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Autore: BeckyPanda    16/05/2011    1 recensioni
Mick è un chitarrista pieno di vita che, però, ha perso ogni voglia di suonare.
Gabe è il suo migliore amico, ottimo cantante che ha un sorriso micidiale.
Anne è una ragazza dagli occhi color delle nuvole cariche di pioggia e, di certo, anche lei è in tempesta.
Una chitarra, una voce, un piano.
{MOMENTANEAMENTE SOSPESA.}
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TSOY5 Stava ancora suonando, quando il campanello suonò, avvertendo Mick dell'arrivo di Gabe.
Chi poteva essere se non lui?
Sbuffò, non aveva nemmeno mangiato, perso com'era nella sua musica.
Mise la chitarra nel solito, polveroso, angolo, infilando in un cassetto il plettro.
Poi corse alla porta, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.
-Sto bene, amico. Non sono sul letto di morte, come puoi constatare.-
Il visetto corrucciato del biondo s'illuminò, accendendosi assieme ad un sorriso.
-Beh, meglio così. E ora fammi entrare, che mi sta venendo freddo.- esclamò, spintonando via il migliore amico, che rise, sereno.
Se suonare la chitarra gli faceva quest'effetto... Beh, poteva esserne solo lieto.
Subito Gabe si diresse in cucina, ululando per la fame.
-Sono corso subito qui, appena è finita la scuola. E' tuo assoluto dovere offrirmi qualche cosa da mettere sotto i denti.- disse, quindi, sedendosi presso un piccolo tavolino.
L'amico ridacchiò, per poi aprire il frigorifero e dare una sbirciata al suo interno.
-Uhm...Beh, posso farti un toast. Anzi, me lo faccio anche io, dai.- borbottò, afferrando una confezione di prosciutto ed una di sottilette.
Sentiva su di se lo sguardo dell'amico, perciò sorrise, voltandosi verso di lui.
-Che c'è, Gabe?- chiese, inarcando un sopracciglio.
-Niente, mi chiedevo solo perché tu non abbia già mangiato, essendo arrivato a casa così presto...- mormorò, aggrottando la fronte.
Mick s'irrigidì, facendo un risolino che aveva un che di isterico.
-Niente, niente, non avevo molta fame e poi immaginavo, cioè, sapevo che tu saresti venuto qui appena finita la scuola perciò ho voluto aspettarti, no?- disse, affrettandosi a prendere del pane.
Gabe s'alzò, girando poi verso di sé l'amico, fissandolo con aria accusatrice.
-Dimmi la verità. Ti conosco bene, troppo bene, perciò so se mi stai mentendo oppure no. E soprattutto so che tu hai sempre fame e che di certo non mi aspetteresti mai e poi mai.- esclamò.
Mick sospirò, divincolandosi dalla presa dell'amico.
-Sei un rompipalle. Non ho fatto nulla di che, sai?- mormorò, posando le confezioni su un bancone della cucina.
-Allora hai fatto qualcosa. Che hai combinato, Gant, che hai combinato?- chiese l'altro, poggiandosi al frigorifero.
-Se aspetti un secondo, che preparo da mangiare, te lo dico. Pensi di esserne in grado?- borbottò Mick, mettendo il pane a tostare, con il prosciutto e la sottiletta dentro.
-Che ti cambia dirmelo adesso oppure tra due minuti? Nulla.- disse irritato il biondo, per poi tornare a sedersi.
Mick trattenne a stento una risata, nel sentire il tono che l'amico aveva usato.
I successivi cinque minuti li trascorsero in silenzio.
Un silenzio carico di interrogativi, interrotto solamente dallo sfrigolio del formaggio a contatto con la piastra.
Il moro si fissò distrattamente le punta delle dita delle mani, mordicchiandosi il labbro inferiore, con fare pensieroso.
Era scontato, quasi ovvio, che Gabe, una volta scoperto il piccolo segreto, rimasto per così poco tempo tale, di Mick, avrebbe tentato di convincerlo prima a rientrare nella band e poi a fare il video per il concerto.
La sua vita sarebbe diventata infernale, questo il moro lo sapeva perfettamente.
Non se la sentiva di tornare così, da un giorno all'altro, alle sue vecchie abitudini.
Aveva bisogno di tempo, per riacquistare la fiducia nelle corde della sua chitarra.
Si riscosse dai suoi pensieri, sentendo arrivare alle narici il profumo delizioso dei due toast.
Sospirando appena li tolse dalla piastra, poggiandoli in due piatti, che poi portò in tavola assieme alla bottiglia d'acqua.
-Ecco, tieni, nutriti. Nutriti!- esclamò, con fare teatrale, porgendo all'amico il piatto.
-Non riderò alle tue battute se tu non mi dirai che hai fatto, Mick.- borbottò quello in risposta, dando un morso al toast.
Il moro sbuffò appena, fissando la superficie dorata del pane.
-Ho suonato, Gabe.- mormorò, spezzando il toast a metà.
-Ed è stato fantastico. Meraviglioso. Sembrava di essere tornato a quando avevo otto anni e mi hanno regalato la mia prima chitarra e tu cantavi quelle canzoncine assurde che ci insegnavano a scuola. E' stato bellissimo, mi sono sentito a casa, finalmente. Ma non sono pronto per tornare a suonare nella band. Non posso e ancora non ci riesco. Perciò non chiedermelo nemmeno, okay? Sai già quale sarebbe la risposta.- continuò, giocherellando con il bordo del piatto.
Mick non fece nemmeno in tempo a sentire la sedia di Gabe che cadeva, che già si ritrovava stretto in un abbraccio da orso dell'amico.
-Hai suonato! Hai suonato davvero! Lo sapevo che ci saresti riuscito prima o poi! Hai superato il tuo blocco! Mio Dio!- urlava Gabe, stritolando l'amico.
-Ehi, ma mi hai sentito, vero? Non suonerò nella band.- rispose quello, con voce soffocata.
-Lo so, lo so! Ho sentito, mica sono sordo. Non importa, Michael Gant, sei tu l'importante. Sei tu che sei riuscito a vincere sul tuo blocco. Sei tu l'importante, mi capisci?- sussurrò Gabe, prendendo il viso dell'amico fra le mani.
-Sei riuscito a cominciare a suonare di nuovo, senza aver bisogno di nessuno. Sei riuscito a riprendere in mano l'oggetto che ti ha portato tanto dolore. Sei riuscito a rivivere le emozioni che hai provato in passato. Non è facile, tutto questo, Mick. Sei stato bravo ed io sono più che fiero di te. Non importa se tu non tornerai a suonare nella band oppure non farai il video con me. Non ti sforzerò più. Sarai tu a decidere ciò che dovrai o non dovrai fare, okay?- continuò il biondo, annuendo appena con la testa, come per dare maggior vigore a ciò che diceva.
Mick spalancò gli occhi, sorpreso da ciò che aveva detto l'amico.
Non se lo aspettava e tutto ciò lo aveva colpito piacevolmente.
Oh, che dire, il suo migliore amico era davvero una straordinaria persona.
Così diverso da tutti i suoi amici, era estremamente necessario nella sua vita.
Sospirò, annuendo.
-Ti ringrazio, Gabe. Sei davvero magnifico. Davvero. Mi fa piacere che tu la pensi in questa maniera.- disse, allontanandosi appena dall'amico, che, però, lo attirò nuovamente a sé, fissando gli occhi verde chiaro del moro.
-Sai, mi ricorda qualcosa, questa situazione.- mormorò il biondo, sorridendo enigmatico.
Mick aggrottò le sopracciglia, confuso e lievemente preoccupato.
-Che cosa, Gabe?- chiese il moro, immobile.
-Stamattina, in bagno, Mick.- sussurrò, prima di annullare la distanza tra le loro labbra.
Di nuovo quella sensazione di calore e familiarità, si presero possesso della mente e del cuore del moro, che cercò di divincolarsi dalla stretta dell'amico.
Quando ci riuscì, s'alzò, rovesciando la sedia all'indietro, allontanandosi dall'amico.
-Gabriel...Che...Che cazzo hai fatto?!- esclamò, paonazzo, indietreggiando ancora.
Il biondo rise, passandosi una mano fra i capelli.
-Nulla di che, mica qualcosa di grave. Sono stati solo dei baci, mica qualcosa di speciale.- esclamò, sorridendo.
Mick spalancò ancora gli occhi, scuotendo la testa.
-Tu...Tu...Io...Merda!- urlò, portandosi una mano alle labbra, fuggendo via.
Corse alla camera, afferrando la chitarra e il plettro, scappando poi via dalla casa.
Poco importava se quella era la sua, di casa, e non quella di Gabe.
Poco importava se probabilmente aveva avuto una reazione infantile e del tutto sbagliata.
Voleva solo suonare, fino a quando non fosse crollato a terra per la stanchezza.
Corse a perdifiato, stringendo la chitarra tra le braccia.
Si rese conto di essere abbastanza lontano, quando sentì l'odore del mare.
Era arrivato al porto e nemmeno si era reso conto del tragitto.
Rallentò il passo, dirigendosi verso la prima panchina che gli capitò davanti.
Si lasciò cadere mollemente su di essa, per poi iniziare a strimpellare qualcosa con la chitarra.
Lasciò andare le emozioni, lasciandole scorrere e defluire.
Era semplice, tutto questo, se suonava.
Sbuffò, sentendo la vibrazione del cellulare.
Gabe probabilmente lo stava cercando, ma non aveva nessuna voglia di sentirlo.
Non voleva più saperne niente, non voleva ricordare.
Il ritmo della musica si fece più angosciante e a tratti infelice, così come Mick si stava trasformando in una creatura ancora più fragile di quella che si ritrovava ad essere già.
L'infelicità non poté che aumentare, quando in lontananza, si sentì il rimbombare dei tuoni, che preannunciavano un temporale.
Non voleva muoversi di lì, perciò non si curò di nulla e continuò a suonare, senza preoccuparsi degli sguardi che le persone di passaggio gli lanciavano.
Avrebbe superato la cosa a modo suo.
E l'unico metodo che in quel momento gli veniva in mente, era quello di suonare fino allo stremo.
Poco importava se il cellulare continuava imperterrito a vibrare.
Voleva rimanere solo.
Solo, con la sua chitarra.




BeckyPanda's Space.

Ritardo, super ritardo.
Chiedo umilmente perdono a chi segue questa FF, ma ho avuto una settimana...Curiosa.
Prima di tutto la scuola, ovviamente, ma poi ieri c'è stata una Fiera del Fumetto nella mia città e quindi ho passato dei giorni a prepararmi sia fisicamente che psicologicamente.
Beh, non ci sono giustificazioni, però.
Cercherò di essere più precisa, lo prometto.
Allora, non sono soddisfatta di questo capitolo.
Avevo tante idee, ma non sapevo come svilupparle.
Bene, scusate di nuovo, allora.
Il prossimo capitolo doveva essere uno speciale su Gabe, ma visto lo sviluppo della storia..Aspetterò ancora un po'.
Appuntamento a Sabato 21 Maggio, allora!
Fate i bravi, fino ad allora, mi raccomando.
A presto, vi adovoH.  (?)





   
 
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