- Scusate
immensamente per il ritardo.
- Spero che il
capitolo vi piaccia, ci sentiamo giù :D
- Ah, mi
pubblicizzo ;D
- Scambio culturale e Una canzone per noi
- __________
Settimo Capitolo - Un bacio come un altro
- Era
stato tutto così… surreale.
- Vederlo
la mattina stessa, una chiacchiera tira l’altra e poi la radura.
- Quella
radura.
- Come
potevo dirgli che c’ero già stata?
- No,
non potevo.
- Era
così felice nel mostrarmi quel posto, che proprio non potevo
rovinare tanta bellezza.
- E
poi cosa avrei potuto dirgli?
- ‘Senti, Edward. Io sono già stata qui.
Tre
mesi fa, quando tua sorella Alice mi aveva avvertita della tua
relazione con
Tanya Denali. Ho pianto così tanto, che alla fine ho deciso
di andare da Jake.
E strada facendo mi sono fermata, ricordando che lui era il tuo migliore amico. Di certo non potevo
andare lì in quelle
condizioni. E così ho trovato la radura. Pensando a te, e
versando milioni di
lacrime.’
- No,
non potevo dirglielo.
- Avevo
fatto la brava attrice, almeno così mi aveva fatto capire.
- Del
tutto finta – sorpresa,
fino al bacio.
Quel bacio. - Edward Cullen mi sta baciando.
- Edward Cullen mi ha baciata.
- Tutto
quello che mi ripetevo da quando mi aveva baciata, fino ad ora.
- Dentro
il pick up, mentre lui guidava ed io in silenzio guardavo il paesaggio
sfrecciare vicino a me.
- Non
avevamo scambiato una parola, da allora. E a me questo silenzio non
pesava.
- Non
volevo parlargli. Cosa gli avrei detto?
- ‘Oh, lo sai che hai
realizzato il mio
sogno di una vita?’
- Oh,
Dio! Era tutto così tremendamente frustrante!
- ‘A prendere un caffè’,
le ultime parole
famose. Ed io come un cagnolino gli ero andata dietro, con la coda fra
le
gambe.
- Sembrava
così strano, ma dipendevo in tutto e per tutto da lui.
- Fermò
il pick up, e sbattei gli occhi più volte per rendermi conto
di dove mi
trovavo.
- Un
posto che conoscevo davvero bene.
- “Ma
non dovevamo prendere un caffè?” Domandai,
rendendomi conto di quanto fosse
roca la mia voce.
- La
schiarii, cercando di non farmi sentire da lui.
- “E
prenderemo un caffè.” Spiegò
cautamente, prima di regalarmi un sorriso da
togliermi il fiato.
- “Okay.”
- Non
ero del tutto sicura, almeno finché non uscii dal pick up e
lui tirò fuori
dalla tasca una chiave.
- Il
mio ‘andare a prendere un caffè’
equivaleva a metterci seduti in un bar, con
persone intorno.
- Invece
ora mi trovavo fuori al pub, dove
l’insegna mostrava il cognome della persona che ora mi dava
le spalle, mentre
apriva la porta principale.
- Cullen’s.
- Mi
aveva portata al pub. Di certo avremo preso un caffè, ma non
ci sarebbe stata
molta gente.
- Anzi,
solo noi due.
- Regolarizzai
il respiro, mentre Edward con un cenno della mano mi invitava ad
entrare, per
poi seguirmi.
Anche un galantuomo. - Accese
tutte le luci, ed il pub sembrò un posto totalmente diverso
ai miei occhi.
- Tutte
le sedie erano tirate su, sopra i tavoli. Le luci erano basse, e non
volava una
mosca.
- “Sei
sicuro che possiamo stare qua?” Chiesi, guardandomi intorno.
- La
risata cristallina di Edward mi lasciò totalmente basita.
Era così bello
sentirlo ridere.
- “Bella,
il pub è mio. Cioè, non proprio mio ma
è come se lo fosse. Quindi, nessun
problema.” Disse, mettendosi dall’altro lato del
bancone. “E poi, nessun ci
verrà a disturbare.” Aggiunse, azionando la
macchinetta per fare il caffè e
prendendo due tazzine.
- Avrei
dovuto anche dirgli che io odiavo il caffè?
- No,
lasciai per me anche quello.
- Presi
posto davanti a lui, beandomi di tutto quel silenzio.
- Il
venerdì sera c’era troppo trambusto, e poi potevo
vedere Edward da vicino.
Senza che le clienti lo assalissero
ogni cinque secondi.
- Dopo che mi aveva baciata.
- Scacciai
via tutti quei pensieri, scuotendo energicamente la testa.
- “Perché
il pub non è proprio
tuo?”
- Si
girò di scatto, come se lo avessi mandato improvvisamente a quel paese, senza un buon motivo.
- Brava, Bella. Ora se la
prenderà con
te, ma tu non provare a rimanerci male. Te la sei cercata, stavolta.
- “Perché
era di Emmett.” Sganciò la bomba, mentre posava
una tazza colma di caffè
davanti i miei occhi, e prendeva posto.
- “Oh.”
Non aggiunsi altro, sperando di non averlo ferito ulteriormente.
- Non
voleva parlare di suo fratello, e di certo chi ero io per obbligarlo?
Nessuno.
- Appunto, nessuno Bella.
- “Sai
che i miei genitori fanno un altro lavoro, vero?” Disse,
girando quella brodaglia marrone
che era nella sua
tazza.
- Sapevo
che Esme era un’insegnate all’asilo, e che Carlisle
lavorava all’Ospedale.
- Conoscevo
fin troppo bene Carlisle, dopo
tutte
le mie visite in quell’edificio bianco e con
l’odore di spirito.
- “Sì.”
- “Beh,
dopo…” Cercò di trovare le parole
adatte, smascherando il suo turbamento
bevendo un piccolo sorso di caffè. “Dopo che
Emmett se ne è andato, i miei
volevano vendere questo locale. Io ero d’accordo con loro.
Perché tenere un pub
dove non avrebbe più lavorato nessuno? Però alla
fine Alice decise per tutta la
nostra famiglia: tenevamo il pub, ma ognuno di noi doveva fare la sua
parte.
Inizialmente Esme si era presa qualche giorno di ferie, e rimise a
posto tutto
il locale. Carlisle si preoccupò della cucina, e prese anche
una ditta per le
pulizie. I nostri genitori si occupavano di mantenerlo pulito, mentre
io ed
Alice dovevamo lavorarci la sera. Nei giorni settimanali non facciamo
tardi, ma
nel fine settimana è davvero stancante. Ma alla fine,
abbiamo trovato una
soluzione.” Spiegò, finendo il suo
caffè.
- Chissà
che c’era sotto tutta quella storia.
- Perché
Emmett se n’era andato?
- Dio,
la curiosità mi stava uccidendo!
- “Direi
che avete fatto un ottimo lavoro. Questo posto è bellissimo,
Edward.”
- Sorrise,
indicandomi con un dito la mia tazza ancora ricolma di
caffè.
- “Non
ti piace?” Feci una smorfia disgustata, della quale lui rise
alle mie spalle.
- “Non
amo il caffè.”
- “Mi
dispiace… posso offrirti qualcos’altro? Purtroppo
qui non abbiamo succo di
frutta.” Disse imbarazzato, grattandosi il capo con una mano.
- Era
così bello.
- “Niente,
sto bene così.”
- Restammo
in silenzio per qualche minuto, scrutandoci a vicenda,
finché un’idea mi balenò
nella testa.
- “Edward,
posso farti una domanda?”
- Mi
guardò accigliato.
- “Certo.”
- “Se
vuoi… ecco se vuoi posso venire io qui qualche sera.
Cioè a darvi una man-”
- “Non
se ne parla.”
- Brava Bella, brava.
- Avrà
sicuramente notato quanto sei scoordinata che non riusciresti a portare
neanche
un vassoio a destinazione.
- “Hey,
Bella.”
- Alzai
lo sguardo, sorridendo forzatamente. Di certo non potevo fargli vedere
che ci
ero rimasta male. Era come se mi avesse bocciata in partenza.
- “Non
voglio che tu venga qui tutte le sere, a lavorare. Hai diciassette
anni, devi
divertirti. E ti posso assicurare che stare qui chiuso per un intero
week end
non è affatto divertente.”
- Allora
era per questo…
- “E
dov’è il problema? Se un sabato sera vorrai uscire
con…” Con Tanya.
Deglutii rumorosamente, prima di continuare. “Con la tua fidanzata, io sarò qui per
dare una
mano ad Alice. Edward, non mi crea nessun problema.”
- “No, no e no. Già Alice ha
costretto il
povero Jasper, ed io di certo non costringerò anche
te!” Sbatté le mani sul
bancone, senza fare troppo rumore.
- “Okay,
allora ne parlerò con Charlie. Così lui ne
parlerà con tuo padre. E stanne
certo, sabato sera avrai la serata liberà.”
- Sbuffò
esasperato, passandosi una mano fra i capelli.
- “Ti
odio.” Mi informò, scoccandomi
un’occhiataccia.
- Risi
divertita.
- “Non
è vero.”
- “Hai
ragione, non è vero. Ma
sei pazza.”
Esordì, prendendo le due tazze per riporle del lavello.
- “Oh,
grazie.” Questo sì, che era un bel complimento.
- Soprattutto
se a farmelo era stato Edward Cullen.
- “Beh,
che ne dice di andare Miss Swan?” Domandò, con lo
sguardo divertito.
- Bene,
voleva giocare il ragazzo.
- “Direi
che sia un’idea perfetta, Mr. Cullen. Ma… che ore
sono.”
- “Le
dodici. Ora… cosa preferisce fare, Miss?”
- “Sono
a vostra disposizione.” Alzò un sopracciglio.
- Ma
quanto ero ridicola? Oh, Dio! Avrei voluto sprofondare!
- “Beh,
Alice esce da scuola alle quindici e trenta. Anche io, in
teoria. Mia madre finisce il turno alle sedici, e mio padre
oggi
lavora tutto il giorno. Che ne pensi di un pranzetto a casa
Cullen?”
- Soltanto
l’idea di mangiare a casa sua, io e
lui
da soli mi mandò fuori di testa.
- “Ottimo.
Spero che non cucinerai tu.” Cercai di smorzare
l’imbarazzo, facendogli una
linguaccia.
- “Hey,
io sono un cuoco provetto! E ti farò rimangiare tutto quello
che hai detto!” Mi
minacciò, puntandomi un dito contro.
- “Oh,
allora…”
Sorrisi, dirigendomi verso
l’uscita.
- Edward
intanto aveva messo sul bancone due sgabelli.
- “Vedrà,
miss Swan”, mi diede
un spintarella,
mentre ci dirigevamo verso la mia auto.
- Spensierati,
e davvero felici.
- Misi
una mano intorno alla mia gola, fingendo di morire strozzata.
- “Sei
una pessima attrice.”
- Alzai
un sopracciglio, guardando Edward mentre aspettava un mio verdetto.
- Eravamo
arrivati a casa Cullen dopo venti minuti buoni, e Edward si era
cimentato
subito nella cucina, bandendomi da essa.
- Ero
stata spedita nell’enorme salone, con il telecomando in mano
mentre facevo
zapping.
- Ed
ora eccoci qua, davanti a un piatto di gnocchi
alla gorgonzola. E a parte gli scherzi, erano davvero buoni.
- Ci
sapeva fare in cucina. Non quanto me, ma per essere un uomo era bravo.
- “Sono
davvero buoni.” Gli concessi dopo, addentando
un’altra porzione.
- “Buoni?”
I suoi occhi si sgranarono, mentre iniziava a mangiare anche lui.
“Sono
fantastici, squisiti… oh, Bella! Tu non sai proprio
giudicare.”
- Staccai
un pezzo di mollica dal pene, tirandogliela addosso.
- “Hey!”
Si finse offeso, lanciandomi l’ennesima occhiataccia di
quella giornata.
- Marinare la scuola con Edward
Cullen.
- Andare a prendere un
caffè con Edward
Cullen.
- Pranzare con Edward Cullen.
- E…
beh.
- Essere baciata da Edward
Cullen.
- Mi
sarei risvegliata, prima o poi? No, perché sembrava un
sogno.
- Un
sogno perfetto.
- “Allora.”
Esordì, tra un boccone e l’altro…
“Cosa farai oggi?”
- Del
tutto sorpresa da quella domanda cercai di rispondergli. Questa volta
non
omettendo nulla.
- “Beh…
sicuramente passerò da Jacob. Sai, dopo ieri dobbiamo ancora
chiarire molte cose. Poi
andrò da tuo padre.”
- Sbuffò,
ancora contrariato a quella mia folle
idea.
- Sicuramente
Charlie avrebbe approvato, quindi tanto valeva andare subito da
Carlisle.
- “Dio,
fa sì che non ti assuma!” Disse in tono scherzoso,
congiungendo le mani e
alzando gli occhi al cielo.
- “Sai
che non sarà così.” Presi
l’acqua dalla brocca, e me la versai nel bicchiere.
“E invece, tu che farai oggi?”
- “Studierò
lo stretto necessario prima di andare da Tanya. Poi andrò a
lavoro.”
- Smascherai
con pochi risultati il mio strozzamento.
Bene, ci mancava
l’ennesima figura da
idiota oggi.
- “Senti
Edward… che ne dici se ci teniamo per noi questa giornata? Ovvio, Alice sicuramente lo
vorrà sapere, ma non sono
sicura che per Jake sia lo stesso. Per non parlare di Tanya.”
- “Ti
stavo per dire la stessa cosa. Non che abbiamo dei segreti da
nascondere,
però…”
- “Sì,
sì. Lo so. Non ti preoccupare, la penso come te. A Forks le
voci girano, ed
anche troppo velocemente.”
- Finii
i miei gnocchi, e poi guardai il
grande orologio a muro.
- Erano
già le tre.
- “Edward…
io dovrei tornare a casa.”
- Bene, stavo scappando.
- “Sì,
okay.”
- E lui me lo lasciava fare.
- Mi
alzai, prendendo la giacca che avevo lasciato all’ingresso.
- “Sono
stata davvero bene.” Sorrisi, pensando a tutta quella
mattinata.
- Ma
a chi la davo a bere? Io non facevo altro che pensare a quel
bacio.
- Quel
bacio, di cui non avevamo più parlato.
- “Sì,
anch’io.”
- Mi
accompagnò alla porta, aspettando che uscissi.
- Due
passi, e mi voltai indietro.
- “Ci
vediamo domani mattina?”
- “Cosa?”
Domandò, inarcando le sopracciglia.
- “Oggi
non siamo andati a scuola, domani dobbiamo andare per forza.”
Precisai,
scrutandolo. Forse era stata una bella giornata anche per lui, ma che
non
voleva ripetere.
- “Certo.”
Sorrise, avvicinandosi per stamparmi un bacio sulla guancia.
“Buona giornata,
Bella.”
- “Buona
giornata, Edward.”
- Salii
sul pick up, misi in moto e me ne andai.
- Quando
uscii definitivamente dalla villa dei Cullen, scoppiai in un pianto
liberatorio.
- ____________
- Allora…
che
ne pensate?
- Non criticate
Bella, dopo tutta quella giornata era a pezzi.
- Passare
l’intera
mattinata con il tuo ragazzo dei sogni
che ti bacia, e poi lui ti viene a dire che il pomeriggio lo
passerà con la sua
fidanzata… beh, gli avrei dato talmente tanti d quegli
schiaffi!
- E
poi… perché
Edward si è comportato così? Lo scoprirete nel
prossimo capitolo, ma intanto
voglio sentire tutte le vostre opinioni :)
- Anche in
questo capitolo si è parlato di Emmett… poi
saprete tutto ùu
- Cercherò
di
aggiornare ogni settimana, ve lo prometto.
- Grazie mille
a tutte le lettrici, nuove e vecchie.
- Grazie,
grazie e ancora grazie :*