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Autore: Hikari93    09/05/2011    4 recensioni
Naruto è un ragazzino ricco, che si ritrova, quasi per puro caso in un locale niente male, soprattutto per quanto riguarda un cameriere moro dalla "doppia personalità". Niente di complicato, se vi va, leggetela.
Genere: Comico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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ALLA RICERCA DELLA CHIAVE... ACCADRA' QUALCOS'ALTRO?


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-Che succede?- Ripete, Sasuke, con un tono che sembra tutto fuorché calmo. Non oso immaginare cosa possa succedermi se gli dicessi che non ho la più pallida idea di dove sia finita la chiave.
-Non lo vedi anche tu?- Ribatto, nervoso. -Siamo al buio, la porta serrata e l’unica cosa che potrebbe farci uscire…- Permetto al silenzio di diventare il padrone incontrastato della scena, aspettando, inutilmente, che il coraggio prenda il sopravvento. Ma col teme non si può indugiare troppo! Ecco infatti che, senza nemmeno concedermi il tempo necessario per riflettere, riprende a parlare: -Concludi.- Dice, gelido.
-Secondo te, genio?- Gli faccio, sentendo l’ansia crescere a dismisura. -Purtroppo per noi, sarà difficile trovare la chiave al buio!- Ammetto, esasperato, preparatomi alla meno peggio per sentirmi un suo rimprovero nelle orecchie.
E invece nulla.
-Dove l’hai messa?- Ricomincio, sperando che il moro si ricordi, almeno orientativamente, dove l’abbia poggiata.
-Innazitutto togliti di dosso.- Ringrazio il blackout e tutte le divinità, perché sono arrossito tanto da far invidia alle mele più mature di questo universo conosciuto. Tra una cosa e l’altra, avevo completamente rimosso di occupare una posizione alquanto imbarazzante e inopportuna.
Ma forse non l’avevo proprio rimosso… volevo che fosse un attimo che durasse quanto più a lungo possibile. Ahimé, tutte le cose belle finiscono o non sarebbero più tali, ma diventerebbero solo noiose.
Ancora su di giri e con delle guance bollenti, cerco di alzarmi: non pensavo che un semplice gesto, come quello di mettersi in piedi, avrebbe potuto farmi combinare tanti guai tutti in una volta. Difatti, prima ho pestato un piede a Sasuke, gesto compreso più dal sonoro “Ahi” che gli ho sentito pronunciare, che da un qualcosa di duro che ho avvertito sotto i piedi, dopodichè, per concludere in bellezza come solo io so fare, sono caduto, di nuovo, addosso all’altro. Ma stavolta è stato un contatto maggiore, tanto da poter sentirlo sotto il mio corpo.
Il mio rossore aumenta ai limiti del possibile.
-Sc… scusa.- Farfuglio, aggrappandomi al bordo della vasca per evitare altre figure da poco. Avverto un sospiro infastidito da parte dell’altro che, per mia fortuna, non aggiunge altro se non uno spintone abbastanza violento, che quasi mi fa ruzzolare sul pavimento. Sarebbe stato il massimo: non so quante volto sono caduto nell’arco di una sola giornata!
-Dov’è il mio asciugamano?- Chiede, apparentemente tranquillo.
-Non per qualcosa, ma non credi che la priorità sia uscire di qui?- Emetto, senza nascondere la voglia di mettere fine a tutto quel buffo teatrino. Come è possibile che mi stia accadendo sul serio? Nemmeno nei miei sogni più vivaci, avrei potuto immaginare ciò… o magari sì…
-Fa silenzio!- Intima, tastando il bordo della vasca per cercare il tanto agognato pezzo di stoffa. Non posso vederlo, è vero, ma lo capisco dal battere continuo della sua mano sulla superficie. -Hai combinato già abbastanza danni!- Continua, irato.
-Questa è bella!- Ricomincio, punto nel vivo. -E che colpa avrei?-
-La colpa di essere rompiscatole, di esserti avvicinato troppo a me, di non farti i fatti tuoi…- Elenca, con fare di chi la sa lunga. Non riesco, però, ad offendermi: anche se mi conosce da pochissimo, ha c’entrato in pieno alcuni “problemucci” del mio carattere. In fondo potrebbero essere visti come pregi… se solo lui ne capisse qualcosa di spirito di collaborazione e aiuto reciproco.
-Bla, bla, bla…- Scimmiotto io, prendendo a gesticolare per rendere la mia “esibizione” quanto più reale possibile, sebbene l’Uchiha preso in giro, non possa vedermi. -Piuttosto.- Riprendo, cercando di riacquistare un minimo di serietà che non ho mai avuto. -Vuoi venire a darmi una mano?-
-Non potrei fare diversamente! Da solo non ci riusciresti mai!- Ghigna, provocandomi. O almeno a me risulta una provocazione. -Scommetto che nemmeno alla luce del Sole, con tanto di cartello ad indicartela, la troveresti.-
-Trovatela da solo, allora!- Lamento, stavolta più che incollerito. “Tanto a me non dispiace la situazione” Avrei voluto dirgli. Ma, come al solito, per il bene comune, sarò costretto a tacere.
-Sei proprio un dobe.- Conclude, afferrando qualcosa. Finalmente, più per lui che per me,  ha trovato l’asciugamano, suppongo. -Sta calmo.- Riprende. -Non ci impiegherò più di un secondo.-
“Staremo a vedere!” Penso tra me e me, innervosito dalle sue parole.
 
-E allora, teme?- Sorrido. Non so quanto pagherei per vedere la faccia di quello sbruffone in questo momento. Non ho la più pallida idea di quanto tempo sia trascorso, ma all’incirca più di dieci minuti buoni. -Non ho ancora visto la chiave!- Lo derido, trattenendo, volutamente, quella che era una sonora risata.
Da parte sua silenzio. Magari si era fatto trasportare troppo dalla voglia di dimostrarmi quanto è più in gamba di me… o, molto più probabile, semplicemente avrebbe provato piacere nell’aver ragione sul sottoscritto.
-Va bene, su!- Esclamo, felice e alquanto soddisfatto. -Ti aiuto anch’io!- Infatti nel tempo appena trascorso, in cui Sasuke ha evitato, secondo me per miracolo, i diversi mobili presenti nella stanza, io mi sono accomodato in un angolino, immaginandomi la scena. A dirla tutta, e di certo non per pavoneggiarmi, se tra i due qualcuno ha una speranza di ritrovare l’oggetto scomparso, quello sono io: non è, per caso, casa mia questa?
Con la stessa espressione compiuta, che da qualche minuto fa mi adorna il volto, mi alzo in piedi, prendendo a girare per l’ambiente a mo di sonnambulo: mani avanti e passi sicuri. Però, mio malgrado, devo ammettere che non è troppo semplice come immaginavo… Sasuke è stato un grande a non cascare giù nemmeno una volta pur non conoscendo il posto.
Intanto, però, il mio compagno non si sente più: mi è apparso, sin dalla prima volta che l’ho visto, un personaggio molto cupo e soprattutto taciturno. Però lasciarsi andare in un silenzio del genere! Non credo di averlo offeso! Insomma, la mia è stata solo una battuta innocente! Ed io, allora? Con tutto quello che mi dice sarei dovuto mettermi a piangere? Ma forse sto correndo troppo. Magari sta… pensando?
-Teme?- Alla fine l’ho chiamato, essendo un tantino preoccupato del suo non proferire parola.
-Che cosa vuoi? Hai trovato la chiave per caso?- Esordisce, per niente infastidito da ciò che ho detto prima. Sarà che sta imparando a conoscermi e, di conseguenza, come comportarsi con me.
-Ehm… no!- Ammetto, sconfitto. -Ad ogni modo…- Riprendo un po’ più serio. –Mi dispiacerebbe averti offeso in qualche modo, prima. Volevo solo riderci su.-
-Lasciatelo dire.- Inizia il teme. -Tu ti fai troppi problemi.- Sorrido, senza emettere alcun suono, affinché lui non possa saperlo e, contento, riprendo la ricerca. Purtroppo il mio ottimismo viene stroncato nel momento stesso in cui Sasuke apre bocca. -Femminuccia.-
Resto a bocca aperta: femminuccia? A me?
-Razza di teme, se ti acchiappo ti distruggo!- Urlo, perdendo di vista tutta la calma e la “serietà” che mi sono sempre imposto in sua presenza. Non mi conosce per niente! Sono pericoloso quando mi trattano male! Ma, per mia sfortuna, la rabbia non è accompagnata solo da un innalzarsi dei toni, ma anche da un vagabondare al buio, infischiandomene delle possibili conseguenze.
Avrei fatto meglio a tenerle in considerazione… o forse no?
E’ destino che il sottoscritto, Naruto Uzumaki, cada per la terza volta tra le braccia di un moro dai modi non troppo garbati. Per la mia incolumità, sarebbe stato meglio abbracciare le mattonelle o procurarsi un bel bernoccolo in faccia. Invece l’unica cosa che ho di fronte e il suo viso. Sento il suo respiro, cosiccome, immagino, lui senta il mio.
Non ho il coraggio di parlare e, a quanto pare, nemmeno lui ha qualcosa da dire.
Tuttavia tento di spiaccicare qualche parola, anche frase sconnessa andrà bene, ma di nuovo il destino deve intervenire per fare accadere ciò che, se fosse dipeso solo da me, sarebbe già accaduto. Difatti la luce ritorna all’improvviso, illuminando il suo volto, ancora bagnato, e, di sicuro, facendogli notare l’espressione da baccalà che ho sul viso.
Ormai, però, anche volendo non potrei più fermarmi. Sarà assurdo, irrazionale, magari inarcherà anche la già flebile amicizia appena formatasi, ma devo farlo: per una volta voglio che sia l’istinto a guidarmi, anche perché, affidandomi a lui negli anni passati, non ho quasi mai fallito. O almeno, anche se ho fallito, non mi sono mai pentito delle scelte che ho fatto.
E perciò, senza pensare più a niente se non ala figura di Sasuke, gli stringo i polsi, per impedire che mi scappi, e poggio le mie labbra sulle sue, gustandomi l’infinitesimo attimo prima che le nostre bocche entrassero in sintonia. Probabilmente è come se lo stessi costringendo e, forse, sarei ancora in tempo a fermarmi, ma non voglio assolutamente farlo. Aspetto per un attimo la sua reazione, senza aspirare a nulla di troppo spinto, godendo del contatto tra le nostre carni.
Percepisco lui, sotto di me, che, piuttosto confuso, cerca di assecondarmi. Sorrido dolcemente, prima di infilare la lingua nella sua bocca e percorrere tutto il suo interno. Intanto, sento crescere in me l’eccitazione, tant’è che mi aggrappo maggiormente alle sue braccia: tanto da farlo gemere dal dolore. Se mo fossi visto dall’esterno, avrei negato fino alla morte di essere io a fare quelle cose. Eppure godo, vivo per quei gemiti di dolore, misto a piacere, che Sasuke mi regala.
Decido di procedere, perché questo contatto non mi basta più. Ed allora prima gli afferro entrambe le braccia con una sola mano, in un’unica, potente stretta, mentre con l’altro arto libero, mi dirigo più in basso. Trovo la strada spianata perché, dato che stava facendo il bagno, è già nudo e pronto per me: mi basterà liberarlo dall’asciugamano: lo faccio con un gesto secco.
Poi, vogliosamente, comincio a massaggiarlo sempre più veloce e, allo stesso tempo, staccatomi dalle labbra di Sasuke, osservo la sua espressione: mostra di voler opporre resistenza, ma non credo che lo stia facendo sul serio. Più che altro è una buffonata per mantenersi attorno quel velo di oscurità e mistero. Prende a mordersi il labbro inferiore mentre, da parte mia, continuo la mia opera.
-Na… Naruto…- Geme, aumentando al massimo la mia eccitazione, tant’è che, dopo avergli fatto raggiungere l’orgasmo, mi assicuro di ottenere lo stesso da lui: afferro, con forza, la sua mano e la dirigo all’interno dei miei pantaloni. Sento il mio membro già eretto, pronto a farmi gioire ad un solo suo tocco.
E, infatti, così è.
Stanco e soddisfatto, mi accascio su di lui, socchiudendo gli occhi, senza pensare, minimamente, a quello che potrà succedermi di lì a pochi minuti… non vorrà più vedermi? Purtroppo non lo so, ma ci penserò dopo.
 
Non so come descrivere il mio stato d’animo.
Non ho idea di cosa sia quello che sto provando, avvertendo il corpo morbido e caldo del dobe, sul mio ancora bagnato.
E’ una sensazione insolita, che non ho mai provato prima.
Non ho ancora fatto chiarezza in me stesso.
 
Fatto sta che…
 
… non è stato così male...
 



 



 
Mi sento morire! >.<
Non sono una cima nel descrivere scene di questo tipo! (oltretutto provo un imbarazzo pazzesco!)
E poi… Naruto seme? Io che adoro il SasuNaru??? Più ci penso e più non capisco come abbia potuto scrivere una fic on un Naruto seme! >.<

 

Va bene, scherzi a parte, ringrazio chi ha avuto lo stomaco di leggere fin qui e chi avrà lo stomaco/la forza/il coraggio di commentare. Grazie in anticipo! 
 
   
 
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