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Autore: Hikari93    03/05/2011    5 recensioni
Naruto è un ragazzino ricco, che si ritrova, quasi per puro caso in un locale niente male, soprattutto per quanto riguarda un cameriere moro dalla "doppia personalità". Niente di complicato, se vi va, leggetela.
Genere: Comico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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OPPORSI AL FATO? INUTILE


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-Certo che siete bagnati fradici, ragazzi!- Jiraiya sorride, beffandosi della nostra immagine. Effettivamente dobbiamo essere veramente ridicoli. Sento i piedi inzuppati e gocce fredde di acqua scivolare dai capelli sul pavimento e, laddove la situazione lo consenta, introdursi nella mia maglietta, facendomi tremare per il contatto di queste con la mia pelle calda. Sasuke non sta meglio di me, anche se non lo dimostra affatto. Cerca di farsi calore strofinandosi le mani sulle braccia senza, però, dare troppo nell’occhio. In effetti lo guardo di sottecchi, alternando lo sguardo tra il mio padrino e la sua figura. I capelli bagnati gli ricadono sulla fronte, attaccandosi ad essa e rendendolo, ai miei occhi, il ragazzo più bello che abbia mai visto. Se non fosse per il suo caratteraccio…
-Non mi sembra il caso di ridere!- Sbuffo, tremando dalla testa ai piedi e abbracciandomi per avvertire quanto meno possibile il freddo.
-Invece di fare il solito lamentoso, non credi che dovresti presentarmi qualcuno?- Ammicca. E questo gesto cosa rappresenterebbe? Spero non si sia accorto, dopo una sola occhiata, del mio interesse particolare verso il ragazzo in questione! Cavolo, mai sgarrare davanti a Jiraiya! Un passo falso e sei fritto! Scopre subito quello che pensi. Tuttavia avevo proprio rimosso di dover presentare il moro al mio esuberante padrino. Ci siamo precipitati, in fretta e furia, a casa mia. Intrufolatoci, siamo stati accolti da Jiraiya, che se ne è uscito con la sua simpatica, per modo di dire, affermazione.
-Non posso farlo dopo?- Lagno, osservando il mio stato. Poi osservo Sasuke dal solito sguardo indecifrabile. Forse per lui le cose non sono semplici quanto per me. Magari non sarebbe una cattiva idea fornire a Jiraiya almeno il suo nome. -Per il momento ti basti che si chiama Sasuke e che ha bisogno di un bel bagno caldo!- Sorrido sornione, volendo far valere la mia ultima frase più per me stesso che per l’Uchiha. E questo al teme non è sfuggito.
-Non parlare per me!- Risponde acido. –Non ho mai detto di necessitare di qualcosa! Pensa per te!-
-Hai un bel caratterino… Sasuke!- Ride Jiraiya, ignorando le mie evidentissime suppliche che lo inviterebbero a tacere. Ho già fatto tanto di mio per guadagnarmi quel po’ di fiducia, non ti ci mettere tu a rovinare tutto! D’altronde il vecchietto, come affettuosamente lo chiamo, non è il tipo da tenersi le cose per sé. E’ schietto e molto.
Sasuke gira la testa di lato, leggermente infastidito dal commento sulla sua personalità.
-Tutto sommato la tua è una buona caratteristica, ragazzo! Sei diretto!- Afferma Jiraiya, sempre ridendo.
-Troppo.- Sussurro, sufficientemente forte, tanto da farmi sentire, seppure involontariamente dal moro al mio fianco che, a dirla tutta, sembra parecchio innervosito per quest’unica, dannata parola che mi sono lasciato sfuggire. Maledetto me!
-Non che tu sia il massimo della simpatia, dobe.- Afferma, tranquillo lasciando spazio, più che a quell’espressione truce che gli ho visto giusto un istante fa, ad una serena e sicura di sé, come non l’avevo mai scorta.
-Ora basta con tutti questi preamboli, su!- Comanda Jiraiya in un tono che definirei serio, considerando che di solito è tutto scherzoso. –Ammesso che non vogliate prendervi una brutta influenza.- Conclude, facendo segno a due inservienti di avvicinarsi.
Un mio starnuto, abbastanza rumoroso, rafforza la sua tesi.
-Ho detto che io non ho bisogno di nulla.- Riafferma Sasuke, facendo per afferrare le buste, appoggiate lì a terra, e per andarsene.
Cerco di fermarlo, ma vengo fermato dal mio padrino prima che potessi emettere alcun suono, rimanendo a bocca aperta. Come un baccalà. Solita figuraccia.
-Il temporale sta aumentando e dubito che tu possa andartene così come stai. Non arriveresti nemmeno a destinazione. Perché non accetti la mia offerta, dunque?-
Il moro si ferma, ascoltando attentamente le parole di Jiraiya, cosa che con me, a quanto mi è parso di capire, non fa mai o quasi mai, poi, giratosi, annuisce, terminando lì il discorso.
-Molto bene! Allora il bagno è a vostra disposizione!- Ci fa, ritornando il burlone di sempre.
-No, non ce n’è bisogno!- Dico, avendo intuito le sue intenzioni. -Lascerò andare prima Sasuke e poi toccherà a me.- Caspita. Mi sa tanto che davvero il mio padrino ha capito l’interesse che nutro per il moro. Oh cavolo! Ho paura persino di rivolgere lo sguardo a Sasuke, perché sono quasi sicuro di trovare nei suoi occhi un fare cattivo. Anche lui avrà inteso che Jiraiya vuole farci fare il bagno insieme. D’altronde che male ci sarebbe? Siamo due maschi… -Oppure.- Aggiungo, appellandomi a questa futile speranza. -Potremo semplicemente usare bagni diversi! La casa è grande, del resto!-
Jiraiya mi osserva ghignando e io sento le orecchie diventare sempre più rosse per l’imbarazzo.
-E va bene. Dai, andate, prima di buscarvi l’influenza!- Sorride.
-Seguimi, Sasuke!- Intimo al moro, mentre scruto Jiraiya ordinare ai due inservienti di prendere le buste di Sasuke e di posarle momentaneamente.
L’interpellato mi fissa, con la solita espressione indecifrabile, ed esita un po’ di tempo prima di decidersi a venirmi dietro.
-Poi ti mostrerò il resto della casa. Per ora è necessario sciacquarsi o ci ammaleremo, quindi ti faccio vedere il bagno.- Spiegò, balbettando lievemente. Di solito sono tranquillo e sicuro di me, ma solo in sua compagna divento simile ad Hinata. Dalle mie spalle non mi giunge altro che silenzio. –Allora.- Riprendo, dopo aver atteso inutilmente una risposta. -Questi sono i bagni. Io vado a lavarmi nell’altro e poi, magari, ti porto qualcosa da indossare, sempre che non ti dispiaccia mettere qualcosa di mio.- Lo punzecchio, sperando in una sua qualsiasi parola.
-Tranquillo dobe. Provvederò a disinfettarmi in un secondo momento.- Sorride odiosamente, cercando di provocarmi.
Lo guardo storto, preferendo non rispondere per non riscaldare gli animi e litigare nuovamente.
-A dopo, allora.- Dico, imboccando la strada per l’altra stanza da bagno. -Le asciugamani sono pulite. Prendi pure quella che preferisci.-  Aggiungo, prima di andarmene.
 
Chiudo la porta alle mie spalle, sollevato di essere rimasto, finalmente, da solo. Il vecchio non mi ha fatto una cattiva impressione, almeno non esageratamente. Insomma, sarà anche un po’ impiccione, ma mi sembra un tipo che preferisce dire le cose in faccia e questo è meglio, non come quel babbeo. Ammetto che la sua presenza comincia a farmi piacere, nel senso che, mio malgrado, l’ho giudicato troppo in fretta, sbagliando. Cerca di attirare la mia attenzione continuamente, stuzzicandomi in ogni occasione. Mi diverto a dargli corda, anche se non lo dimostrerò mai.
Mi osservo intorno: è un bagno enorme, per non parlare della vasca. Ormai mi è chiaro che quel dobe è uno dei cosiddetti figli di papà. Un po’ mi innervosisce che lui non me l’abbia detto, pretendendo, però, di conoscere tutto dal sottoscritto. Chissà quando, e se, riuscirò a capire che cosa gli frulla per la mente. Un fremito mi riscuote da questi pensieri, ricordandomi di dovermi lavare. Giro il rubinetto al massimo, impostandolo sull’acqua calda, sperando che si riempia presto. Nonostante il getto potente, dovrò aspettare un po’.
Ritorno ad immergermi nei miei discorsi mentali. Non avrei mai pensato di ritrovarmi in una casa di queste dimensioni. Se Orochimaru lo venisse a sapere, vorrebbe di sicuro che io mi avvinghiassi al proprietario. Che viscido schifoso! Ma è meglio non pensarci. Già starà su tutte le furie perché non mi ha visto far ritorno, ma l’affronterò in un secondo momento: non mi spaventa per niente.
Tamburellando con le dita sul braccio, mi perdo a pensare un qualcosa di indefinito mentre, con lo sguardo, sono volto verso la fontana, dalla quale sgorga il liquido trasparente che, nel frattempo, ha quasi riempito metà vasca.
 
Mi sono appena immerso nell’acqua: che sollievo! Mi risana ogni membra indolenzita del mio corpo. Chiudo gli occhi appoggiando la testa alla vasca dietro di me. Sospiro. Chissà Sasuke…
Scioccamente mi ritrovo a pensare alla sua figura. Sto ancora cercando di capire i miei sentimenti verso di lui: di certo non gli sono indifferente e non mi dispiacerebbe stringerlo tra le mie braccia. Ma suppongo che non vada a genio a lui. Questo mio desiderio, quindi, sta a significare che…
... me ne sono innamorato?
Dannazione! Oltre al fatto che siamo due ragazzi, lui non sembra minimamente interessato a me, anzi! Sembrerebbe quasi che la mia presenza lo infastidisca, perciò, sebbene io provi a non darlo a vedere, ne sono addolorato. Tutto sommato cerco di far emergere quelle mie solite qualità, come l’esuberanza, la simpatia, la vivacità, che mi contraddistinguono. Tuttavia, quando sono solo, non posso fare a meno di lasciarmi andare, di lasciar spazio ai miei sentimenti più repressi: proprio come sta avvenendo in questo istante.
Avverto una lacrima silenziosa solcarmi la guancia, seguita senza esitazione, da altre calde e maledettissime. Odio essere così debole perché non è così che io sono. Il sottoscritto è forte e non avrei mai pensato di abbattermi per così poco.
E’ questo che significa innamorarsi?
Non sopporto non poter gestire le mie emozioni, ma non si tratta di oggetti che, fastidiosi, possono essere buttati e cancellati: è tutt’altra cosa.
Preferisco rimanere a mollo nell’acqua per un periodo abbastanza lungo. Non vorrei che il moro mi vedesse in queste condizioni: ho già pianto davanti a lui e non mi sembra proprio il caso di riproporgli questo vergognoso, orripilante, patetico spettacolo. Meglio sorbirmi le prediche di Sasuke riguardanti il mio ritardo che probabili risatine di scherno, anche se, a quanto mi pare di aver capito, non è per niente il tipo da fare queste cose. Mi sciacquo la faccia, tentando di cancellare quanto è appena successo. E’ impensabile soffrire tanto per una persona. Presumibilmente se spiegassi al moro il motivo del mio stato d’animo, oltre che ad odiarmi a morte, mi prenderebbe in giro, forse non capirebbe la mia sofferenza.
E come potrebbe? La mia non è minimamente paragonabile alla sua, che ha perso tutti.
Quanto vorrei occupare quel vuoto lasciato dai suoi.
Potrei provarci. Ma so già che non ci riuscirei. Com’è insensato tutto ciò. Naruto Uzumaki, sempre sicuro di sé, si perde in un bicchiere d’acqua per le questioni di cuore: del resto a queste non mi sono mai interessato.
Ora basta ciondolarsi in queste inutili riflessioni. Non è certo scervellandomi che risolverò la questione. Sbrighiamoci che devo recuperare qualche indumento per Sasuke perché, sbadato come sono, ho preso nuovi vestiti per me ma non per lui.
 
Sto aspettando davanti alla porta del bagno da un po’. Ma quanto ci mette? Mi sembra di essere stato qui vicino da una mezz’oretta circa, ma dal moro alcuna traccia. Finora ho esitato ad aprire la porta ma più passa il tempo e più quella maniglia diventa invitante, come se mi volesse dirmi di metterle una mano sopra e spingerla giù. Prima, però, di passare a queste maniere “forti”, ossia di sfondare la porta a suo di calci, potrei provare civilmente a bussare.
Toc toc toc.
Le nocche della mia mano producono un suono forte a contatto con la superficie dura della porta. Ma dall’interno non odo rumori, se non lo scrosciare della pioggia che proviene da fuori, accompagnato dai tuoni di un fragoroso temporale.
Mi sono stufato: aprirò la porta, usando il meccanismo lì vicino, col quale potrò sbloccare la serratura. Non mi è sembrato il caso di informare Sasuke, anche perché non credevo di doverlo usare. Premo il pulsante coincidente con la porta della suddetta stanza ed odo un crack: aperta.
Indiscretamente mi faccio avanti per la grande stanza, avanzando verso il luogo in cui, deduco si trovi il moro. Sorpresa delle sorprese: è appollaiato sul bordo della vasca e sonnecchia.
Stupidamente, o forse no, mi ritrovo a pensare che, se avessi tardato, lo avrei ritrovato annegato.
Purtroppo non sono il tipo da fare troppe mosse, per cui mi accosto ancora di più al suo corpo immerso, con l’intenzione di svegliarlo senza considerare le possibili conseguenza ma, nel farlo, mi trovo rapito dal suo viso. E chi direbbe che si tratta del Sasuke brusco e scontroso? Il suo volto, ai miei occhi, ha assunto le sembianze di una creatura paradisiaca, una specie di angelo sceso in terra.
Quale tentazione di baciarlo, di sentire le sue lavora sulle mie. Solo al momento del nostro primo incontro ho potuto sentire il suo respiro e solo quello mi è piaciuto, ha aumentato in me la voglia di volerlo per me.
Faccio per appoggiargli una mano sul viso, senza pensare più a niente, se non alla sua pelle morbida e chiara e ai suoi occhi scuri che, anche se non posso vedere ora, mi sono impressi nella mente dalla prima volta che hanno incrociato i miei azzurri. Mi sporgo un tantino, allungandomi in direzione delle sue labbra.
E’ così vicino.
Finalmente posso risentire il suo respiro, stavolta calmo e regolare.
Giurerei di poter quasi avvertire il battito del suo cuore.
Che sensazione stupenda.
Avverto le sue labbra, sfiorate dalle mie.
 
Ed è tutto un attimo: all’improvviso un tuono fragoroso mi fa sbandare, distogliendomi dai miei compiti e facendomi finire addosso a lui.
Il moro sobbalza, guardandomi con un’espressione allibita, ma non ha tempo di dire alcunché. Un nuovo tuono, infatti, molto più forte del normale, oltre che farmi chiudere gli occhi dalla paura, fa scattare l’allarme. E con questo scatteranno, automaticamente, tutte le serrature, sigillando le porte.
-Che succede?- Chiede, irritato, lui.
-Niente.- Tartaglio. –Si sono solo chiuse le porte ma, tranquillizzati, possiamo aprirle con la chiav…- Non riesco a concludere la frase che un nuovo tuono fa saltare la corrente.
Ora siamo al buio, da soli, chiusi dentro.
Certo, potremmo ancora utilizzare la chiave… a patto che nel buio della stanza immensa riesca a trovarla.
 
Ero riuscito ad evitare di fare il bagno con l’Uchiha, ed era stato facile. Ma quando una cosa deve succedere, succede: opporsi al fato? Inutile.



 



 
 

 
Cominciamo dalle scuse? Forse è meglio, anche perché ne ho di doppie da farne.
Innanzitutto mi scuso per il ritardo. Stavolta il problema non è stato la mancanza di tempo, quanto la mancanza di ispirazione. Più o meno avevo tutta la parte in mente, ma non la trovavo soddisfacente, infatti poi l’ho modificata un po’.
Le mie seconde scuse vanno per la banalità/bruttezza del capitolo. E’ venuto malissimo, lo so, ma ho fatto del mio meglio! ç___ç

 

Vi prego di scusarmi!!!
Spero, comunque, che sia stato di vostro gradimento e sarai super felice se mi lasciaste qualche piccolissimo commento (sempre se avete tempo per recensire questo obbrobrio).
Grazie in anticipo e perdonate eventuali errori.
 
   
 
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