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Autore: thecarnival    04/05/2011    2 recensioni
STORIA IN FASE DI REVISIONE
Marta è una ragazza di 23 anni: dolce, sensibile e a volte anche fragile. Nata e cresciuta in Sicilia, appunto per questo, è anche molto testarda, permalosa e gelosa. Ama danzare e per questa sua grande passione si trasferisce a Milano per studiare danza classica; questo suo grande amore per la disciplina la rende troppo “perfettina”. A Milano, oltre a frequentare l’università, entra a far parte di un’importante compagnia di ballo “School of Dancing” e incontra Giorgio. Lui è tutto il suo l’opposto, molto “vivi e lascia vivere”: è anche lui iscritto all’università ma solo per le feste e per accontentare il padre. Lui balla perché lo rende felice: perché quando lo fa è completo. Giorgio e la danza moderna sono una cosa unica, così come Marta e la danza classica. I due non si sopportano perché sono i due poli opposti di una calamita. Riusciranno a cambiare idea?
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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19.Scappare.

E poi se rinunci, staremo mesi e mesi lontani, invece, se non lo fai, gireremo le città più belle d’Europa insieme.”

Non riusciva a smettere di pensare a quella frase, avrebbe passato tutto quel tempo a stretto contatto con lui, che non voleva assolutamente vederla, né parlarle, che anche durante le prove faticava a starle accanto, a toccarla, a ballare con lei. Era una situazione insostenibile, e Marta non sapeva che fare, prese una decisione quando lo sentì discutere con Marco e Micheal, i due coreografi.

-Non posso più ballare con lei, quindi me ne vado.

-Giorgio, abbiamo sempre detto di scindere il lavoro dalla vita privata, non puoi farci una cosa del genere, dove lo troviamo un altro ballerino adesso? E' troppo tardi.

-Pensaci bene. Tu sei il migliore, non puoi. NON DEVI.

-Emh.. scusate io non volevo origliare o interrompervi, ma avrei una soluzione.

I tre l'avevano guardata curiosi, Marta si era avvicinata timorosa, mordendosi il labbro e massacrando le sue mani, la decisione che aveva preso era stata difficile, e dirlo adesso le sembrava ancora più terribile.

-Lui non deve andarsene, perchè no, sono io che ho sbagliato tutto, e quindi.. sono io che me ne vado.

-Oddio mi sento male.- Micheal si era seduto sulla sedia, prossimo ad un mancamento. -Mi sembrate dei bambini voi due, potete ballare e mettere da parte i vostri problemi personali?-

-NO!- Giorgio aveva urlato, e Marta abbassato lo sguardo sentendosi ancora più colpevole. -Voi non capite, non potete capire, quindi, non posso proprio continuare così.

-Per favore ascoltatemi. Alessandra conosce tutti i passi a memoria, è bravissima, potrebbe sostituirmi benissimo. E per me non sarebbe un problema perchè ho altre mille cose da fare, come finire di scrivere la tesi.

-Ma.. sai cosa significa abbandonare tutto adesso? Potresti perdere tutte le opportunità di lavorare nei grandi teatri e..

-Si, lo so, e non mi interessa. Raccolgo le mie cose.

-Marta- Marco l'aveva chiamata prima che lei uscisse dalla stanza -Quando torniamo dal tour, tu sarai qui, continuerai a lavorare con noi, sei un elemento valido e non vogliamo perderti, non mi importa quali siano i tuoi problemi, ma vedi di superarli in questi mesi.

 

§§§§§§

 

La sera prima della partenza definitiva aveva organizzato una cena con Alessandra, Valeria e Giuliano, i suoi tre più cari amici, per salutarli, per trascorrere gli ultimi istanti con loro prima di tornare a casa e restarci per 6 mesi. Sei mesi di studio intenso, sei mesi con la sua famiglia, con i suoi vecchi amici, e poi si sarebbe laureata, avrebbe cercato un lavoro, e, ovviamente sarebbe tornata in accademia. Ma sei mesi sarebbero bastati a cancellare la rabbia di Giorgio?

-Marta, smettila di pensare ok? Goditi questa serata. Cavolo non ci vedremo per sei mesi.

-Stavo pensando esattamente alla stessa cosa, e che spero di vedere ballare Alessandra.

-Non c'è una tappa in Sicilia?

-Mi sembra di no..

-Potresti venire tu a vederci

-Sto andando via appunto per non vedervi Ale.

-Non si scappa dai problemi.- Giuliano glielo aveva detto guardandola negli occhi, lui era un po' come il fratello, parlava poco, ma quando lo faceva andava a segno.

-Non sto scappando, mi sto solo facendo da parte per dare il tempo a tuo fratello di perdonarmi.

Avevano trascorso il resto della serata a parlare tranquillamente tra di loro, ad aiutare Marta a mettere le ultime cose in valigia, quando fu l'ora andarono tutti a casa, lasciandola sola. Era arrivata al punto di odiare quella casa, ogni cosa gli ricordava lui, gli ricordava una vita, dei momenti che voleva dimenticare. Lei non stava scappando, se lo ripeteva da ore ormai, si stava facendo da parte.

 

§§§§§

 

Il sole di luglio l'aveva colpita in pieno viso, il caldo la stava quasi facendo sciogliere non appena era scesa dall'aereo, di corsa si era diretta verso l'interno dell'aeroporto, per bearsi dell'aria condizionata. Attendeva sbuffando i suoi bagagli, insieme agli altri passeggeri, non appena li vide, si sporse a prenderli ed uscì nuovamente fuori. I suoi genitori erano lì ad aspettarla. Abbracciò suo padre e poi la madre. Pianse. Erano giorni che tratteneva le lacrime, e adesso si sentiva al sicuro, adesso era a casa, c'era la sua famiglia proteggerla, poteva essere se stessa, poteva piangere.

-Marta, è tutto ok, non piangere, ci siamo noi adesso.

Si era accoccolata tra le braccia della madre, come se fosse una bambina piccola in cerca di protezione, come se si fosse appena fatta male, sbucciandosi il ginocchio.

-Andiamo a casa.

Appena arrivata non aveva neanche disfatto le valigie, aveva indossato il costume ed era andata subito in spiaggia, a prendere il sole, a rilassare anima e corpo. Aveva lasciato il cellulare spento in camera sua, non voleva sentire nessuno, soprattutto Francesco, lui era la causa di tutto, anche se dare la colpa solo a lui era sbagliato, perchè era stata lei a permettergli di avvicinarsi, quindi era lei ad avere tutte le colpe.

-Dio, mi sta scoppiando la testa. Marta, smettila di pensare.

-Parli da sola adesso?

-Ogni tanto.

-Mia figlia sta proprio impazzendo allora.

-Penso proprio di si papà. Ho lasciato lo spettacolo, ho lasciato la mia vita a Milano per tornare a casa, sono proprio pazza.

-Sei solo stanca. Sei giovane e stai affrontando così tante cose, devi solo stare tranquilla e rilassarti. Non pensare più a nulla, esci divertiti, chiama i tuoi amici. Basta fidanzati. Io poi sono geloso.

-Sì papà, tu sei l'unico uomo della mia vita.

Sorridendo si erano abbracciati, ed erano rimasti il resto della mattina in spiaggia, fino a quando Matilde, li aveva richiamati per il pranzo. Nel tardo pomeriggio aveva deciso di andare a fare un giro per i negozi del centro, indossando degli shorts di jeans, una canotta arancione, e delle infradito bianche, era salita in auto. L'ultima volta che aveva guidato lo aveva fatto insieme a lui, per andare in aeroporto, alla fine della loro vacanza. Doveva smettere di pensarlo. Se era andata via un motivo c'era, ed era appunto quello di dimenticarlo. Passeggiava guardando le vetrine, con le mani in tasca, per fortuna c'era un po' di leggera brezza a rinfrescarla, altrimenti il caldo afoso l'avrebbe soffocata. Si fermò davanti una gioielleria a guardare gli anelli, la sua solita fissazione.

-Hai visto qualcosa che ti piace?

Adesso era arrivata anche al punto di immaginare la sua voce. Stava impazzendo sul serio, doveva immediatamente andare a ricoverarsi nel riparto di psichiatria dell'ospedale. Quando una mano le sfiorò una spalla, prima sospirò, poi però quando realizzò che non lo stava immaginando, si voltò spaventata, soffocando un mezzo urlo.

-Ma che.. Oh. Che ci fai qui?

 

EHI! Comincio con il dire che mi dispiace aver postato in ritardo, ma ultimamente non ho molta ispirazione, e soprattutto non ho molto tempo per scrivere, ho ricominciato a studiare per tutti gli esami di giugno/luglio ed è una tortura! *__________* Però non vi preoccupate, porterò al termine questa storia come merita! :)  Detto ciò, spero cmq che il capitolo vi sia piaciuto, non linciatemi e non odiate Marta per questa scelta, tutto a suo tempo, tutto ha una conseguenza, diciamo che lei ancora non sa cosa vuole nella sua vita, le sono successe così tante cose belle tutte in una volta da mandarla fuori di testa, con il tempo capirà gli errori che sta commettendo, ma forse sarà troppo tardi, staremo comunque a vedere. Grazie per aver letto, grazie per esserci sempre, siete fantastiche, un bacio enorme. A presto.

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Vi lascio i link delle storie che ho scritto fino ad adesso:

I’m coming back home. (Storia conlusa su Edward/Bella)

L’appartamento accanto (One-Shot Originale)

Past&present (One-Shot Originale, Romantico, Introspettivo, sulle scelte di vita. Potrebbe diventare un’ipotetica storia in futuro.)

Aspettando l’alba (Storia conclusa su Bella/Edward. Diversa dai libri della Mayer. Potrebbe esserci un ipotetico continuo.)

Stranger with my face (Storia in corso, originale. Thriller rating rosso. Due gemelle nate a Londra sono state separate alla nascita. Una è andata a vivere con la madre in America (la madre però poi è morta quando la bambina aveva 5 anni) e un’altra è rimasta a Londra con il padre. Nessuna delle due sa dell’esistenza dell’altra, fino a quando, per compiere una missione pericolosa e sbagliata, la gemella "cattiva" prenderà il posto dell’altra, rapendola e facendola prigioniera con l'aiuto del fidanzato e di una equipe di scienziati. )

   
 
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