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Autore: sistolina    29/05/2011    8 recensioni
E' difficile camminare a testa alta nei corridoi di Hogwarts quando tuo padre è Draco Malfoy, il Traditore.
E' difficile essere all'altezza quando tuo padre è Harry Potter, il Salvatore del Mondo Magico.
E' difficile incontrarsi nel mezzo, quando alla Scuola di Magia e Stregoneria infuriano i fantasmi del passato, gli strascichi della Guerra e la sete di potere, e di vendetta, di chi ancora rimane.
Ed è difficile essere Lily Potter, e non odiare più Scorpius Malfoy.
Venticinque anni dopo, le colpe dei padri ricadranno sui figli, e non ci sarà più nessuno, a Hogwarts, al sicuro dalla propria eredità...
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Il Limbo
 
Quivi, secondo che per ascoltare,
non avea pianto mai che di sospiri
che l'aura etterna facevan tremare;
ciò avvenia di duol sanza martìri,
ch'avean le turbe, ch'eran molte e grandi,
d'infanti e di femmine e di viri.
(Divina Commedia, Canto I, vv 24-29)
 
Scorpius alzò la testa verso il Thestral dal lungo collo muscoloso. L'animale lo ricambiò con un'occhiata incuriosita; non era da tutti incrociare lo sguardo con gli invisibili traghettatori di Hogwarts. I più fortunati potevano rimanere ignari della loro esistenza per tutti i sette anni di permanenza nella scuola. Quelli ancora più fortunati, avrebbero creduto per tutta la vita che fossero solo animali mitologici da studiare per Cura delle Creature Magiche.
Ma Scorpius Hyperion Malfoy non era il genere di persona che credeva alle favole.
Lui, i Thestral, li vedeva da sempre...
 
Flashback******************************************************************************
 
Un solo passo, si disse, poi tornerò a letto e i mostri saranno spariti...Scorpius sporse la testa dalla ringhiera in ferro battuto dell'imponente scalinata che portava al salone d'ingresso del Malfoy Manor, l'immensa tenuta della sua famiglia. Le voci sommesse e lo scalpiccio indistinto di piedi nervosi lo avevano svegliato dal suo sogno. Volava su un Ippogrifo dorato come quello delle favole che gli leggeva sua madre, libero e immerso nei raggi del sole che si riflettevano sul mare placido. Era così felice. Poi quell'urlo, disperato, che lo aveva fatto rizzare sul letto come una molla.
Un solo passo, un solo secondo per vedere il viso delle persone che sembravano rincorrersi al piano di sotto...solo uno.
Ma i mostri non erano spariti: le ombre riflesse sulle pareti del corridoio non avevano fatto altro che aumentare, andare più veloce, farsi più sfuggenti. E le urla, erano diventate lunghe e ravvicinate, agghiaccianti, e avevano fatto accapponare la pelle sulle sue braccia di bambino.
“Devi essere il migliore Scorpius....il migliore di tutti” gli ripeteva sempre suo padre. Suo padre era grande, e forte. Suo padre era un MAGO VERO.
Sarebbe sceso silenziosamente fino alla camera dei suoi genitori, e la sua mamma gli avrebbe sorriso con i suoi grandi occhi azzurri e felici, gli avrebbe accarezzato la testa e lo avrebbe abbracciato, perché lui poteva avere paura, lui era solo un bambino.
E Draco lo avrebbe perdonato per questo, alla fine, lo sapeva.
Percorse silenziosamente gli ultimi gradoni di marmo della grande scalinata e si fermò, il cuore in gola e i piedi ancorati al pavimento gelido. Si fece piccolo, più piccolo dei suoi cinque anni, più piccolo di quando vedeva suo padre seduto sulla grande poltrona del salone, quella davanti al camino, quella dove lui non poteva sedersi. Più piccolo di quando lo guardava alzarsi barcollando, la mano stretta attorno alla sua bacchetta, e lanciare nel fuoco il suo grosso e pesante bicchiere vuoto.
Si fece così piccolo che quasi le sue ginocchia toccarono terra. Poi un altro urlo riempì il pesante e austero silenzio del Castello dei Malfoy facendolo sobbalzare.
Deglutì, quasi deciso a tornare sui suoi passi, infilarsi sotto le coperte e tirarsi la coperta sopra la testa fino a che le urla non fossero cessate.
Ma se doveva essere il più forte, il più coraggioso, tutto quello che il suo papà voleva che fosse, allora doveva continuare a camminare, seguire le grida fino al mostro cattivo, combatterlo e tornare dai suoi genitori vincitore, proprio come Draco aveva sempre desiderato. E lui doveva rendere fiero suo padre, perché se il suo papà era triste diventava tutto rigido, e urlava, e beveva dal suo grande bicchiere che poi lanciava nel fuoco. E lui non voleva che fosse triste.
Serrò i suoi piccoli pugni, si dipinse un'espressione decisa sul morbido viso di bambino, e seguì lo sprazzo di luce soffusa che proveniva dalla stanza dei suoi genitori. Trattenne il respiro infilandosi nello spiraglio di porta aperta, rimanendo così addossato alla parete da sentire il freddo attraverso il pigiama con gli Ippogrifi animati.
Il grande letto a baldacchino della camera grande era circondato da persone vestite di scuro: sua nonna, dai lunghi capelli d'argento, era in piedi, la testa contro le mani giunte, e il suo corpo era scosso da singhiozzi continui. L'uomo accanto a lei, nonno Greengrass probabilmente, le dava leggere pacche sulle spalle, in silenzio. Riconobbe sua zia Daphne, anche lei triste e silenziosa, e poi suo padre, che guardava la scena addossato al muro, le mani bianche strette attorno alla bacchetta e gli occhi accesi e preoccupati. Non aveva mai visto gli occhi di suo padre così grandi e luminosi, mai così lucidi.
Infine un uomo, vestito in modo strano, stava fermo ai piedi del grande letto, mormorando qualcosa, muovendosi nervosamente, osservando la sua famiglia come se fosse dispiaciuto. Alla fine si mosse, spostandosi dalla luce, e qualcuno gridò di nuovo. Più a lungo, più forte, più dolorosamente. Scorpius chiuse gli occhi e si premette le mani sulle orecchie, ma quel grido gli entrò nella testa, e sembrò non uscirne più. Guardò in direzione del letto, dove una donna, sua mamma, capì con orrore, si contorceva come un Basilisco impazzito, trattenuta dalle braccia esili di sua zia Dafne e il forzuto nonno Greengrass.
“Perchè la tenete? Perché le fate male?! Lasciatela stare! Lasciate stare la mia mamma!” avrebbe voluto urlare con la sua vocina flebile. Avrebbe dovuto fermarli, avrebbe dovuto...perché suo padre non faceva niente? Perché se ne stava lì impalato? Suo padre era forte, era un mago bravissimo, suo padre avrebbe liberato la sua mamma e lei avrebbe smesso di urlare come se stesse combattendo contro un Dissennatore.
La donna emise un ultimo, straziante urlo, prima che un pianto soffocato riempisse finalmente quel silenzio, un pianto debole, sommesso...troppo debole.
L'uomo vestito da sciocco prese in braccio qualcosa, la avvicinò al viso, la colpì piano, attentamente, e attese. Tutti parvero immobilizzarsi. Scorpius nemmeno respirava.
Poi vide il padre avvicinarsi all'uomo, prendere il fagotto e avvicinarlo al viso, stringerlo per un breve momento, per poi restituirlo all'uomo.
Un attimo dopo, un pianto molto più forte, il più forte che Scorpius avesse mai sentito, splose nella stanza.
Mamma! - gridò lui alla fine camminando verso il letto – Mammina... - ma sua madre non poteva sentirlo, chiusa in un silenzio spaventoso, gli occhi che fissavano un punto oltre lui, oltre il mondo. E allora si voltò verso suo padre, perché certo Draco avrebbe parlato. Draco avrebbe risposto al suo figlio terrorizzato e gli avrebbe spiegato cosa stava succedendo. Su padre gli avrebbe messo una mano sulla testa, come talvolta faceva, e gli avrebbe detto che doveva essere coraggioso, e stare vicino alla mamma.
Draco Malfoy fissò il suo unico figlio, quello che, ormai lo sapeva, sarebbe stato per sempre il suo unico figlio e lo freddò con uno sguardo severo
Ti avevo detto di stare in camera tua figlio – sibilò con la voce più fredda dell'inverno più freddo che Scorpius avesse mai visto. Quell'inverno in cui voleva fare gli angeli di neve, ma suo padre lo aveva rimproverato e gli aveva ordinato di imparare a memoria l'albero genealogico della famiglia Malfoy. Poi però gli aveva fatto vedere una magia, e non lo aveva punito.
Scorpius pregò che non lo facesse nemmeno allora, mentre lo guardava con gli occhi colmi di lacrime
Papà – tentò, ma l'altro voltò il viso con un gesto stizzito e duro
Va in camera tua – ordinò, prima di chiudersi nel più gelido dei silenzi.
Scorpius obbedì, asciugandosi una lacrima con la manica del pigiama. Poi tirò su col naso. Un Malfoy non piange mai, così diceva sempre suo padre. E lui non voleva che suo padre fosse triste...
 
Fine flashback************************************************************************
 
Il Thestral abbassò il brutto muso da rettile e si avvicinò. Scorpius lo guardò muoversi verso di lui, come un'anima affine.
Si diceva che i Thestral portassero sfortuna, ma era solo una stupida leggenda per giustificare l'irrazionale paura che avevano i codardi. Solo aveva assistito alla morte qualcuno poteva vedere i Thestral, e chi non poteva vederli, temeva solamente di doverlo fare, un giorno.
Ma Scorpius Malfoy aveva conosciuto la morte a cinque anni, e da allora, niente poteva più spaventarlo.
 
***
 
Te lo giuro sulle sottane di Morgana Hugo! - stava dicendo Louis al cugino – era grosso come un Dorsorugoso di Norvegia, ma più cattivo...zio Charlie... -
E i Nargilli non sono male come sembrano... una volta che ne hai studiate le caratteristiche sono creature molto utili – Lorcan annuiva sapientemente alle parole che il gemello stava rivolgendo a Rose, ancora immersa fino alle punte dei capelli ramati nella lettura del suo “Prontuario del perfetto Caposcuola”
E io ti dico che è una cazzata Albus! - sbottò Roxanne inviperita – non puoi permettere a quella corvaccia di togliere punti alla Casa ancora prima di iniziare le lezioni! - sbuffò – nemmeno fossimo ad Azkaban – le treccioline dei suoi capelli tintinnavano pittorescamente l'una contro l'altra mentre scuoteva energicamente la testa – se ci fosse stata la McGranitt, questo non sarebbe mai successo! -
Albus non sembrava troppo interessato alla conversazione che si stava tenendo nella carrozza, e scambiò con Lily uno sguardo intenso. A volte la loro numerosa famiglia era un fardello decisamente pesante da portare.
Questo perché la McGranitt ci avrebbe trasformati tutti in candide e pacifiche colombe – intervenne il rosso ridacchiando – e poi ci avrebbe fatti inseguire da tutta la Guferia di Hogwarts al gran completo – Roxanne sorrise scompigliando i folti capelli del cugino, e si lasciò cadere svogliatamente sulla soffice poltroncina.
Che diavolo sta combinando Malfoy? - borbottò Hugo dopo pochi minuti guardando fuori dal finestrino. Poi si voltò verso Albus – non l'avrai mica affatturato di nascosto? - ma nel suo tono non c'era traccia d'altro che di fiduciosa speranza. Albus fece scioccare la lingua
Se l'avessi affatturato io si accarezzerebbe le pustole grosse come galeoni che gli sarebbero comparse sulle chiappe – scherzò pregustando già la scena – di certo non lo avrei fatto amoreggiare con il nulla! - ma si voltò, come se la sola immagine di Scorpius Malfy davanti agli occhi lo infastidisse.
Lily si sforzò di imitarlo, ma non riuscì a distogliere lo sguardo. Non aveva mai visto Malfoy fare qualcosa che non comportasse conseguenze umilianti per qualcuno, lacrime, insulti, o duelli improvvisati nei corridoi del castello. O, alla peggio, ragazze urlanti che lo seguivano in massa, o che si riassettavano la gonna della divisa uscite dagli sgabuzzini delle scope.
Quel Malfoy, stava guardando intensamente un punto non ben identificato davanti a sé, la mano protesa verso il nulla e un'espressione quasi, ebbe paura a pensare quella parola, umana. Non un ghigno di superiorità, non la severa linea delle labbra di quando si sbatteva l'ego di qualcuno sotto le scarpe, né la studiata rilassatezza che metteva su quando tutto il resto sembrava impazzire come uno Schiopodo Sparacoda.
Sembrava semplicemente, se stesso.
E fu strano per lei, veramente strano, accorgersi di non desiderare di affatturarlo, ucciderlo o buttarlo giù dalla sua dannata scopa superveloce come le accadeva ogni volta che si incontravano disgraziatamente nelle più svariate occasioni.
Non risvegliò in lei istinti omicidi, e questo la fece andare su tutte le furie. Non poteva mostrarsi meno odioso di quanto lei avrebbe voluto, o l'intero gioco di incastri che tenevano in piedi da anni sarebbe andato in malora! E Lily amava detestare Scorpus Malfoy, era una di quelle costanti rassicuranti del suo ritorno ad Hogwarts, come il Quidditch, le visite a Hogsmeade, gli orrendi maglioni di nonna Weasley sulla tavola della Sala Grande poco prima di Natale. E detestare Malfoy. Esattamente, biologicamente e funzionalmente inevitabile.
Era così distratta dai propri pensieri che sobbalzò come morsa da un drago quando una mano cicciottella si posò sul vetro della carrozza
Frankie Boy! Amico...vieni a sederti in mezzo a noi! - lo chiamò allegramente Hugo dando una pacca all'irrisoria manciata di centimetri accanto al proprio colossale sedere.
Il ragazzo sorrise ma scosse la testa
Siete già una squadra di Quidditch al completo lì dentro Hug... - sorrise gentilmente, come solo lui sapeva fare, buono e altruista almeno quanto sapeva essere impacciato e insicuro. D'altra parte, a quanto diceva suo padre, anche Neville Paciock era stato così alla loro età, ed insegnava Erbologia ad Hogwarts e viveva con la moglie Hannah Abbott e il figlio, Frank che ancora li osservava sorridendo da fuori, in una bella casa a Hogsmeade.
Oh non dire sciocchezze Frank – lo ammonì subito Rose – c'è posto per tutti – il modo in cui sua cugina riusciva ad essere accogliente e tenera anche quando rimproverava qualcuno, era ancora un mistero per Lily. Apparentemente rigida come le copertine dei libri che amava leggere, sapeva essere coinvolgente e mettere a proprio agio chiunque, esattamente come la loro nonna Molly. Spesso si chiese quanto aveva preso lei, Lily, da quel ramo così adorabilmente confusionario della famiglia.
Il ragazzo si strinse nelle spalle e si pressò fra un divertito Hugo e una sorridente Roxanne, che era geneticamente incapace di arrabbiarsi con il rumoroso cugino.
Lily rise insieme agli altri mentre Frank si gettava nella minuziosissima descrizione del racconto che aveva in mente di scrivere.
Quando si voltò nuovamente, Malfoy era scomparso.
Hey Paciock! - lo ammonì una voce dalla cadenza rude alle sue spalle – com'è che quel tuo grasso culone è riuscito a salire sulla carrozza? Non ti sarai messo a dieta, ho scommesso dieci galeoni che avrebbero dovuto issarti sulla torre di Astronomia prima della fine dell'anno! - Roy Montague, un Serpeverde dall'aria minacciosa e due braccia grandi come tronchi, si avvicinò a passo di carica alla carrozza
Sta attento a come parli Montague – la testa leonina di Hugo sbucò sogghignando dal finestrino – l'ultima volta che tuo padre ha provato a vedersela con un Weasley ha messo la residenza in un Armadio Svanitore – la voce tonante di Hugo aveva l'incredibile capacità di attirare in un attimo mezza Hogwarts
Weasley, non pensavo sapessi anche parlare con quella bocca, invece che ingozzarti e basta – il Grifondoro non si scompose
Se solo sapessi la metà delle cose che si raccontano di quello che fa la tua bocca, la terresti chiusa più spesso – una fragorosa risata soffocò la replica dell'altro, finché un richiamo deliziosamente familiare inondò la banchina
PRIMO ANNO! PRIMO ANNO! - all'unisono si voltarono in direzione del roboante richiamo di Hagrid – ce l'avevo detto che era meglio farci venire un altro a chiamarli quest'anno – borbottò il mezzo gigante scuotendo il testone peloso.
In un attimo, Hugo gli era quasi saltato addosso, Lily lo aveva salutato sbracciandosi e il resto della famiglia allargata Potter-Weasley-Lovegood si era raccolta attorno al suo corpo mastodontico
Hagrid, che bello vederti come stai? - l'uomo allargò le braccia, come se riuscisse a contenerli tutti
Oh lo sapevo che voi ragazzi venivate a salutarmi. Mica potevate andarvene al castello senza passare dal vostro amico Hagrid eh?! - dopodiché sollevò la lanterna in modo che i ragazzini del primo anno potessero individuarlo. Alto e grosso come una piccola montagna, dalla barba cespugliosa ormai abbondantemente striata di grigio e una nube disordinata di capelli, Hagrid era il personaggio più pittoresco sulla banchina della stazione di Hogsmeade.
Questo, quando la stazione ospitava Lorcan e Lysander Lovegood, Frank Paciock che voleva diventare scrittore, e Scorpius Malfoy che accarezzava...Lily si bloccò in mezzo alla formulazione di una risposta sensata all'uomo.
Non stava amoreggiando con il nulla...Scorpius Malfoy vedeva i Thestral.
Ma non ebbe il tempo di chiedersi chi mai poteva aver visto morire un bambino viziato con la testa piena di scemenze sul sangue puro e un'ascendenza di maghi lunga da lì al Paiolo Magico, perché Rose la trascinò per una manica verso la carrozza, mentre un nugolo di minuti ragazzini del primo anni osservava con il naso in su e gli occhi sbarrati l'uomo più imponente e generoso che avrebbero mai conosciuto.
Con un sospiro, si issò sulla carrozza.
 
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Angolo della delirante autrice: BUONASERA (tenta di imitare il tipo della pubblicità, inutilmente, si ricompone e si fa seria).
Miseriaccia se è stato difficile trovare il filoconduttore di questo capitoloXD
Evitando lo spiegone che è una palla mortale dico solo che i versetti citati fanno riferimento al Limbo, luogo che, nella Divina Commedia (ma lo sapete tutti...lo so che lo sapete tutti) custodiva le anime di coloro che, nati prima di Cristo, non potevano essere fedeli alla religione, e ai bambini non battezzati, morti prima di poterlo essere, nella fattispecie...penso che il collegamento al capitolo sia chiaro, anche se nella mia infinita ignoranza e stanchezza ci ho messo una vita e mezza a capirloXD In italiano suona più o meno così " Qui, per quel che si poteva ascoltare, non vi era altra manifestazione di dolore fuorché sospiri, che facevano fremere l’atmosfera infernale. Sospiri, che l'aura etterna facevan tremare; ciò avveniva per il dolore non provocato da tormenti corporali che colpiva schiere, numerose e folte, di bambini e di donne e di uomini."
Ridendo e scherzando, mica tantoXD, io cercavo qualcosa che potesse ricollegare il tutto al ritorno di Hagrid, ma poi mi sono ricordata che non c'è un cantico del Paradiso dedicato agli adorabili guardiacaccia mezzi giganti (anche se ci dovrebbe essere ù___ù) e così, mi sa che vi dovrete accontentare...ahahaha
   
 
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