Posto
o non posto? Me lo sono chiesto praticamente tutta la mattinata, ma
oramai la fan fic era pronta e mi sembrava irrispettoso non postare
il seguito e sciocco postarlo dopo secoli visto che, ripeto, la fan
fic doveva essere una lunga one shot!
Uhm.
Spero che questa
seconda e ultima parte possa,come dire, “attirare” più gente. E'
un po' più lunga e sinceramente a me piace di più ^^
Spero sia
di vostro gradimento!
Ci sarà molto SasuSaku e vedremo come vanno
a finire le cose...
Ci si sente a fine capitolo, buona
lettura! ;)
VIAGGIO
DI MATURITA'
SasuSaku
Parte
due. L'emozione non ha voce
I
will try to fix you
[Coldplay]
E'
lì.
Rannicchiato al bordo della strada, la testa tra le mani, le
spalle che si alzano e si abbassano al ritmo dei singhiozzi.
Sasuke
non lo ha mai visto così sconvolto; a dir la verità non lo ha mai
visto piangere e vedere un uomo che piange gli fa un effetto strano,
da un lato prova una sciocca vergogna, dall'altro un velo di
frustrazione.
Dunque
è così debole, Naruto?
Sembra
non averlo notato; Sasuke gli si avvicina e si siede a poca distanza
da lui, su quel prato bruciato dall'asfalto e dal sole.
Sasuke è
lì e non sa nemmeno lui perchè lo
stia facendo.
Gli
va a sedere vicino, a Naruto che ancora sembra non averlo visto ma
che in realtà l'ha visto eccome e vuole semplicemente fare finta di
niente per un po', perchè è così strano che Sasuke sia lì da lui
che non può non godersi il momento.
Non è più arrabbiato,
Naruto. Percepire la presenza del moro accanto a sé gli mette
un'assurda pace, in quel momento.
Ha ancora la scena davanti agli
occhi, certo, però se ne sta già facendo un'abitudine. Ha come
l'idea che ne vedrà molte altre, di scene così, da lì alla fine
del viaggio.
“Io torno indietro” esordisce Sasuke a tono
basso, piatto.
Naruto allora si gira, lo fissa con gli occhi
rossi, una lacrima sulla punta del naso.
Tra tutte le cose che
poteva dire ha scelto proprio quello.
E' proprio un'idiota, l'Uchiha, si dice Naruto mentre fa scattare
in aria un braccio.
“Tu non torni da nessuna cazzo di parte”
Il pugno va a scontrarsi sulla guancia pallida del moro, un
rumore sordo, occhi neri che si dilatano.
Non se lo aspettava,
Sasuke. E fa male, eccome se fa male. Si tocca il punto dolente e
prima ancora di poter reagire ecco che si trova intrappolato in un
abbraccio.
Le braccia del biondo stringono forte le sue spalle, la
testa preme contro la sua spalla destra.
Che
cazzo sta succedendo?
Non
lo sa. Non riesce a muoversi; ci prova, ma proprio non ci riesce.
“Il
pugno è perchè sei uno stronzo...l'abbraccio perchè sono un
coglione e ti voglio bene, Sas'ke” mormora Naruto, al voce
impastata dal pianto. Sasuke può sentire il suo petto alzarsi e
abbassarsi su di lui, il corpo statuario sussultare al ritmo dei
singhozzi.
Cosa mai gli tocca – pensa – eppure non abbandona
la presa e anzi, fa scivolare le proprie braccia sulla schiena di
Naruto, prima piano, poi forte.
Quell'abbraccio gli fa tornare in
mente il primo abbraccio con la sua nuova madre, dodici anni prima:
fu una cosa talmente mozzafiato che tremò tutto, alla fine, perchè
non aveva mai ricevuto un amore del genere. Dio, aveva dimenticato
quel particolare e con esso molti altri; lui, che con sua madre e suo
padre era fin troppo duro, come se fossero loro la colpa di tutto, ma
loro lo avevano salvato. Salvato.
L'abbraccio
di Naruto ha qualcosa di uguale, è caldo, è totalizzante. Lo
spiazza.
“Sei proprio uno stupido...” sussurra Sasuke che non
ha altro da dire, e chiude gli occhi.
Potrebbe anche dormire, tra
quelle braccia.
Naruto ha smesso di piangere, fa respiri ampi.
Pensa che avere lì il moro addosso a sé è assurdo, quel moro che
non si è mai voluto far avvicinare da nessuno, che solamente
nell'ultimo anno di scuola lui e Sakura sono riusciti a tirare
vicino, a farlo parlare, a intrufolarsi nella sua vita. Che l'Uchiha
ricambiasse l'abbraccio non se lo sarebbe mai aspettato, Naruto.
Il
suo pensiero ora va a Sakura, lo sguardo va oltre la spalla del suo
migliore amico.
E la ragazza è davanti ai suoi occhi, un miraggio
nell'aria bollente.
Sta avanzando verso di loro, Sakura che non
crede a ciò che sta vedendo. Vorrebbe quasi fermarsi per non
disturbarli, però continua ad avanzare fino quando non arriva di
fronte ai suoi due compagni di viaggio.
Naruto le fa l'occhiolino,
poi si stacca da Sasuke il quale sente un gran caldo pervaderlo, gli
gira la testa, ha la mente annebbiata.
“Sakura io...”
Naruto
si alza in bomba e corre da lei, lei che gli butta le braccia al
collo e si fa stringere forte forte.
Sasuke li osserva, non gli fa
male una scena del genere ma solo una remota voglia di piangere. Lui
che piange? No, non piange, ma la sensazione è quella, ed è così
nuova per lui che crede di essere impazzito. Piangerebbe anche per se
stesso e per quel fratello che forse incontrerà. Non lo fa, rimane
impassibile, una palpebra che trema.
“Ti voglio bene, Naruto, ti
voglio così tanto bene...” ripete più e più volte Sakura che non
poteva chiedere di meglio, perchè sta abbracciando Naruto e perchè
egli non la manda via.
Sta per dire che lo ama, ma le parole le
muoiono in bocca; lo ama, certo, di un amore puro, genuino. E' più
di un amico, Naruto.
E'
il suo ossigeno.
Lo
sguardo le cade su Sasuke, ancora seduto al bordo della strada.
E'
serio, è bellissimo.
Sakura gli fa un sorriso timido.
Sasuke
allora si alza, va loro accanto, li supera e ricomincia a camminare.
E' ora di uscire di scena per qualche istante, troppe cose in una
volt lo fanno andare fuori di testa. Ha bisogno di stare solo, di
respirare.
Se ne torna in macchina, accende la radio e come farlo
apposta le note dei Coldplay gli si ribaltano addosso. Fix you gli fa
tornare la voglia di piangere.
“Puoi scusarmi?”
Naruto
prende Sakura per le spalle, la guarda con gli occhi ancora
rossi.
Sakura si sente morire, non ha mai visto quegli occhi
azzurri bruciare così e sente che è tutta colpa sua.
“Non sei
tu quello che deve scusarsi” dice, abbassando lo sguardo ai piedi,
sulle All stars rosa tutte rotte.
“Sì, sono io. Prometto che
d'ora in poi farò la persona matura” insiste Naruto che le dà un
buffetto sulla guancia e le regala un sorriso.
Sakura sente che lo
ama per davvero e sa che non potrà mai fare a meno di lui, come non
potrà fare a meno di Sasuke.
Li ama in maniera diversa, ma li ama
entrambi.
“Saremo tutti e tre più maturi, Naruto”
Sakura
prende la mano al ragazzo e fianco a fianco si avviano alla macchina,
senza dire più alcunchè.
Sasuke se li vede arrivare mano nella
mano, le facce serene. E pensa che quei due sono tutto quello che ha
al momento e che non importa se non incontrerà suo fratello, a quel
punto non ne sente il bisogno.
Thanks
for the memories
Los
Angeles è caotica, è inebriante, è trafficata.
Sono
imbottigliati nel traffico di mezzogiorno da quaranta minuti.
Naruto
impreca ogni due per tre, Sakura continua a dirgli di stare calmo
sortendo l'effetto contrario, Sasuke non fa altro che cambiare
stazione della radio.
“Sentite, vi va se andiamo in spiaggia?”
esordisce tutto d'un tratto Naruto, che oramai guida a torso nudo,
tutto sudato.
“Cosa? Adesso che siamo arrivati a Los Anglese!”
esclama Sakura prontamente e guarda fuori dal finestrino, laggiù,
alla sua destra, si intravede la linea blu del mare.
“Non
abbiamo mai fatto una pausa da nessuna parte, a parte per quel
piccolo...ehm disguido. Possiamo anche permetterci di farci un tuffo!
Cavoli, siamo a Los Angeles!”
Naruto non sta più nella pelle, i
suoi occhi individuano il cartello “beach” piazzato a pochi metri
più in là, ad uno svincolo.
Ora o mai più, pensa, e senza
chiedere ulteriori conferme gira bruscamente a sinistra.
Trova
pure parcheggio al primo colpo, un vero miracolo.
“Sempre a fare
le cose di testa tua...eh?”
Sakura scende dalla macchina
furiosa, percorre tutto il perimetro della vettura e si piazza
davanti al biondo.
“Avanti, lo so che anche voi non stavate
nella pelle”
Naruto le indica il mare davanti a loro, devono
solo attraversare la strada e sono in spiaggia.
Sakura sbuffa, non
ha più voglia di sgridare nessuno: quel cielo, quel mare schiumoso e
quel profumo di sale che vede e sente suo malgrado la mettono di buon
umore.
Allora cerca Sasuke con lo sguardo, lo trova già sulle
strisce pedonali. Lei e Naruto si scambiano un'occhiata
stupita.
“Aspetta, lasciami prendere le infradito almeno”
Sakura cerca tra il casino delle cose di tutti e tre sparse nei
sedili dietro,afferra due asciugamani, toglie le all star e mette le
infradito. Naruto e Sasuke le hanno già ai piedi,
previdenti.
Vorrebbe cambiarsi anche i pantaloni, i jeans corti le
stanno appiccicati addosso tutti stropicciati, però Sasuke è già
dall'altra parte. Non vuole perderlo.
“E va bene, facciamo
questa pausa a Los Angeles!” esclama mettendosi in marcia.
“Chissà
cosa deve provare, in questo momento”
Naruto ha parlato
sommessamente, Sakura si volta ad osservarlo: ha gli occhi lucidi.
La
realtà le cade addosso bruscamente: sono nel posto d'origine di
Sasuke.
Non ci aveva pensato davvero, accecata com'era
dall'essere arrivata a Los Angeles, a destinazione.
“Vorrà
stare da solo” immagina, e Sasuke è già una figura tra la folla
che si riversa nella spiaggia.
“Sì, lo sorveglieremo da
lontano”
Naruto sente che sono a un punto di svolta, ora il
protagonista è solo Sasuke Uchiha.
E' un momento delicato, quel
momento che tutti e tre avevano scansato.
“Sai, hai fatto bene a
proporre di venire in spiaggia” ammette Sakura toccando Naruto sul
braccio.
Naruto annuisce energicamente, orgoglioso.
“Ovviamente
sì” dice e poi accelera il passo sulla sabbia bollente, guarda la
riva con totale estasi.
Naruto ama il mare. Naruto è il
mare.
Sakura gli sta dietro a fatica, lo raggiunge dopo un po'.
Lo
trova già dentro all'acqua a sorridere da solo come un
pazzo.
“Vieni!”
Sakura fa roteare lo sguardo in giro per
quel pezzo di paradiso pieno di surfisti, ragazze e ragazzi al
massimo del divertimento, famiglie serene. Almeno apparentemente. E
lo vede, seduto sulla riva, i piedi nell'acqua, le braccia sotto al
mento, rannicchiato su se stesso, a fissare il mare.
Non avrebbe
senso andargli vicino. Quando e se vorrà si avvicinerà lui. Quello
è il momento di Sasuke.
Allora Sakura si toglie i pantaloni e la
camicetta, li appoggia alla bell'e meglio sulla sabbia accanto alle
infradito e corre da Naruto che non può fare a meno di provare un
brivido al vederla in costume.
E' bellissima, ai suoi
occhi.
“Nooooo!”
Le ha tirato addosso l'acqua, lei grida.
Assottiglia gli occhi e si prepara alla guerra.
Nel giro di pochi
minuti ritornano bambini.
Non ha mai riso tanto.
Sasuke
ricorda che quando era in Casa Famiglia le suore lo portavano al mare
ogni sabato, d'estate, lasciavano lui e gli altri bambini giocare
nell'acqua, farsi i dispetti, ridere. Degli attimi di svago, una
parvenza di normalità.
Sasuke ricorda che a lui il mare metteva
una strana eccitazione, fantasticava che ci fossero dei mostri marini
sotto al mare e che lo avrebbero attaccato; e allora il suo
fratellone sarebbe venuto a salvarlo. Itachi, però, non era lì con
loro. In Casa Famiglia i bambini erano divisi per fasce d'età,
Itachi era troppo grande per stare con loro più piccolini.
Sasuke
ricorda che un pomeriggio le suore avevano portato tutti al mare,
anche i più grandi. Sasuke stava nuotando, stava fantasticando e
sentiva che presto i mostri lo avrebbero attaccato, era questione di
secondi. Infatti ecco che qualcosa sotto l'acqua si muoveva, egli non
sapeva che era un suo compagno di stanza che se ne stava in apnea.
Poi ad un certo punto, quando stava per gridare, ecco che due braccia
forti lo stringono. Sasuke allora si gira e Itachi è davanti a lui,
sorride.
Sasuke ricorda che in quell'istante si era sentito salvo
e glorioso, aveva urlato il nome del suo fratellone e gli era saltato
addosso. Era così grande Itachi. Poi due suore erano giunte, una
aveva preso Itachi per un braccio, l'altra aveva preso lui per un
braccio e lo aveva portato via, sulla riva. “Mi
dispiace, Sas'ke” aveva
detto il salvatore e tutto era finito, i mostri erano tornati.
Sasuke
ricorda che ogni volta che c'era un avvicinamento tra lui e suo
fratello qualche suora interveniva, li separava. Non dovevano stare
assieme. Poi ci fu l'adozione e nemmeno l'ultimo saluto, diede ad
Itachi.
Aveva cominciato a dargli la colpa, ad odiarlo. Questo
fino all'inverno precedente quando aveva ricevuto quella strana
richiesta d'amicizia su facebook e i suoi genitori gli avevano detto
che le suore avevano l'ordine dalle assistenti sociali di separare i
due fratelli di modo che non si affezionassero e il distacco
definitivo fosse graduale.
Il mare è agitato, Sasuke si ritrova a
pensare ai mostri e si vergogna di se stesso da piccolo, a
fantasticare in continuazione,
Pensa che ad un certo punto non ha
più pensato ad Itachi, immerso come fu in una realtà tutta nuova.
Non che lo abbia dimenticato, ma semplicemente non ne ha sentito il
bisogno.
Il fato ha voluto che Itachi si rifacesse vivo, però
questo non ha compromesso molto Sasuke il quale davvero non sa che
dire, di quel fratello, che dirsi. Fa parte di una vita passata e
finita.
Non sa che potrebbe dirgli da lì a poco, che potrebbe
succedere una volta che si sono rivisti, se sarà mai possibile
ristabilire un rapporto, se ne ha la voglia, se ne ha la vera
necessità.
Sasuke osserva il mare, è pieno di persone: bambini,
ragazzi, vecchi. In lontananza si intravedono pure Naruto e Sakura,
ridono come dei bambini anche loro. Sasuke sa che si sono allontanati
apposta, per lasciarlo riflettere.
Una
bambina che deve avere a stento sei anni lancia un urlo, è caduta
malamente di pancia nell'acqua, tuffandosi dalle braccia dell'uomo.
Un uomo di spalle corre da lei, la tira su prendendola per la vita,
la stringe a sé.
Sasuke non riesce ancora a vedere il volto
dell'uomo dai capelli scuri, bagnati, raccolti in una coda bassa.
Una donna si avvicina alla bambina e all'uomo, è una ragazza che
di forme e viso vispo ricorda parecchio Sakura. La ragazza lo ha
notato, Sasuke, gli fa un sorriso complice mentre prende dalle
braccia del padre quella che deve essere sua figlia.
Sasuke non
sa che pensare, quel sorriso lo ha spiazzato.
“E ora gara di
nuoto!!” propone il giovane padre e si gira.
Si gira verso di
lui, Sasuke.
Ha i lineamenti sottili, gli
occhi neri.
A
Sasuke sembra di essere andato avanti nel tempo, di riconoscere se
stesso tra cinque anni.
Il cuore fa un balzo in petto, poi
accelera impazzito.
L'uomo lo fissa intensamente, gli occhi
nerissimi che sembrano leggergli dentro.
Sasuke ha solo un nome in
mente, è certo di quel nome.
“Itachi ti sei imbambolato? Avanti
che noi partiamo!”
La donna torna a sorridergli, poi prende
l'uomo per un braccio e la bambina per una manina.
La bambina
dalle stesse iridi del padre vuole attenzione, osserva Sasuke e gli
fa la linguaccia. Finalmente suo padre è tutto per lei la gara può
iniziare.
Sasuke vede Itachi voltarsi un'ultima volta verso di
lui, è serio, vorrebbe dire qualcosa, ha le labbra
socchiuse.
“Itachi”
L'uomo
si gira, ha perso l'equilibrio, sta per cadere nell'acqua; la donna
scoppia a ridere trascinando con sé la bambina.
Sasuke sente la
sua
risata bassa propagarsi ogni dove, entrargli dentro. Emblema di una
felicità che lo spiazza.
Itachi ride.
E capisce, Sasuke
Uchiha. Capisce tante cose, improvvisamente lucido.
Troppo tempo è
passato, entrambi si sono costruiti le loro vite.
Quel che c'è
stato c'è stato. Punto e basta. Non va rinnegato.
Oramai è
troppo tardi per costruire qualcosa; lo sente distante, Sasuke.
Lontano anni luce da sé.
Gli fa tristezza, questa consapevolezza;
eppure non è triste fino in fondo.
Lo sguardo torna su Naruto e
Sakura, stanno uscendo dall'acqua esausti, si guardano intorno alla
sua
ricerca.
Lo individuano, non sanno se sorridere. Alla fine
sorridono. Naruto alza una mano in aria, Sakura ha lo sguardo
innamorato. Lui lo può vedere anche da così lontano.
Lo stesso
sguardo della donna che era accanto ad Itachi.
E capisce, Sasuke
Uchiha.
Loro
sono la sua felicità.
E
capisce, Sasuke Uchiha.
Capisce
che non ci sarà nessun incontro.
Sorride appena al mare che ora
non ha più mostri.
Naruto dà una gomitata a Sakura che
sta per sgridarlo ma lui le fa cenno di guardare davanti a
loro.
Sasuke Uchiha li sta raggiungendo, la testa alta, le spalle
un po' incurvate, il volto disteso.
Sakura pensa che sia
bellissimo, e non nel senso banale del termine; negli occhi scuri del
ragazzo intravede, man mano che egli si avvicina, una luce nuova. Una
consapevolezza nuova.
Vorrebbe correre da lui ed abbracciarlo,
dirgli che va tutto bene.
Naruto sospetta qualcosa, ha voglia di
andare lì a riempirlo di domande, chiedergli cosa ha deciso –
perchè sa che ha preso una decisione -. Non muove passo, aspetta che
sia lui a raggiungerli.
Lo guardano pieni di emozione, Sasuke se
ne avvince, si sente strano ad essere protagonista di tali sguardi;
ha sempre odiato situazioni di quel genere; ma deve affrontare
anche
quello per poter riacquistare una vita, il senso di una vita.
E'
stato sempre fin troppo distante.
“La volete smettere di
guardarmi come fossi un bambino di tre anni ai suoi primi passi?!”
sbotta dopo un po', calciando il castello di sabbia che Sakura e
Naruto avevano fatto precedentemente, perchè erano loro due i
bambini.
La tensione si allenta, si sgretola, cade in mille pezzi
come l'involucro di vetro che copriva il cuore di Sasuke.
Quasi si
può udire il rumore del vetro che va in frantumi.
Sakura ha i
brividi, Naruto ha in corpo tante di quelle sensazioni che non sa più
come contenersi.
I due si guardano, annuiscono e all'unisono si
gettano addosso all'Uchiha.
Hanno entrambi capito ogni cosa, lo
leggono negli occhi neri e luminosi di un nuovo
Sasuke, nelle labbra che non sanno se piegarsi all'insù, nei pezzi
di vetro che cadono a terra.
Gli piombano letteralmente addosso,
lo circondano, lo imprigionano.
Sasuke pensa se per caso ci sia
una svendita improvvisa di abbracci: due in neanche un giorno. Cosa
sta succedendo?
“Che cavolo...” le parole gli muoiono tra i
denti, Sakura e Naruto o fanno cadere a terra.
Rotolano sulla
sabbia, loro tre, dapprima silenziosamente, poi Sakura e Naruto
ridono.
A sentire le loro assurde risate Sasuke si sente un
deficiente, tutto ciò non ha assolutamente senso. Eppure li lascia
fare. Realizza che gli piace sentire ridere, lui al quale le risate
hanno sempre dato fastidio.
Non è possibile che in così poco
tempo siano cambiate così tante cose; sono partiti dal Montana
appena tre giorni prima, ancora così diversi e distanti l'uno
dall'altro. N
Non è possibile che Sasuke si lasci prendere
così,
si dice Sakura, non è possibile che Naruto si stacchi da loro due e
li lasci l'uno addosso all'altro, lei sotto Sasuke.
Eppure è
così. Ed è così giusto.
Naruto si allontana un po', va a
giocare con dei bambini con cui ha fatto conoscenza un'oretta prima,
adora i bambini; lascia soli quei due, è il minimo che possa fare.
Gli fa male dare loro le spalle, sapere che sono soli, ma non torna
indietro, non si gira. Sa che non li vedrà per diverse ore, ha
deciso così. Li lascerà alloggiare in un albergo mentre lui dormirà
in macchina. E' uno sciocco, certo, ma vuole troppo bene ad entrambi
per fare altre scenate. E poi gli basta sapere Sakura felice, gli
basta poterla tenere per mano e sentirsi amato a quel modo,
puramente, ingenuamente.
E fine della storia, quello è e sarà il
suo ruolo, Avrebbe dovuto capirlo fin da subito. Lo accetta a testa
alta.
Però non può non udire il nome dell'Uchiha pronunciato da
Sakura, perchè come lo pronuncia lei non lo fa nessun altro al
mondo: amore, passione, preghiera, in quella limpida voce. “Sas'ke”.
Naruto sa che sarà una notte lunga.
L'amore,
come la morte, cambia tutto
[Gibran,
Kahalil Massime spirituali]
E'
come se lo aspettava.
Esce dal bagno proprio come lei si
aspettava: un ciuffo di capelli neri che gli ricade ribelle davanti
agli occhi intensi, il busto nudo con i pettorali allenati, un paio
di boxer troppo stretti,
un'eleganza innata, una sensualità disarmante.
Ha la gola secca,
Sakura. Vede e già fantastica, lo osserva e già parte per la
tangente. Perchè Sasuke è così dannatamente perfetto. E poi se la
guarda così,
in quel modo che sembra divorarla,
non riesce proprio a darsi una calmata.
Sono soli. Sakura lo
realizza alla velocità della luce, le guance in fiamme.
Dio,
quanto ha aspettato quel momento. Il suo sogno adolescenziale, ciò
per cui ha passato serate intere a fantasticare, prima di
addormentarsi. E il protagonista è proprio lui, il ragazzo di cui è
innamorata da cinque anni.
Ha perso tanti pezzi di quella loro
storia,
Sakura; improvvisamente il ritmo ha accelerato, ogni pezzo di puzzle
ha trovato la giusta sistemazione.
Dev'essere psicologicamente
stanco, pensa Sakura, Sasuke dev'essere distrutto: si trova nel suo
posto d'origine, ha appena scelto. Dev'essere sconvolto.
Eppure
quando Sasuke la chiama per nome e la stringe a sé e Sakura si sente
bagnare da quel corpo ancora pieno di gocce d'acqua, sente che egli
non è stanco. Che egli ha bisogno di lei. Che non sarà una notte di
riposo.
Dio, non sembra vero.
“La vuoi smettere? Ti andrà in
fumo il cervello”
Il soffio di Sasuke sull'orecchio è incisivo,
ironico, distruttivo.
La sta rimproverando nel suo solito modo da superiore, e Sakura, un
po' masochista, ama essere rimproverata dall'Uchiha.
Sakura fa
scattare le braccia in avanti, le butta al collo di Sasuke che non
attendeva altro.
Era come se l'aspettava, Sakura. E' uscito dal
bagno e l'ha vista in piedi a bordo letto, una camicia da notte quasi
trasparente, corta, i profumati capelli tirati su a lasciar scoperto
il collo liscio e lungo, le spalle minute, le labbra secche schiuse,
le gote arrossate e tanto, tanto desiderio nelle iridi speranza.
Probabilmente lei non si era accorta di mostrare tanto desiderio
negli occhi.
Sasuke ha sentito uno strano movimento dentro sé,
l''eccitazione invaderlo; l'ha chiamata a sé e lei ubbidiente è
giunta, quando il corpo di lei ha aderito al proprio il suo sesso s'è
mosso. Soltanto a venire in contatto con Sakura lui si è
eccitato.
Ed ora che la bacia, ora che le accarezza le cosce, che
vuole di più, Sasuke sente che non sa più trattenersi.
E' sempre
stato un romantico,
strano a dirsi ma non ha mai pensato di fare sesso con una qualsiasi,
sì che ne avrebbe potuto avere tante, di donne con cui farlo; non ha
mai pensato di fare sesso con una per cui non prova niente, tanto per
farlo. Sasuke è convinto che ci possa essere il triplo del piacere
se la donna con cui lo fai ti piace.
Sasuke non sa se la ama
davvero, Sakura, o se è solo una invasiva attrazione.
Sa che è
amato e che mentre la stende sul letto, sotto di sé, a sentire il
proprio nome pronunciato da quella donna è sicuro di provare
qualcosa che ci assomigli, all'amore.
Se solo lo volesse potrebbe
dirle tante cose. Non lo vuole, se ne sta in silenzio. Agisce.
E' l'unica cosa che può fare: sentirla sua, farla godere, farle
perdere la testa dal piacere.
Quando è dentro di lei per la prima
volta sa anche che possiede davvero qualcosa, che non lo deluderà,
che niente e nessuno riuscirà a separarla da lui. E le invocazioni
di Sakura affinchè continui, ancora, ancora, a penetrarla, gli danno
l'assoluta certezza che non la perderà mai, che non succederà mai
come con Itachi.
Sakura dal canto suo sa che dovrà offrire tutto
l'amore di cui è capace e tutta se stessa per infondere fiducia a
Sasuke, per fargli capire che lei la avrà sempre; che dovrà
rimboccarsi le maniche per riuscire a stargli vicino e che alla fine,
piano piano, con un po'd di sacrificio ce la farà, infine, a tenerlo
con sé per l'eternità, a farlo staccare definitivamente dal
passato, non a dimenticarlo.
Sakura sa che in quel momento è
felice, e lo è anche Sasuke; il suo corpo è pervaso da mille
sensazioni nuove e ne vuole ancora, nonostante non ce la faccia più,
non ce la fanno più entrambi. Il dolore che ha sentito all'inizio,
quando Sasuke è entrato in lei, è stato nulla in confronto al
piacere seguente. E' stato l'assaggio metaforico di tutte le prove
che dovrà superare in futuro, per stare accanto all'Uchiha
degnamente, per arrivare a godere appieno di lui.
“Sas'ke...sto
per v...”
Le parole vengono soffocate dalle labbra di Sasuke, i
gemiti pure, mentre all'unisono raggiungono l'amplesso, un attimo di
paradiso.
“Ti darò la felicità, Sas'ke”
Sakura è
convinta che la tenerezza con cui, alla fine di tutto, accarezza il
volto di Sasuke steso accanto a sé è una vera promessa di
felicità.
Sasuke dovrebbe dire qualcosa, ringraziarla. Ma resta
in silenzio, perchè lui è Sasuke Uchiha, e i suoi silenzi sono più
eloquenti di mille parole.
Sprofonda in un sonno senza sogni, ora
esausto, cullato dalle carezze di lei.
Naruto
li squadra curioso, gli occhi azzurri che mandano bagliori.
Sasuke
mette il suo borsone nel bagagliaio senza proferire parole e sempre
muto come un pesce sale in macchina, al posto del conducente.
Non
vuole parlarne,
la notte appena passata è affar suo, tutto
suo.
Sakura
implora silenziosamente il suo migliore amico di non fare domande, e
arrossisce mentre ripensa a poche ore prima, fregandosi da
sola.
Naruto sorride tra il soddisfatto e il malizioso, Sakura
abbassa la testa, apre la portiera.
“Si è sentito tutto”
mente ad alta voce mentre sale in macchina per ultimo, e lascia lei
imbarazzata, impalata, a frugare nella borsa alla ricerca del
cellulare, lui che mette in moto con un forzato cipiglio
indifferente, senza sapere che lo sguardo è sereno,
è estasiato.
Naruto lo può vedere e gioisce, buono com'è.
Ha passato una
notte insonne in una macchina scomoda, con musica anni 90 a fargli
compagnia e nostalgia, eccitandosi al pensiero di Sakura e Sasuke e
provando allo stesso tempo un gran affetto per entrambi.
Sa che
sarà dura, a far finta di niente, a sorridere loro; eppure ha dalla
sua il fatto che vuole bene ad entrambi e così felici
non li ha mai visti in vita sua, specialmente Sasuke.
Si chiede
quanto durerà tutto quello, prega dio affinchè duri a lungo. E non
solo il periodo di un folle viaggio di maturità.
Sasuke accelera
di colpo e in un attimo Los Angeles è alle loro spalle.
“'Fanculo,
L.A.” sibila, continuando a premere forte l'acceleratore.
Naruto
pensa che il suo amico non poteva trovare parole migliori, per
cominciare il viaggio di ritorno.
Sorride sotto i baffi, è tutto
ancora una volta così giusto.
Nessuno dei tre ha la minima
intenzione di tornare a casa.
Fine.
(?)
__________________________________________________________________
La
fine è un nuovo inizio, in pratica ;)
Non potevo non fare il
lieto fine, o almeno in parte.
Itachi e Sasuke alla fine non si
sono incontrati, vi sembrerà strano ma a mio avviso era fin troppo
banale che si incontrassero, litigassero e poi tornasse tutto a
posto. O no. Diciamo che una situazione del genere la sto vivendo,
seppur in modo decisamente diverso, sulla mia pelle e vi assicuro che
due strade che si sono separate bruscamente sì possono rincontrarsi
ma devono passare molti, moltissimi anni prima che si intreccino di
nuovo per davvero. Che poi chi lo sa, ognuno la vede come vuole:
magari per qualcuno di voi Itachi e Sasuke si rincontreranno più
avanti!
Sono oramai affezionata a questa lunga one shot e spero
che pure qualcuno di voi possa affezionarsi <3
Ringrazio di
cuore quanti hanno letto, recensito quanti leggeranno, recensiranno,
hanno messo o metteranno tra preferiti, seguite, ricordate.
E'
importante sapere che ne pensate, gente, anche un semplice “Mi
piace” , “Carina”, “Dovevi fare di più” o “Fa schifo”
(bè quest'ultimo no...ehm ehm) va bene ^^
Oh. Vi va se faccio degli extra ? ;)
Un abbraccio
stritolatore a tutti, ora vado a scrivere per le due long, se riesco
;)
alla prossima
terrastoria