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Autore: BeckyPanda    04/05/2011    1 recensioni
Mick è un chitarrista pieno di vita che, però, ha perso ogni voglia di suonare.
Gabe è il suo migliore amico, ottimo cantante che ha un sorriso micidiale.
Anne è una ragazza dagli occhi color delle nuvole cariche di pioggia e, di certo, anche lei è in tempesta.
Una chitarra, una voce, un piano.
{MOMENTANEAMENTE SOSPESA.}
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TSOY2 Quando la sveglia suonò, Mick ebbe la tentazione di scaraventarla contro il muro, per poi tornare a dormire, ma la voce trillante della madre, che gli imponeva di alzarsi, lo disturbò ancora di più del debole suono dell'apparecchio.
Imprecando s'alzò, trascinandosi in bagno per farsi una doccia.
No, non voleva assolutamente incontrare Gabe.
Diamine, non aveva assolutamente voglia di sopportare le sue suppliche.
Sbuffò, scrutando il suo riflesso nello specchio.
-Doccia.- gracchiò, in direzione della madre che era apparsa sorridente sull'uscio della porta, mentre si lanciava sotto l'acqua, già aperta.
Il getto dell'acqua fredda lo colpì in pieno viso, facendolo trasalire e rabbrividire.
Ottimo per svegliarsi, ci sarebbe da dire.
Dopo pochi minuti il giovane uscì dall'accogliente doccia sveglio e rinfrescato, pronto, o quasi, per affrontare il temibile Gabe.
Sospirando si vestì, uscendo poi di casa, con un cornetto alla crema in mano.
Avrebbe mangiato sull'autobus, come sempre.
Addentando un pezzo di brioche, si sedette, gettando lo zaino ai suoi piedi.
Sentiva che quella giornata sarebbe stata parecchio pesante.
Sbuffò, accendendo il cellulare.
Come era prevedibile, Gabe lo aveva bombardato di messaggi, durante la notte.
Così, senza una valida ragione, scoppiò a ridere.
In fin dei conti il suo migliore amico era come un cucciolo smarrito, bastava così poco per sconvolgere il suo precario equilibrio mentale.
Evidentemente il manifesto doveva averlo messo in agitazione, magari non si era nemmeno reso conto del fatto che, anche se Mick avesse deciso di tornare a suonare, rimaneva comunque un problema.
Entrambi i ragazzi non conoscevano qualcuno che amasse gli Hills e suonasse il pianoforte.
Sbuffò, accorgendosi a malapena di essere arrivato di fronte all'istituto.
Si lanciò fuori dall'autobus, mettendo in fallo un piede e rovinando miseramente a terra, sul marciapiede.
Si mise in ginocchio, tenendo lo sguardo basso, sperando che nessuno avesse visto la sua caduta.
Una mano sottile gli si piazzò di fronte al viso.
-Ehi, ti sei fatto male?-
Una voce soave, leggera, travolse l'animo di Mick che strinse quella piccola mano, dalle dita sorprendentemente lunghe.
-Uh, no, sono solo inciampato, grazie.- borbottò, sorridendo in direzione della ragazza che si era piazzata di fronte a lui.
Aveva gli occhi di un colore strano, insolito, di un grigio troppo chiaro, con riflessi troppo scuri.
Sembrava il colore di una nuvola gonfia di pioggia.
-Bene, meglio così. La mia amica non la smette di parlarmi del ragazzo che l'ha scontrata in autobus, ieri.- esclamò la giovane, per poi girarsi e correre verso l'ingresso della scuola, lasciando con un palmo di naso il ragazzo.
Stava per avviarsi verso l'entrata della scuola, quando, da dietro, qualcuno gli saltò addosso, con una risata argentina che gli tintinnò nelle orecchie.
-Mick! Mi hai aspettato, bravo amico, bravo.- strillò la voce, che apparteneva a Gabe, che era ancora appiccicato alla schiena dell'amico, ridendo come un ossesso.
Trovava la cosa molto divertente, questo era certo.
A differenza del migliore amico, Mick borbottava nervoso, lanciando occhiate disperate agli studenti che ridacchiavano guardando i due.
-Gabe, sempre il solito, eh? Scendi immediatamente dalla mia schiena.- sibilò, cercando di scrollarselo di dosso.
-Portami in classe, destriero. Me lo devi.-
-Io non ti devo proprio nulla, caro mio.- mugugnò Mick, avvicinandosi all'ingresso, tra le risate dell'amico.
-Mi dovrai qualche cosa, prima o poi, mi porto avanti, no?-
-Per fortuna sei tappo.-
-Va a quel paese.-
Un pugno raggiunse il fianco del moro, che per poco non ruzzolò dai gradini dell'ingresso.
Avevano appena raggiunto l'atrio, quando la voce tonante del preside rimbombò nelle orecchie dei due.
-Nevas, scenda immediatamente dalla schiena di Gant, oppure finite tutti e due dritti dritti nel mio ufficio.-
Gabe, sbuffando, scese dalla schiena dell'amico, barcollando un poco.
-Scusi, preside, ma al mattino sono stanco, e Mick ha bisogno di fare moto. E io gli sto dando una mano!- esclamò il biondo, per giustificarsi, fulminato dalle occhiatacce che l'amico gli mandava.
Una volta che il preside lasciò l'atrio, i due si misero a salire i gradini, in silenzio.
Mick sbuffò un paio di volte, torturandosi il labbro inferiore con i denti.
-Vado in bagno, Gabe. Aspettami in classe. Arrivo.- disse, correndo verso i servizi, lasciando l'amico con uno sguardo stranito.
Ecco, i bagni erano assolutamente indecenti.
Una piccola lampadina emanava una luce sbiadita, lasciando la stanza in penombra, ma a Mick questo non importava.
Doveva assolutamente controllare una cosa.
Salendo le scale, aveva sentito il pungere sospetto di qualche cosa sulla gamba.
Scavando nelle profondità della tasca, trovò conferma dei suoi sospetti.
Il plettro comprato il giorno precedente era stretto tra le sue dita.
Che diamine, se lo era dimenticato.
Se Gabe lo avesse visto...Mick rabbrividì, cercando di non pensarci troppo.
Fu proprio in quel momento che la lampadina si spense, lasciando il bagno nel buio più totale.
Il moro imprecò, chiedendosi perché non c'era una maledetta finestra, nei servizi.
Brancolò nel buio, cercando di uscire dalla stanza, quando sentì il rumore di una porta che veniva chiusa bruscamente.
-Chi c'è?- chiese, all'ombra.
Non ricevette risposta ma, anzi, si sentì spingere contro il muro, da una mano che all'apparenza non aveva proprietario.
Mick tirò il fiato, cercando di sfuggire alla presa dell'ombra informe.
-Scusa, sai, dovrei andare in classe.- mormorò, spintonando la figura che, per tutta risposta, afferrò il ragazzo per un braccio, tirandolo verso di sé.
Una mano fredda coprì gli occhi del giovane.
Delle labbra gentili si posarono con delicatezza su quella di Mick.
Un bacio semplice, nulla di più.
La presa s'allentò, lasciando Mick libero.
La porta sbatté di nuovo.
E, quasi magicamente, la luce tornò ad illuminare il volto arrossato del giovane ragazzo.




BeckyPanda's Space.

Qui le cose si fanno decisamente più complicate.
Chi sarà la misteriosa persona?
Beh, non chiedetelo a me.
Io non so nulla.
Già, proprio così.
Avete visto che brava?
Ho aggiornato prima del previsto.
Quindi, se tutto va bene, dovrei riuscire ad aggiornare anche Venerdì, sennò Sabato <3
Fate i bravi, mi raccomando <3
A presto <3










   
 
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