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Autore: Hikari93    17/05/2011    4 recensioni
Naruto è un ragazzino ricco, che si ritrova, quasi per puro caso in un locale niente male, soprattutto per quanto riguarda un cameriere moro dalla "doppia personalità". Niente di complicato, se vi va, leggetela.
Genere: Comico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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O DOBE, DOBE, PERCHE' SEI TU DOBE?


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La luce mi avvolge all’improvviso, ferendomi gli occhi socchiusi. Sia io che Sasuke siamo stesi a terra, l’uno sull’altro, dopo che il sottoscritto ha preso l’iniziativa. Stranamente, finora il teme è stato zitto, ma ammetto che la cosa mi preoccupa. Che si trattasse della quiete prima della tempesta? Sarei capace di affrontare quel turbine di eventi che si potrebbero susseguire? Ho paura di darmi una risposta. L’atmosfera è cambiata, il blackout è terminato: l’oscurità che ci circondava, simbolo della serenità del luogo, è stata sostituita da un bagliore forte, causato dal ritorno della corrente. Che questo stesse a significare una qualche imminente svolta?
Il moro è sopra di me ed è affannato. Avverto il suo respiro sul mio corpo, mentre i suoi capelli mi provocano un fastidioso, ma al tempo stesso desiderato, solletico. Sebbene volessi che questo momento non finisse mai, non posso che farmi coraggio e farlo rialzare.
Uno, due, tre… via. Tanto prima o poi dovrò affrontarlo.
-Ehm… teme?- Tuttavia l’approccio non è quello che desideravo, o meglio, nutrivo la speranza di poter ottenere qualcosa di meglio, qualcosa di serio. Chiudo gli occhi, attendendo il peggio.
Non odo alcuna risposta. Non so se spaventarmi maggiormente oppure tirare un sospiro di sollievo. Probabilmente si è assopito! D’altronde non saprei dire quanto tempo è passato da quando -arrossisco solo al ricordo- lo abbiamo fatto. Sarà stato per la gioia di non aver incontrato resistenza da parte sua, o per la foga del momento, ma ho decisamente perso la cognizione del tempo.
Secondi, minuti, ore… quando si sta bene non fa molta differenza.
Mi rendo perfettamente conto, però, di non poter continuare ad alienarmi dal mondo esterno e di considerare il tutto che mi circonda, come una realtà a sé stante e che non mi è appartenente. Dunque, armato di quanto più coraggio possibile, comincio a scuoterlo.
Il solo contatto tra la mia mano e la sua pelle calda, fa accelerare i battiti del mio cuore.
Tum, tum, tum… vuoi forse uscire dal petto?
-Sasuke?- Riprovo, sussurrandoglielo nell’orecchio che si trova ad una distanza quasi impercettibile dalle mie labbra. La voglia di baciarlo e di ripetere, di conseguenza, tutto quello che c’è stato prima, è forte, ma la consapevolezza che potrei essere in pericolo di vita se lo facessi, mi acquieta.
Mugugna, pronunciando qualcosa di indecifrabile, sebbene gli sia così vicino. E’ ora di chiudere gli occhi e di aspettare. Però spero che lui si ricordi che l’omicidio è un crimine.
Mano a mano mi sento più leggere, segno evidente che il moro si sta alzando.
-Dobe?- Eccolo, adesso è giunta la mia fine! Il suo tono non è nulla di rassicurante: mi sembra profonda, seria, irata. Quanto spero di sbagliarmi! Sollevo una palpebra, mostrando uno solo dei miei due occhi azzurro cielo. Mai, prima che lo conoscessi, quel colore era stato tanto scuro.
Restai a guardarlo, incapace di proferire qualsiasi parola.
Avrei voluto urlagli contro uno scusa, nonostante servisse a ben poco.
Avrei voluto darmi dello stupido davanti ai suoi occhi, per fargli capire quant’ero pentito del mio gesto, anche se, in realtà, sarei pronto a rifarlo.
Sarei stato capace persino di inginocchiarmi ai suoi piedi, di promettere qualcosa di assurdo pur di ottenere il suo perdono. Umiliarsi per amore? Prima d’ora non avevo nemmeno mai considerato questa opzione. Quante cose cambiano quando si sente il cuore battere forte innanzi alla voce, alla figura o ad un qualche cosa che ricordi la persona amata. Ma è amore vero quello scaturito da un colpo di fulmine? Perché questo è stato col teme. Non vorrei mai che lui percepisse il mio sentimento come ridicolo o infondato soltanto perché l’ho provato non appena l’ho visto.
Nemmeno lui parla ed io, dal canto mio, non riesco più a tenere puntate le mie iridi brillanti -perché, intanto, avevo spalancato anche l’altro occhio, abbandonando l’aspetto da cucciolo ferito- per cui giro la testa di lato, sentendo le guance farsi rosse dalla vergogna.
-Ti sei pentito, vero?- Mi dice, senza nascondere una punta di ironia. -Se ho capito bene come sei fatto, stai pensando proprio questo.- Un mezzo ghigno gli si dipinge sul volto. Almeno qualcosa di positivo c’è: non mi ha ancora urlato contro o sferratomi un pugno.
Decido di non rispondere, di serrare le labbra, perché non voglio ammettere che ha ragione. Nutro per lui un sentimento che va aldilà della semplice amicizia, ma, chissà per che, non mi piace dovergli dare ragione. E’ una cosa che non sopporto! In genere è sempre orribile dover ammettere di essere dalla parte del torto, ma con Sasuke questa sensazione è centuplicata.
Lui partecipa al mio silenzio per alcuni istanti, per poi proseguire, rivolto più a sé stesso che a me: -E’ come dicevo io, dobe.-
Un pensiero terribile scatta dentro di me: avverto una paura crescere, la paura di poterlo perdere. Quel suo tono da saccente, quell’espressione accigliata, insomma, tutto di lui mi suggerisce di dover fare qualcosa, di dover agire in modo diverso perché altrimenti potrei vederlo uscire da quella porta e non tornare mai più. Purtroppo, Sasuke, sei diventato troppo importante per me, perciò non puoi sperare che io ti lasci andare così, senza reagire. Cerco di formulare, repentinamente, una specie di scusa, o per meglio dire, di spiegargli i miei sentimenti per quelli che sono, anche se non è facile esprimere a parole quello che si sente quando si è innamorati.
Mi ha dato le spalle. Lo guardo mentre si riveste, indossando dei miei vestiti che, dato che sicuramente me li restituirà, non vorrei diventassero il mio suo unico ricordo.
-Teme!- Mi alzo di scatto, afferrandolo per un braccio e stringendo quest’ultimo forte. Per tutta risposta, l’Uchiha si volta, fissandomi con quegli occhi pieni di in espressione. –Vuoi andartene, vero? Sei arrabbiato con me per quello che ho fatto.- Segue un istante di silenzio, silenzio carico di significato. Il moro, evidentemente pensando che io abbia finito, tenta di replicare ma io, prontamente, lo fermo, tappandogli la bocca. -Aspetta, fammi continuare.- Gli intimo. -Era già successo e ricordo cosa mi facesti.- Dichiarai, mostrandogli un livido che ancora era visibile sotto i capelli biondi. -Ma stavolta non sarà come in passato, non ho la minima intenzione di chiederti scusa, perché non c’è niente che tu debba perdonarmi. Ti sembrerà strano, lo so -del resto anche per me è lo stesso- ma io non ho fatto altro che seguire il mio cuore, i miei sentimenti. L’unica cosa che puoi imputarmi è di averlo fatto nel modo sbagliato, in una maniera che, sapevo, a te non piace. Non ti dico questo per ricevere le tue scuse, ma voglio che tu sappia che è la prima volta che quando osservo una persona mi sento così impacciato e stupido. Anche se ti ho conosciuto da poco, mi sento legato a te in un modo indissolubile, come se fossimo una cosa sola.- Ormai ero più rosso di un peperone. Non era facile fare uscire fuori tutto quel fiume di parole e, inoltre, gesticolavo maledettamente con l’unico braccio che mi rimaneva libero, perdendo, forse, quel minimo di credibilità che con la mia stupida, semi-dichiarazione sdolcinata era andata a farsi friggere. Caspita non sono bravo con le parole e dire che sto andando in panico è poco! Tutto ciò che mi esce da bocca mi sempre maledettamente stupido e infantile, oltre che impossibile da  credere.
Non mi aspetto altro che un ghigno di sdegno da parte sua però, nell’attesa che ciò si verifichi, non posso non dar voce anche agli altri pensieri che mi assillano: -Sono stato egoista, ho pensato solo a me stesso. Avevo provato ad avere la tua fiducia e, in un modo o nell’altro, forse ci stavo riuscendo. Ma io sono bravo solo a sprecare le occasioni che la vita mi offre. Ma che colpa ne ho se mi sono innam…-
-Smettila, dobe, sei ridicolo!- Urla, fermando addirittura le prima lacrime che cominciavano ad uscire. Purtroppo avevo visto giusto: tra noi non può esserci nulla.
 
Fastidio. Non riesco a provare altro che fastidio.
Il biondo blatera, sputando parole su parole: frasi che mi irritano, alle quali non sono capace di dare un senso. Odio com’è fatto: perché si fa tanti problemi che non lo riguardano? Perché non mi lascia in pace? Perché, anche se se ne andasse, so che lo cercherei? La sua petulanza mi è diventata indispensabile, e questa è una sensazione che non posso spiegarmi.
Ha abbassato lo sguardo, gli occhi sono tristi… ed io odio vederli così. E’ già la seconda volta che mi si presenta davanti un’immagine del genere e, ora come allora, vorrei non trovarmela innanzi.
“Stupido, dobe, non piangere” Vorrei gridargli, ma resto muto, ad ascoltare fino in fondo quello che vuole dirmi. Perché non riesco a dichiarargli che quello che ha fatto non l’ho considerato tanto grave? Forse perché, dopo averne dette tante a proposito, non voglio perdere quel velo di perfezione e di intangibilità che mi sono costruito.
E perché, poi, non ammetto -sia a me stesso che a lui- che non ho trovato il suo tocco possessivo e che ho fatto, erroneamente, di tutta l’erba un fascio solo e che, inoltre, con i suoi gesti, con le sue carezze, mi ha trasmesso tutto l’affetto e tutto il sentimento che prova? Il punto è sempre quello precedente: l’orgoglio.
Figuriamoci, dunque, come potrei svelargli di averlo pensato spesso da quando l’ho incontrato per la prima volta, di aver percepito, quella notte, un feeling speciale con lui. Nessuno, infatti, aveva mai indagato tanto a fondo nel mio passato, ed è stato questo che mi ha colpito del dobe: caparbio e sincero. Forse devo ricredermi su alcune frasi che gli ho detto in precedenza.
Si sta dando dell’egoista e dell’insensibile, quando, in verità, sono io a corrispondere a queste caratteristiche. Non voglio più sentire la sua voce, voglio che stia zitto! Il suo tono è rotto, talvolta, da singulti più o meno forti e tutto questo a causa del mio essere tremendamente caparbio.
Per questo urlo, ordinandogli di tacere: -Smettila, dobe, sei ridicolo.-
Di certo non sono le parole migliori da usare, ma io sono fatto così.
Lui mi osserva avvilito, come se fosse stato colpito ed affondato dalle mie parole, come se queste fossero diventate all’improvviso, come delle lame taglienti, capaci di lacerare l’anima.
Accenna ad un lieve sorriso, per poi asciugarsi le lacrime. Ma più ne asciuga e più ne cadono.
-Sapevo avresti detto così.- Ammette,inarcando le labbra a formare un ghigno sghembo. -Anzi, mi sorprende che tu sia resistito tanto.- Continua, ridendo malinconico.
-Sei uno stupido.- Ribadisco, a testa bassa.
-Senti chi parla.- Esordisce l’Uzumaki, mostrandosi spavaldo, ma senza riuscire nel suo patetico intento. Come uscirne da questa situazione? Che fosse giunto il momento di dichiarami a mia volta? No, non sarebbe da me. Magari è meglio farsi passare tutto addosso e terminare lì quell’insulsa amicizia. Anche perché con entrambi in queste condizioni –lui più di me- non è possibile restare amici.
-Usciamo?- Chiede lui, immobile al suo posto.
Avevo quasi dimenticato che la luce era tornata e che, di conseguenza, tutto il complesso meccanismo che aveva sbarrato le porte, era sparito, rendendo libera l’uscita. Tuttavia nella mia mente, adesso, alberga soltanto quell’”usciamo”, al quale tanto vorrei oppormi.
Uno scatto d’orgoglio per una volta?
Ho perso molto nella mia vita, non voglio perdere anche lui. Ovviamente non glielo direi mai così.
-Credo che dovremmo chiarire.- Rispondo, non credendo nemmeno io a quanto ho appena detto.
L’altro è incredulo e, infatti, ha sbarrato gli occhioni azzurri, che riflettono un misto di preoccupazione e felicità. Chissà che cosa pensa…
Gli impedisco di parlare, come ha fatto prima con me, alzando l’indice vicino alle sue labbra.
-Tu sei un babbeo.- Comincio, cercando le parole che più mi rispecchiano per dirgli che, in pratica, anch’io provo -o almeno penso di provare- i suoi stessi sentimenti. -Ma insieme a te, è certo che non mi sentirò mai inferiore. Dovrò solo stare attento ad inevitabili brutte figure, quando usciremo di casa, ma cercherò di sopportare.-
Naruto Uzumaki è ufficialmente azzittito e sul suo viso non c’è spazio ad altro se non che un’espressione da ebete totale, da vero dobe qual è.
-Faccio bene a chiamarti dobe.- Concludo, prima di stampargli un bacio sulle labbra per fargli capire quello che intendevo esprimere a parole. E dire che ho fatto tanto per organizzare un discorso “per bene”. Tuttavia quando si ha a che fare con i “dobe” bisogna sempre essere diretti.
Altrimenti perché si chiamerebbe dobe?


 



 
 
Coraggio, linciatemi! So che volete farlo! ç__ç
Ho reso Naruto uno dei più frignoni dell’intero gloco e Sasuke… beh Sasuke è super mega ultra OOC!!!! TT^TT
Chiedo perdono, perdono! *si prepara a ricevere tutte recensioni negative*
*sigh*
Chiedo venia, per favore, siate buoni! ç__________ç
 
ANGOLINO PUBBLICITA’
 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=609605&i=1
Ovvero, la mia SasuNaru, scritta per consolarmi di un quattro in fisica (brillantemente recuperato con un sette! >w<)
 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=686542&i=1
E’ partita come una raccolta ma, per mancanza di idee, è formata da due sole fic!
 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=701403&i=1
Scritta a Pasqua 8sì, è passata da molto >///>)
 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=714250&i=1
Minato e un pucciosissimo Nacchan? Qui.
 
 
Un’ultima cosa! Sono stata molto felice che, dopo l’ultimo chappy, ben 5 persone hanno messo la fic tra le preferite! *^*
Grazie mille, per me è tantissimo!!!! 

 

   
 
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