20/05/2011
5 recensioniL’hai fatta a te stesso, quando avevi dieci anni.
Nel momento esatto in cui lei accettò di esserti amica, ti rendesti conto di una cosa.
La tua vita, ora, dipendeva da lei.
Eri drogato di quegli occhi verdi, belli da far paura.
Solo per averne un assaggio nei tuoi avresti distrutto il mondo.
Ti promettesti di amare quegli occhi sempre e per sempre.
Chiunque li avesse fatti colmare di lacrime sarebbe dovuto morire.
Ti sei detto che li avresti protetti, che li avresti fatti tuoi.
Bugie, bugie, bugie.
Bugie raccontate da un bambino ad un uomo adulto che era nato con te.
Bugie raccontate a quegli stessi occhi.
Eppure, hai mantenuto fede alla tua promessa.
In parte.
Hai fatto l’errore più grande della tua vita.
Eppure, per te, quegli occhi non si sono riempiti di lacrime, ma di disprezzo.
Il disprezzo era peggio delle lacrime.
Il disprezzo era vivo, presente. Ti annullava, però, prendendo forza da te.
Più era forte lui, più smettevi di esistere tu.
Hai creduto che questa fosse la tua punizione per averli fatti riempire di disprezzo e di rabbia: sopravviverle, vivere una vita di rimorsi.
Sarebbe stato inutile dire, urlare alla sua tomba che era colpa tutta colpa tua, che saresti voluto morire tu.
Sarebbe stato inutile, ma l’avresti fatto lo stesso se il dolore non ti avesse fermato e paralizzato.
Persino la terra che la ricopriva era in qualche modo più degna di te.
Ora, anni dopo, quasi diciotto, stai per morire.
Incontri i suoi occhi, eredità lasciata al mondo.
Osi sperare, egoisticamente e infantilmente, che si tratti di un’eredità lasciata a te per darti la possibilità di riparare.
Hai fallito di nuovo, si sono riempiti di disprezzo per tanti e tanti anni.
Ma ora, forse finalmente, sono pieni di lacrime.
Lacrime orgogliose, che si rifiutano di scendere e di essere riconosciute.
Ma tu le vedi.
Ti sei allenato per anni a vederle, a cercarle.
Puoi morire, ora.