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Autore: Najica    30/05/2011    1 recensioni
Greta è una normale ragazza di 17 anni, è stata bocciata e deve ripetere l'anno, ma in un altra scuola e proprio il suo primo giorno di scuola accadrà qualcosa che cambierà completamente la sua vita
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E' la prima storia che scrivo e faccio leggere a qualcuno una storia di mia creazione, ma leggere le belle storie di questo sito e di altri mi ha fatto prendere coraggio ed eccovi la mia prima storia. I commenti sia positivi che negativi sono bene accetti ^^


Greta era una normale ragazza di 17 anni, o almeno pensava di esserlo.

Si era appena trasferita a Amaku per via del lavoro del padre. Ha dovuto cambiare scuola, ma non era un problema, l’avrebbe voluta cambiare ugualmente in seguito alla bocciatura ricevuta quell’estate.

La nuova scuola sarebbe stata differente dalla vecchia, sarebbe andato tutto bene, non sarebbe stata più bocciata.

Era ciò a cui pensava mentre si preparava per andare a scuola; si guardava nello specchio e osservava la cadenza della nuova uniforme, era la prima volta che ne indossava una, ma l’idea di metterla sempre per andare a scuola e che in quella scuola l’avrebbero messa tutti le piaceva.

Era un uniforme con una camicia bianca e un gilet giallo, una cravatta rossa e una gonna rossa a quadri, lunghe calze nere fino al ginocchio e scarpe grigie. Le stava molto bene, lei era snella e non molto alta, ma non le importava, perché era comunque nella media, aveva i capelli arancioni, lunghi fino al collo e dei bellissimi occhi blu, profondi come l’oceano.

Si era davvero persa ad osservarsi allo specchio con quella uniforme.

<< Greta vieni a fare colazione >> gridò una voce da basso. Era sua madre che la chiamava.

Quando Greta scese e andò in cucina vide tutta la famiglia al completo intenta a fare colazione.

Il padre, seduto a capotavola, sorseggiava del caffè leggendo il giornale, alla sua destra vi era il fratello maggiore, che intingeva dei biscotti nel caffè ed infine la madre stava poggiando un piatto in un posto vuoto, probabilmente quello di Greta. Nel piatto vi erano due fette di pane con la marmellata

<< Non ti siedi a fare colazione? >> le chiese la madre.

<< Non ho molta fame, prendo una fetta di pane e la mangio mentre vado a scuola>> rispose lei avvicinandosi al suo piatto e prendendo una delle due fette di pane.

<< Sei proprio sicura? >> insistette la madre.

<< Si, sono un po’ nervosa e ho lo stomaco chiuso. Inoltre se voglio arrivare a scuola in tempo mi conviene correre o perderò il treno >>

<< Se preferisci ti porto io a scuola >> intervenne il fratello.

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<< Va bene, fai come preferisci, l’importante è che non ti succeda nulla >> disse il padre tirando la testa fuori dal giornale e sorridendo.

Greta sorrise a sua volta e s’incamminò verso la porta della cucina e voltandosi disse a tutti

<< Allora io vado, ci vediamo oggi pomeriggio >> e proprio mentre si stava per voltare di nuovo la madre le disse:

<< Aspetta un secondo, sul mobile vicino all’entrata ci sono dei soldi e una lista della spesa, ti dispiace fermarti un momento al supermercato mentre torni a casa? >>

<< Va bene, non ti preoccupare mamma >> rispose Greta e salutando di nuovo andò a prendere i soldi e la lista della spesa.

Per andare alla stazione, Greta, aveva dovuto fare una strada più lunga di quella che aveva fatto con il padre qualche giorno prima, perché c’erano dei lavori in corso, così adesso doveva correre veramente se voleva prendere il treno in tempo, infatti quando arrivò alla stazione stava per ripartire. Fece appena in tempo a salire che ripartì.

Siccome stava correndo non era riuscita a fermarsi e andò a sbattere contro una signora

<< Fai attenzione, potresti farti male >> le disse gentilmente

<< E poi la prossima volta potresti non essere così fortunata a sbattere contro qualcosa di così morbido >> continuò sorridendo e sfiorandosi il seno. Greta era arrossita tutto d’un colpo.

<< Mi scusi >> si affrettò a dire chinandosi, la signora osservò la sua uniforme

<< Vai all’Akoshi school? >> le chiese

<< Sì, oggi sarebbe il mio primo giorno. Mi sono appena trasferita e non sono sicura di ricordarmi bene la strada… >> rispose Greta facendo un sorriso imbarazzato

<< Sono sicura che in un modo o nell’altro ci arriverai >> rispose l’altra sorridendo a sua volta.

Arrivata alla propria fermata, Greta, scese seguita dalla sconosciuta, ma fatto qualche passo la perse di vista “Che strana persona, ma è molto attraente, chissà se la incontrerò di nuovo” pensò in quel momento “Forse è meglio di no, visto la figura che ho appena fatto”.

Fortunatamente si ricordò tutta la strada, ma per tutto il tragitto non fece che batterle forte il cuore, era molto emozionata dall’idea di cominciare una nuova scuola, pensava “Chissà come saranno i miei compagni” oppure “Chissà se almeno quest’anno riuscirò a mettermi con qualcuno” o ancora “Chissà come saranno i professori e chissà come sarà la classe”.

Quando arrivò davanti all’ingesso principale cominciò a tremare, non perché facesse freddo, ma era una ragazza molto timida e l’idea di chiedere ad uno sconosciuto di controllare in che classe fosse la terrorizzava. Si fece coraggio e si diresse verso la segreteria, si affacciò e disse

<< Scusatemi, io sarei nuova, ma non so in che classe devo andare…>> la sua faccia era completamente rossa e la sua voce molto bassa. Uno dei segretari le si avvicino e svogliatamente le chiese come si chiamasse e che classe facesse

<< Greta Oribe e dovrei fare seconda >> rispose lei, l’uomo controllò in un registro che aveva la davanti.

<< Seconda C, devi salire le scale e girare a destra, l’ultima classe a destra è la tua >> le disse dopo

<< Grazie mille  >> rispose lei e si diresse verso la nuova classe.

Le ritornarono in mente i pensieri di prima, mentre percorreva la strada dalla segreteria alla classe, e le era tornata la paura di parlare con persone che non conosceva. Entrata in classe avrebbe dovuto presentarsi di nuovo ai suoi compagni e ai professori e poi tutti erano ormai in classe e non appena avrebbe aperto la porta tutti gli sguardi sarebbero stati rivolti verso di lei. Il solo pensiero la fece arrossire nuovamente.

Era quasi arrivata davanti alla porta della sua classe quando vide che era aperta, esitò per un istante ed entrò. I suoi compagni erano davvero tutti in classe e seduta alla cattedra c’era una professoressa intenta a parlare con un’altra professoressa, nessuna delle due si accorse che era entrata e per un attimo non sapeva se interromperle mentre parlavano o sedersi… e poi sedersi dove? Era tornata la paura, ma per fortuna una delle due professoresse si accorse che era entrata e smise di parlare. Si voltò verso Greta, che appena la vide quasi ebbe un infarto, non credeva ai suoi occhi, era la signora che aveva incontrato sul treno, questo la fece arrossire ancora di più di prima.

<< Oh tu devi essere la nuova studentessa trasferita, vero? Scusa i nostri modi maleducati. Io sono Sofia Oohara, la tua insegnante di scienze >>

<< E io sono la nuova insegnante di storia della classe, piacere di conoscerti >> si presentarono le due.

<< Io mi chiamo Greta Oribe, piacere mio >> rispose Greta facendo un inchino.

<< Puoi sederti  lì, vicino alla finestra, io e la professoressa di storia dobbiamo finire un momento di parlare e poi ti spiegherò le regole della scuola >> disse la professoressa Oohara sorridendo allo stesso modo di come aveva fatto qualche minuto prima sul treno.

Greta si andò a sedere dove le era stato detto, ma non poteva non pensare a che incredibile coincidenza fosse quella “Pensare che solo una mezz’oretta fa le ero andata a sbattere contro, ma chissà che strada avrà preso per essere arrivata prima di me e senza che la vedessi entrare” pensò mentre la fissava. Era una donna davvero attraente, era alta e snella, aveva lunghi capelli biondi, occhi azzurri e qualche lentiggine in faccia; portava una maglietta viola e una gonna nera, lunga fino al ginocchio, Greta pensò di nuovo che era davvero bella.

Appena le due ebbero finito di parlare la professoressa Oohara come aveva detto si mise a spiegare le regole della scuola e poi il comportamento che esigeva nelle sue ore e altre cose che Greta ascoltò e non ascoltò. Mentre la professoressa parlava, infatti, osservava i suoi compagni, ma solo quelli che erano seduti davanti e quelli a fianco che poteva vedere con la coda dell’occhio, i primi giorni in ogni scuola che è andata si vergognava sempre molto e non parlava mai con i suoi compagni di classe a meno che non fossero loro a parlare con lei, ma accadeva di rado.

La giornata trascorse tranquilla e siccome era il primo giorno di scuola si fecero soltanto un paio di ore, nelle quali i professori nuovi, come quella di storia, si presentavano e spiegavano in breve qual’era il programma del nuovo anno e cosa pretendevano dagli studenti.

Finita la scuola Greta doveva andare a fare la spesa come le aveva chiesto la mamma quella mattina, solo che non si ricordava dove fosse il supermercato, e quindi si fermò poco più avanti della porta d’ingresso e tirò fuori la lista della spesa che aveva in tasca. La fissò quasi sperando che potesse parlarle e  dirle dove si trovasse il supermercato

<< Se devi andare a fare la spesa e non sai dov’è il supermercato è inutile fissare la lista della spesa, non parlerà >> disse una voce alle sue spalle. Greta si girò, era la professoressa Oohara che le sorrideva di nuovo.

<< E’ che non riesco proprio a ricordarmi dove sia, mio padre mi ci aveva accompagnata, ma me lo sono dimenticata >> rispose Greta arrossendo nuovamente.

<< Se vuoi ti ci accompagno >>

<< E’ molto gentile, ma non si deve disturbare >>

<< Nessun disturbo, è sulla strada per tornare alla stazione >>

<< Non ricordo di esserci passata… >>

<< E’ perché facciamo due strade diverse. Quella che faccio io è più corta >>

<< Ah ecco, infatti mi chiedevo che strada avesse fatto per arrivare prima di me a scuola >>

<< Facciamo così, ti accompagno al supermercato e ti dico che strada devi poi fare da lì fino alla stazione, perché purtroppo ho degli impegni e non posso aspettare che tu finisca di fare la spesa. Va bene? >>

<< E’ perfetto, grazie mille. Lei è davvero gentile >>

<< Di niente è un piacere aiutare i miei studenti >>

Le due s’incamminarono verso il supermercato e arrivateci la professoressa fece come aveva detto, le disse che strada doveva fare da lì alla stazione, poi si salutarono e Greta fece la spesa per la madre.

Uscita dal supermercato sentì un urlo provenire da dietro degli alberi.


Apresto un nuovo capitolo ^^
   
 
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