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Autore: orkaluka    26/05/2011    1 recensioni
Essylt é una donna che vive ai tempi di re Artù e della grande e prosperosa Camelot. é una donna cresciuta dal padre alla guerra, non cucina, ma maneggia la spada come pochi al mondo, perché Essylt é figlia dell'era della spada. Quando i predoni attaccano il suo villaggio si ritrova costretta a chiedere l'aiuto ad Artù e ai suoi leggendari cavalieri, sulla strada per Camelot conoscerà qualcuno che l'accompagnerà nel viaggio per i boschi.
Molte avventure attendono la coraggiosa e indomabile ragazza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5

Essylt

Mi sto preparando per la mia sconfitta, indosso un’armatura a caso e impugno la mia spada, quella consegnatami da mio padre molto tempo fa. Sento le persone urlare al di là della tenda in cui mi stanno vestendo. Quando esco alla luce del sole Artù è già li ad aspettarmi, con un espressione grave in volto, so che sta nascondendo la sua tristezza, la riconosco nella piccola ruga apparsa in mezzo alle sopracciglia. Mi concentro nuovamente sull’imminente duello. Mi avvicino al mio nemico e lui sussurra

 “Ti prego, non lo fare, non rinunciare alla vita perché tutto sembra buio.”

Non lo ascolto e impugno la mia spada, le urla si moltiplicano di persona in persona. Anche lui impugna la sua lama. Sono la prima ad attaccare, cerco di essere veloce e precisa e ci riesco, il mio re indietreggia,indeciso,  finché non si rende conto che sto facendo sul serio, allora comincia a contrattaccare e il duello ha veramente inizio. È bravo, soprattutto ora che le sue ferite sono rimarginate e che io non posso utilizzare stupidi tronchetti. Ci muoviamo velocemente, come in una danza, affondo, parata, finta, affondo, senza fermarci a riprendere fiato, escludendo il resto del mondo intorno a noi. Artù sta facendo una finta quando percepisco, più che sentire, un sibilio, un suono che non dovrebbe esserci, il mondo ritorna rombando nella mia vita e io vedo il lungo coltello lanciato da uno sconosciuto coperto da un mantello, correre roteando verso Artù. Senza riflettere mi lancio ancora in mezzo alla traiettoria per salvargli la vita, questa volta però mi faccio furba e stendo il mio signore a terra, sotto il mio corpo, in modo che nessuno dei due possa essere colpito. Respiro profondamente intanto che l’uomo viene ucciso dai cavalieri, quando la situazione sembra essersi acquietata mi rialzo in piedi e porgo la mano ad Artù, che la prende e non la molla finché non è in piedi e mi prende tra le sue braccia. Io chiedo

“Perché?”

 Lui ridacchia sommessamente e dice

“Perché credo di essermi innamorato di te.”

Detto questo mi bacia, profondamente, con passione, mentre i presenti o ridacchiano o sussurrano. I cavalieri distolgono lo sguardo, i giovani sono scettici, alle giovani si imporporano le guance, le donne parlottano tra loro, i vecchi sorridono. Sono tutti felici per il loro re, io più di tutti, mi piace stare tra queste braccia possenti, mi piace essere amata dal mio cavaliere di Camelot.

 

 Artù

 

Qualcuno bussa prepotentemente alla porta delle mie stanze, di malavoglia, mi avvio alla scoperta di chi possa essere. Lady Essylt mi osserva, avvolta in lungo mantello fino ai piedi, che la protegge dal freddo di Camelot. La traggo contro il mio corpo e la bacio, mi piace carezzare le sue labbra con le mie, mi rende felice. Lei si scosta e dice

 “Dobbiamo parlare”

 Non mi sfugge lo sguardo serio nei suoi occhi, così annuisco, mi vesto velocemente e insieme usciamo dal castello. Cavalchiamo per qualche ora alla luce della luna, lasciando correre i cavalli sulle colline intorno a Camelot, la mia bellissima città. Ci fermiamo in una piccola radura, dove un tronco caduto ci fornisce l’appoggio necessario, lasciamo che i cavalli pascolino e ci sediamo.

 “Chi era mio padre?”

 Chiede Essylt. Alzo un sopracciglio cercando di nascondere il nervosismo.

“Tuo padre era il miglior fabbro…”

La sua risata amara mi interrompe.

“Voglio la storia vera Artù.”

Sospiro, affranto, comincio a raccontare di malavoglia.

 “Tuo padre nacque qui, a Camelot, un giorno tempestoso, aveva dieci anni più di me, crebbe con me e fu addestrato per divenire cavaliere. Tuo padre era sir Frederik, uno dei discendenti delle casate più nobili.”

La notizia la sorprende, ha mille domande nello sguardo, ma io continuo imperterrito.

“Da piccolo veniva affidato alle cure della moglie del fabbro, un’ottima balia, un giorno la donna portò il bambino nelle fucine, si dice che mai amore fu più grande di quello che nacque tra tuo padre e il ferro che imparò a lavorare. Frederik crebbe, vide finire il regno di mio padre così come vide il mio sorgere, finché, un giorno, non incontrò una donna e se ne innamorò. Si sposarono in breve tempo, allora io non sapevo ancora che lei fosse una sacerdotessa, una maga. Quando lo scoprii mi fece piacere, tuo padre amava moltissimo sua moglie. Un giorno lei decise di sparire, non capimmo mai bene per quale motivo finché Fredederik non la ritrovò davanti alla sua porta con un fagotto in mano. Gli disse che le grandi sacerdotesse avevano ordinato che lei non dovesse avere figli, appena aveva scoperto di essere gravida, era partita per proteggerti. Implorò tuo padre di difenderti con tutti se stesso, gli disse che possedevi il dono e che il tuo nome era anche il tuo destino: Essylt. Poi sparì, risucchiata da un vortice oscuro. Tuo padre ti tenne con sé e partì, dicendomi che non poteva rimanere a Camelot, perché non sarebbe stato sicuro. Con il tempo ricevetti la notizia che era riuscito a contattare le antiche sacerdotesse e che in fine aveva ottenuto il loro perdono per te.”

 Rimango in silenzio a lungo, aspettando che la mia giovane amata riesca a elaborare tutto il racconto. “Grazie, Artù”

Sussurra poi. Alzo lo sguardo sul suo viso e noto le lacrime di dolore che le solcano il viso.

 “Non piangere Essylt, siete troppo forte per queste cose.”

Le sorrido e mi avvicino, prendendola tra le mie braccia.

 “Posso dirti una cosa?”

Le chiedo. Lei annuisce contro il mio petto

 “Ti amo”

Le dico allora, la sento singhiozzare lievemente. Mi accorgo con un attimo di ritardo che in realtà sta ridendo

 “Sai una cosa? Anche io ti amo.”

 Le sorrido, felice come non mai.

 “E allora sposami”

Continuo io.

 “La mia prima moglie mi ha tradito, spero che la seconda mi ami davvero.”

“Non potrei mai tradirti, ricorda che sono stata cresciuta come un cavaliere.”

 La bacio e penso che per nulla al mondo lascerò che questo amore non venga vissuto, perché lei è mia, è la mia lady, la mia regina, la mia donna, la mia cavaliera.

 

1 anno dopo

 

Merlino

 

Essylt siede sul trono che spetta alla regina, nessuno ha provato a contestare l’unione di Artù e della sua nuova, bellissima moglie. Dire che sono tutti continuamente sorpresi dalla giovane donna che si comporta come un cavaliere è dire poco, ma Artù l’ama, così come l’ama tutto il popolo, soprattutto per le sue umili e presunte origini. Non abbiamo rivelato a nessuno le origini della donna e, probabilmente, non lo faremo mai. La madre di Essylt, una delle più grandi sacerdotesse e maghe dell’antica religione, è morta molti anni fa, probabilmente per una malattia inflittale dalle sue sorelle, che la volevano morta a causa del giuramento violato.  La maga ha lasciato un dono alla giovane regina: la magia, perché si, Essylt possiede la magia, fa parte di lei anche se non se ne è mai resa conto ed ora sta imparando da me come utilizzarla. È una donna fantastica, non potevamo sperare in una regina migliore.

Artù sta discutendo con alcuni cavalieri su una nuova tattica da utilizzare, quando gli occhi della regina si screziano d’oro, sta vedendo il futuro. Appena torna al presente impugna la spada e si mette di fronte al suo re in posizione da combattimento. Un minuto dopo, nella stanza rimasta immobile, entra un assassino di nero vestito che impugna una coltello e si avventa contro Artù, o almeno ci prova, perché Essylt lo uccide in breve tempo, con un affondo che ha la grazia di un giglio. Rinfodera la sua arma e osserva contrariata il suo vestito sporco di sangue.

 “Artù, devo cambiarmi, vado e torno, penso di aver trovato una risoluzione al problema della vostra nuova tattica.”

 Poi scompare oltre le porte della sala del trono, lasciando tutti basiti ed esterrefatti, tranne  per me ed Artù. Ci scambiamo un’occhiata di intesa poi lui torna ad osservare con sguardo felice le porte, i suoi occhi sono colmi d’amore per quella donna che si è rivelata essere il più grande tesoro di Camelot. Perché tutti sanno che non lascerà mai qualcuno privo di protezione, sanno che sarà lì, a difenderci quando più ne avremo bisogno, perché lei è Lady Essylt, colei che protegge con la spada.

 

Note dell’autore

 

Ecco a voi l’ultimo capitolo! Spero che la storia vi sia piaciuta, io mi sono divertito a scriverla. Volevo prima di tutto scusarmi con voi per il ritardo, lo so, sono imperdonabile. Scusatescusatescusatescusatescusatescusatescusate. Tra la scuola, la famiglia e il coro (si canto in un coro) non sono più riuscito a scrivere, spero possiate perdonarmi.

Se non sbaglio vi devo ancora spiegare il perché è nata questa storia (a chi non interessa può passare direttamente ai saluti, non vi perdete niente). Ho sempre amato le avventure di Merlino e Artù, ho letto libri, guardato film, insomma è una delle mie tante passioni. La storia di Artù mi è sempre sembrata troppo triste, le battaglie, il tradimento della moglie, insomma, volevo regalargli, almeno in una ff, un po’ di sana felicità. Ecco tutto. Ora passo ai saluti.

 

Grazie a tutti quelli che mi hanno seguito e messo tra i ricordati, grazie a chi ha letto tutta la storia. Ciao a tutti e lunga vita a Camelot!                                                     Luka

  
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