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Autore: crazyhorse    25/05/2011    1 recensioni
Questa storia vuole essere un modestissimo omaggio alla serie Firefly, piccolo capolavoro della tv scomparso prematuramente. Siamo nel 2518, l'umanità ha conquistato tutto l'universo e il Capitano Malcom Reynolds è sempre alla ricerca di lavori più o meno legali da compiere con la sua astronave, la Serenity, ed il suo equipaggio.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SPACE TRUCKING 1 I personaggi di Firefly appartengono a Joss Whedon. E' mio solo il personaggio di Morgan, che ho inventato.

SPACE TRUCKING (1) 

Persephone, anno 2518

Persephone non era decisamente il pianeta preferito del Capitano Malcom Reynolds; il suo difetto principale era l'eccessiva presenza di truppe dell'Alleanza che controllavano ogni granello di sabbia che attraccava al porto, e questo poteva essere un problema se gli affari che dovevi concludere non sempre erano legali, come spesso capitava a lui ed al suo equipaggio. Purtroppo, però, uno dei suoi clienti migliori era proprio di Persephone. Il Dottor Mitch Taylor, primario di cardiochirurgia atomica dell'Ospedale Centrale di Persephone, era il fulcro del commercio illegale di cioccolato di tutto il pianeta. Questo, dal punto di vista del Capitano Reynolds, equivaleva ad un sacco di lavoro sicuro e ben pagato, quindi al diavolo le truppe dell'Alleanza. In effetti Persephone ed il porto della Capitale in particolare, avevano anche un vantaggio: erano un inferno; quotidianamente attraccavano e partivano quantità enormi di astronavi che svolgevano ogni sorta di affari, dal commercio al trasporto di persone e diplomatici, quindi bastava un pizzico di astuzia (qualità che non mancava certo al Capitano Reynolds) per mimetizzarsi in quella varia e colorita fauna astroportuale.
Quella mattina il Capitano Reynolds e la sua vice, Zoe Washbourne, stavano facendo ritorno alla nave dopo aver consegnato l'ennesima partita di cioccolato di contrabbando, che per inciso era stata rubata dalle scorte dell'Alleanza destinate al Governo Centrale. Con un sorrsiso soddisfatto sul volto dai lineamenti decisi, il Capitano si sentiva come un moderno Robin Hood. In effetti il cioccolato rubato ai ricchi e spregiudicati governanti non sarebbe certo servito per sfamare i poveri di qualche galassia, ma i soldi che lui aveva in tasca in quel momento sarebbero serviti a lui per mantenere la Serenity ed il suo equipaggio per un bel po' di tempo, quindi sì, per il Capitano quello era sufficiente per sentirsi un po' come Robin Hood.
Il suo sorriso si illuminò ancora di più quando, seduto di fianco a Zoe sul loro quad  scorse, a qualche metro da loro, la Serenity, la sua astronave. Nave da trasporto a medio raggio appartenente alla classe Firefly, la Serenity era il suo orgoglio. Dopo la guerra, conclusasi circa cinque anni prima e durante la quale lui e Zoe aveva combattuto contro l'Alleanza e quindi perso,  la Serenity gli aveva permesso di ricostruirsi una vita decente. Nonostante si trattasse di una vita senza fissa dimora, al Capitano Reynolds piaceva; anche perchè una fissa dimora avrebbe voluto dire una vita forse neanche dignitosa su una qualche luna dimenticata da Dio e da tutti dove gli abitanti tiravano a campare grazie agli scarti lasciati loro dalla bontà di cuore di prepotenti ed arroganti signorotti che l'Alleanza aveva messo a tiranneggiare. Anche per questo odiava l'Alleanza. Dopo la fine della guerra la società interstellare era degenerata a livelli feudali, dove la contrapposizione fra ricchi e poveri era più che evidente. Per questo lui non si faceva neanche troppi problemi a dimostrare la sua avversione verso il nuovo governo centrale, rubando all'Alleanza ogni volta che era necessario ed indossando la giacca marrone tipica di chi aveva combattuto la guerra civile fra le linee dell'Indipendenza.
La Serenity gli piaceva tutta, dentro e fuori. Quella sua forma che richiamava quella di una lucciola la rendeva viva, e, quando nel buio dell'aperto spazio il suo motore girava luminescente,  al Capitano sembrava che avesse addirittura dei sentimenti. Era dotata di due shuttle a corto raggio, uno dei quali era affittato ad Inara, un'accompagnatrice. Un brivido corse lungo la schiena di Mal quando il dolce viso di Inara incorniciato da una cascata di ricci neri si disegnò nella sua mente.
Dentro, poi, la Serenity era perfetta. Aveva innumerevoli e provvidenziali scomparti segreti che lui puntualmente utilizzava per nascondere la merce contrabbandata e che nessuno, nemmeno le più furbe guardie dell'Alleanza, sarebbero riuscite a scovare anche avessero avuto un intero secolo a disposizione per cercarli. C'era un intero ponte destinato agli alloggiamenti dell'equipaggio, ma c'erano anche, in un'altra zona, alcune cabine supplementari. Questo si traduceva nella possibilità di trasportare anche passeggeri, cioè altri soldi. La sala macchine era un portento; ormai aveva perso il conto delle volte in cui i  rombanti e veloci motori della Serenity gli avevano salvato la vita. Ok, parte del merito andava anche a Wash, il talentuoso e pazzo pilota nonchè matito di Zoe, e a Kaylee, dinamica ed efficiente meccanico che parlava letteralmente con ogni singolo bullone della Serenity. Senza poi menzionare i due impareggiabili reattori che permettevano alla nave non solo di decollare ed atterrare in verticale, ma la rendevano estremamente maneggevole durante i bruschi cambiamenti di rotta che i fenomenali Wash e Kaylee dovevano effettuare quando la Serenity era inseguita dalle astronavi dell'Alleanza o degli spietati pirati dello spazio, i Reavers.
Ma la cosa che amava di più della sua nave era la cucina/sala da pranzo. Se la sala dei comandi era il cervello della Serenity e la sala macchine ne era il cuore pulsante, la sala da pranzo era il suo cuore emotivo. Quando l'equipaggio si riuniva in quella stanza per mangiare o per discutere di qualche problema, grosso nella maggior parte dei casi, in genere quello che ne rimaneva erano ricordi memorabili. 
Sì, decisamente quello era un ottimo giorno per il Capitano Malcom Reynolds, di ritorno alla sua nave con un bel gruzzolo in tasca. Tuttavia la sua giornata era destinata a migliorare.
Parcheggiato il quad nella capiente stiva, il Capitano si guardò attorno per fare il punto della situazione in modo da poter ripartire il prima possibile da Persephone. Inara era fuori con il suo shuttle e ci sarebbe rimasta per due settimane; intorno a lui, Kaylee stava sistemando il pannello di comando per l'apertura del portellone della stiva, Wash stava giocando a carte, e perdendo per inciso, con il Pastore Book (un passeggero in cerca di una destinazione) e River Tam. Si soffermò un secondo a fissare River. Lei era una ragazza che non raggiungeva i vent'anni, intelligente come nessuno che lui avesse mai conosciuto, ma "problematica". Suo fratello Simon, il dottore di bordo, l'aveva salvata da una struttura dell'Alleanza nascosta dietro la facciata di un'accademia per ragazzi dotati in seguito a svariate richieste di aiuto da parte di River stessa. Simon aveva poi scoperto che sua sorella era stata sottoposta a test sconosciuti per spremere la brillante e sconfinata mente di River. Come lui anche i fratelli Tam scappavano dall'Alleanza che li braccava come animali da catturare; per questo li aveva accolti a bordo senza stare troppo a pensarci, oltre al fatto che un medico sveglio come Simon a bordo faceva comodo, soprattutto considerando i lavori non molto legali che svolgevano loro.
Zoe e Simon assistevano divertiti alle imprecazioni in lingua galattica nelle quali Wash si lanciava per aver perso la partita. Mal sorrise. Quelli erano i suoi amici, oltre che i membri dell'equipaggio della Serenity. In realtà erano una famiglia, un po' strana ma pur sempre una  famiglia. Mancava solo Jayne...già dov'era Jayne:
-Dov'è Jayne? Voglio andare via di qui il prima possibile!-
Il Capitano Reynolds si era avvicinato a Kaylee e, con tono autoritario, perchè quella sarà anche stata la sua famiglia ma lui era pur sempre il Capitano, le aveva chiesto notizie di Jayne.
-Penso che sia alla locanda...- rispose la ragazza senza però prestare troppa attenzione, concentrata com'era a non tagliare i fili elettrici del pannello.
 Imprecando silenziosamente utilizzando la stessa lingua galattica usata da Wash qualche minuto prima, Mal scese la rampa e fece per dirigersi verso la locanda per riportare Jayne indietro e ripartire, ma fortunatamente non ebbe bisogno di arrivare fino a destinazione, perchè a pochi metri dalla Serenity vide Jayne venirgli incontro accompagnato da una ragazza che sarebbe passata inosservata solo davanti a un cieco. "Jayne ha rimorchiato? Ma che gli prende lo sa che dobbiamo partire, adesso gliene dico quat..." stava pensando il Capitano mentre il mercenario si avvicinava. Poi però, cambiò pensiero vedendo lo sguardo troppo intelligente della ragazza di fianco a Jayne: "No decisamente non l'ha rimorchiata! Quella è troppo sveglia per Jayne!!". E infatti:
-Mal!- chiamò Jayne -Ho trovato un passeggero!- disse con il suo solito tono di voce rozzo, come il suo comportamento in generale.
"Come pensavo..non poteva aver rimorchiato una così..."
Davanti al Capitano Malcom Reynolds si presentò una ragazza non molto alta, atletica, con capelli lisci e nerissimi e occhi altrettanto neri con uno sguardo penetrante che avrebbe steso chiunque.
-Morgan Novak!- disse sorridendo, allungando amichevolmente la mano e studiando attentamente l'uomo davanti a lei. Alto e snello, capelli e occhi castani e una faccia che nel giro di un secondo avrebbe potuto passare da un'espressione amichevole ad una minacciosa, senza alcuna fatica. E poi indossava una giubba marrone. Anzi, per Morgan quella era "La Giubba Marrone", cioè quella di chi ha combattuto per l'Indipendenza.
-Capitano Malcom Reynolds!- disse Mal accettando l'energica stretta di mano della ragazza e fissando come incantato gli occhi brillanti di lei. Si riscosse, poi:
-Ehm...allora dove sei diretta?- chiese senza preamboli perchè aveva sempre una fretta del diavolo di andare via da quel pianeta pullulante di soldati dell'Alleanza.
-Calliphora.- risposta diretta e secca.
-Bene! Da qui ci vorrà una settimana circa...- Mal s'interruppe perchè, va bene che aveva fretta ma non bisognava trascurare la cosa più importante: -Jayne ti ha parlato del prezzo?- andò giù dritto, senza complimenti.
Per fortuna Morgan non era tipo da formalismi:
-Ventimila...ora e altrettanti all'arrivo!- ancora una risposta diretta e secca. Bene! A Mal piaceva questa ragazza senza fronzoli e grilli per la testa e, soprattutto con un portafoglio ben fornito. Quarantamila! Quasi svenne quando lei gli offrì tutti quei soldi per un viaggetto di una settimana. Quarantamila!! Quarant...un momento! Un momento:
-Ok, ma parliamo di cose legali, vero? Voglio dire, non sei ricercata o cose simili?- "Ecco dov'era il trucco...Ti prego dì di no, ne ho già abbastanza di due di ricercati!" pensò Mal mentre attendeva una risposta.
-No, no figurati...ehm...è solo che non sono solo io...ci sarebbe anche un carico un po'...ehm...particolare...- rispose Morgan che adesso sembrava in difficoltà.
"Ok, non è ricercata, ma il trucco sta nel carico..." -Sarebbe a dire...- sudò freddo per un secondo prima che lei dicesse:
-Cavalli...due cavalli-
"Per fortuna! Cavalli! Solo due! Dopo una mandria di vacche qualche settimana fà, due cavalli saranno come fare una passeggiata!"
-Bene! No nessun problema! Quando sei pronta per partire?- chiese perchè il suo pensiero fisso era sempre lasciare Persephone.
-Dieri che un paio d'ore saranno più che sufficineti! Ehm...però avrei bisogno di un posto per i cavalli...voglio dire non possono starsene liberi nella stiva per una settimana...-
-Oh...giusto- "Giusto..un madria di vacche poteva stare libera nella stiva, ma due cavalli in effetti..." -Beh, allora mentre tu sistemi le tue cose noi vediamo di mettere in piedi due assi e fare un box...in un angolo, va bene?-
-Perfetto! Grazie! A dopo!- disse lei accennando un saluto con la mano mentre si allontanava.
-A dopo!- rispose Mal. Poi: -JAYNE!!! Vieni qui!!-
Serviva un posto per due cavalli..."Già uno solo, chissà perchè uno solo se i  cavalli sono due?" pensò Mal mentra dava istruzioni a Jayne. Non importava, lei non era ricercata e aveva un sacco di soldi, il resto era solo un dettaglio e neanche di sua comepetenza.
Due ore dopo, puntuale come la morte, Morgan si presentò al punto di attracco della Serenity con i suoi cavalli e bagagli. Le operazioni di carico richiesero poco meno di mezz'ora, dopo le quali due imponenti e maestosi cavalli dal manto color ambra e dalla coda e criniera bionde facevano bella mostra di loro in un angolo della stiva. Accanto al box, Morgan aveva sistemato due grossi bauli, alcune balle di paglia e diversi sacchi che, come indicava una scritta all'esterno, contenevano "Fieno pellettato ad alto contenuto proteico" e che avrebbero costituito l'unica fonte alimentare dei quadrupedi durante la settimana di viaggio. Dopo aver sistemato due secchi pieni di acqua sotto i vellutati musi degli animali, la ragazza stava cercando faticosamente di muovere altri due grossi e pesanti bauli, senza riuscirci tra l'altro, che contenevano le sue cose:
-Capitan...- con lo sguardo si voltò per cercare il Capitano e chiedergli dove poteva sistemarsi; lo trovò davanti al box intento a fissare come incantato i suoi cavalli, che in quel momento erano in fase di esplorazione della nuova casa. Gli si avvicinò e:
-Già, anche io potrei guardarli per ore...- disse quasi sottovoce senza riuscire a nascondere un pizzico di amore quasi materno.
Mal, senza staccare gli occhi dagli animali chiese piano, come in trance:
-Come si chiamano?-
-Jam of Pearl e Juice of Angel! Sono fratelli.- sentenziò Morgan. Se la Serenity era l'orgoglio di Mal, quei cavalli erano l'orgoglio di Morgan e le faceva piacere quando qualcuno li apprezzava, tuttavia lei doveva sistemarsi, quindi per sbloccare la situazione usò una delle poche armi che, lei pensava, avrebbero riscosso il Capitano. Dalla tasca della sua giacca grigia estrasse un sacchetto di tela pieno di monete sonanti e lo piazzò senza dire niente nelle mani del Capitano. Improvvisamente quest'ultimo, come se fosse stato svegliato da un lungo sonno, si riscosse, intascò il sacchetto e poi, lui invece riuscì benissimo a nascondere l'imabarazzo per essere stato pizzicato in un atteggiamento che faceva molto poco Capitano, battendo forte le mani disse:
-Bene grazie!! Allora ti faccio vedere la tua sistemazione!- così cominciò il giro della Serenity che il Capitano Raynolds fece fare a Morgan.
La stiva, nella parte posteriore della nave, era ampia e alta. Sulla sinistra, appena entrati, c'era un'attrezzatissima infermeria che poteva ospitare fino a tre persone. Di fronte alla rampa, attraverso una scala si accedeva ai ponti superiori della Serenity.
-Se vuoi stare più comoda puoi andare nello shuttle n. 2, che è da quella parte.- le disse il Capitano fermo in mezzo alla stiva ed indicando una porta sulla destra. Poi: -Hai libero accesso alla stiva e alla sala da pranzo, ma non alla sala comandi o alla sala macchine. Se hai bisogno di qualcosa chiedi a me o a qualcun'altro, saremo felici di aiutarti!- recitò il suo discorso promozionale, mentre precedeva Morgan nella sala da pranzo dov'erano riuniti tutti quanti prima di decollare. La presentò ai membri dell'equipaggio:
-Lei è il nostro passeggero per questo viaggio verso Calliphora, Morgan Novak!-
-Ciao a tutti!- disse la ragazza sorridendo.
-Jayne lo conosci già...- Sì, Jayne l'aveva già conosciuto...superficialmente, e tale conoscenza non sarebbe sicuramente diventata approfondita, neanche per tutto l'oro di tutte le galassie dell'universo messo insieme. Jayne era un ragazzo il cui quoziente intellettivo era inversamente proporzionale ai suoi muscoli...e di muscoli il mercenario ne aveva tanti. Morgan sospettava che lui avesse interesse per queste tre cose: sopravvivenza, soldi e sesso. In quest'ordine. Nient'altro.
-Lei è Zoe, il mio vice.-
Morgan non ebbe bisogno neanche di due secondi per capire che tipo era Zoe; lei poteva essere definita in un solo modo, e cioè una con le palle...quadrate per di più. Pelle scura, alta, statuazia, capelli scuri ricci e raccolti, occhi neri e penetranti, labbra carnose. Nonostante fosse terribilmente sensuale, Zoe non era il tipo di persona che Morgan avrebbe incaricato di organizzare una festa, ma era sicuramente il tipo di persona che Morgan avrebbe voluto accanto in caso di pericolo. Tuttavia prima della fine della sua  permanenza sulla Serenity avrebbe dovuto ricredersi sul primo punto.
-Lui è Wash, pilota e marito di Zoe...- Wash era un uomo che ispirava simpatia al primo sguardo. Nonostante non avesse aperto bocca, Morgan provò d'istinto fiducia per quell'uomo dai capelli biondo-rossicci e dalla perenne espressione vivace in viso. In effetti per capire che era un po' fuori di testa sarebbe stato sufficiente notare la camicia a fiori in stile hawaiano che indossava con naturalezza.
-Kaylee, meccanico...se la vedi parlare con la nave..tranquilla è del tutto normale!- Kaylee aveva lo sguardo ed il sorriso più dolci che Morgan avesse mai visto. Più o meno della stessa sua corporatura, Kaylee aveva capelli biondi, occhi scuri ed un'espressione del viso costantemente raggiante, oltre che uno sbaffo di grasso sulla guancia destra.
-Poi siccome sulla Serenity non ci facciamo mancare nulla...lui è il Pastore Book.-
Un prete. Di certo un prete era l'ultima cosa che Morgan si aspettava di trovare sulla Serenity, soprattutto in consederazione del fatto che era sicura che gli affari del Capitano Reynolds non erano sempre limpidi. Il Pastore Book er un uomo sulla cinquantina, di colore e con ruffi capelli sale e pepe (più sale che pepe per la verità) raccolti in una coda. Morgan immaginò che sciolti quei capelli avrebbero potuto spaventare qualcuno a morte.
-Il dottor Simon Tam, medico di bordo e sua sorella River...- qui il Capitano sembrò un po' in difficoltà. Simon era innegabilmente un bel ragazzo. Capelli scuri e occhi azzurri, le cose che di lui colpivano di più erano la compostezza e il contegno. "...Forse dopotutto la cavalleria non è ancora morta!" pensò Morgan quasi incantata da quell'espressione sicura di sè ma al tempo stesso quasi timida del giovane dottore. La sorella invece era una ragazza dai lunghi e spettinati capelli scuri e dall'espressione costantemente assorta. Chiunque, prima di sentirla parlare, avrebbe pensato che fosse pazza o che avesse perso qualche rotella. Purtroppo Morgan avrebbe capito a sue spese che River Tam era molto più lucida e presente di quanto gli altri membri dell'equipaggio potessero pensare. La giovane ragazza si avvicinò alla nuova arrivata e fissò i suoi scuri occhi sul volto di Morgan, ma come se non la vedesse veramente...oppure come se le stesse leggendo direttamente nel cervello. River parlò come se la sua voce venisse da un'altro pianeta:
-Tu...scappi...anche tu...ti cercano...gli uomini con le mani...blu...- un secondo di pausa, prima di: -...vanno sempre in coppia...loro...con le mani blu....-
Morgan smise di respirare ed il suo cuore smise di battere per un istante. Impallidì violentemente e credette di svenire. "Ma come fa lei a sapere..." pensò.
Per sua fortuna però tutti i presenti cominciarono a parlare, cioè gridare più che altro, fra di loro o a lei per confondere le acque:
-WASH!!! Portaci via di qua! SUBITO!- tuonò il Capitano Reynolds.
-River..tesoro...vieni...- Simon prese la sorella per le spalle e la allontanò dolcemente lanciando a Morgan un occhiata furtiva ed imbarazzata.
-CALLIPHORA!! BENE! Senti la cena sarà pronta fra qualche ora...- Zoe si era avvicinata a Morgan e con un sorriso enorme che mostrava tutti i denti che lei aveva in bocca prese a guidarla con fermezza ma dolcezza allo stesso tempo verso lo shuttle 2.
-CALLIPHORA!! Senti ma ci saranno le fragole a Calliphora....adoro le fragole...- con aria sognante Kaylee aveva affiancato Morgan dalla parte opposta rispetto a Zoe e stava dicendo qualcosa a proposito dei prezzi esorbitanti delle fragole nel sistema stellare.


(1) "Space Trucking" - Deep Pourple 
   
  
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