Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: corpoestraneo    14/02/2006    7 recensioni
Prima del Golden Trio e dei Marauders, c’è un’altra storia. La storia di un amore impossibile. La storia di un vecchio e di una bambina. La storia di due professori. La storia di Albus e Minerva. AD/MM
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Documento senza titolo

Con un grande sforzo di volontà, Dumbledore si costrinse ad alzarsi, strascinando con sé Minerva.

La fece sedere sul divano accanto al fuoco, poi le prese la lettera dalle mani, ed iniziò a leggere.

Ogni riga che i suoi occhi blu profondi leggevano, Dumbledore sentiva che un forte rabbia si stava piano piano impossessando di lui. In poche parole, la lettera diceva che il conte Navarre era il partito ideale per Minerva, e le nozze avrebbero avuto luogo di li a un mese.

Dumbledore sollevò gli occhi dal foglio e inumidendosi le labbra si voltò a guardare Minerva.

“Quando è arrivata?” chiese lui, inarcando un sopracciglio.

Minerva si schiarì la voce, prima di rispendere “Circa due ore fa…o almeno credo” rispose rabbrividendo, mentre incrociava le braccia sul petto.

Dumbledore le sorrise teneramente, e si slacciò il mantello dalle spalle, avvolgendolo ben bene attorno a lei. A quel tenerò gesto, gli occhi di Minerva si riempirono di lacrime.

Nessuno avrebbe mai potuto farla sentire come la faceva sentire Albus.

L’uomo portò la mano alla guancia della donna, cancellando con il pollice la lacrima che scendeva silenziosa sulla gota di lei. Minerva inspirò a fondo, sentendo quel profumo caratteristico che era proprio solo di lui percorrerla da capo a piedi.

“Potrei parlare con tuo padre, Minerva” azzardò lui, spostandole una ciocca di capelli dietro all’orecchio.

Minerva lo guardò speranzosa. “Lo faresti? Lo faresti davvero? Mio padre…mio padre non tollererebbe il fatto che tu..” disse, senza riuscire tuttavia a concludere la frase.

“Il fatto che io cosa?” fece lui, cercando il suo sguardo.

“Tu ed io insieme, Albus” sbottò lei, alzandosi in piedi di colpo, così facendo cadere il mantello a terra “Siete amici da quanto? Cinquant’anni?”.

Raggiunse la finestra, guardando fuori nell’oscurità.

Sentì un paio di forti braccia che la circondarono, stringendola tanto forte da farle male. Lei scrollò le spalle, cercando di divincolarsi da quella forte stretta.

Gli passò accanto senza nemmeno guardarlo negli occhi e si chinò sul fuoco, attizzandolo con un pezzo di ferro.

“Forse questo è un segno…forse tu ed io non siamo destinati a stare insieme” disse lei, con una voce tranquilla e pacata, come avrebbe detto gli ingredienti di una pozione o di una ricetta.

Dumbledore non disse nulla, e questa volta fu lui a voltare le spalle a Minerva.

“Se vuoi andartene, fallo. Vai via. Sei giovane… sappi solo che non rinuncerò ad amarti”.

La sua voce era diventata bassa e rauca, come lei non l’aveva mai sentita.

Mentre Dumbledore guardava fuori dalla finestra, mentre scrutava quel cielo stessa stelle, mentre pensava che l’unica cosa che lo teneva aggrappato alla vita lo stava lasciando, lei si alzò, delicata e regale come sempre, e raggiunse la porta della stanza. Si voltò a guardarlo ancora una volta, con la mano stretta maniglia, una morsa che le attanagliava il cuore.

“Ti amo…” sussurrò piano, mentre due lacrime le scendevano lungo le guancie.

Uscì dalla stanza, sbattendo la porta, per far sentire che se ne era andata, convinta del fatto che lui non aveva sentito quelle due parole appena sussurrate, quelle parole che lei non era mai riuscita a dire, forse per orgoglio o per qualcosa d’altro che non si sapeva spiegare.

Quello che non sapeva, era che lui quelle due parole le aveva udite benissimo.

Al matrimonio mancavano ormai poche ore.

Nessuno dei due aveva cercato di contattare l’altro, ma entrambi soffrivano come matti. Minerva doveva sempre mostrarsi felice, sorridente e gentile, ma dentro si sentiva morire.

La maggior parte del tempo, quando non preparava la l’evento, oppure quando non era in compagni di Navarre, pensava a lui.

Non era nemmeno riuscita a dirglielo in faccia, che lo amava.

Si era sempre rimproverata per il suo orgoglio e per la sua testardaggine, e questa volta ne stava veramente pagando le conseguenze.

Né a suo padre né a John Navarre aveva voluto dire perché non voleva più lavorare con il professor Dumbledore. Né suo padre né John, sapevano che piano piano, giorno dopo giorno, l’amore di Minerva verso Albus cresceva più forte che mai.

Il 14 febbraio 1944, Minerva McGonagall sedeva davanti alla grande specchiera della sua stanza, mentre si acconciava i lunghi capelli neri in un elaborata acconciatura in cima al capo.

Faceva tutto questo a mano, senza ricorrere all’ausilio della magia. Cercava di evitare le cinque del pomeriggio.

A quell’ora, sarebbe diventata la signora Navarre.

Osserva il riflesso del suo viso, che solo pochi mesi prima era stato così pieno di gioia, ma che ora era stanco e spento.

Finì di mettere le forcine nei capelli, e mente faceva quel gesto, si ricordò di quando Albus le spazzolava i capelli.

Mentre indossava il corsetto bianco, e legava le stringhe dietro la schiena aiutandosi con un semplice incantesimo, si ricordò di quando, ogni mattina, lui l’aiutava a legare quelle odiose corde.

Mentre guardava il suo riflesso di sposa allo specchio, realizzò che potevano pure costringerla a sposare una persona che non amava, ma che non potevano impedirle, almeno nel suo cuore, di amare Albus.

Un leggero toc-toc alla porta la distolse dai suoi pensieri.

“Aventi” disse Minerva, cercando di essere il più allegra possibile, voltandosi verso la porta.

Questa si aprì, rivelando uno stanco e triste Albus Dumbledore.

Quando la vide, il respiro gli si mozzò in gola.

Lui la fissò, spalancando i grandi occhi azzurro cielo, e siccome nella casa c’era un silenzio innaturale, sentirono entrambi quando lui riprese a respirare.

“Entra, Albus” disse lei, la sua voce d’improvviso bassa e quieta.

Lui entrò, senza staccare gli occhi da lei, mentre si chiudeva la porta alle spalle.

“Sei bellissima” disse, un po’ impacciato, mentre cercava di smettere di guardarla.

Lei gli concesse un sorriso.

“Mi dispiace per quello che ti ho detto, quella sera. Ero fuori di me. Forse avrei…” tentò di giustificarsi Dumbledore, ma lei lo bloccò alzando la mano.

“Non c’è bisogno, Albus. E’ stata colpa mia. Tu mi hai offerto il tuo aiuto, ma io l’ho rifiutato. Tutto qui”.

“E’ tutto qui” assentì lui, facendo un passo verso Minerva.

Sollevò la mano, e la mise a coppa sulla sua guancia.

“Ho sentito quello che hai detto quella sera. Dillo di nuovo, te ne prego”.

Minerva si irrigidì, quando lui le mise una mano sulla vita, riempiendo l’aria con il suo profumo di limoni.

“Non posso” sussurrò lei, cercando di evitare il contatto visivo.

Lui inspirò a fondo, prendendole il volto con entrambe le mani e appoggiando le testa alla fronte di lei.

“Amo il modo in cui prendi il caffè alla mattina. Tanto e senza zucchero. Amo il modo in cui ti muovi, leggera e agile come un gatto. Amo il fatto che hai rinunciato alla tua carriera di Auror per insegnare al mio fianco. Amo il fatto che ci impieghi due ore solo per decidere che mossa fare quando mi devi dare scacco matto. Mi sento perso senza di te, e volevo fartelo sapere. Sono venuto perché quando ti rendi conto che vuoi passare il resto della tua vita con una persona, vuoi che il resto della tua vita inizi il prima possibile”.

Si allontanò di un poco, solo per poterla guardare negli occhi, e in quegli occhi, vide quello che aveva bisogno di vedere.

“Ti amo…” disse lei, chiaro e forte.

“E io amo te” rispose lui.

Si chinò su di lei, baciandola con più passione di quanto gli fosse permesso, poi le mani toccarono dove non avrebbero dovuto, mentre la spingeva verso il letto, mentre entrambi realizzavano che divisi erano persi.

 

****

****

E anche questo capitolo è stato postato
Una ragazza,( non mi ricordo chi, scusami se stai ancora leggendo :P) mi aveva chiesto tramite e-mail come io mi immagino Minerva McGonagall da giovane, così per farsi un'idea.
Beh, io ho iniziato a scrivere questa storia dopo aver visto Edward Mani di Forbice, e una giovane Minerva me la immagino come Kim (Winona Ryder) solo mora...
Ho aspettato a postare questo capitolo che per me è molto importante, il giorno di San Valentino. Non so perchè, ma mi sembrava la data giusta. Spero mi perdonerete questo ritardo xD
Mi sono accorta che la storia sta prendendo una piega un pò triste, ma sono abituata a scrivere quello che sento dentro, e mi dispiace se vi sto intristendo un pò -_-
SCUSATE!!!
Grazie a tutte quelle che hanno recensito, siete fantastiche :P

P.S.=Sto traducendo una storia sempre su Albus e Minerva, si chiama Foretold Love. Posterò i primi capitoli verso marzo. Vi consiglio di leggerla, è vermente bellissima^^ Scusate se non si vedeva prima...ora dovrebbe essere tutto ok

  
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: corpoestraneo