Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: Gwendin Luthol    10/05/2011    5 recensioni
Quelle ragazze senza cuore una volta la umiliarono persino in spogliatoio,finita la lezione di ginnastica dell’ultima del sabato.”Alice,levati la maglietta e facci vedere la tua pancia!”,”buu!Che schifo!”. Alice non era bella. Alice non era quel tipo di ragazza che con un po’ di trucco e una dieta,poteva diventare un cigno. Se pur lo facesse (se pur l’avesse fatto!) nessuno avrebbe cambiato idea sul suo conto : rimaneva brutta e grassa a tutti. Forse irritava la sua espressione timida e perennemente impaurita.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Oh no,su Alice appoggiati a me,ti porto in bagno” la Giancelli porse la spalla ad Alce la quale avvolse il braccio al collo della sua professoressa.
“Nooo!Ma cosa è successo,mi toccherà pulire tutto!” disse la bidella Velia mentre si poggiava sconsolata allo scopettone,come al solito.
“Mi scusi,qui una ragazza si è sentita male e lei pensa al pavimento da pulire?” intervenne con falso interesse Marco.
“Ecco Fogalli,dato il tuo forte senso di spirito aiuta Velia a pulire” suggerì la professoressa di lettere.
“Che palle…” sussurrò con disappunto Fogalli.
“Maimeri aiutami a portare Michienzi in bagno”.
Jessika Maimeri se ne stava appoggiata sul termosifone a giocare con il suo piercing sulla lingua. Alzò lo sguardo,impallidì per il fatto che avrebbe dovuto portare quella sfigata di Alice in bagno,aiutata dalla professoressa che odiava di più.
Il tutto si notò perché la sua lampada – che si faceva ogni due settimane- si schiarì di botto.
Jessika si trascinò verso Alice e la Giancelli facendo comunque che le sue Hogan dorate e viola,regalate dal papà per il suo primo 6+ in matematica,non si sporcassero di muffin. Sì portò il grassoccio braccio di Alice al collo,sospirò e in coerenza alla Giancelli portò pian piano la sua compagna in bagno.
Tutto questo le fece ribollire in pancia strane sensazioni, tutto queste fece rivangare a Jessika sgradevoli ricordi.
Il tragitto dalla classe al bagno fu lungo e faticoso per Alice che aveva una terribile sensazione di rigurgito,con tutte le classi accanto che guardavano incuriosite al suo passaggio. Tutti,fra l’altro,sapevano che lei fosse un bersaglio del bullismo di quella scuola.
“Non c’è niente da guardare!” gridò la Giancelli sull’orlo dell’entrata del bagno. Non avrebbe potuto urlarlo nel bel mezzo del corridoio delle classi del quarto? Lì c’era Davide che non doveva assolutamente accorgersi di come era messa Alice,più inguardabile del solito!
“Su Alice,sciacquati la faccia e respira piano” suggerì la Giancelli,o forse Grazie,smettiamola di chiamarla per cognome: cominciava ad essere oltrepassata la barriera fra “Alunno/Professore”. Il fatto che una professoressa ti porti sulle spalle dopo un’ “indigestione” non è da poco: al giorno d’oggi gli/le insegnanti se ne sbattono abbondantemente le palle.
“Asciugati con queste”,Jessika porse un fazzoletto imbrattato di Chanel n5.
Alice esitò a prenderlo ma poi si accorse della bava che le colava dalla bocca,quindi non esitò ad accettare il favore. Ad asciugarsi con un coso che era più un campioncino che danno in profumeria che un fazzoletto…
“Professoressa!Il vostro alunno ha cominciato a fare un balletto sexy attorno alla scopa!” urlò schifata Velia.
“Ragazze vi lascio sole,vedo cosa sta combinando Fogalli” spiegò Grazia.
Jessika sforzò un sorrisino all’insegnante,ma appena questa varcò la soglia del corridoio,le mimò un bel vaffanculo.
“Ei Michienzi,non perché ti abbia dato un fazzoletto e portato sulle spalle ora siamo 4m!k3_4ever”.
Alice non si voltò verso Jessika né rispose,continuò bensì ad asciugarsi.
“Oooh terrona!?Hai le orecchie ricoperte d’nduja?” la spronò Jessika.
“Non mi sono mai aspettata nulla da voi. Da voi della 2c e tutti quelli che mettono miei video su YouTube o su Facebook. Amicizia e complicità..forse all’inizio ma dopo aver visto che girava per la classe un fotomontaggio su un lottatore di sumo,sta sicura che non ho mai creduto in nessun rapporto. Mai creduto in nessun 4m!k3_4ever”.
Jessika si poggiò alla parete del bagno,fredda e di uno smorto colore bordeux,talmente abbandonata al muro quasi da farne parte.
In quel bagno un anno prima alcune ragazze del 5 la usarono come scudo per giocare a sputarsi l’acqua. Era sola,senza comitiva e soprattutto del 1!Prima la presero in giro per in fatto che sicuramente era ancora vergine,poi una ragazza strizzò l’occhio alle altre. Una di queste l’afferrò per le spalle e la scagliò addosso ad una delle sue amiche. Nel frattempo una ragazza si era riempita d’acqua la bocca e la sputò verso l’amica che aveva Jessika come scudo.
“Ferme ragazze,ferme!” implorava Jessika che non aveva ancora capito che quelle non stavano giocando fra loro,ma che la mira dello sputo era praticamente solo indirizzata a lei,per divertimento.
Era assolta in questi pensieri Jessika quando si accorse che Alice,notato il suo silenzio,se ne stava per andare.
“Ei ferma,non ti ho ancora risposto..” la chiamò Jessika.
“che vuoi..?” rispose scocciata Alice.
“Vedo che almeno non ti hanno derubata di quel poco di personalità che ti rimaneva. Dato che ti piace Davide Fusaggi di 4E –oddio,come faceva a saperlo?Ah sì,il mese scorso lei e Angela le lessero tutto il diario,sputtanando i suoi segreti – c’è una festa qua a scuola sabato  e nessuno ti ha detto che probabilmente di sarà anche lui..”.
Nell’invitare Alice alla festa,Jessika aveva camminato verso un angolo di un bagno. Stette tutto il tempo con la faccia contro il muro,poi si voltò verso Alice “.. se ti va di venire..” e lei annuì tutta rossa al pensiero di Davide che la invitava a ballare. Jessika avendo la risposta si voltò nuovamente verso il muro e con una mano iniziò ad accarezzarlo fino a giù. Poi con la stessa mano tirò fuori un accendino e un pacchetto di sigarette da una tasca anteriore sulla coscia. Senza girarsi chiese ad Alice:” ne vuoi una?”.Nessuna risposta.
Jessika udendo solo un pensante silenzio si voltò,Alice era già tornata in classe. La ragazza sola,si portò la sigaretta alla bocca,l’accese e inizialmente tossì. Aveva iniziato a fumare da poco e ancora non sapeva aspirare bene e nel tentativo di farlo,tossiva sempre.
Mise l’accendino fuxia nei pantaloni,si portò la mano sinistra alle tempie,portando la sigaretta nella mano destra.
Iniziò a singhiozzare,ricordando il passato:
quel gruppo di ragazze la misero in quello stesso angolo esattamente un anno prima,passandole un accendino acceso vicino alla faccia,minacciandola di bruciarle i capelli. Jessika era sbattuta  contro il muro,piangeva ma le lacrime le se asciugavano ogni dieci secondi grazie al calore della fiamma dell’accendino. Una di queste ragazze era in disparte a fumare fino a che le sue amiche non la chiamarono: “ ei cogliona,non vuoi divertirti anche te?”
“Arrivò subito!Fatemi largo!” la ragazza arrivò con la camminata di una sbandata. Rimasero solo due ragazze a tenere Jessika ferma mentre la finta ubriaca si avvicinò morsicandosi il labbro:
“a noi non piace il tuo fare da gran figa. I tuoi vestiti griffati perché il tuo papy è un ricco imprenditore e il tuo modo di camminare su quei tacchi che non sono affatto per te. Vedi di darti una calmanta”.
La ragazza spense la sigaretta che teneva maliziosamente nella mano sinistra,sulla spalla destra di Jessika che urlò muta: nessuno la sentì,la campanella dell’ultima ora era suonata da un po’,le uniche studentesse rimaste erano loro e i bidelli stavano sicuramente in sala-professori a farsi un caffè.
La ragazza che parlò a Jessika le diede un calcio sugli stinchi. Ormai Jessika si era abbandonata alla presa di quelle due tiranne,ma sentendosì lasciata per i polsi cadde per terra con tutto il suo peso che non era nulla in confronto alle sue lacrime ghiacciate,bagnate e non più asciugate da quell’accendino la quale fiamma sembrava bruciare tutte le speranze di Jessika di un’esistenza normale in quello stramaledetto liceo. Era lì per terra,le ragazze se ne erano andate. Ma non forse dalla sua mente,non forse dalla sua mente per sempre..
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: Gwendin Luthol