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Autore: Kundry    10/02/2006    4 recensioni
un sentimento rinnegato persino a se stessa, col tempo dimenticato, ma non cancellato, torna a far battere il cuore di Hermione nell'ultimo anno di scuola...
Genere: Romantico, Song-fic, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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E fu quella sera stessa al ritorno nel suo dormitorio che si trovò ad affrontare Ron

PIECES OF A DREAM

 

PART III

 

 

E fu quella sera stessa, al ritorno nella Torre del Grifondoro, che si trovò ad affrontare Ron.

Hermione aveva sperato di poter rimandare al giorno dopo, o a quello dopo ancora, ma non poteva continuare a evitare il suo ragazzo, senza che prima o poi lui le chiedesse che cosa non andava.

Da quando avevano cominciato a frequentarsi Ron e Hermione avevano l’abitudine di rimanere nella sala di ritrovo dei Grifondoro, quando tutti si erano ritirati nelle loro stanze.

Quella sera non fece accezione.

Nonostante Hermione non desiderasse altro che chiudere gli occhi e non pensare più almeno fino al mattino seguente,

 

“ My, my baby blue

you’ re so jaded...”

 

( Aerosmith – Jaded )

 

 

sentì di non poter evitare di nuovo di stare sola con lui, così cercò di non dar troppo a vedere il suo stato d’animo. Con Ronald non era difficile nascondere le cose, era un ragazzo ingenuo, sotto un certo punto di vista non era così differente da Harry, a volte anche Ron sembrava non avere proprio la testa per stare con una ragazza.

Hermione era seduta su una grande poltrona rosso scarlatto, vicino al camino e aveva in mano un grosso libro, che leggeva con interesse. Quando anche Seamus Finningan  se ne andò a dormire dopo aver perso per l’ennesima volta a scacchi con Ron, i due ragazzi rimasero soli.

- Sai che Charlie per questo fine settimana torna a casa – disse Ron mentre riordinava accuratamente le pedine magici nella scacchiera – mi dispiace non poter esserci per salutarlo –

Hermione richiuse il libro – già è un peccato…da quanto non lo vedi? –

- L’ultima volta è stata quest’estate, quando c’eravate anche tu e Harry – quando ebbe finito di parlare Ronald era seduto sul bracciolo della poltrona su cui sedeva Hermione, le accarezzo la testa e poi posò le sue labbra sui capelli castani della ragazza, Hermione per quel gesto così dolce e sincero si sentì morire, come se qualcosa al suo interno fosse appena stato lievemente, ma dolorosamente lacerato.

- Che leggevi? – continuò Ronald che adesso si era seduto a terra, di fronte a lei.

- Niente di interessante, un libro su William, il sanguinario, per la lezione di Storia della Magia – Ron si avvicinò di nuovo a lei, questa volta prendendole il viso con una mano, lei istintivamente si spostò, poi essendosi resa conto della sua reazione brusca, si alzò con naturalezza e continuò – sai, si dice che in realtà non fosse lui ad uccidere le sue vittima, ma le facesse uccidere dai suoi servi più giovani, in questo modo diceva che avrebbero formato il loro carattere, e sarebbero stati pronti ad affrontare la vita – Hermione parlò senza prendere fiato, il suo nervosismo era fin troppo evidente. “Hermione, calmati! Così rischi di fargli capire qualcosa!!” disse una vocina dentro di lei, ma era troppo tardi, per quanto ingenuo potesse essere Ronald era troppo evidente che qualcosa la innervosiva. Tuttavia Ron fece finta di nulla - bè… interessante – disse con tono poco convinto, provò di nuovo ad avvicinarsi a lei che ora era in piedi appoggiata alla scrivania sulla parete opposta al camino. “Questa volta non dovrai muoverti…non scappare di nuovo da lui!” di nuovo la vocina aveva parlato dentro la sua testa, mentre Ron accostava le sue labbra a quelle della ragazza. Era stato un bacio semplice, puro, pieno di dolcezza, negli occhi di Hermione comparve un velo di tristezza.

- Harry mi ha fatto notare che non stiamo più molto tempo insieme – aveva detto Ron, mentre la teneva tra le braccia; Hermione sentì le gambe cedergli, quelle parole l’avevano colpita come una folata di vento gelido su un corpo nudo e debole.

Di nuovo qualcosa che si lacerava.

- Bè…abbiamo impegni differenti – aveva risposto con un filo di voce tremante, Ron si era staccato da lei. Tenendo sempre le mani poggiate sulle sue spalle ora la guardava in viso

- Questo è vero, ma è giusto?...cioè, non dovremmo comunque trovare un momento per noi – continuava a guardarla con i suoi dolci occhi verdi, lei non riuscì a sostenere quello sguardo e così portò il suo a terra, su quella fredda e terribilmente dura pietra, nascosta da una coltre di candido e ingannevole tessuto.

- Lo studio richiede molto tempo e concentrazione, a breve cominceranno anche i corsi pomeridiani. Anche i tuoi allenamenti di Quidditch sono molto impegnativi, insomma questo è l’ultimo anno non possiamo permetterci di perdere tempo… - aveva cominciato a parlare senza capire il vero senso di quello che diceva, Ron la interruppe

- Hermione, ma che ti prende? Hai una crisi da ultimo anno o è qualcosa di cui devo cominciare a preoccuparmi? – ora Ron si era completamente staccato da lei, il suo sguardo si era fatto serio, nella sua voce una nota di severità e Hermione avrebbe giurato che le sue mani stessero tremando

- Che vuoi dire? – disse nel tono più vago che riuscì a pronunciare, ma decisamente poco credibile

- Dimmelo tu! Oggi mi hai evitato per tutto il giorno ed ho pensato che fosse per via dello studio, ma ora mi sembra di abbracciare un pezzo di legno. – nel tono di voce di Ron si percepiva chiaramente del disappunto, Hermione andò a sedersi di nuovo sulla poltrona e si prese il viso tra le mani – Hermione, se devi dirmi qualcosa fallo in fretta. –

- Ecco, vedi…io… - Hermione non si era aspettata di affrontare il discorso quella sera, continuava a farfugliare parole, mentre il suo cuore batteva sempre più velocemente e le sue mani cominciavano a tremare, buttò fuori dai polmoni tutta l’aria che aveva in corpo, poi alzando gli occhi sulle fiamme del camino che continuava a danzare al ritmo del vento che tirava dalla cappa, riuscì a dire quella frase, quelle parole che l’avrebbero fatta sentire bene, per lo meno con la sua coscienza

- Io credo che sia meglio prenderci un po’ di tempo…ho bisogno di un po’ di tempo per riflettere – “bugiarda” di nuovo la voce dentro di lei  “non è di tempo che hai bisogno, non devi riflettere su nulla, sai già la tua decisione quel’è. Non riesci proprio ad essere sincera, eh? ”.

 

...A thief,  a whore  and a liar...

 

Per Ron fu la concretizzazione di una sensazione che l’aveva pervaso non appena erano rimasti soli, ora anche i suoi occhi erano fissi sulle fiamme del camino

- Riflettere su cosa? Hermione…non mi va di essere preso in giro. Mi stai lasciando? –

- Io…non lo so… - disse Hermione tra i singhiozzi – non lo so, non so che fare!! – nella sua voce, non c’era insicurezza, ma solo disperazione

- Che cosa ti confonde così tanto? Fino a ieri andava tutto bene. È colpa mia, vero? Non ti dedico troppo tempo! – Ron si era avvicinato alla poltrona su cui era seduta Hermione, ancora con il viso bagnato dalle lacrime tra le mani, il ragazzo le afferrò i polsi e li scostò dal viso in modo da poterla guardare negli occhi

- Non è colpa tua, Ron. Sono io che … - si fermò, non poteva dirgli di Draco, non ne aveva il coraggio

- Tu cosa Hermione? – Ron cominciava a spazientirsi, pronunciando quella domanda le aveva stretto forte i polsi e l’aveva strattonata, vedendo che la ragazza continuava a tacere, si alzò bruscamente e prese a camminare freneticamente avanti e indietro per la stanza – Non me ne andrò di qui finché non mi avrai dato una motivazione. Voglio sapere perché mi stai lasciando? C’è un altro…è così vero? C’entra un altro ragazzo? – Hermione non rispose a quella domanda, si limitò a chiudere gli occhi e lasciare che il dolore lacerante che provava al cuore la uccidesse del tutto, mentre lacrime che sembravano non finire mai continuavano a scendere dai suoi occhi.

 

“ Shards of me…

big enough to cut me into so many little pieces.

And i bleed, i bleed...

The pain consuming me.... “

 

(Evanescence – Whisper )

 

 

Ron si lasciò cadere sulla poltrona più vicina, rimase per qualche istante con gli occhi persi nel vuoto, incredulo.

Tra i due cadde un silenzio assordante per un tempo lunghissimo, in cui Ron sperò di svegliarsi di soprassalto nel suo letto e rendersi conto che era stato solo un brutto sogno, ma più le lancette del pendolo appeso sulla parete sopra il camino andavano avanti, più si faceva avanti la consapevolezza che quel momento era reale, che quella sensazione di vuoto, di smarrimento era solo la verità.

 

“ It’s not what it seems

it’s only in my mind

not in real life

No, i must be dreaming...”

 

( Evanescance – I Must Be Dreaming )

 

 

Ron si alzò dalla poltrona con un grande sforzo, sentiva le gambe deboli, le braccia che cadevano a peso morto lungo i fianchi, lo sguardo ancora perso, si incamminò verso le scale del dormitorio maschile, Hermione non lo guardò andar via, ma dentro di se, avrebbe voluto fermarlo, abbracciarlo forte e gridargli quanto fosse dispiaciuta per quella decisione, avrebbe voluto dargli una speranza per alleviare il suo dolore, ma sapeva che non era giusto, sapeva che non era quello il momento di dare spiegazioni.

Ronald Weasley lasciò la sala comune, lasciando Hermione sola con il suo dolore, con i sensi di colpa che cominciavano a lacerarle il cuore, lo stomaco, sembrava che nessun organo del suo corpo fosse immune a quella straziante emozione; sola davanti al fuoco nel camino ancora acceso, un fuoco di cui Hermione non sentiva più calore, non vedeva più i vivaci colori, desiderò di toccarlo, desiderò che quell’ indomabile sensazione di disprezzo che provava nei propri confronti diventasse dolore fisico.

Quando le lacrime smisero di rigarle il viso, la consapevolezza di ciò che aveva appena fatto cominciò a farsi strada nella sua mente, perché era stata così affrettata? E se si fosse pentita di tale decisione e, una volta tornata indietro, non avesse trovato più quel ragazzo così dolce che sapeva capirla? Non avrebbe potuto nascondergli i dubbi che soffocavano il suo cuore,la sua mente, finchè non si fosse chiarita una volta per tutte le idee? No, non avrebbe potuto farlo. I suoi non erano dubbi, le sue idee erano chiare. Inconsciamente aveva deciso di mettersi in gioco, di affrontare la situazione anziché sopportarla e fingere, e mettersi in gioco comporta sempre dei rischi.

 

 

***

 

 

Il mattino seguente nel cielo non c’era più nessuna traccia del tremendo temporale che c’era stato la notte, il cielo ora era limpido ed il sole splendeva, vista da dietro un vetro poteva essere scambiata per una giornata di primavera.

Nel cielo non c’erano più nuvole, ma non era lo stesso per il cuore di Hermione.

Era stata in sala comune fino a tardi, ma quando vide dall’alta finestra il cielo che cominciava a farsi lievemente più chiaro, si disse che era meglio se, almeno un po’, cercasse di dormire, con suo stupore, appena poggiò il viso sul cuscino, cadde in un profondo sonno.

Il risveglio fu…confuso.  

Fu svegliata dal frastuono che Calì e Lavanda facevano ogni mattina nel decidere il trucco più adeguato da farsi, si rigirò nelle coperte, Ginny era ancora a letto. Aveva un forte mal di testa e si sentiva gli occhi gonfi, cercò di ricordare cosa era accaduto la sera prima “mi stai lasciando?” , “C’è un altro?”, quelle frasi le balzarono subito in testa, poi collegò anche un volto a quelle parole : Ron.

- ragazze, se non vi alzate subito rischiate di saltare la colazione, sono già le 7:45 – l’aveva avvertite Calì, che insieme a Lavanda, stava uscendo dal dormitorio per recarsi in sala grande.

-Mione, sei sveglia? – disse Ginny con voce assonnata e tirando fuori la testa da sotto il cuscino

- Si…purtroppo – Hermione si mise a sedere sul letto, strofinandosi gli occhi con le mano

- Accidenti che aspetto orribile! –

- Gin…l’ho fatto! Ieri sera ho lasciato Ronald –

- Me lo aspettavo…- nella voce di Ginevra c’era un pizzico di tristezza, si era abituata ormai a vedere Hermione come la sua migliore amica-cognata e le piaceva l’idea di un futuro con Hermione che gironzolava nei giorni di festa tra le stanze della Tana - come ti senti? – chiese all’amica, mentre prendeva un beauty dal suo baule, Hermione sospirò

- Ho paura…ho paura di aver fatto la cosa sbagliata, ho paura di aver rovinato tutto e …ora non so minimamente come comportarmi! –

- Gli hai detto di … bè, insomma…di… - Ginny provò con tutte le sue forze a pronunciare quel nome, ma alla fine rinunciò – di Lui ? –

- No, non gliel’ ho detto. Cioè non gli ho detto di Draco, ma lui mi ha chiesto se era a causa di un altro ragazzo e non sono riuscita a negarlo. D’altronde qualcosa dovevo dirgli, non potevo limitarmi a “ti sto lasciando” ! –sospirò

- Mi sento più leggera, mi sono tolta un peso enorme, ma non riesco a sorridere, io mi sento in colpa, terribilmente! Al solo pensiero che lui stia soffrendo a causa mia io…-

- hey, hey frena Hermione! Ti sei svegliata da soli cinque minuti e già tutti questi pensieri! Quello che provi è normale…te lo dico io che di ragazzi ne ho mollati tanti, ora puoi solo aspettare e vedere che piega prende la situazione e comportarti di conseguenza. – Hermione annuì, sapeva anche lei che non avrebbe potuto far altro che aspettare. Aspettare di incontrare Ron e vedere la sua reazione, aspettare il momento dei chiarimenti, un momento in cui avrebbe avuto la forza e la convinzione di dirgli quello che provava, nella speranza che lui capisse.

 

Ginny scese da sola in sala grande “Non ho voglia di mangiare!” le aveva detto Hermione “ ci vediamo a ricreazione”.

Harry era seduto al tavolo dei Grifondoro ormai quasi vuoto, mancavano pochi minuti all’inizio delle lezioni, e quando vide Ginny spostò i libri dalla sedia accanto alla sua per far sedere la ragazza che si guardò intorno con aria interrogativa e gli chiese dov’era Ron

- Non è voluto scendere, a detto che oggi avrebbe saltato le lezioni e quando gli ho chiesto se si sentiva bene ha farfugliato qualcosa del tipo “ mi ha lasciato!” – disse Harry chiedendo implicitamente chiarimenti a Ginny

- Proprio così…ieri sera ho parlato con Hermione e mi ha detto che… - si interruppe quando il suo sguardo che vagava per la sala andò a scontrarsi con quello di Draco Malfoy, che guardava con interesse il tavolo dei Grifondoro - …che è un periodo un po’ particolare – concluse Ginny.

 

Dall’altra parte della sala.

- Draco…ma mi stai ascoltando? – la voce di Blaise uscì dalle sue labbra leggermente scocciata per aver parlato dieci minuti ed aver avuto l’impressione di non essere minimamente ascoltato – Draco!? -

- E’? si, Blaise…puoi copiare il mio compito di pozioni, è nella borsa – disse Draco quando tornò con l’attenzione sull’amico

- compito di pozioni?? ma se io ti stavo parlando del campionato di Quidditch!! Senti amico, questa storia deve finire. È da quando hai parlato con la Gr… - Draco gli mollò una gomitata su un fianco per impedirgli di pronunciare quel nome, Blaise si piegò di lato e massaggiandosi il fianco continuò – ok ok, potresti anche dirlo garbatamente. Comunque è da quella sera che ti comporti come un vegetale! Non ascolti quando uno ti parla, ti chiudi sul tuo letto e non fai altro che studiare. – poi con tono di voce più basso disse – se non ti cerca vuol dire che forse vuole stare veramente con Weasley. Avanti Draco, non puoi abbatterti così per una ragazza. – per tutta risposta Draco Malfoy raccolse le sue cose e si alzò dal tavolo, si diresse verso la porta lasciando l’amico ancora con la pagina della “Gazzetta del Profeta” aperta sulla rubrica sport. Blaise riprese a leggere, poi si girò dubbioso verso Millicent Bullstrode che sedeva qualche posto più il là 

- Hey, Milly…Piton non ci aveva dato compiti, vero?! -

 

Dopo una rapida doccia e una rassettata al suo baule, Hermione scese per le scale a chiocciola diretta verso il quadro della Signora Grassa. Appena mise piede il sala di ritrovo, però, un’ atroce morsa allo stomaco la bloccò, davanti ai suoi occhi c’era lui, Ronald Weasley, ancora in tenuta da notte che vagava per la sala come un’ anima in pena.

Hermione rispese a camminare e solo allora Ron si accorse della presenza della ragazza, la guardò per un attimo, poi distolse lo sguardo e si diresse di nuovo verso il dormitorio maschile prima che lei potesse dire nulla.

Hermione sospirò profondamente ed uscì dalla Torre dei Grifondoro.

 

 

***

 

 

Gli spifferi di aria fredda che il ragazzo incontrò lungo i corridoi del sotterraneo gli fecero capire quanto fosse stata ingannevole l’immagine che aveva visto quella mattina dalla finestra della sala di ritrovo dei Serpeverde. Il sole splendeva, gli uccellini cantavano e quell’atmosfera così gioviale aveva fatto sembrare più vivaci persino i colori infuocati dell’autunno, ma chiaramente non era così. L’aria che si respirava fuori era fredda e pungente, in realtà era solo il gelo dell’inverno che si stava prendendo gioco del tepore del sole. Stava solo dando una dimostrazione del suo potere.

Se non ti cerca vuol dire che forse vuole veramente stare con Weasley! ” questo non era possibile, aveva sentito la passione con cui aveva risposto al suo bacio, aveva sentito il desiderio che l’aveva pervasa quando le loro labbra si erano unite e leggeva nel suo sguardo la voglia di abbracciarlo, si stare con lui.

 

“ You love my hate

and it feels inside me

feels inside ... ”

 

( Robbie Williams – Sin, Sin, Sin )

 

 

E se si stava sbagliando? Se le sue fossero state solo illusioni? Il desiderio che aveva di lei era talmente forte da fargli vivere quei desideri come fossero la realtà.

 

“Oh it hurts when you’re too blind to see

please, don’t read my mind

i teel my truth to me...”

 

( Robbie Williams – Sin, Sin, Sin )

 

 

 Lui era sempre stato sicuro di sé, presuntuoso, tutto ciò che voleva l’aveva sempre ottenuto. Ma Hermione non era un capriccio, Draco si sentiva per la prima volta in vita sua insicuro. Per quanto si ripetesse che nessuna ragazza l’aveva mia rifiutato, non riusciva a non aveva il timore che lei l’avrebbe fatto.

Era quasi arrivato sulla soglia della porta dell’aula di pozioni quando un gruppo di ragazzine del secondo anno Grifondoro attirarono la sua attenzione. Erano riunite in circolo, nella tipica posizione di chi sta parlando di qualcosa che non è affar suo

– ieri sera ho sentito la Granger piangere in sala comune – stava dicendo una ragazzina grassottella dai capelli corti e neri. Draco appena udì quel nome, rallentò la sua andatura e cercò di ascoltare il resto della conversazione

- questa mattina Weasley aveva una faccia! Forse hanno litigato – aveva detto la ragazzina alla destra di quella grassottella, Draco Malfoy non poté non provare un pizzico di gioia per quelle parole che erano casualmente arrivate alle sue orecchie, entrò in aula con un ghigno soddisfatto sulle labbra, prese posizione al suo solito posto e cominciò a preparare il banco per la lezione.

La sua soddisfazione cominciò a diminuire quando, a lezione iniziata, gli unici due alunni assenti erano Hermione Granger e Ronald Weasley.

- Potter, spero che i suoi due compagni d’avventura abbiano una buona scusa per saltare la mia lezione – disse il professor Piton, scrutando la classe nella zona Grifondoro per trovare qualche altra imperfezione. Non trovando nulla che gli desse soddisfazione portò nuovamente la sua attenzione su Harry – o forse erano solo molto ansiosi di far perdere punti alla loro casa – disse sedendosi sulla poltrona dietro la cattedra.

Draco cominciava ad innervosirsi, dov’era Hermione? Perché non era ancora arrivata in classe? Non era scesa neanche per la colazione, forse aveva incontrato quell’ idiota di un Weasley e avevano parlato di ciò che era accaduto la sera prima, forse si erano chiari ed erano tornati insieme, forse proprio in quel momento loro stavano…

- Hey Boss, quelli sono i miei appunti! – la voce di Tiger lo distolse dai suoi pensieri e si accorse di avere tra le mani un foglio di pergamena che stringeva con tale forza da lacerarlo. D’un tratto un rumore proveniente dalla porta lo distolse anche da quell’immagine, si voltò, il cuore cominciò ad accelerare il battito, timidamente la porta si aprì, un senso di vuoto sulla bocca dello stomaco, una ragazza dai lunghi capelli castani entrò in aula – Scusi il ritardo professore. – disse tenendo gli occhi fisse sul pavimento

- Signorina Granger, vedo che almeno lei ci degna della sua presenza, spero che la mia lezione non venga nuovamente interrotta dalla sua dolce metà,- un’espressione di disgusto sul volto di Piton, Hermione trasalì impercettibilmente per quelle due parole - in tal caso mi vedrò costretto a togliere dei punti a Grifondoro, anche quelli che non toglierò ora a lei –.

Draco continuava a guardarla, ma lei non accenno neanche a voltarsi mentre prendeva posto tra Harry e Neville e preparava il suo spazio per la lezione.

- Da lunedì cominceremo il programma del settimo anno e non ammetterò più assenza o ritardi – scoccò uno sguardo ad Hermione che lo sostenne tranquillamente – oggi sarà quindi l’ultimo giorno di ripasso, ci occuperemo della Pozione Rigeneratrice, chi ricorda cos’è e quali sono gli ingrediente? – chiese Piton con tono annoiato scrutando la classe, una sola mano alzata, naturalmente quella di Hermione. Il professore si guardò intorno ancora un po’, poi con immenso disappunto diede la parola alla ragazza

- La Pozione Rigeneratrice è una pozione molto potente che riesce a ridare forza ad un essere umano anche se è ad un passo dalla morte. Gli ingredienti sono la Mo…-

- la Mola, il Muco di Vermicoli, il Dittamo e la radice dell’albero rigenerante – qualcuno l’aveva interrotta togliendole la parola, si voltò indignata verso l’interlocutore che stava sorridendo divertito

- Ottimo Malfoy! Gli ingredienti sapete dove trovarli, la voglio pronta entro e non oltre novanta minuti – disse Piton, poi puntò la bacchetta verso un armadio infondo all’aula – Alohomora – e il lucchetto che chiudeva le ante si aprì.

Draco aspettò che si alzasse Hermione, poi si avvicinò anche lui all’armadio

- Buongiorno Granger - la salutò quando si trovò di fianco a lei senza guardarla in volto, Hermione invece lo fece e notò sul viso del ragazzo un aria soddisfatta e quasi allegra

- Malfoy – ricambiò il saluto – come mai quell’aria allegra? – gli chiese, ora anche Hermione nascondeva un sorrisetto

- bè, oggi è venerdì e il venerdì sono sempre di buon umore. Niente compiti, libera uscita, la sera si può rientrare più tardi e il sabato mattina si dorme. – Draco stava distrattamente prendendo dall’armadio delle boccette che contenevano un liquido violetto, Hermione guardò divertita l’oggetto nelle mani del ragazzo

- di un po’ Malfoy, hai intenzione di far scoppiare l’aula?- sorrise al ragazzo mostrando i denti bianchi. Draco rimase incantato davanti a quel sorriso, quando le parole della ragazza raggiunsero al suo cervello corrugò la fronte con aria interrogativa, seguì la traiettoria dello sguardo di Hermione che era tornato sulle mani del ragazzo, e si rese conto di aver preso l’ essenza di violetta al posto del muco di Vermicoli, che se mischiata alla Mola e se fatta bollire anche un solo secondo in più del necessario, provoca un esplosione potentissima.

La ragazza continuava a sorridere e Draco imbarazzato rimise frettolosamente a posto la boccetta viola e prese quella con il liquido verdognolo che le stava porgendo Hermione, nello scambiarsi l’oggetto le loro mani si sfiorarono per un istante, un breve istante in cui entrambe si trovarono nuovamente catapultati in un altro mondo, nel loro mondo, lontani da tutti gli altri presenti in aula, quel mondo che era ancora tutto da scoprire.

- ti aspetto al molo sul lago, a ricreazione – sussurrò Draco sotto voce prima di tornare al suo posto

Dopo essere rimasta per qualche secondo immobile con il viso rivolto verso lo scaffale con i vari ingredienti per le pozioni, Hermione si voltò con il cuore che ancora le batteva forte.

Si sentiva raggiante o almeno si sentì così finchè non notò lo sguardo di Harry puntato su di lei. Di colpo la luce nei suoi occhi si spense, tornò a sedersi con un pizzico di rossore sulle guance, cosa aveva visto? Cosa aveva sentito?

- che…che cosa stava facendo Malfoy?- balbettò Harry sbalordito all’amica che si trovò improvvisamente a corto di parole, guardò con aria vaga Harry, sperando di riuscire a camuffare quell’ incredibile imbarazzo che si stava facendo strada per esplodere in tutto il suo rossore sul suo viso

- Hermione…voi…vi siete scambiati un sorriso! –

- Harry ma che ti salta in mente…non è assolutamente così. Io gli ho semplicemente…lui aveva preso…. – farfugliò parole incomplete – continua con la tua esercitazione, Harry! –.

 

 

***

 

 

 

 

DI NUOVO GRAZIE A CHE LEGGE E RECENSISCE ( SI DICE COSì !?!? o.O ) 

LA MIA FAN-FACTION!!!

 

PICCOLAMEZZOSANGUE:

C’ HO PENSATO A TOGLIERE DAI PIEDE RON CON UN INCIDENTE

 AL CLUB DEI DUELLANTI ^.^’

MA LA COSA SI SAREBE FATTO UN PO’ TROPPO COMPLICATA !!

 

LITTLE JEWEL:

IO TI ADORO   *__*

QUANDO LEGGO LE TUE RECENSIONI MI METTO A SCRIVERE

CON IL SORRISO!!!

 

ALLA PROSSIMA

 

CLAUDIA  )O(

 

   
 
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