Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: ornylumi    11/05/2011    4 recensioni
Di Druella Black si conoscono solo due cose: il nome, e che è la madre delle sorelle Black. Ma chi era veramente, e che cosa pensava? Questa breve storia tenta di rispondere alla domanda, descrivendo i suoi pensieri riguardo al marito e alle figlie. Fino ad un incontro particolare, che farà crollare (per un attimo) la sua dura morale di strega purosangue.
Ottava classificata al contest "Albero genealogico" indetto da MedusaNoir sul forum.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cygnus Black, Druella Black, Famiglia Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

È ora di cena. Impartisco distrattamente gli ordini agli elfi, come faccio da quasi trent’anni, dalla prima volta che ho messo piede in questa casa. Uno dei tanti specchi del corridoio riflette la mia immagine, mentre mi sposto dalla cucina alla sala da pranzo; anche questo, un rito che eseguo da molto tempo. Oggi, però, faccio qualcosa di diverso: mi guardo.

Sono Druella Black. Una donna, una strega, una purosangue. Non ho più usato il mio cognome da nubile, da quando ho sposato Cygnus. Perché non aveva più senso, e anche perché, come diceva mia madre, dovevo essere fiera di diventare una Black; lo sono stata.

Mi guardo, e l’immagine che vedo mi ricorda che sto invecchiando. Lo penso senza compiangermi: è un fatto, e resta tale. Non esiste incantesimo tanto potente da impedirlo, nemmeno per una strega ereditaria come me. Ma l’età non ha cambiato il mio carattere, la mia nobiltà, il mio orgoglio. È questo ciò che sono, e che resterò sempre: Druella Black, nel sangue e nell’anima.

Quando è tutto pronto, prendo posto a tavola accanto a mio marito. Ceniamo in silenzio, come sempre. Non servono molte parole tra di noi. Ci conosciamo da così tanto tempo da non avere più nulla su cui confrontarci, e per un tacito accordo preferiamo entrambi che sia così. Quando abbiamo provato a parlare, è sempre finita con uno scontro. Siamo troppo diversi; io non sopporto la sua eccessiva calma e tolleranza, lui odia i miei scatti d’ira e la mia incapacità al perdono. Ma non mi piace litigare, così il più delle volte lascio che sia lui ad avere la meglio, inibendo il mio desiderio di ribellione. Meglio lasciare fuori dalla nostra casa volgari scenate, meglio il silenzio.

Mentre ceniamo, lo guardo e ricordo di quando seppi che l’avrei sposato. Ero solo una ragazzina innamorata, allora. Non di Cygnus; di un altro ragazzo, anche lui di buona famiglia, ma non quanto un Black. Pensavo di sposarlo, ma i miei genitori decisero diversamente. Una sera, mia madre mi chiamò da parte e mi annunciò che sarei diventata la moglie di Cygnus Black. Lo disse con entusiasmo, aspettandosi la stessa reazione da parte mia. Non notò nemmeno quelle lacrime uscire dai miei occhi, quando non riuscii più a trattenerle. Mi ripeteva una sola frase: devi esserne orgogliosa. E i miei deboli tentativi di protesta venivano scambiati con dubbi e paure comprensibili per una sposa. Sapevo che avrei fatto come volevano, nonostante tutto. Avrei messo da parte il mio istinto ribelle e sarei stata la figlia educata e sottomessa che si aspettavano.

Solo qualche anno dopo le nozze, dopo una discussione particolarmente accesa, osai dire a mia madre che non amavo mio marito. E lei, abituata a quel nuovo lato del mio carattere che avevo iniziato a mostrare, dopo essere diventata moglie e madre, per una volta non mi contraddisse. Si limitò a dirmi, invece, che avrei imparato ad amarlo. Non so se ci sono davvero riuscita; se l’amore è la nostra profonda conoscenza, il rispetto che comunque abbiamo l’uno per l’altra, il nostro silenzio, allora sì, ho imparato ad amarlo.

E tu, mi hai mai amata, Cygnus? Come ti sei sentito, quando i tuoi genitori hanno scelto per te? Anche tu, allora, volevi sposare un’altra? Sono domande che mi nascono dentro, e lì le lascio morire. Restano insieme a tante altre, nell’abisso di cose non dette che ci separa. Molte, però, le conosco da me, non ho bisogno che tu me le dica. Ad esempio, so che ami le nostre figlie. Le hai seguite nella crescita, le hai sgridate quando era il caso di farlo, ma sempre con la tua pacatezza, spiegando loro la ragione di ogni cosa. Le hai protette quando erano bambine e le proteggi ancora adesso, perfino da me. Ma anch’io le amo, Cygnus. Anche se non do mai loro una carezza, perché voglio che se la cavino da sole e non siano deboli come la loro madre. Anche se non sono come te, disposta a perdonare qualunque cosa. Perché tu perdoni sempre; e sono certa, pur se non oseresti mai ammettere tanto, che avresti perdonato anche lei. Lei, che non è più nostra figlia.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ornylumi