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Autore: Tati Saetre    17/05/2011    11 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
“Se sei così sicura perché ogni venerdì ti ostini ad andare a cena in quel Pub?”... “Per l’ottima cucina!” Angela sorrise, lisciandosi la coda che si era fatta in basso a destra.
A chi volevo darla a bere? Tutti sapevano – e quel tutti includeva me ed Angela -, che ogni venerdì andavo in quel Pub per vedere lui.
Era stato una specie di colpo di fulmine, proprio dritto al cuore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scusate immensamente per il ritardo.
Spero che il capitolo vi piaccia, ci sentiamo giù :D
Ah, mi pubblicizzo ;D
Scambio culturale e Una canzone per noi
 
__________


Settimo Capitolo - Un bacio come un altro
 
 Salii sul pick up con il cuore in gola.
Era stato tutto così… surreale.
Vederlo la mattina stessa, una chiacchiera tira l’altra e poi la radura.
Quella radura.
Come potevo dirgli che c’ero già stata?
No, non potevo.
Era così felice nel mostrarmi quel posto, che proprio non potevo rovinare tanta bellezza.
E poi cosa avrei potuto dirgli?
Senti, Edward. Io sono già stata qui. Tre mesi fa, quando tua sorella Alice mi aveva avvertita della tua relazione con Tanya Denali. Ho pianto così tanto, che alla fine ho deciso di andare da Jake. E strada facendo mi sono fermata, ricordando che lui era il tuo migliore amico. Di certo non potevo andare lì in quelle condizioni. E così ho trovato la radura. Pensando a te, e versando milioni di lacrime.’
No, non potevo dirglielo.
Avevo fatto la brava attrice, almeno così mi aveva fatto capire.
Del tutto finta – sorpresa, fino al bacio.
Quel bacio.
Edward Cullen mi sta baciando.
Edward Cullen mi ha baciata.
Tutto quello che mi ripetevo da quando mi aveva baciata, fino ad ora.
Dentro il pick up, mentre lui guidava ed io in silenzio guardavo il paesaggio sfrecciare vicino a me.
Non avevamo scambiato una parola, da allora. E a me questo silenzio non pesava.
Non volevo parlargli. Cosa gli avrei detto?
‘Oh, lo sai che hai realizzato il mio sogno di una vita?’
Oh, Dio! Era tutto così tremendamente frustrante!
A prendere un caffè’, le ultime parole famose. Ed io come un cagnolino gli ero andata dietro, con la coda fra le gambe.
Sembrava così strano, ma dipendevo in tutto e per tutto da lui.
Fermò il pick up, e sbattei gli occhi più volte per rendermi conto di dove mi trovavo.
Un posto che conoscevo davvero bene.
“Ma non dovevamo prendere un caffè?” Domandai, rendendomi conto di quanto fosse roca la mia voce.
La schiarii, cercando di non farmi sentire da lui.
“E prenderemo un caffè.” Spiegò cautamente, prima di regalarmi un sorriso da togliermi il fiato.
“Okay.”
Non ero del tutto sicura, almeno finché non uscii dal pick up e lui tirò fuori dalla tasca una chiave.
Il mio ‘andare a prendere un caffè’ equivaleva a metterci seduti in un bar, con persone intorno.
Invece ora mi trovavo fuori al pub, dove l’insegna mostrava il cognome della persona che ora mi dava le spalle, mentre apriva la porta principale.
Cullen’s.
Mi aveva portata al pub. Di certo avremo preso un caffè, ma non ci sarebbe stata molta gente.
Anzi, solo noi due.
Regolarizzai il respiro, mentre Edward con un cenno della mano mi invitava ad entrare, per poi seguirmi.
Anche un galantuomo.
Accese tutte le luci, ed il pub sembrò un posto totalmente diverso ai miei occhi.
Tutte le sedie erano tirate su, sopra i tavoli. Le luci erano basse, e non volava una mosca.
“Sei sicuro che possiamo stare qua?” Chiesi, guardandomi intorno.
La risata cristallina di Edward mi lasciò totalmente basita. Era così bello sentirlo ridere.
“Bella, il pub è mio. Cioè, non proprio mio ma è come se lo fosse. Quindi, nessun problema.” Disse, mettendosi dall’altro lato del bancone. “E poi, nessun ci verrà a disturbare.” Aggiunse, azionando la macchinetta per fare il caffè e prendendo due tazzine.
Avrei dovuto anche dirgli che io odiavo il caffè?
No, lasciai per me anche quello.
Presi posto davanti a lui, beandomi di tutto quel silenzio.
Il venerdì sera c’era troppo trambusto, e poi potevo vedere Edward da vicino. Senza che le clienti lo assalissero ogni cinque secondi.
Dopo che mi aveva baciata.
Scacciai via tutti quei pensieri, scuotendo energicamente la testa.
“Perché il pub non è proprio tuo?”
Si girò di scatto, come se lo avessi mandato improvvisamente a quel paese, senza un buon motivo.
Brava, Bella. Ora se la prenderà con te, ma tu non provare a rimanerci male. Te la sei cercata, stavolta.
“Perché era di Emmett.” Sganciò la bomba, mentre posava una tazza colma di caffè davanti i miei occhi, e prendeva posto.
“Oh.” Non aggiunsi altro, sperando di non averlo ferito ulteriormente.
Non voleva parlare di suo fratello, e di certo chi ero io per obbligarlo? Nessuno.
Appunto, nessuno Bella.
“Sai che i miei genitori fanno un altro lavoro, vero?” Disse, girando quella brodaglia marrone che era nella sua tazza.
Sapevo che Esme era un’insegnate all’asilo, e che Carlisle lavorava all’Ospedale.
Conoscevo fin troppo bene Carlisle, dopo tutte le mie visite in quell’edificio bianco e con l’odore di spirito.
“Sì.”
“Beh, dopo…” Cercò di trovare le parole adatte, smascherando il suo turbamento bevendo un piccolo sorso di caffè. “Dopo che Emmett se ne è andato, i miei volevano vendere questo locale. Io ero d’accordo con loro. Perché tenere un pub dove non avrebbe più lavorato nessuno? Però alla fine Alice decise per tutta la nostra famiglia: tenevamo il pub, ma ognuno di noi doveva fare la sua parte. Inizialmente Esme si era presa qualche giorno di ferie, e rimise a posto tutto il locale. Carlisle si preoccupò della cucina, e prese anche una ditta per le pulizie. I nostri genitori si occupavano di mantenerlo pulito, mentre io ed Alice dovevamo lavorarci la sera. Nei giorni settimanali non facciamo tardi, ma nel fine settimana è davvero stancante. Ma alla fine, abbiamo trovato una soluzione.” Spiegò, finendo il suo caffè.
Chissà che c’era sotto tutta quella storia.
Perché Emmett se n’era andato?
Dio, la curiosità mi stava uccidendo!
“Direi che avete fatto un ottimo lavoro. Questo posto è bellissimo, Edward.”
Sorrise, indicandomi con un dito la mia tazza ancora ricolma di caffè.
“Non ti piace?” Feci una smorfia disgustata, della quale lui rise alle mie spalle.
“Non amo il caffè.”
“Mi dispiace… posso offrirti qualcos’altro? Purtroppo qui non abbiamo succo di frutta.” Disse imbarazzato, grattandosi il capo con una mano.
Era così bello.
“Niente, sto bene così.”
Restammo in silenzio per qualche minuto, scrutandoci a vicenda, finché un’idea mi balenò nella testa.
“Edward, posso farti una domanda?”
Mi guardò accigliato.
“Certo.”
“Se vuoi… ecco se vuoi posso venire io qui qualche sera. Cioè a darvi una man-”
“Non se ne parla.”
Brava Bella, brava.
Avrà sicuramente notato quanto sei scoordinata che non riusciresti a portare neanche un vassoio a destinazione.
“Hey, Bella.”
Alzai lo sguardo, sorridendo forzatamente. Di certo non potevo fargli vedere che ci ero rimasta male. Era come se mi avesse bocciata in partenza.
“Non voglio che tu venga qui tutte le sere, a lavorare. Hai diciassette anni, devi divertirti. E ti posso assicurare che stare qui chiuso per un intero week end non è affatto divertente.”
Allora era per questo…
“E dov’è il problema? Se un sabato sera vorrai uscire con…” Con Tanya. Deglutii rumorosamente, prima di continuare. “Con la tua fidanzata, io sarò qui per dare una mano ad Alice. Edward, non mi crea nessun problema.”
No, no e no. Già Alice ha costretto il povero Jasper, ed io di certo non costringerò anche te!” Sbatté le mani sul bancone, senza fare troppo rumore.
“Okay, allora ne parlerò con Charlie. Così lui ne parlerà con tuo padre. E stanne certo, sabato sera avrai la serata liberà.”
Sbuffò esasperato, passandosi una mano fra i capelli.
“Ti odio.” Mi informò, scoccandomi un’occhiataccia.
Risi divertita.
“Non è vero.”
“Hai ragione, non è vero. Ma sei pazza.” Esordì, prendendo le due tazze per riporle del lavello.
“Oh, grazie.” Questo sì, che era un bel complimento.
Soprattutto se a farmelo era stato Edward Cullen.
“Beh, che ne dice di andare Miss Swan?” Domandò, con lo sguardo divertito.
Bene, voleva giocare il ragazzo.
“Direi che sia un’idea perfetta, Mr. Cullen. Ma… che ore sono.”
“Le dodici. Ora… cosa preferisce fare, Miss?”
“Sono a vostra disposizione.” Alzò un sopracciglio.
Ma quanto ero ridicola? Oh, Dio! Avrei voluto sprofondare!
“Beh, Alice esce da scuola alle quindici e trenta. Anche io, in teoria. Mia madre finisce il turno alle sedici, e mio padre oggi lavora tutto il giorno. Che ne pensi di un pranzetto a casa Cullen?”
Soltanto l’idea di mangiare a casa sua, io e lui da soli mi mandò fuori di testa.
“Ottimo. Spero che non cucinerai tu.” Cercai di smorzare l’imbarazzo, facendogli una linguaccia.
“Hey, io sono un cuoco provetto! E ti farò rimangiare tutto quello che hai detto!” Mi minacciò, puntandomi un dito contro.
“Oh, allora…” Sorrisi, dirigendomi verso l’uscita.
Edward intanto aveva messo sul bancone due sgabelli.
“Vedrà, miss Swan”, mi diede un spintarella, mentre ci dirigevamo verso la mia auto.
Spensierati, e davvero felici.
 
Misi una mano intorno alla mia gola, fingendo di morire strozzata.
“Sei una pessima attrice.”
Alzai un sopracciglio, guardando Edward mentre aspettava un mio verdetto.
Eravamo arrivati a casa Cullen dopo venti minuti buoni, e Edward si era cimentato subito nella cucina, bandendomi da essa.
Ero stata spedita nell’enorme salone, con il telecomando in mano mentre facevo zapping.
Ed ora eccoci qua, davanti a un piatto di gnocchi alla gorgonzola. E a parte gli scherzi, erano davvero buoni.
Ci sapeva fare in cucina. Non quanto me, ma per essere un uomo era bravo.
“Sono davvero buoni.” Gli concessi dopo, addentando un’altra porzione.
“Buoni?” I suoi occhi si sgranarono, mentre iniziava a mangiare anche lui. “Sono fantastici, squisiti… oh, Bella! Tu non sai proprio giudicare.”
Staccai un pezzo di mollica dal pene, tirandogliela addosso.
“Hey!” Si finse offeso, lanciandomi l’ennesima occhiataccia di quella giornata.
Marinare la scuola con Edward Cullen.
Andare a prendere un caffè con Edward Cullen.
Pranzare con Edward Cullen.
E… beh.
Essere baciata da Edward Cullen.
Mi sarei risvegliata, prima o poi? No, perché sembrava un sogno.
Un sogno perfetto.
“Allora.” Esordì, tra un boccone e l’altro… “Cosa farai oggi?”
Del tutto sorpresa da quella domanda cercai di rispondergli. Questa volta non omettendo nulla.
“Beh… sicuramente passerò da Jacob. Sai, dopo ieri dobbiamo ancora chiarire molte cose. Poi andrò da tuo padre.”
Sbuffò, ancora contrariato a quella mia folle idea.
Sicuramente Charlie avrebbe approvato, quindi tanto valeva andare subito da Carlisle.
“Dio, fa sì che non ti assuma!” Disse in tono scherzoso, congiungendo le mani e alzando gli occhi al cielo.
“Sai che non sarà così.” Presi l’acqua dalla brocca, e me la versai nel bicchiere. “E invece, tu che farai oggi?”
“Studierò lo stretto necessario prima di andare da Tanya. Poi andrò a lavoro.”
Smascherai con pochi risultati il mio strozzamento.  Bene, ci mancava l’ennesima figura da idiota oggi.
“Senti Edward… che ne dici se ci teniamo per noi questa giornata? Ovvio, Alice sicuramente lo vorrà sapere, ma non sono sicura che per Jake sia lo stesso. Per non parlare di Tanya.”
“Ti stavo per dire la stessa cosa. Non che abbiamo dei segreti da nascondere, però…”
“Sì, sì. Lo so. Non ti preoccupare, la penso come te. A Forks le voci girano, ed anche troppo velocemente.”
Finii i miei gnocchi, e poi guardai il grande orologio a muro.
Erano già le tre.
“Edward… io dovrei tornare a casa.”
Bene, stavo scappando.
“Sì, okay.”
E lui me lo lasciava fare.
Mi alzai, prendendo la giacca che avevo lasciato all’ingresso.
“Sono stata davvero bene.” Sorrisi, pensando a tutta quella mattinata.
Ma a chi la davo a bere? Io non facevo altro che pensare a quel bacio.
Quel bacio, di cui non avevamo più parlato.
“Sì, anch’io.”
Mi accompagnò alla porta, aspettando che uscissi.
Due passi, e mi voltai indietro.
“Ci vediamo domani mattina?”
“Cosa?” Domandò, inarcando le sopracciglia.
“Oggi non siamo andati a scuola, domani dobbiamo andare per forza.” Precisai, scrutandolo. Forse era stata una bella giornata anche per lui, ma che non voleva ripetere.
“Certo.” Sorrise, avvicinandosi per stamparmi un bacio sulla guancia. “Buona giornata, Bella.”
“Buona giornata, Edward.”
Salii sul pick up, misi in moto e me ne andai.
Quando uscii definitivamente dalla villa dei Cullen, scoppiai in un pianto liberatorio.  
 
____________
 
 
 
Allora… che ne pensate?
Non criticate Bella, dopo tutta quella giornata era a pezzi.
Passare l’intera mattinata con il tuo ragazzo dei sogni che ti bacia, e poi lui ti viene a dire che il pomeriggio lo passerà con la sua fidanzata… beh, gli avrei dato talmente tanti d quegli schiaffi!
E poi… perché Edward si è comportato così? Lo scoprirete nel prossimo capitolo, ma intanto voglio sentire tutte le vostre opinioni :)
Anche in questo capitolo si è parlato di Emmett… poi saprete tutto ùu
Cercherò di aggiornare ogni settimana, ve lo prometto.
Grazie mille a tutte le lettrici, nuove e vecchie.
Grazie, grazie e ancora grazie :*
   
 
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