Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Angelofire    05/06/2011    1 recensioni
Racconto di scrittura creativa per scuola. Il racconto è basato sulla storia del Fantasma dell'Opera riassunta in chiave fiabesca, con protagonista un topolino emarginato dalla società.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 2

 

L'aria fresca del mattino spazzolò il morbido pelo di Cresty, Accanto al suo padrone camminava tranquilla per via XX Settembre. Quella mattina avrebbe accompagnato il suo padrone a scuola. Cresty era entusiasta, era sempre andata nell'altra sede dell'Accademia e finalmente, per la prima volta avrebbe visto quella centrale. Il cuore dell'accademia. Percorso l'intero viale, giunti nella piazza con la fontana. Si infilarono sotto i portici che costeggiava l'edificio. Non presero l'ascensore. Cresty e il suo padrone preferivano fare le scale.Giunti al terzo piano. Marcus, chiese alla sua piccola amica di aspettare il suo ritorno.

Non ubbidì.

Il cane si guardò attorno. L'aula di scenografia era aperta. Amava quel luogo. Da quell'aula provenivano sempre odori e rumori strani. Marcus le proibiva ogni volta di entrare. Cresty non ne capiva il motivo. Oggi era il giorno giusto per trasgredire. Era il suo compleanno. Così scodinzolando attraversò il piccolo corridoio di legno ed entrò. Era buio. Fece qualche passo. Gli odori erano molteplici. Alcuni acidi, nauseanti, altri interessanti e buoni. Con il suo piccolo naso, il cane annusò ogni singolo angolo delle stanza. Afferrò qualche pezzo di carta tra i denti, ma non trovandolo particolarmente interessante, lo sputò via. Sembravano passati pochi istanti,quando un rumore attirò la sua attenzione.

Si avvicinò cauta verso la fonte del rumore. Mentre passava accanto a uno specchio rotto, si diede un'occhiata veloce, quasi spaventata dalla sua figura riflessa. Il morbido manto maculato, irradiava luce, fatta eccezione per le macchie marroni per portava sul dorso, il muso allungato, le orecchie cadevano a penzolono ai lati delle tempie. Tutto in lei era aggraziato. Le zampe si mossero leggere sul pavimento, nuvolette di polvere si librarono in aria. Il rumore si face più forte ad ogni passo.

Dietro a una tenda di ragnatele, illuminato dall'unico spiraglio di luce presente, c'era un topolino completamente bianco, che mordeva un legnetto. Cresty abbaiò alla vista dell'essere.

Aric non si mosse.

Cresty abbaiò nuovamente. Non sapeva se cacciare via quel topo o rimanere a guardarlo. Ma appena vide il capolavoro alle spalle del roditore non poté altro che manifestare il suo entusiasmo, scodinzolando e abbaiando.

Aric non sapeva cosa dire, cosa fare. Un suono così soave non l'aveva mai udito, da nessuna creatura. Finalmente dopo ben due giorni, aveva trovato la sua cantante. Lasciò cadere il legnetto a terra e si avvicinò a Cresty. Dietro di lui, la più bella scenografia che si sia mai vista. Quell'ambiente teatrale, racchiudeva ogni singolo organo dell'accademia: pittura, scultura, scenografia,decorazione e grafica. Durante i due giorni e le due notti trascorse nell'edificio, Aric aveva avuto modo di vagare per i corridoi, le aule, i laboratori, completamente indisturbato. Imparò molto. Prese in ogni luogo visitato un oggetto: dall'aula di decorazione prese un specchio ricamato in stile Liberty, con fiori e ghirlande rosse, dall'aula di pittura rubò un quadro raffigurate un castello immerso nelle più soffici nubi, dall'aula di scultura portò via delle macerie di colonne greche. Giunto nella stanza con i ballatoi, iniziò a creare. Posizionò le colonne ai lati di una ipotetica stanza in miniatura e sistemò gli altri elementi: il fondale era composto dal quadrò con i castello, messo in diagonale sul lato destro vi era lo specchio e dall'altra parte le colonne greche; sistemò in oltre alcune sedie e alcuni tavoli in scale, tutti elementi abbandonati dagli studenti di scenografia durante le lezioni. Aric si era creato una propria casa, un piccolo rifugio dove passare la vita in solitudine. Almeno così credeva.

Cresty rimase lì immobile ad osservare il topo che la fissava a sua volta. Aric non vedeva altro che i suoi profondi occhi marroni e sentire la sua voce.

Il topo le porse una zampa.

Attese.

Una voce.

Il padrone chiamava Cresty.

La cagnolina guardò intensamente Aric abbaiò un'ultima volta e corse via.

Una lacrima rigò il viso del topolino. Gli occhi rossi divennero lucidi, Aric abbassò il muso. Raccolse uno spago poco più in là e in silenzio lo legò a un bastoncino che faceva da passerella tra una colonna l'altra. Lasciò cadere lo pago. Prese una sedia. Legò lo spago intorno al collo e si lasciò cadere nel vuoto,

Un tremore.

Delle luci.

L'insegnate entrò nell'aula.

Entrando diede un calcio a delle colonne greche, facendo cadere un piccolo quadro e un specchio.

Poi uscì, lamentandosi del disordine degli alunni.

Qualche istante dopo arrivò un bidello con la scopa. Mise nel cestino, tutta l'opera di Aric.

Ad un tratto il bidello vide una scia bianca correre dall'altra parte della stanza.

 

<< Ci sono pure i topini. E pure bianchi. Che schifo...>> e se ne andò.

 

Aric aveva avuto una seconda possibilità. E questa volta avrebbe dato via alla sua vendetta, prendendo possesso dell'Accademia, e poi si sarebbe ripreso Cresty. La sua Cresty. L'aula di Scenografia era diventato il suo e teatro e come un fantasma avrebbe dato vita alla sua opera.

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Angelofire