PIECES OF A DREAM
PART III
E fu
quella sera stessa, al ritorno nella Torre del Grifondoro, che si trovò ad
affrontare Ron.
Hermione
aveva sperato di poter rimandare al giorno dopo, o a
quello dopo ancora, ma non poteva continuare a evitare il suo ragazzo, senza
che prima o poi lui le chiedesse che cosa non andava.
Da
quando avevano cominciato a frequentarsi Ron e Hermione avevano l’abitudine di
rimanere nella sala di ritrovo dei Grifondoro, quando
tutti si erano ritirati nelle loro stanze.
Quella
sera non fece accezione.
Nonostante
Hermione non desiderasse altro che chiudere gli occhi e non pensare più almeno
fino al mattino seguente,
“ My, my baby blue
you’ re so jaded...”
( Aerosmith – Jaded )
sentì di
non poter evitare di nuovo di stare sola con lui, così cercò di non dar troppo
a vedere il suo stato d’animo. Con Ronald non era difficile nascondere le cose,
era un ragazzo ingenuo, sotto un certo punto di vista non era così differente
da Harry, a volte anche Ron sembrava non avere proprio la testa per stare con
una ragazza.
Hermione
era seduta su una grande poltrona rosso scarlatto,
vicino al camino e aveva in mano un grosso libro, che leggeva con interesse.
Quando anche Seamus Finningan se ne andò a dormire dopo aver perso per l’ennesima volta a scacchi
con Ron, i due ragazzi rimasero soli.
-
Sai che Charlie per questo fine settimana torna a casa – disse Ron mentre riordinava
accuratamente le pedine magici nella scacchiera – mi
dispiace non poter esserci per salutarlo –
Hermione
richiuse il libro – già è un peccato…da quanto non lo vedi? –
- L’ultima volta è stata quest’estate, quando c’eravate anche tu e Harry – quando ebbe finito di parlare Ronald era seduto sul bracciolo della poltrona su cui sedeva Hermione, le accarezzo la testa e poi posò le sue labbra sui capelli castani della ragazza, Hermione per quel gesto così dolce e sincero si sentì morire, come se qualcosa al suo interno fosse appena stato lievemente, ma dolorosamente lacerato.
- Che leggevi? – continuò Ronald che adesso si era seduto a
terra, di fronte a lei.
-
Niente di interessante, un libro su William, il
sanguinario, per la lezione di Storia della Magia – Ron si avvicinò di nuovo a
lei, questa volta prendendole il viso con una mano, lei istintivamente si
spostò, poi essendosi resa conto della sua reazione brusca, si alzò con
naturalezza e continuò – sai, si dice che in realtà non fosse lui ad uccidere
le sue vittima, ma le facesse uccidere dai suoi servi più giovani, in questo
modo diceva che avrebbero formato il loro carattere, e sarebbero stati pronti
ad affrontare la vita – Hermione parlò senza prendere fiato, il suo nervosismo
era fin troppo evidente. “Hermione, calmati! Così rischi di fargli capire
qualcosa!!” disse una vocina dentro di lei, ma era
troppo tardi, per quanto ingenuo potesse essere Ronald era troppo evidente che
qualcosa la innervosiva. Tuttavia Ron fece finta di nulla - bè… interessante –
disse con tono poco convinto, provò di nuovo ad avvicinarsi a lei che ora era in piedi appoggiata alla scrivania sulla parete opposta al
camino. “Questa volta non dovrai muoverti…non scappare di nuovo da lui!” di
nuovo la vocina aveva parlato dentro la sua testa, mentre Ron accostava le sue
labbra a quelle della ragazza. Era stato un bacio semplice,
puro, pieno di dolcezza, negli occhi di Hermione comparve un velo di
tristezza.
-
Harry mi ha fatto notare che non stiamo più molto
tempo insieme – aveva detto Ron, mentre la teneva tra le braccia; Hermione
sentì le gambe cedergli, quelle parole l’avevano colpita come una folata di
vento gelido su un corpo nudo e debole.
Di
nuovo qualcosa che si lacerava.
-
Bè…abbiamo impegni differenti – aveva risposto con un
filo di voce tremante, Ron si era staccato da lei. Tenendo sempre le mani
poggiate sulle sue spalle ora la guardava in viso
-
Questo è vero, ma è giusto?...cioè, non dovremmo
comunque trovare un momento per noi – continuava a guardarla con i suoi dolci
occhi verdi, lei non riuscì a sostenere quello sguardo e così portò il suo a
terra, su quella fredda e terribilmente dura pietra, nascosta da una coltre di
candido e ingannevole tessuto.
-
Lo studio richiede molto tempo e concentrazione, a breve
cominceranno anche i corsi pomeridiani. Anche i tuoi allenamenti di
Quidditch sono molto impegnativi, insomma questo è
l’ultimo anno non possiamo permetterci di perdere tempo… - aveva cominciato a
parlare senza capire il vero senso di quello che diceva, Ron la interruppe
-
Hermione, ma che ti prende? Hai una crisi da ultimo anno o è qualcosa di cui
devo cominciare a preoccuparmi? – ora Ron si era completamente staccato da lei,
il suo sguardo si era fatto serio, nella sua voce una nota di severità e
Hermione avrebbe giurato che le sue mani stessero tremando
- Che vuoi dire? – disse nel tono più vago che riuscì a
pronunciare, ma decisamente poco credibile
-
Dimmelo tu! Oggi mi hai evitato per tutto il giorno ed ho pensato che fosse per
via dello studio, ma ora mi sembra di abbracciare un pezzo di legno. – nel tono
di voce di Ron si percepiva chiaramente del disappunto, Hermione andò a sedersi
di nuovo sulla poltrona e si prese il viso tra le mani – Hermione, se devi
dirmi qualcosa fallo in fretta. –
-
Ecco, vedi…io… - Hermione non si era aspettata di affrontare il discorso quella
sera, continuava a farfugliare parole, mentre il suo cuore batteva sempre più
velocemente e le sue mani cominciavano a tremare, buttò fuori
dai polmoni tutta l’aria che aveva in corpo, poi alzando gli occhi sulle
fiamme del camino che continuava a danzare al ritmo del vento che tirava dalla
cappa, riuscì a dire quella frase, quelle parole che l’avrebbero fatta sentire
bene, per lo meno con la sua coscienza
-
Io credo che sia meglio prenderci un po’ di tempo…ho bisogno di un po’ di tempo
per riflettere – “bugiarda” di nuovo la voce dentro di lei “non è di tempo che hai bisogno, non devi
riflettere su nulla, sai già la tua decisione quel’è. Non riesci proprio ad
essere sincera, eh? ”.
...A
thief, a whore and a liar...
Per
Ron fu la concretizzazione di una sensazione che l’aveva pervaso non appena
erano rimasti soli, ora anche i suoi occhi erano fissi sulle fiamme del camino
-
Riflettere su cosa? Hermione…non mi va di essere preso in giro. Mi stai
lasciando? –
-
Io…non lo so… - disse Hermione tra i singhiozzi – non lo so, non so che fare!!
– nella sua voce, non c’era insicurezza, ma solo disperazione
- Che cosa ti confonde così tanto? Fino a
ieri andava tutto bene. È colpa mia, vero? Non ti dedico troppo tempo! – Ron si
era avvicinato alla poltrona su cui era seduta Hermione, ancora con il viso
bagnato dalle lacrime tra le mani, il ragazzo le afferrò i polsi e li scostò
dal viso in modo da poterla guardare negli occhi
-
Non è colpa tua, Ron. Sono io che … - si fermò, non poteva dirgli di Draco, non
ne aveva il coraggio
-
Tu cosa Hermione? – Ron cominciava a spazientirsi, pronunciando quella domanda
le aveva stretto forte i polsi e l’aveva strattonata, vedendo che la ragazza
continuava a tacere, si alzò bruscamente e prese a camminare freneticamente
avanti e indietro per la stanza – Non me ne andrò di
qui finché non mi avrai dato una motivazione. Voglio sapere perché mi stai
lasciando? C’è un altro…è così vero? C’entra un altro
ragazzo? – Hermione non rispose a quella domanda, si limitò a chiudere gli
occhi e lasciare che il dolore lacerante che provava al cuore la uccidesse del
tutto, mentre lacrime che sembravano non finire mai continuavano a scendere dai
suoi occhi.
“ Shards of me…
big enough to cut me into so
many little pieces.
And i bleed, i bleed...
The pain consuming me.... “
(Evanescence – Whisper )
Ron
si lasciò cadere sulla poltrona più vicina, rimase per
qualche istante con gli occhi persi nel vuoto, incredulo.
Tra
i due cadde un silenzio assordante per un tempo lunghissimo, in cui Ron sperò
di svegliarsi di soprassalto nel suo letto e rendersi conto che era stato solo
un brutto sogno, ma più le lancette del pendolo appeso sulla parete sopra il
camino andavano avanti, più si faceva avanti la consapevolezza che quel momento
era reale, che quella sensazione di vuoto, di smarrimento era solo la verità.
“ It’s not what it seems
it’s only in my mind
not in real life
No, i must be dreaming...”
( Evanescance – I Must Be
Dreaming )
Ron
si alzò dalla poltrona con un grande sforzo, sentiva le gambe deboli, le
braccia che cadevano a peso morto lungo i fianchi, lo sguardo ancora perso, si incamminò verso le scale del dormitorio maschile,
Hermione non lo guardò andar via, ma dentro di se, avrebbe voluto fermarlo,
abbracciarlo forte e gridargli quanto fosse dispiaciuta per quella decisione,
avrebbe voluto dargli una speranza per alleviare il suo dolore, ma sapeva che
non era giusto, sapeva che non era quello il momento di dare spiegazioni.
Ronald
Weasley lasciò la sala comune, lasciando Hermione sola con il suo dolore, con i
sensi di colpa che cominciavano a lacerarle il cuore, lo stomaco, sembrava che
nessun organo del suo corpo fosse immune a quella straziante emozione; sola
davanti al fuoco nel camino ancora acceso, un fuoco di cui Hermione non sentiva
più calore, non vedeva più i vivaci colori, desiderò di toccarlo, desiderò che quell’ indomabile sensazione di disprezzo che provava nei
propri confronti diventasse dolore fisico.
Quando le
lacrime smisero di rigarle il viso, la consapevolezza di ciò che aveva appena
fatto cominciò a farsi strada nella sua mente, perché era stata così
affrettata? E se si fosse pentita di tale decisione e,
una volta tornata indietro, non avesse trovato più quel ragazzo così dolce che
sapeva capirla? Non avrebbe potuto nascondergli i dubbi che soffocavano il suo
cuore,la sua mente, finchè non si fosse chiarita una
volta per tutte le idee? No, non avrebbe potuto farlo. I suoi non erano dubbi, le sue idee erano chiare. Inconsciamente aveva
deciso di mettersi in gioco, di affrontare la situazione anziché sopportarla e
fingere, e mettersi in gioco comporta sempre dei
rischi.
***
Il
mattino seguente nel cielo non c’era più nessuna traccia del tremendo temporale
che c’era stato la notte, il cielo ora era limpido ed
il sole splendeva, vista da dietro un vetro poteva essere scambiata per una
giornata di primavera.
Nel
cielo non c’erano più nuvole, ma non era lo stesso per il cuore di Hermione.
Era
stata in sala comune fino a tardi, ma quando vide dall’alta finestra il cielo
che cominciava a farsi lievemente più chiaro, si disse che era meglio se,
almeno un po’, cercasse di dormire, con suo stupore, appena poggiò il viso sul
cuscino, cadde in un profondo sonno.
Il
risveglio fu…confuso.
Fu
svegliata dal frastuono che Calì e Lavanda facevano
ogni mattina nel decidere il trucco più adeguato da farsi, si rigirò nelle
coperte, Ginny era ancora a letto. Aveva un forte mal di testa e si sentiva gli
occhi gonfi, cercò di ricordare cosa era accaduto la sera prima “mi stai
lasciando?” , “C’è un altro?”, quelle frasi le
balzarono subito in testa, poi collegò anche un volto a quelle parole : Ron.
-
ragazze, se non vi alzate subito rischiate di saltare la colazione, sono già le
7:45 – l’aveva avvertite Calì, che insieme a Lavanda,
stava uscendo dal dormitorio per recarsi in sala grande.
- ‘Mione, sei sveglia? – disse Ginny con voce assonnata e
tirando fuori la testa da sotto il cuscino
-
Si…purtroppo – Hermione si mise a sedere sul letto, strofinandosi gli occhi con
le mano
-
Accidenti che aspetto orribile! –
-
Gin…l’ho fatto! Ieri sera ho lasciato Ronald –
-
Me lo aspettavo…- nella voce di Ginevra c’era un pizzico di tristezza, si era
abituata ormai a vedere Hermione come la sua migliore amica-cognata e le
piaceva l’idea di un futuro con Hermione che gironzolava nei giorni di festa
tra le stanze della Tana - come ti senti? – chiese
all’amica, mentre prendeva un beauty dal suo baule, Hermione sospirò
-
Ho paura…ho paura di aver fatto la cosa sbagliata, ho paura di aver rovinato
tutto e …ora non so minimamente come comportarmi! –
-
Gli hai detto di … bè, insomma…di… - Ginny provò con tutte le sue forze a
pronunciare quel nome, ma alla fine rinunciò – di Lui ? –
- No, non gliel’ ho detto. Cioè non gli ho detto di Draco, ma lui mi ha chiesto se era a causa di un altro ragazzo e non sono riuscita a negarlo. D’altronde qualcosa dovevo dirgli, non potevo limitarmi a “ti sto lasciando” ! –sospirò
-
Mi sento più leggera, mi sono tolta un peso enorme, ma non riesco a sorridere,
io mi sento in colpa, terribilmente! Al solo pensiero che lui stia soffrendo a
causa mia io…-
- hey, hey frena Hermione! Ti sei svegliata da soli cinque minuti e già tutti
questi pensieri! Quello che provi è normale…te lo dico io che di ragazzi ne ho
mollati tanti, ora puoi solo aspettare e vedere che
piega prende la situazione e comportarti di conseguenza. – Hermione annuì,
sapeva anche lei che non avrebbe potuto far altro che aspettare. Aspettare di incontrare Ron e vedere la sua reazione, aspettare il
momento dei chiarimenti, un momento in cui avrebbe avuto la forza e la
convinzione di dirgli quello che provava, nella speranza che lui capisse.
Ginny
scese da sola in sala grande “Non ho voglia di mangiare!” le aveva detto Hermione “ ci vediamo a ricreazione”.
Harry
era seduto al tavolo dei Grifondoro ormai quasi vuoto, mancavano pochi minuti
all’inizio delle lezioni, e quando vide Ginny spostò i libri dalla sedia
accanto alla sua per far sedere la ragazza che si guardò intorno con aria
interrogativa e gli chiese dov’era Ron
-
Non è voluto scendere, a detto che oggi avrebbe saltato le lezioni e quando gli
ho chiesto se si sentiva bene ha farfugliato qualcosa del tipo “ mi ha
lasciato!” – disse Harry chiedendo implicitamente
chiarimenti a Ginny
- Proprio così…ieri sera ho parlato con Hermione e mi ha detto che… - si interruppe quando il suo sguardo che vagava per la sala andò a scontrarsi con quello di Draco Malfoy, che guardava con interesse il tavolo dei Grifondoro - …che è un periodo un po’ particolare – concluse Ginny.
Dall’altra
parte della sala.
-
Draco…ma mi stai ascoltando? – la voce di Blaise uscì dalle
sue labbra leggermente scocciata per aver parlato dieci minuti ed aver
avuto l’impressione di non essere minimamente ascoltato – Draco!? -
-
E’? si, Blaise…puoi copiare il mio compito di pozioni,
è nella borsa – disse Draco quando tornò con l’attenzione sull’amico
-
compito di pozioni?? ma se io ti stavo parlando del
campionato di Quidditch!! Senti amico, questa storia
deve finire. È da quando hai parlato con la Gr… -
Draco gli mollò una gomitata su un fianco per
impedirgli di pronunciare quel nome, Blaise si piegò di lato e massaggiandosi
il fianco continuò – ok ok, potresti anche dirlo garbatamente. Comunque è da quella sera che ti comporti come un
vegetale! Non ascolti quando uno ti parla, ti chiudi sul tuo letto e non fai
altro che studiare. – poi con tono di voce più basso disse – se non ti cerca vuol dire che forse vuole stare veramente con Weasley.
Avanti Draco, non puoi abbatterti così per una ragazza. – per tutta risposta
Draco Malfoy raccolse le sue cose e si alzò dal tavolo, si diresse verso la porta
lasciando l’amico ancora con la pagina della “Gazzetta del Profeta” aperta
sulla rubrica sport. Blaise riprese a leggere, poi si girò dubbioso verso
Millicent Bullstrode che sedeva qualche posto più il
là
-
Hey, Milly…Piton non ci aveva dato compiti, vero?! -
Dopo una rapida doccia e una rassettata al suo baule,
Hermione scese per le scale a chiocciola diretta verso il quadro della Signora
Grassa. Appena mise piede il sala di ritrovo, però, un’ atroce morsa allo stomaco la
bloccò, davanti ai suoi occhi c’era lui, Ronald Weasley, ancora in tenuta da
notte che vagava per la sala come un’ anima in pena.
Hermione
rispese a camminare e solo allora Ron si accorse della presenza della ragazza,
la guardò per un attimo, poi distolse lo sguardo e si diresse di nuovo verso il
dormitorio maschile prima che lei potesse dire nulla.
Hermione
sospirò profondamente ed uscì dalla Torre dei Grifondoro.
***
Gli
spifferi di aria fredda che il ragazzo incontrò lungo
i corridoi del sotterraneo gli fecero capire quanto fosse stata ingannevole
l’immagine che aveva visto quella mattina dalla finestra della sala di ritrovo
dei Serpeverde. Il sole splendeva, gli uccellini cantavano e quell’atmosfera
così gioviale aveva fatto sembrare più vivaci persino i colori infuocati dell’autunno,
ma chiaramente non era così. L’aria che si respirava fuori era fredda e
pungente, in realtà era solo il gelo dell’inverno che si stava prendendo gioco
del tepore del sole. Stava solo dando una dimostrazione del suo potere.
“ Se non ti cerca vuol dire che forse vuole veramente stare
con Weasley! ” questo non era possibile, aveva sentito la passione con cui
aveva risposto al suo bacio, aveva sentito il desiderio che l’aveva pervasa
quando le loro labbra si erano unite e leggeva nel suo sguardo la voglia di
abbracciarlo, si stare con lui.
“ You love my hate
and it feels inside me
feels inside ... ”
( Robbie Williams – Sin, Sin, Sin
)
E se si
stava sbagliando? Se le sue fossero state solo
illusioni? Il desiderio che aveva di lei era talmente forte da fargli vivere
quei desideri come fossero la realtà.
“Oh it hurts when you’re
too blind to see
please, don’t read my mind
i teel my truth to me...”
( Robbie Williams – Sin, Sin, Sin
)
Lui era sempre stato sicuro di sé, presuntuoso, tutto
ciò che voleva l’aveva sempre ottenuto. Ma Hermione
non era un capriccio, Draco si sentiva per la prima volta in vita sua insicuro.
Per quanto si ripetesse che nessuna ragazza l’aveva
mia rifiutato, non riusciva a non aveva il timore che lei l’avrebbe fatto.
Era
quasi arrivato sulla soglia della porta dell’aula di pozioni quando un gruppo
di ragazzine del secondo anno Grifondoro attirarono la
sua attenzione. Erano riunite in circolo, nella tipica posizione di chi sta parlando di qualcosa che non è affar suo
–
ieri sera ho sentito la Granger piangere in sala comune –
stava dicendo una ragazzina grassottella dai capelli corti e neri. Draco
appena udì quel nome, rallentò la sua andatura e cercò di ascoltare il resto
della conversazione
-
questa mattina Weasley aveva una faccia! Forse hanno litigato – aveva detto la ragazzina alla destra di quella grassottella,
Draco Malfoy non poté non provare un pizzico di gioia per quelle parole che
erano casualmente arrivate alle sue orecchie, entrò in aula con un ghigno
soddisfatto sulle labbra, prese posizione al suo solito posto e cominciò a
preparare il banco per la lezione.
La
sua soddisfazione cominciò a diminuire quando, a lezione iniziata, gli unici
due alunni assenti erano Hermione Granger e Ronald Weasley.
-
Potter, spero che i suoi due compagni d’avventura abbiano una buona scusa per
saltare la mia lezione – disse il professor Piton,
scrutando la classe nella zona Grifondoro per trovare qualche altra
imperfezione. Non trovando nulla che gli desse
soddisfazione portò nuovamente la sua attenzione su Harry – o forse erano solo
molto ansiosi di far perdere punti alla loro casa – disse sedendosi sulla
poltrona dietro la cattedra.
Draco
cominciava ad innervosirsi, dov’era Hermione? Perché
non era ancora arrivata in classe? Non era scesa neanche per la colazione,
forse aveva incontrato quell’ idiota di un Weasley e
avevano parlato di ciò che era accaduto la sera prima, forse si erano chiari ed
erano tornati insieme, forse proprio in quel momento loro stavano…
-
Hey Boss, quelli sono i miei appunti! – la voce di Tiger lo distolse dai suoi
pensieri e si accorse di avere tra le mani un foglio di pergamena che stringeva
con tale forza da lacerarlo. D’un tratto un rumore
proveniente dalla porta lo distolse anche da quell’immagine, si voltò, il cuore
cominciò ad accelerare il battito, timidamente la porta si aprì, un senso di
vuoto sulla bocca dello stomaco, una ragazza dai lunghi capelli castani entrò
in aula – Scusi il ritardo professore. – disse tenendo gli
occhi fisse sul pavimento
-
Signorina Granger, vedo che almeno lei ci degna della sua presenza, spero che
la mia lezione non venga nuovamente interrotta dalla
sua dolce metà,- un’espressione di
disgusto sul volto di Piton, Hermione trasalì impercettibilmente per quelle due
parole - in tal caso mi vedrò
costretto a togliere dei punti a Grifondoro, anche quelli che non toglierò ora
a lei –.
Draco
continuava a guardarla, ma lei non accenno neanche a
voltarsi mentre prendeva posto tra Harry e Neville e preparava il suo spazio
per la lezione.
-
Da lunedì cominceremo il programma del settimo anno e non ammetterò più assenza
o ritardi – scoccò uno sguardo ad Hermione che lo
sostenne tranquillamente – oggi sarà quindi l’ultimo giorno di ripasso, ci
occuperemo della Pozione Rigeneratrice, chi ricorda cos’è e quali sono gli
ingrediente? – chiese Piton con tono annoiato scrutando la
classe, una sola mano alzata, naturalmente quella di Hermione. Il
professore si guardò intorno ancora un po’, poi con immenso disappunto diede la
parola alla ragazza
- La
Pozione Rigeneratrice è una pozione molto potente che riesce a ridare forza ad
un essere umano anche se è ad un passo dalla morte. Gli ingredienti sono la Mo…-
-
la Mola, il Muco di Vermicoli, il Dittamo e la radice dell’albero rigenerante –
qualcuno l’aveva interrotta togliendole la parola, si voltò
indignata verso l’interlocutore che stava sorridendo divertito
-
Ottimo Malfoy! Gli ingredienti sapete dove trovarli,
la voglio pronta entro e non oltre novanta minuti – disse Piton, poi puntò la
bacchetta verso un armadio infondo all’aula – Alohomora – e il lucchetto che
chiudeva le ante si aprì.
Draco
aspettò che si alzasse Hermione, poi si avvicinò anche lui all’armadio
-
Buongiorno Granger - la salutò quando si trovò di fianco a lei senza guardarla
in volto, Hermione invece lo fece e notò sul viso del ragazzo un aria soddisfatta e quasi allegra
-
Malfoy – ricambiò il saluto – come mai quell’aria allegra? – gli chiese, ora
anche Hermione nascondeva un sorrisetto
-
bè, oggi è venerdì e il venerdì sono sempre di buon umore. Niente compiti,
libera uscita, la sera si può rientrare più tardi e il sabato mattina si dorme.
– Draco stava distrattamente prendendo dall’armadio delle boccette che
contenevano un liquido violetto, Hermione guardò
divertita l’oggetto nelle mani del ragazzo
-
di un po’ Malfoy, hai intenzione di far scoppiare l’aula?- sorrise al ragazzo
mostrando i denti bianchi. Draco rimase incantato davanti a quel sorriso,
quando le parole della ragazza raggiunsero al suo cervello corrugò la fronte
con aria interrogativa, seguì la traiettoria dello sguardo di Hermione che era
tornato sulle mani del ragazzo, e si rese conto di aver preso l’ essenza di violetta al posto del muco di Vermicoli, che
se mischiata alla Mola e se fatta bollire anche un solo secondo in più del
necessario, provoca un esplosione potentissima.
La
ragazza continuava a sorridere e Draco imbarazzato rimise frettolosamente a
posto la boccetta viola e prese quella con il liquido verdognolo che le stava
porgendo Hermione, nello scambiarsi l’oggetto le loro mani si sfiorarono per un
istante, un breve istante in cui entrambe si trovarono nuovamente catapultati
in un altro mondo, nel loro mondo, lontani da tutti
gli altri presenti in aula, quel mondo che era ancora tutto da scoprire.
-
ti aspetto al molo sul lago, a ricreazione – sussurrò
Draco sotto voce prima di tornare al suo posto
Dopo
essere rimasta per qualche secondo immobile con il viso rivolto verso lo
scaffale con i vari ingredienti per le pozioni, Hermione si voltò
con il cuore che ancora le batteva forte.
Si
sentiva raggiante o almeno si sentì così finchè non notò lo sguardo di Harry
puntato su di lei. Di colpo la luce nei suoi occhi si spense, tornò a sedersi
con un pizzico di rossore sulle guance, cosa aveva visto? Cosa
aveva sentito?
-
che…che cosa stava facendo Malfoy?- balbettò Harry sbalordito all’amica che si
trovò improvvisamente a corto di parole, guardò con aria vaga Harry, sperando
di riuscire a camuffare quell’ incredibile imbarazzo
che si stava facendo strada per esplodere in tutto il suo rossore sul suo viso
-
Hermione…voi…vi siete scambiati un sorriso! –
- Harry ma che ti salta in mente…non è assolutamente così. Io gli ho semplicemente…lui aveva preso…. – farfugliò parole incomplete – continua con la tua esercitazione, Harry! –.
***
DI
NUOVO GRAZIE A CHE LEGGE E RECENSISCE ( SI DICE COSì !?!?
o.O )
LA
MIA FAN-FACTION!!!
PICCOLAMEZZOSANGUE:
C’
HO PENSATO A TOGLIERE DAI PIEDE RON CON UN INCIDENTE
AL CLUB DEI DUELLANTI ^.^’
MA LA
COSA SI SAREBE FATTO UN PO’ TROPPO COMPLICATA !!
LITTLE
JEWEL:
IO
TI ADORO *__*
QUANDO
LEGGO LE TUE RECENSIONI MI METTO A SCRIVERE
CON
IL SORRISO!!!
ALLA
PROSSIMA