherno e incrociando le braccia al petto. «Non ti ho mai chiamato per nome in quasi sette anni, perchè dovrei farlo ora?!».
«Perchè ora che sai che devi starci attenta, finirai sicuramente per tradirti!» disse il ragazzo moro con un'altra linguaccia e un occhiolino.
Lily aggrottò la fronte, colta nell'orgoglio. «Mi credi così sprovveduta, Potter?».
James sorrise, stavolta senza tracce malandrinesche nel volto. «Affatto, Lily. Mi fido di me, diciamo.».
«Il solito egocentrico, Potter.».
«Come ti pare, Evans. Avanti, ci stai o no?».
«Ci sto!» rispose lei, stringendogli la mano e fissandolo fiera. «Che ci scommettiamo?».
James era rimasto sorpreso da quel gesto; Lilian Evans che si avvicinava a lui di sua spontanea volontà?! Ringraziò mentalmente Merlino di essere riuscito a vivere abbastanza per assistere coi propri occhi ad una scena del genere.
«Se vinco io, un'uscita ad Hogsmeade.» propose, risultando abbastanza scontato agli occhi della rossa, che sospirò divertita.
«Se invece vinco io, Potter, prometti che non me lo chiederai mai più e mi lascerai vivere in pace questi ultimi mesi di scuola!».
«Prometto, purtroppo.».
«Bene.».
«Bene.».
I due rimasero a fissarsi per qualche secondo, senza sapere realmente cosa fare. Fu Lily a spezzare il silenzio.
«Ok, Potter.» disse, marcando il cognome e fissandolo con aria di scherno. «Ci vediamo domani qui.».
«Buona serata, Lily.» rispose lui, con un sorriso e l'immancabile mano tra i capelli.

«Allora, Ramoso, racconta! Com'è andata oggi con la Evans?».
I quattro Malandrini presero posto al loro tavolo in Sala Grande, affamati; Sirius, Remus, Peter e un annoiato Frank Paciock in attesa di Alice si voltarono verso James.
«Bene,» rispose solamente lui, «abbiamo fatto una scommessa.».
«Hai scommesso qualcosa con la Evans? Ma sei scemo, Jam?!» esclamò Sirius, tra gli sguardi perplessi quanto divertiti degli altri.
«Ho scommesso che mi chiamerà per nome.» disse lui.
«E.. Ramoso.. posso chiederti che senso ha?» gli domandò Remus pacato.
«Se vinco esce con me!» rispose James entusiasta, sorridendo a tutti quasi come se avesse appena detto che Piton era stato rapito e lavato da un branco di centauri.
La sua affermazione fu però seguita da un silenzio alquanto deprimente.
«E' ufficiale: non ce l'ha, un senso.».
«Ramoso si è bevuto il cervello.».
«Sei sicuro di aver sbucciato radici e chiacchierato tutto il pomeriggio?».
«Ooh, fatela finita!» esclamò James cercando di fingersi serio e offeso. «Sono sicuro di poter vincere! Begli amici che siete! ..E adesso mettiamoci a mangiare, che ho una fame tremenda!».
I quattro risero con lui e si avventarono sulla cena, certi che nell'arco delle seguenti due settimane ne avrebbero viste delle belle.



Buon pomeriggio a tutti! Eccomi tornata con un nuovo capitolo dopo queste deludenti e piovose vacanze di Pasqua..
Vi ricordo che il secondo capitolo, per chi non vi avesse fatto caso, è stato modificato, e rinnovo i ringraziamenti a chi ha letto, legge e leggerà! Baci!
L7!
  
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