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Autore: Nisi    21/02/2006    12 recensioni
Ed ora, cari lettori, se questa fosse stata una fanfic normale, Remus mi avrebbe dovuto baciare e poi musica di violini e roselline dappertutto. Ma invece questo è stato solo l’inizio di un lungo incubo. Voglio dire, come si può pretendere che una Metamorfomagus impiastra come la sottoscritta organizzi il suo matrimonio?
Ma infatti non lo ha preteso nessuno… e mi hanno affibbiato quella lagna francese per aiutarmi. Ho il forte sospetto che in realtà Ginny volesse sbarazzarsi di lei.
SPOILERINI DEL SESTO LIBRO!!!!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fleur Delacour, Nimphadora Tonks, Remus Lupin
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Sono una strega che ha tanti difetti, oltre alla mia più che proverbiale goffaggine; non mi limito a ridurre in briciole tutto ciò che è fragile e che ha la cattiva ventura di incrociare la mia strada, ma sono anche piuttosto maldestra nei miei rapporti umani.

Forse l’unica persona con la quale mi senta realmente a mio agio è Remus.

Non perché sia il mio fidanzato; anzi sì, ma non completamente.

Vedete? Mi sto ingarbugliando anche adesso.

Anche con i miei genitori non mi trovo sempre a mio agio.

No, non fraintendete sono delle persone adorabili e voglio loro tanto bene; però mio padre, Ted, è un babbano e non capisce cosa voglia dire essere maga. D’altra parte, mia madre, Andromeda, non ha la benché minima idea di cosa significhi essere babbana.

Ci ho pensato molte volte e forse il mio essere così goffa dipende dal miscuglio di sangue babbano e magico che fa a botte nelle mie vene.

Non ho idea del perché, però ci convivo.

Beh, quello che volevo dire è che comunque, nonostante i miei difetti, sono una strega che mantiene la parola data e che si fa punto d’onore nel mantenere gli impegni che prende.

Sono rimasta sola nella camera di Percy e sto pensando all’approccio che dovrei avere con Ginny: credo che la cosa migliore sia andare da lei ed offrirle il mio aiuto, oltre al mio sostegno morale. Dopo tutto, è passato solo un mese da quando Harry l’ha lasciata e credo che le ci vorrà ancora parecchio tempo per superare questo momentaccio. Questo lo so per esperienza personale: io ho continuato a piangere come un vitello sulla spalla di Molly per quasi un anno intero!

La mia memoria mi riporta indietro nel tempo, quando vedevo quegli interminabili film d’amore a casa di nonna Tonks.

In genere, quando qualcuno piangeva o si disperava, arrivava sempre l’amico, l’amante, la mamma, il papà, la zia a consolarlo.

Di solito, la scena si concludeva in uno stretto abbraccio. Il povero afflitto scoppiava a piangere mentre l’altro lo stringeva e garantiva che d’ora in poi sarebbe andato tutto bene.

Non posso però dire a Ginny Weasley che va tutto bene; non posso insultare così la sua intelligenza. Sarebbe una bugia.

Non possiedo la dote della divinazione e non sono in grado di prometterle che Harry tornerà tra le sue braccia sano e salvo dopo aver dato a Chi-Sapete-Voi quello che si merita.

Le starò vicino. L’abbraccerò.

In fondo, capisco quello che sta provando perché anche io ci sono passata; solo che per lei è ancora più difficile: il mio unico ostacolo era la testardaggine di Remus (dite poco!), ma contro la sua felicità c’è Chi-Sapete-Voi ed uno stuolo di Mangiamorte, nei quali milita la mia ben poco adorata zietta Bella. Zietta che l’ultima volta che ho incontrato ha fatto fuori mio cugino e spedito me al Saint Mungo.

Mi alzo, mi guardo allo specchio e noto che i miei capelli sono diventati di un viola cupo.

Sempre, quando sono preoccupata.

Chiudo la porta alle mie spalle e scendo in soggiorno dove mi accoglie una calma innaturale.

Tutti i Weasley presenti in casa sono seduti al tavolo e reggono tra le mani dei mugs di thè bollente.

Sorrido appena: il thè per noi inglesi è la panacea di tutti i nostri mali.

E qualche volta funziona. Con almeno quattro cucchiaini di zucchero, nel mio caso.

Mi correggo: tutti i Weasley sono lì tranne Ginny.

Nessuno sembra essersi accorto del mio arrivo, per cui mi schiarisco la voce.

“Ehm.”

Le cinque persone sedute al tavolo alzano gli occhi e mi guardano in attesa.

“Ehm” mi schiarisco ancora la voce. “Sapete dov’è Ginny?”

Molly sorride sollevata: “Cara Tonks, è in giardino.”

Io annuisco, cercando di sembrare certa di quello che devo fare: “Vado da lei.”

Il sole che brilla nel cielo azzurro di luglio mi sembra una presa in giro: una bella coltre di nebbia spessa sarebbe molto più adatta all’umore che regna quest’oggi alla Tana.

Un gruppo rock babbano cantava: “Non si può sempre avere quello che si vuole.”

Devo dire che avevano proprio ragione.

Potrebbe diventare lo slogan delle nostre vite.

Ginny è seduta ai piedi della quercia e precisamente su una grossa radice che sbuca dal terreno.

Mi avvicino, la guardo in faccia e vedo che non sta piangendo.

Meno male, è già qualcosa.

“Ciao, posso sedermi?” esordisco dopo essermi schiarita la voce per l’ennesima volta.

“Per me…” fa spallucce e risponde con indifferenza.

Mi siedo vicino a lei rischiando di inciampare nei miei piedi.

Non le chiedo come va perché tanto lo so.

La guardo ed aspetto che sia lei a dirmi qualcosa.

“Chi è stato?” mi domanda con voce tremante, ma decisa.

“Scusa? Chi è stato a far cosa?” faccio la finta tonta anche se credo di capire a cosa si stia riferendo.

“A mandarti qui da me.” risponde con lo sguardo fisso su una formica che si sta arrampicando sul suo polpaccio.

Non è più una bambina, per cui le rispondo sinceramente. Anche perché dirle una bugia sarebbe inutile.

“Charlie. E’ venuto lui a chiedermi di starti vicina.”

Lei fa cenno di sì con la testa. “Perché lo ha domandato proprio a te?” mi lancia uno sguardo interrogativo.

“Perché sono una strega come te. Perché non sono tua madre… e perché anche io sono stata scaricata.”

Ginny storce la bocca in una smorfia sarcastica. “Sempre diplomatico, mio fratello.” osserva quasi distrattamente mentre scaccia con l’indice la formica che sta per infilarlesi sotto la gonna.

“Lo so, lo conosco Charlie.” ridacchio io.

Ginny non sta bene, ma almeno è tranquilla. Goffamente, mi tiro in piedi: “Senti, Gin, mi hanno detto di starti vicina ed ho intenzione di farlo. Ecco, non mi piacciono i giri di parole. Se hai bisogno di me, se hai voglia di parlare… o di maledire qualcuno, vieni pure da me. Non sarò il massimo, ma questo Metamorfomagus è ai tuoi ordini.” concludo mentre mi inchino scherzosamente davanti a lei.

Mi rialzo e vedo che Ginny ha uno sguardo strano: “E’ vero, sei una Metamorfomagus…” mormora a mezza bocca mentre si alza e si avvicina a me.

Con una forza inaspettata, mi afferra di sorpresa i polsi.

“Sei al mio servizio, Tonks?” mormora con una voce strana.

Io la guardo perplessa: “Beh, se hai bisogno…”

Si sta mordendo forte il labbro ed i suoi occhi castani sono spalancati per lo sforzo di non piangere.

“Tonks… per favore…” mormora con voce rotta. “Trasformati in Harry!”

“Cosa? Gin! Cosa stai dicendo? Io non posso.”

“Per favore, Tonks, solo per un attimo… io voglio vederlo ancora una volta.”

“Gin, io…”

“Tonks, ti prego…”

Nei suoi occhi vedo le lacrime che rischiano di scorrere ancora a fiumi. Non sopporto le persone che piangono. Mi fanno sentire impotente.

“Io non mi sono mai trasformata in un ragazzo…”

“Provaci, Tonks!” ora le trema anche il labbro.

Chiudo gli occhi e mi concentro sulla fisionomia di Harry Potter.

Sento il mio petto che si appiattisce (non facciamo dell’ironia sulle mie misure, per favore!), sulla mia gola spunta un pomo d’Adamo e le mie membra cambiano forma. Le mie mani affusolate diventano quelle grandi di un giovane uomo.

Quando riapro gli occhi, guardo Ginny con un sorriso timido: “Mi spiace, gli occhiali non ce li ho.”

Non faccio a tempo a concludere la frase che Ginny mi butta le braccia al collo.

Al colmo dell’imbarazzo, la abbraccio a mia volta.

Sono a disagio: lei si è proprio appiccicata a me e sento il suo seno appiattirsi contro il mio petto.

Ha un buon profumo dolce, Ginny.

Un calore inaspettato parte dal mio ventre, facendomi sentire ancora più fuori posto.

Sento le sue labbra sul mio collo e lei che sussurra: “Harry, amore mio…”

Il mio corpo reagisce a quel contatto così intimo in maniera totalmente inaspettata e mi stacco da lei come se mi avesse scottato ed in un certo senso è proprio così.

Riprendo le mie solite sembianze in tutta fretta.

Ginny ha una mano sulla bocca e mi guarda sconvolta, le guance arrossate: “Tonks, scusami… io…”

Io agito le mani forsennatamente davanti a me: “N…no, Gin. Non ti preoccupare. Ora devo andare a Grimmauld Place. Remus mi sta aspettando. Ci vediamo!”

E scompaio dalla sua vista.

Atterro nel Quartier Generale dell’ordine, sfortunatamente davanti al ritratto della adorabile Signora Black, la quale comincia a strepitare, oltraggiata: “Feccia del mondo magico! Putrido risultato di un’orribile sozzura. Sangue di fango (in inglese mezzosangue si dice Mudblood. Sangue di fango, appunto. NdA), scherzo della natura!”

All’improvviso, le tendine si chiudono sul quel viso stravolto dall’ira.

Mi giro.

E’ Remus. Meno male, sia ringraziato Merlino.

Mi butto tra le sue braccia con più entusiasmo del solito.

E’ vergognoso quello che sto facendo: sto monitorando le sensazioni del mio corpo contro il suo. Mi struscio contro di lui e sospiro sollevata quando avverto la familiare tensione alla bocca dello stomaco che provo sempre quando ho voglia di lui.

Almeno in questo sono normale.

Mi guarda sorridendo: “Che bel saluto!” mi bacia teneramente sulla punta del naso. “Mi spiace, cara, ma oggi sono un po’ fuori forma…”

Già, fra un paio di giorni c’è la luna piena.

“Non importa, Remus…”

Lui mi guarda, interrogativo, poi senza parlare mi porta verso il divano del soggiorno che ha visto sicuramente tempi migliori. Si siede, mi fa sdraiare e mi costringe dolcemente ad appoggiare la mia testa sulle sue ginocchia.

Con una punta di rimorso penso di dover essere io a coccolare lui.

Comincia ad accarezzarmi i capelli. Io gli sorrido e lui continua fino a che mi rilasso a tal punto che mi addormento.

* * *

E’ passata una decina di giorni, da quel pomeriggio.

Io non sono più andata alla Tana perché non me la sono sentita. Molto probabilmente, Charlie e tutta la famiglia si saranno chiesti che cosa sia successo e perché non mi sono più fatta vedere.

Non ho dovuto fare molta fatica per imbastire una scusa da raccontare al momento opportuno: in questi giorni i turni di sorveglianza all’Ordine sono massacranti ed il Ministero ha dato l’allerta a tutti gli Auror, sottoponendoci a parecchio lavoro extra.

Vedo Remus solo perché lui sta a Grimmauld Place e credo che i Weasley si trasferiranno in blocco da qui a pochi giorni.

Inutile dire che la prospettiva non mi rende tanto felice, soprattutto dopo la scena con Ginny.

L’imbarazzo è scemato, ma non credo mi sentirei totalmente a mio agio tra di loro. Non sono brava a nascondere le cose e penso che si possa notare il mio imbarazzo nei confronti di Ginny. Non ce l’ho con lei, ma le reazioni che mi ha causato non mi sono piaciute.

Poveretta, però!

Entro in casa facendo caracollare il porta ombrelli. Mi fermo pazientemente a raccoglierlo, nonostante il mio desiderio feroce di un lungo bagno.

Tre turni di fila, poco tempo per mangiare, niente sonno, niente riposo né tanto meno tempo da passare con Remus.

Stasera tutto quello che voglio è stare un po’ con lui.

Entro in cucina e vedo che sta leggendo una lettera.

Io prendo la rincorsa e gli balzo in braccio: “Yuppyyyyy!”

Remus fa cadere la lettera e mi afferra: le mie gambe sono attorno alla sua vita e le sue mani sul mio didietro.

Tanto per cambiare, entra la McGranitt che non ci degna di uno sguardo; tuttavia commenta asciutta: “Vedo che siamo già a questioni di fondo.” mentre una tazza ed una teiera levitano nell’aria dirigendosi verso di lei.

Remus mi lascia andare con una espressione impassibile e raccoglie da terra la lettera, mentre per l’ennesima volta nella mia vita, vorrei sprofondare nelle viscere della terra.

Appollaiato allo schienale della sedia c’è il piccolo gufo degli Weasley.

“Tonks, stasera abbiamo un invito. Bill e Fleur sono tornati dal viaggio di nozze e Molly vuole dare una cena di bentornato.”

Accenno un sorrisino sbilenco. Proprio quello che ci voleva per mandare a monte il mio progetto di una serata romantica.

Vista la mia stanchezza e quella di Remus (è appena passato il plenilunio), molto probabilmente la nostra serata si sarebbe limitata a metterci a letto e a crollare secchi come ciocchi; comunque, mi costa rinunciarci, soprattutto per incontrare:

• La ragazza che ha cercato di sedurmi;

• La famiglia che si aspetta che consoli la ragazza di cui sopra;

• Una delle ragazze meno simpatiche e più diverse da me che io conosca (Fleur!)

Il gioco non vale la candela, si dice nel mondo babbano.

La prospettiva del bagno con i miei sali da bagno preferiti si allontana mentre opto per una doccia veloce.

Venti minuti dopo sono ancora a pianterreno, dove trovo Remus che mi aspetta.

“Sei pronta, Tonks?”

“Certo!” mento con una nonchalance che non sapevo di possedere.

Un momento dopo, io e Remus ci volatilizziamo in un turbine.

* * *

Dite la verità, non ve lo aspettavate uno scenario yuri?

Ho pensato di approfittare della Metamorfomagità di Tonks per creare un po’ di scompiglio.

Spero non sia stato eccessivo!

Vi ricordo della possibilità di contattarmi a questo indirizzo: nisi_corvonero@yahoo.it. Se lo farete, verrete inseriti in una mailing list e verrete informati di tutti gli aggiornamenti delle mie storie.

Comunque, grazie a tutti per aver letto e recensito e spero che questa storia continui a piacervi.

Miyu92: dicevi povera Ginny nello scorso capitolo, bella. Ed in questo? Che sadica che sono!

Merope: Ciao mammina di Tom. Ne sono assolutamente lusingata, spero di meritarmelo. Comunque mi ha fatto un sacco piacere che tu abbia messo questa storia tra i preferiti.

Suzako: Che bello sapere che tutti i giorni vieni a vedere se ho aggiornato. Mi correggo: Che pazienza. Questo capitolo è un pochino più lungo? C’è un po’ di Remus. Però ti prometto che si vedrà di più in seguito. Per Ginny, penso di aver soddisfatto un po’ la tua curiosità.

Thilwen: Ci credi che tutte le volte che vedo una tua recensione, vado in brodo di giuggiole? Evviva, grazie mille. Sinceramente, a livello personale penso che i Weasley non siano poi ‘sti santerelli del Paradiso: Ron è scemo, Fred e George due disgraziati, Ginny una Mary Sue, Bill (bello!) un tombeur de femmes, Percy è da dimenticare. Devo trovare qualcosa su Charlie! Che carino: In bocca al Lupin!

Varekai: tu adori la mia storia? Io adoro te perché mi fai tutti questi complimenti. ahahaha.

L-fy. Tesorino di una Elfie cara… Menzionare te, Fred, le scope ed uno stanzino imboscato nello stesso discorso fa tirare delle conclusioni fin troppo ovvie. Senti, spiegami un po’, ma perché tutte le volte che ci scambiamo le recensioni finiamo per parlare di cibo e di uomini stuprabili. Bah! L’ironia è completa se pensi che siamo entrambe della Vergine, ciccina cara. Un bacio e un abbraccio stritoloso, al solito. Per il sacco a pelo, mi sto attrezzando.

Lenne88: Grazie per la recensione… hai visto che ho parlato di Ginnina piccolina?

Chloe90: Che bello trovarti anche qui, Chloe! Anche a me piace creare scompiglio. Si vede, vero? Grazie per la doppia recensione!

Maho: io sono per la fuga dei tre da farsi durante la notte. Secondo te, Molly Weasley li lascia andare alla ricerca del cattivone? Prova un po’ a pensarci, Maho! Anche io spero che Ron ed Hermione si sbrighino, non le reggo più le scenate di gelosia di Ron. Anche se devo ammettere che Krum mi piaceva parecchio (ho il trip delle scene romantiche ai balli, non so se lo hai capito). Sono perdutamente innamorata di Andrè e Leonid (che è diventato lo sfondo del mio computer a casa). Che uomini!

Kurumi: Piacere di conoscerti! I personaggi OOC? Ti ringrazio per avermelo segnalato, vedrò di starci più attenta. Però sono contenta di averti fatto ridere.

Ciao a tutti, statemi bene!

Nisi

   
 
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