Capitolo 2:
Il futuro che non avrebbe mai avuto.
Luogo sconosciuto, anno sconosciuto.
Abiti lerci, mani screpolate, freddo.
Una topaia come casa, un piccolo letto e tanto disordine. Polvere.
Queste furono le cose che saltarono immediatamente agli occhi della ragazza. Nulla che mostrasse un briciolo di gioia faceva parte della sua vita.
Mirtilla non aveva mai avuto ospiti.
Lo capì quando aprì il mobiletto della cucina, nel quale trovò un solitario piatto e un bicchiere sbeccato. Un paio di padelle consumate facevano mostra di loro poco più in basso. Cominciò a piangere. Doveva essere un incubo, nessuno poteva essere così solo. Per un attimo si chiese come fosse finita in quel luogo, dove fosse la sua famiglia.
Perché era ancora viva?
Meglio morta che sola com’era, su questo non aveva dubbi. Non aveva la bacchetta, se ne rese conto solo in quel momento.
Pianse ancora più forte, Mirtilla, urlò di dolore sperando che qualcuno la sentisse. Aveva coscienza di essere sveglia, non stava sognando: quello era veramente il suo presente allora?
Si lasciò cadere a terra, preda dello sconforto.
Perché non si ricordava nulla del suo passato?
Dov’era?
L’aria faticava a raggiungere i suoi polmoni, le sembrava di respirare sabbia e acqua, iniziò a tossire e si sentì svenire.