Epilogo. -Спасибо*-
Mosca era tremendamente fredda e grande, ma ormai si erano abituati, sia al clima che alla lingua completamente diversa dalla loro, inutile dire che appena arrivati si erano sentiti fuori luogo ed assolutamente spaesati, ma con il passare del tempo avevano imparato i modi di fare russi, e soprattutto aveva imparato a parlare, cosa molto fondamentale.
-Sei emozionata?
-Non sai quanto. E' sempre una strana sensazione comprare un body e delle scarpette.
-Vorrei esserci anch'io, ma mi aspettano. Ci vediamo dopo?
Aveva annuito e dopo essersi baciati Giorgio era uscito dal loro appartamento, per dirigersi in accademia dove ormai, non solo ballava, ma addirittura insegnava moderno ai bambini dagli 8 ai 12 anni.
-Sono pronta.
La piccola Aida, era sbucata in cucina, quasi urlando, con indosso il suo cappottino blu semi aperto, i capelli pettinati alla meno peggio, ed un sorriso smagliante. Era emozionata e felice perchè a breve sarebbe andata a comprare il suo primo tutù con la madre.
-Ma come sei conciata. Vieni qui e fatti sistemare.
Marta sorrise nel vederla in quel modo. Nei modi di fare le ricordava Giorgio, era la sua esatta fotocopia. Gli occhi grandi e castani, esattamente come i suoi, i capelli sulle spalle di un colore non definito, un misto tra il rosso della madre e il nero del padre, insomma, sembrava solo la figlia di Giorgio, anche se, a detta di lui, Aida era uguale alla madre, stesso carattere, stesso viso allungato, stesse espressioni dolci, stesse mani piccole, stessi piedi perfetti per danzare, e soprattutto stessa passione per la danza classica. Ecco perchè nonostante i suoi 5 anni, Aida aveva costretto i suoi genitori ad iscriverla ad un corso di danza, a comprarle tutù e scarpette. Voleva ballare, voleva diventare brava e famosa come i suoi genitori.
-Papà hai visto quanto sono bella?
-Sei bellissima amore.
-Adesso devo solo diventare brava come la mamma.
-Scusami e io?
-Papà, ma lo sai benissimo che la base di tutto è la danza classica.
Aida lo aveva detto con una tale naturalezza da fare ridere a crepapelle Marta, soprattutto per la faccia che aveva fatto Giorgio, assolutamente sconvolta.
Mentre rideva guardava sua figlia e suo marito. Marito. Le cose in quegli anni era notevolmente cambiate, ovviamente in meglio.
Camminava
su e giù per il bagno con il test di gravidanza in mano. Una
negativo, due positivo. O forse era il contrario? In ogni caso
avrebbe controllato non appena le lineette fossero apparse. Era
tremendamente in ansia. Quei minuti sembravano non trascorrere
più e
quando sentì il rumore che l'avvertiva che il tempo era
scaduto, che
poteva controllare, si sentì svenire. Era positivo. Lesse le
istruzioni in tutte le lingue che conosceva per esserne sicura. Un
figlio era un impegno bello serio. Un anno senza ballare era stato il
suo primo pensiero. Marta non era una persona egoista, ma se si
trovava in Russia c'era un motivo, e adesso quel test di gravidanza
positivo le sembrava un biglietto di sola andata per l'Italia.
Cercò
di calmarsi bevendo un bel po' di tazze di camomilla, provò
anche ad
appisolarsi sul divano, fino al rientro di Giorgio. Non aveva
aspettato a dirglielo. Non aveva neanche organizzato una cena o
qualcosa di speciale come erano solite fare le coppiette innamorate e
sdolcinate. Gli aveva semplicemente detto “Sono incinta, ma
andrò
a fare delle analisi domani per esserne certa” E lui si era
semplicemente seduto su di una sedia per evitare di svenire.
-Mamma, quando andremo a trovare i nonni?
-Quest'estate tesoro, lo sai che noi lavoriamo, quindi dobbiamo aspettare..
-Aspettare i giorni che non lavorate. Lo so. Che noia. L'estate è ancora lontana, e io voglio andare al mare dalla nonna Matilde.
-Smettila Aida.
-Scusa papà.
-A che pensavi poco fa?
Erano in auto, verso casa, Giorgio aveva stretto la mano sinistra di Marta, alzandogliela e baciandole la fede, esattamente come nel giorno del loro matrimonio. Lei sorridendo, gli aveva risposto. Quel giorno era particolarmente pensierosa, gli aveva detto che si era ritrovata a ricordare il giorno in cui, 5 anni prima, aveva scoperto la presenza di Aida dentro lei, non sapeva bene il motivo, ma sicuramente c'entrava qualcosa quell'aria felice che si era creata con l'acquisto del tutù. Giorgio le sorrise a sua volta, era ancora più bello della prima volta che l'aveva visto, se era possibile, la maturità e gli anni in più gli donavano. Quei pochissimi capelli bianchi sparsi nella folta chioma nera, le rughe appena accennate vicino agli occhi quando sorrideva. Era perfetto, ed era suo.
Sarà un matrimonio perfetto. Il mio.
-Puoi rilassarti per favore? Mi trasmetti ansia!
-Ale, tu non capisci. Oggi mi sposo, non so se te ne rendi conto.
-Eccomi qua!!!!
Valeria
era entrata in camera di Marta, dove le due amiche stavano parlando e
aspettando l'arrivo dell'estetista, con in mano una bottiglia di
vodka alla pesca e tre bicchieri. Li aveva riempiti e distribuiti
alle amiche, e dopo aver brindato all'amore, all'amicizia, e al sesso
sfrenato della prima notte di nozze, li avevano bevuti tutti d'un
fiato, e per dire la verità, ne avevano bevuti
più di uno, per
scacciare l'ansia.
Era
arrivata l'estetista che aveva truccato la sposa, rimproverandola per
la tremenda puzza di alcol che le usciva dalla bocca. Marta aveva
rimediato leggermente lavandosi i denti per circa 4 volte ed
infilandosi in bocca 4 chewing-gum. Suo padre non se n'era accorto, o
forse aveva fatto finta di nulla.
La
condusse all'altare stringendola il più possibile
perchè aveva
paura che la figlia potesse cadere. Ma per fortuna tutto
andò liscio
come l'olio.
Marta non era ubriaca, era solo leggermente brilla.
Aveva ripetuto le parole del prete in modo impeccabile, ed aveva letto dalla Bibbia, addirittura meglio del suo futuro marito, solo nel momento in cui dovette infilare al dito di Giorgio la fede, ebbe un attimo di defaillance, che la portò a ridere, seguita ovviamente da Giorgio stesso, che la guardava stupito perchè aveva capito cosa c'era sotto la sua tranquillità, ma ancora più innamorato.
-Per fortuna non dovremo spiegare a nostra figlia il motivo per cui lei non è presente al nostro matrimonio.
-Dovremo dirle il perchè c'è.
-I bambini sono così insopportabili a volte.
-Sei ubriaca.
-Si, di te.
Aida aveva meno di un anno. Avevano aspettato un po' per sposarsi, il tempo di farla crescere, il tempo di sistemarsi economicamente, ed il tempo di far organizzare tutto ai loro genitori.
Aida
si era addormentata, abbracciando l'acquisto del pomeriggio, e con
tutti i peluche dall'altro lato. Marta prima di spegnere la luce, le
aveva dato un bacio sulla fronte, e poi aveva raggiunto Giorgio in
camera da letto. Dalla borsa aveva preso un foglio ed un sacchettino.
Suo
marito, il suo perfetto marito, era sdraiato, intento a guardare la
tv, precisamente a cercare un canale italiano. Lei gli si era seduta
di fronte, incrociando le gambe. Gli aveva passato il foglio con due
nomi. Uno femminile, Elena ed uno maschile Dmitriy.
Giorgio
guardava il foglio confuso, ed a quel punto, Marta gli diede anche il
sacchetto.
-Cos'è? Perchè tutto questo mistero.
-Apri e basta.
Non appena vide il contenuto, ringraziò il cielo per essere già seduto, o meglio disteso. Un paio di scarpette da neonato verdi.
-Sei.. incinta?
-No. Me le hanno regalate al..
Non l'aveva fatta finire, l'aveva tirata a sé, e baciata con passione, l'aveva spogliata, ed avevano fatto l'amore. Ovviamente per festeggiare il lieto evento.
-Ti amo.
Le aveva sussurrato all'orecchio sistemandole i capelli rossi, e spostandoglieli dalla fronte sudata.
-Non quanto ti amo io- Ed avevano sorriso entrambi, baciandosi dolcemente e lievemente sulle labbra. -Grazie, per esserci sempre stato. Grazie per tutto quello che fai me per e per Aida ogni giorno. Grazie per essere così come sei. Grazie per essere mio.-
Con le lacrime agli occhi l'aveva baciata nuovamente, e nuovamente erano pronti per fare l'amore quella notte.
Fine.
Piango
per l'emozione!
Ero
davvero super mega affezionata a questa storia e aver scritto la
parola fine mi ha fatto emozionare!
*Per
prima cosa, vorrei spiegarvi il titolo. Io studio il russo,
è quella
è una parola russa, si legge SPASIBA, e significa
“grazie”.
Infine,
vi ringrazio tutte. Chi ha aggiunto questa storia tra le preferite,
chi tra le seguite e chi tra le ricordate. GRAZIE DAVVERO. Chi ha
sempre commentato, e chi l'ha fatto saltuariamente, l'importante era
sapere che c'eravate comunque, e leggere le vostre parole era sempre
un piacere per me, non immaginate quanto.
Non
so cos'altro dire.
I
nomi utilizzati alla fine, ovvero, Aida, Elena e Dmitriy sono nomi
russi. Li ho trascritti in italiano per evitare casini.
I
personaggi usati in questa storia erano frutto della mia
immaginazione.
Grazie
ancora per aver letto.
Alla
prossima.