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Autore: JKEdogawa    05/06/2011    3 recensioni
Una fan oltre oceano, una realtà mista alla fantasia, due anime contrastanti, un libro pericoloso e... una famiglia assurda. Questi sono i punti cardinali di questo racconto. Pamela si prepara ad un cambiamento radicale nella sua vita che la porterà ad "un'estate da urlo". Ma cosa dovrà affrontare veramente la nipote di due dei? E se poi questi dei sono contrastanti? E se si scoprisse che non esistono solo gli dei?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Vita da mezzosangue: la serie'
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Tutto cominciò così, improvvisamente.
Mi chiamo Pamela Deletti (per gli amici Pam), vivo a Bologna, in Italia, con la mia famiglia. Vado a scuola al liceo classico, infatti fino ad allora non mi ero accorta di niente. Sì, è vero, il mio migliore amico aveva le stampelle e camminava strano. Ma chi lo avrebbe mai capito?Chi nella mia situazione gli avrebbe chiesto "scusa, sei un satiro per caso?"? Una figura simile l'avevo già fatta alle medie, quando avevo chiesto al mio insegnante di chimica se era Severus Piton... ERANO IDENTICI! Mi squadrava sempre storto e aveva una passione per i bulli della scuola! A loro dava Ottimo, a me "ti ho aiutato, ti do Sufficente anche se non te lo meriti". Già, io leggo molto, sopratutto fantasy. Ho letto tutti i libri di Harry Potter e tutti i viaggi nel regno della fantasia di Geronimo Stilton. Ora mi diletto a leggere Percy Jakson e gli dei dell’Olimpo. Le mie compagne dicono “ ma ti pare alla tua età (ho 16 anni) leggere ancora queste storielle?”. Già, secondo loro dovrei leggere libri erotici e guardare uomini e donne. Solo Ezechiele, il mio migliore amico, mi incoraggia a mantenere la mente libera e a lasciarmi andare ai sogni. Ogni tanto gli sentivo dire “per gli dei dell’Olimpo” ma non ci davo peso. Essere mezzosangue a volte aiuta, nella scuola che faccio studiamo  greco e latino antichi quindi per me era una passeggiata studiare. Ho qualche problema con le altre materie, ma se collego tutto a quelle due lingue riesco a capire!
Era una bella giornata di inizio giugno, tutto andava bene e sarebbe migliorato, o almeno lo speravo. Mi ero alzata speranzosa e sprizzavo energia da tutti i pori. Appena Ezechiele suonò alla porta scesi correndo, con lo zaino sulle spalle un paio di pantacalze e una gonna neri, maglietta e ballerine arancioni.
- Pronto per un nuovo giorno?- dissi speranzosa
- Perché così entusiasta?- mi rispose
- Non si risponde mai ad una domanda con una domanda, è galateo!-
Mi guardò con la faccia che mi faceva sempre quando voleva dire “mi fai paura”
- E tu non hai rispondo alla mia domanda! Siamo pari!- disse
- Te lo concedo. Mi sono svegliata con una gran voglia di vivere, di sperare!- gli risposi
- Interessante… come va con il libro?-
- Te lo consiglio è troppo bello! Grover è nei guai e Percy…-
- Ti credo sulla parola... tu ci credi agli dei?-
Non mi aveva mai fatto quella domanda e mi prese alla sprovvista. Perché proprio quel giorno? Perché proprio in quel momento? Mi guardai intorno, come a cercare una spiegazione logica e plausibile a quel insolito quesito.
- Cosa cerchi? Hai perso qualcosa?- mi guardò perplesso
- No, niente. Hai sentito il nuovo brano di CapaRezza?- volevo cambiare argomento
- Sì, molto intere… aspetta… stai cercando di cambiare  argomento?-
- No!- mentii spudoratamente
- Perché volevi cambiare argomento?- mi guardava sospettoso
- Non lo…- non finii mai la frase, qualcosa di enorme stava volando contro di noi.
- In che senso…-
- Giù!- gridai. Ci abbassammo all’unisono, manco ci fossimo messi d’accordo. L’uccello gigante ci scagliò di poco
- Corri!- disse Ezechiele
- Ma cos…- aggiunsi mentre mi tirava lontano correndo, anche se correndo era una parola grossa…
Non so come mi venne l’idea di guardare dietro. L’uccello gigante, o qualunque cosa fosse, ripartì alla carica. Ezechiele mi trascinò sotto il portico.
- C’è qualcosa che dovrei sapere?- dissi mentre mi schiacciavo alla parete come faceva lui
- Sì, un paio!- mi rispose
- Del tipo?-
- Quella là è un’arpia!-
- Non avevo dubbi…- il cuore mi batteva a mille
- Tutto quello che leggi è la verità!-
- COSA?-
- Hai dei nonni potenti!-
- COSA!?-
- E tu sei una mezzosangue!-
- E DIRMELO PRIMA NO ,VERO?-
L’arpia tornò all’attacco. Ezechiele si abbassò i pantaloni e si sfilò le scarpe. Sotto era mezza capra.
- E queste?!- chiesi
- Ah, giusto… sono un satiro custode!- mi rispose- ora corri!-
Lo seguii senza esitazione, solo che lui galoppava io correvo. L’arpia ci seguiva da fuori il portico, era troppo grande per passarci sotto( grazie, Bologna).
Ci fermammo un attimo, tanto li non ci poteva fare niente.
- C’è qualcos’altro che dovrei sapere?- domandai facendo respiri profondi
- Sì, devi venire al campo mezzosangue con me!- mi disse come se fosse la cosa più logica da fare.
- Sai almeno chi sono i miei nonni?-
- No, so solo che i tuoi genitori sono mezzosangue ignari di esserlo!-
- Ottimo, dovrò andare nella casa di Ermes! C’è di peggio?! Ci aspettano altri mostri?-
- Beee… ora che sanno che tu esisti… sì!-
- Scoppio di gioia…- era sarcastico, poi- Sì, scoppio di gioia! Sì, scoppio di gioia! Conoscerò Percy Jakson. SIIIIIIII!-
- Wow! Infondo l’hai presa bene!-
- Adesso come facciamo?-
- Vieni fuori se sei un’eroina! Vieni fuori se hai coraggio!- Gracchiò l’arpia
- TU RILASSATI! Cosa facciamo Zik?-
- Prendiamo l’autobus e andiamo a scuola!-
Io lo squadrai accigliata, poi sbottai:- MA COS’HAI IN TESTA? UN’ARPIA CI VUOLE UCCIDERE E PER TE E’ TUTTO NORMALE?-
-Calmati, a scuola non potrà entrare, poi oggi pomeriggio partiremo per il campo mezzosangue!-
Feci dei respiri profondi per calmarmi, poi con un filo di voce dissi:- Va bene!- Ezechiele si rimise i pantaloni e le scarpe finte, tornò un ragazzo “normale”.
Passò un 19 appena in tempo, ci saltammo su e lasciammo l’arpia ai suoi problemi: capire dove eravamo finiti.
Aspettammo due fermate poi scendemo per andare a scuola. I mostri non ci attaccarono per tutto il giorno. Quando uscimmo da scuola un dubbio mi assalse.
- Scusa, Zik, tu ci hai pensato a come ci arriviamo al campo mezzosangue?-
- Facile, ci aiuterà il professor Frassinari…-
- Quel professor Frassinari?-
- Ne esistono altri? A proposito non è il suo nome!-
Io rimasi sconcertata. Dovete sapere che il professor Frassinari era quell’insegnante che io avevo chiamato Severus Piton.
- Nella scuola dove insegna pozioni hanno degli ippogrifi, ci aiuteranno loro… o, eccoli che arrivano!-
Io guardai stravolta due candidi ippogrifi planare davanti a noi. Mi promisi di non chiedere più spiegazioni per il resto del viaggio.
- Come lo spiego ai miei questo?!- pensai ad alta voce mentre salivamo in cielo.
Anche il viaggio fu abbastanza tranquillo, troppo…
Il peggio doveva arrivare? Immaginavo proprio di sì! Sarei sopravissuta? Ci speravo, ma ne ero poco convinta! Avrei incontrato cose peggiori lungo la mia strada? Di questo ero sicura al 100%!
L’unica cosa che mi tirava su il morale era pensare a Percy che avrei incontrato , a Ezechiele che mi accompagnava e al turchese dell’oceano Atlantico che sorvolammo.
Arrivammo verso tardo pomeriggio. Gli ippogrifi ci lasciarono ai piedi della collina mezzosangue. Iniziammo a salire  lungo il pendio, era scomodo con le pantacalze e le ballerine, ma riuscii ad inerpicarmi su. Ezechiele non aveva problemi, lui era un satiro… Nella zona non c’erano mostri, attorno ai confini del campo c’erano dei ragazzi come me solo armati e vestiti di armature in cuoio e metallo. Vidi l’albero di Talia e mi arrivò un lampo di tristezza, mi avvicinai e notai che stava morendo. Capii in che periodo ci trovavamo, fui presi da istinto materno e abbracciai l’albero. Forse mi scese qualche lacrima, non ricordo.
-Giuro che combatterò sempre per il bene e impedirò con le unghie e con i denti che cose di questo tipo ricapitino!-
Mi allontanai e raggiunsi Ezechiele oltre il confine del campo.
- Nuova arrivata, eh? Che pensavi di venire a fare?- disse Mister D squadrandomi
- Fuga d’emergenza, signor D. Non abbiamo potuto fare altrimenti.- disse Ezechiele
- Capisco, almeno sappiamo di chi è figlia?-
- Beee… ecco… non è figlia, è nipote di due dei…-
Il signor D mi guardò accigliato, io decisi che i miei piedi erano molto più interessanti.
- Forse sarebbe bene parlarne con Chirone, signore!- disse Ezechiele
- Si vede che sei stato molto lontano da qui, ragazzo mio. Chirone  è stato licenziato.-
I miei piedi erano molto interessanti, Ezechiele sgranò gli occhi.
- Ma se ti senti in dovere di avvisarlo, è ancora nella sua stanza.-
Ezechiele mi tiro per un braccio, alzai lo sguardo e lo seguii  verso alla casa grande. Entrammo ed incontrammo Chirone  che stava ascoltando musica di altri tempi come suo solito. Quando ci vide disse:- Ezechiele, da quanto tempo. Bella l’Italia? Ah, hai trovato un nuovo membro del campo…-
- Si chiama Pamela Deletti, ha 16 e è nipote di due dei!-
- Caso interessante, davvero interessante, non mi era mai capitato, mai.-
Mi guardò con la faccia sorridente, io tornai a studiarmi i piedi.
- Per ora sistemiamola nella casa di Ermes, poi vedremo se qualcuno si fa vivo!-
Mossi in su e in giù le punte dei piedi tanto per rendere la mia visione lievemente più interessante e movimentata. Uscimmo dalla casa grande e feci una carrellata del campo mezzosangue. Pensai: passerò un’estate da urlo, o quasi. E pensare che leggevo e basta…

 
 
   
 
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