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Autore: rosh    30/05/2011    0 recensioni
Questa storia parla di ragazzi come me, come voi, che conducono una normalissima vita e devono quotidianamente fare i conti con i mostri adoolescenziali.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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********  4 mesi dopo********
“Gà, oggi Chiara e Alessia hanno litigato di brutto.”
Siamo al bar, il solito del sabato. Usciamo molto presto nel pomeriggio, verso le 3, per ritagliarci uno spazio tutto per noi, poi, due- tre ore dopo, ognuno con i suoi amici.
-Di nuovo? Che palle ste due Cip!-
“Non me lo dire, stanno sempre a gridare come due forsennate! Altro che migliori amiche! Chiara mi ha detto che ha intenzione di parlarle chiaramente. Dice che ormai non sono più nemmeno amiche!”
Chiara Geroldi. La mia compagna di banco. Ho un po’ cambiato idea su di lei, non mi sembra più così sfigata. Alla fine le voglio bene, sono stata più volte a casa sua per fare i vari progetti che ci hanno assegnato (che palle, sempre con quella zappa di Alessia!). Forse sono stata un po’ troppo dura a giudicare il primo giorno, ma sfido chiunque ad entrare in una classe completamente estranea e trovare il lato positivo in tutti. Per me è mission impossible!
-Ma alla fine che giudizio hai di Chiara?-
“E’ simpatica, però è un po’ menefreghista. Non è proprio un’ottima amica. E’ un po’ mentalmente vecchia e si comporta tante volte da donna matura di sto cavolo, però le voglio bene”
- Ma è fidanzata? -
“Gà che cazzo di domande fai? Ti piace Chiara?”
- Ma che sei scema? E’ che…-
“DIMMI!”
- Siete molto amiche?-
“Molto amiche!? Come se non lo sapessi. Io per giudicare qualcuno “molto amico” non ci metto quattro mesi!”
-Va bè, sì, insomma, parlate molto?-
“Abbastanza… Mi fai preoccupare!”
-Cip, ieri l’ho sentita parlare con un ragazzo della F, Riccardo, se non sbaglio. Parlava di te.-
“Di me?”
-Sì…-
“Che diceva?”
-Nulla, ho sentito “Elena? Elena è la mia migliore amica!”-
“Ah…”
-Parla bene di te, Ele.-
“Già…”
-Che c’è?-
“Niente, Gab, è che, lo sai, io non ho mai avuto una migliore amica, un punto di riferimento, un’ancora ed ora se ne esce Geroldi con sta frase del cazzo e mi confonde le idee. Una cosa è certa, ancora non posso considerarla la mia migliore amica. Poco ma sicuro!”
-Ma… Perché?-
“Non lo so, non mi fido totalmente…”
-Pensaci bene, potrebbe essere la tua grande occasione di trovare una vera amica.-
“Chiara? Ma dai!”
-Quanto sei fissata, piccola!-
“Un po’…”
-Eh sì, un po’…-
“Gà… andiamo a farci una passeggiata?”
-Sei pazza? Ci sono meno tre gradi!-
“Non fa niente, daaaaaiiiiii! Ti prego!”
-No! Senti casa mia è libera, vuoi salire? Ci guardiamo un film!-
“E va bene… Ma il film lo scelgo io!”
Casa sua è proprio sopra il bar, centralissima. Un attico stupendo! Proprio come lui.
Arriviamo davanti il portone. Si mette una mano in tasca, in cerca delle chiavi. Le trova e le infila nella serratura. Quattro, cinque, sei mandate e la porta si apre. Entriamo e ci chiudiamo la porta alle spalle.
Saliamo le scale ed entriamo in casa. Il solito profumo di vaniglia. Ci dirigiamo nella sua stanza e ci stendiamo nel letto ad una piazza e mezzo. Mi abbraccia e mi bacia la testa. Vorrei restare così per sempre!
“Gà, sono le quattro e mezza. A che ora hai appuntamento con loro?”
-Tu hai voglia di uscire? Perché io sto per mandare un messaggio a Dario e gli dico che non vado…-
“Stiamo qui?”
-Certo. Senti… il film?- Dice, porgendomi il telecomando.
“Scegli tu, io dormo!”
-Non lo faresti mai!-
E fu così che un freddissimo sabato pomeriggio, dormii per due ore di fila tra le braccia del mio ragazzo…
 
Lunedì, a scuola.
“Quindi il teorema del triangolo isoscele dice che se un triangolo ha…”
Mi giro, leggermente scocciata, verso Valeria, che mi fa un occhiolino, Oggi proprio non è giornata. Chiara e Alessia litigano dalla prima ora, stavolta se ne dicono di pesanti e io sono quattro ore che non faccio parola per evitare di interromperle! Che palle! Manca solo l’ora di fisica e poi siamo  apposto!
“Ele, dai, manca solo un’ora!”
-Vale non ne posso più! Mi so rotta!-
“Ti credo, non dirlo a me! Ma Chiara e Alessia?”
-Stanno andando giù pesante…-
“Ah…”
<< PERRI, MARTINI!>>
-Scusi prof, è che non ho capito l’ultima definizione!-
<< Te la spiego subito Martini, basta chiedere! >>
“Tu sei una scema…” sussurra Valeria. E’ vero, lo sono. Fortuna che fra poco suona e non devo sentirmelo tutto!
-Valè, mò suona!-
Campana. Ecco, come non detto! Per fortuna, oh! Sento Chiara fare dei versi strani, cioè, non  mi dire che…
“Chiara, oh!”
-E… Ele…-
“Perché piangi?!” dico accarezzandole il braccio.
-Mi accompagni in bagno?-
“Certo, vieni…”
Usciamo dalla classe, con l’intento di trovare la prof di fisica
<< Martini! Geroldi! Che ci fate fuori? >>
“Prof, vede, è che Geroldi sta male, posso accompagnarla in bagno?”
<< Certo!Geroldi che ti senti? >>
-Non lo so, prof! Mi sento molto debole!-
<< Dai, su, però, non piangere… Vai con Martini che è un medico provetto! >>
Sì, certo. Quando c’è qualcuno che sta male, chiunque esso sia, per uscire, lo accompagno sempre io! 
Ci dirigiamo in silenzio verso il bagno, poi, una volta entrate, chiudiamo la porta a chiave. Chiara si siede per terra, le ginocchia al petto. Singhiozza. Mi chino e le accarezzo i capelli…
“Oi, Chiarù…”
-Ele, Alessia ed io non siamo più amiche, dopo 8 anni, non siamo più amiche. Ha detto che sono un’illusa perché nessuno, mai, mi vorrà davvero bene, per il carattere che ho. Ha detto che sono una fallita e che faccio schifo come persona-
Alterna le parola ai singhiozzi e mi fa una pena tremenda. Non so proprio che dirle, mi limito ad abbracciarla e a farla piangere, lasciandola sfogare.
-Secondo te è vero?- Gli occhiali sono tutti appannati e bagnati ed è rossissima in viso. Mi guarda disperatamente. Le passo le dita sulle guance e cerco di asciugare le lacrime. Le levo gli occhiali e li pulisco, strofinandoli alla felpa; poi glieli ridò.
“Perché sono qui, con te, ora?”
-Perché ti secca stare in classe?- dice, sorridendo.
Vero, cazzo, è vero. Non ce la facevo più, ma non posso dirglielo!
“No, cretina. Sono qua perché ti voglio bene e perché voglio che tu ti rassereni e stia tranquilla.” Le lascio un bacio sulla guancia e prendo il cellulare dalla tasca. Mi guarda delusa pensando di aver finito di confidarsi. Compongo il numero di mia mamma e poggio il telefono all’orecchio.
“Mà, può venire Chiara a mangiare da noi? …. Mmmm?... Certo, sì… Ok…. A dopo!
Manda un messaggio a mammina! Oggi a pranzo a casa Martini!”
Sorride, contenta e mi abbraccia.
-Grazie, grazie, grazie…-
“Basta così, ti prego! Dai, vieni a sciacquarti il viso!”
  
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