Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Writer96    28/04/2011    12 recensioni
"-Ho il cancro, Sirius...-
Queste parole ebbero lo stesso effetto di una cascata di ghiaccio sulla sua pelle. Cercò di ricordarsi come si respirava, poi passò al cercare di aprire e chiudere gli occhi con movimenti abbastanza naturali.
[...]
, lui e la ragazza si erano pian piano avvicinati. Ma Sirius non si era mai immaginato di sentirsi dire una cosa così.
Non da lei.
Non da quella forte ragazza sempre allegra ed ottimista.
Non da Mary."
--
--
--
Ebbene, eccomi qui. Questa non è la solita storia demenziale.
Questa non è la solita James/Lily.
Questa non è la solita storia sui Malandrini.
E' un tributo, in qualche modo, a J.K.Rowling.
Ho letto da qualche parte che il personaggio di Mary McDonald era stato inventato proprio dalla scrittrice ispirato da una ragazzina con lo stesso nome che le aveva inviato un email e che dopo un po' era morta perchè malata... Uhm, no, mi sa che quella era Natalie MacDonald...
Comunque sia, questo mi ha dato l'ispirazione e mi son detta.. qualcosa di nuovo? E così, è nata la fic. Ve lo dico, è amara. Come il cioccolato extra-fondente.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Come mai non mangi la cioccolata, Sirius?- aveva chiesto Lily, un giorno.
E lui non aveva potuto fare altro che un sorriso mesto per risponderle
 
 
 
 

Hogwarts, marzo 1978

 
 
Scivolò accanto a lei, strusciando la schiena contro il muro di pietra e sporcandosi un po’ il maglione della divisa.
Poteva vedere la sua espressione furente sotto il sottile velo di lacrime che le brillava sulla pelle diafana del viso e si limitò ad osservarla senza dire niente per qualche tempo.
Alla fine lei si accorse della sua presenza e si girò. Non vi era traccia della rabbia di prima, solo un immenso dolore.

-Ho il cancro, Sirius...-

Queste parole ebbero lo stesso effetto di una cascata di ghiaccio sulla sua pelle. Cercò di ricordarsi come si respirava, poi passò al cercare di aprire e chiudere gli occhi con movimenti abbastanza naturali.
Sapeva cosa fosse il cancro. Gliene aveva parlato una volta Remus, mentre raccontava a lui e James di sua nonna. Sapeva che non c’era cura. Sapeva che ogni secondo ti avvicinava alla fine. Sapeva tante cose su di esso.

Eppure non riusciva a capacitarsi che fosse lei, lei, ad averlo addosso come una condanna, impresso a fuoco sulla pelle come una gigantesca data di scadenza.
Non erano mai stati grandi amici. Solo da poco si conoscevano davvero.
Da quando Lily era diventata prima amica sua e poi di James. Ora che loro due stavano insieme, lui e la ragazza si erano pian piano avvicinati. Ma Sirius non si era mai immaginato di sentirsi dire una cosa così.

Non da lei.
Non da quella forte ragazza sempre allegra ed ottimista.
Non da Mary.
Aveva perso il contatto con la realtà, se ne accorse quando all’improvviso una lacrima, una sola, una lacrima solitaria che sembrava racchiudere in sé più Sirius che mai, gli cadde su una mano.
Gli occhi di Mary, lo sapeva, chiedevano una sua risposta.
Sarebbe stato capace di dargliene una?

Teneva gli occhi puntati davanti a sé, persi tra le pietre del muro innanzi a loro.
Mary si alzò, piano, spazzolandosi la gonna, sempre in silenzio e fece per andarsene. Qualcosa la trattenne.
Sirius le aveva intrappolato una mano tra le sue, ghiacciate, e non voleva lasciarla andare.
La ragazza abbassò lo sguardo sulle loro mani, così intrecciate e sorrise. In una nuova maniera, del tutto diversa da quella solita, quella che le faceva apparire le fossette sulle guance e le contagiava gli occhi.
Questo era un sorriso dolce. No, non dolce. Era un sorriso consapevole.
Un sorriso che Sirius avrebbe ricordato per tutta la vita.

Il sorriso del Capricorno.
 
 

Hogwarts, maggio 1978


-McDonald, dove stai scappando?-

La solita voce beffarda, lo stesso sorriso di sempre, gli stessi occhi.
Ma una visone completamente diversa.
Mary si voltò, con quel sorriso mesto che aveva imparato ad associare a lei ultimamente e gli si avvicinò.
Lui l’abbraccio, affondando la testa tra i suoi capelli mossi e morbidi.

La sentì deglutire forte e seppe immediatamente ciò che lei avrebbe detto, perciò si affrettò a scostarla da sé e a depositarle un bacio sulla fronte, con una dolcezza assurda.

-Questo... questo Sirius ti farà male. Ci farà male. Semplicemente, non può esistere...- aveva mormorato mesta, guardandolo negli occhi, con quella forza che l’aveva sempre caratterizzata. Sirius rispose al suo sguardo, cercando di non far trasparire il suo dolore.
Non era mai stato un tipo da mostrare il suo dolore. Ma con Mary, tutto cambiava.
Tutto era stato cambiato da quelle quattro parole, quelle quattro malefiche parole.

-Mi stai lasciando, Mary?- le chiese, chiudendo le mani a pugno dietro alla schiena della ragazza.
Lei se ne accorse e indietreggiò abbastanza per prendere le mani del ragazzo e stringerle tra le sue, prima di parlare.

-Dico solo, Sirius, che abbiamo una data di scadenza addosso che si avvicina sempre di più. Io ho una data di scadenza. Sto solo cercando di non darne una anche a te...-
Il ragazzo fece una smorfia che forse sarebbe potuto essere un sorriso sghembo, una volta. Le stesse parole che aveva pensato lui. Le stesse parole che aveva buttato giù dalla Torre di Astronomia quella sera stessa, scritte su un foglio di carta distrutto e strappato.

-Ti hanno mai parlato, McDonald, delle date di scadenza con scritto davanti preferibilmente?- commentò, con una nota aspra nella voce. Lei smise, per qualche attimo, di combattere.
Sì, ci aveva pensato.
E a lungo.
E aveva deciso di trovarlo, in sé, quel preferibilmente.

Intanto, si limitò a fare qualcosa che preferiva al continuare quella conversazione così amara.
La risposta al suo bacio da parte di Sirius non si fece attendere.
 
 

Ospedale di San Mungo, aprile 1979


-La signorina McDonald? Stanza quindici, terzo piano-
La voce della giovane Medimago che si trovava dietro al bancone arrivava attutita alle orecchie di Sirius, che un tempo forse avrebbe notato le sue occhiatine ammiccanti, i suoi occhi celesti e i suoi capelli castani tinti di biondo che la facevano assomigliare a una diciassettenne.
Ma questo, il nuovo Sirius, non lo notava.
Il nuovo Sirius vedeva solo la piantina che stringeva tra le mani e il pacchettino poggiato sopra il vaso, senza curarsi delle scale piene di gente che lo guardava stranita e anche spaventata.

Passando davanti ad una finestra, si osservò e constatò con amarezza quanto quegli ultimi mesi lo avessero cambiato.
I suoi capelli erano troppo lunghi e aveva spesse occhiaie sotto gli occhi, che tuttavia conservavano ancora un po’ del precedente brio.
Non si chiamava Sirius Black a caso, dopotutto.
Entrò nella stanza, che sapeva di disinfettanti e di pozioni curative.
Aveva sempre odiato il San Mungo, da quando era stato costretto, da bambino, a starvi per tre settimane per le ferite infertegli da sua madre in un momento di rabbia.

Mary era lì, sotto le coperte come faceva ogni volta che voleva stare calma a pensare. Sbucavano alcuni ciuffi castani, che spiccavano terribilmente sul cuscino rosa pallido.
Quando sentì la porta aprirsi, Mary si girò.
Era pallida, ma non cadaverica e i suoi occhi erano, in qualche modo, più rilassati di quelli di Sirius, con sicuramente molta più vita.
Gli sorrise, con il suo solito sorriso da Capricorno, e lui lo prese come un invito ad avvicinarsi.
Si sedette sulla sedia accanto al letto e aspettò che fosse lei a parlare.

-Beh, Sirius, mi hai portato un regalo, mi pare. Non me lo porgi nemmeno?- disse, con voce forzatamente allegra. Il giovane uomo le porse il pacchetto e lei si sbrigò ad aprirlo.

-Nutella?- esclamò, divertita. Lui sorrise e le svitò il tappo, facendole vedere un barattolo pieno per metà.
-Chiudi gli occhi- ordinò:- E apri la bocca..-
Lei fece quanto richiesto e subito sentì sulla lingua il dolce sapore del cioccolato, quello che le aveva fatto compagnia per tanti anni.
Deglutì, gustandosi quel boccone come non mai e poi aprì gli occhi, schioccando le labbra e passando su di esse la lingua.
Sirius la guardava sorridente.

-Buono...- rispose lei al suo sguardo interrogativo. A quel punto, lui girò il barattolo, permettendole di vedere la piccola scritta sul fondo dell’etichetta

Da consumarsi preferibilmente entro il 27/02/79

-Cosa vorresti dirmi con questo, Black?- chiese lei, socchiudendo gli occhi, mentre sistemava la piantina che lui le porgeva sul comodino accanto al letto.
-Che di tempo ce n’è sempre più di quanto noi ci immaginiamo...- sussurrò lui, prima di abbracciarla, cogliendola di sorpresa. Non era da lui fare una cosa del genere eppure aveva uno stramaledetto bisogno di farlo.
Si strinsero l’uno all’altra senza dire niente.

-E’ finito l’orario di visita, signor Black...- un’infermiera era entrata in quel momento nella stanza. Li aveva guardati da fuori della porta per un po’, intenerita, mentre lui le faceva assaggiare un po’ di crema al cioccolato e poi l’abbracciava.
-Sorridimi ancora con quel tuo sorriso del Capricorno...- le aveva chiesto lui, prima di alzarsi.
-Una volta o l’altra mi dovrai spiegare perché questo nome...- gli aveva risposto lei, mentre lo accontentava.
Sulla porta lui si era girato.

-Domani, Mary, domani...-

 

Il giorno dopo, Mary McDonald era morta, portata via dal  cancro.
E Sirius non aveva potuto dirle che aveva sempre usato quelle piccole nozioni di geografia che si ricordava per dare un nome al suo sorriso.
Perché quando il Tropico del Cancro si trova in pieno inverno, al Tropico del Capricorno inizia l’estate.

 
 
 


-Perché non mangi la cioccolata, Sirius?- aveva chiesto Lily, un giorno.
E lui non aveva potuto fare altro che un sorriso mesto per risponderle
E del resto, che cosa avrebbe potuto dirle, lui?
-Perché sa troppo di ultimo giorno d’estate-








 

Ed eccomi qui. La vostra Writ, che oggi vi porta questa strana storia. Siccome nella piccola presentazione c'è troppo poco spazio, vi scrivo qualcosa di più qui.  Tempo fa lessi che il personaggio di Natalie MacDonald era stato ispirato da una ragazza con lo stesso nome che aveva scritto a J.K. Rowling e poi era morta perchè malata. Quindi, poi, ho pensato a Mary... Non so perchè il cancro nella mia storia. Eppure, ho sentito il bisogno di scriverla, in qualche modo. E' dannatamente triste, lo so. Eppure, ho cercato di essere meno OOC possibile, cercando di immaginarmi Sirius cosa avrebbe fatto. Perchè.. sì, Sirius è innamorato di lei. E lei morirà. E' già scritto, no? CHe ne dite? Se avete letto questo.. questo cosino blu infondo, vorrei un vostro parere... ^^ GRAZIE, Writ

  
 

   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Writer96