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Autore: DiNozzo323    06/06/2011    2 recensioni
Un nuovo personaggio è entrato a far parte di questa splendida squadra. IV stagione.
Quella mattina la squadra della BAU era stata chiamata in sala riunioni, ma cosa strana non era stata JJ a chiamarli, bensì Hotch.
-Abbiamo un caso.-
-Perché non ne so nulla?- chiese JJ all'uomo, abbastanza confusa.
-Perché non è un caso ordinario.-....
Genere: Azione, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Penelope Garcia, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buon Salve a tutti! XD

Eccomi con la mia prima storia di Criminal Minds. Questa è stata scritta in appena tre giorni, rubandomi tutto il tempo che avrei dovuto dedicare allo studio, visto che fra poco ho un esame.

Per me è stato più difficile scegliere un titolo che scriverla. Mi è nata di getto e non l'ho nemmeno ricontrollata.

Vi devo avvertire che gli episodi sono ambientati nella quarta stagione e che se non li avete visti sono pieni spoiler. L'ultimo caso è stato scritto oggi, dalla sottoscritta, completamente inventato. Se poi è simile a qualcun altro non lo so perché non ne ho letti così XD

Adesso vi lascio alla lettura. Un bacio =)


Disclaimer: i personaggi di Criminal Minds non appartengono a me. I personaggi da me creati sono quello di Sam e di coloro che si trovano nell'ultimo caso (membri della squadra esclusi). Non intendo violare nessun copyright né offendere nessuno. Spero solo che vi divertiate a leggere questa storia tanto quanto io mi sono divertita a scriverla. Baci


IMPORTANTE: mi stavo dimenticando di dirvi che la cronologia degli episodi è stata modificata e che JJ ha partorito prima del previsto tornando a lavoro prima del previsto ù.ù Non troverete quella mora che l'aveva sostituita. Inoltre la storia è già completa. La devo solo postare, e mi dispiace che non vi siano citazioni, ma l'ho scritta tanto velocemente che non ci ho proprio pensato. Baci




Quella mattina la squadra della BAU era stata chiamata in sala riunioni, ma cosa strana non era stata JJ a chiamarli, bensì Hotch.

-Abbiamo un caso.-

-Perché non ne so nulla?- chiese JJ all'uomo, abbastanza confusa.

-Perché non è un caso ordinario.- Disse Hotch passando delle cartelline gialle dell'FBI al resto della squadra. Su queste spiccava un nome: Samantha Miller.

-Vittima?- chiese Morgan.

-No. È una studentessa di chimica che ha superato il test per diventare una profiler con il 100% di risposte esatte.-

-Non è possibile. Nessuno ha mai superato quel test senza un errore.- esordì Emily.

-Esattamente, per questo dobbiamo scoprire se questa ragazza ha risolto tutto da sola o se si tratta di un caso di invalidamento del test.-

-Insomma dobbiamo capire se questa ragazza è stata aiutata o se è davvero una profiling eccezionale.- Commentò Rossi.

-Reid, Morgan, domani mattina la incontrerete all'Università di Chimica. La informerete che collaborerà con noi per un certo periodo. In prova. Intanto dovremo capire chi è realmente questa ragazza.-

-Non ci sono problemi.- disse Morgan a Hotch. Poi gli altri tornarono chi nell'Open Space e chi nel proprio ufficio.

-Morgan, ti dispiace se domani mattina ci incontriamo direttamente là? Vorrei andare un po' prima e seguire la sua ultima lezione.-

-Ok, piccolo genietto. Ma non farti notare troppo.- Gli sorrise e se ne andò.


La mattina successiva Sam stava seguendo come sempre i corsi e dalle 10 si trovava nel laboratorio di Chimica Bio-inorganica Avanzata. Quel giorno era l'unica a non avere un compagno di laboratorio e spesso il professore passava vicino a lei a vedere come se la cavasse. Nonostante fosse leggermente indietro rispetto agli altri se la stava cavando egregiamente. Dalla posizione della sua cappa poteva osservare tranquillamente la scrivania del professore e dopo circa un'ora, forse un po' di più, vide un ragazzo che stava parlando con il suo prof. Quest'ultimo si voltò a guardarla, poi fornì al ragazzo un paio di occhiali di protezione e la indicò. Capì che c'era qualcosa di strano, così si soffermò a guardare il ragazzo. Aveva una pesante borsa a tracollo beige, i capelli leggermente lunghi erano stati fermati dietro le orecchie e indossava pantaloni beige, come il gilet con scarpe marroni, poco più chiare della cravatta, una camicia bianca e la cravatta marrone scuro a completare il tutto. A prima vista poteva sembrare un ragazzo della sua età, ma qualcosa le diceva che non solo era più grande di lei, ma doveva fare ogni giorno con episodi che lo facevano sembrare anche più vecchio. Non dovevano essere piacevoli. Timido sicuramente visto lo sguardo basso che teneva e il fatto che avesse salutato il suo professore con un cenno di mano, ma doveva avere a che fare o doveva aver studiato chimica. Non era la prima volta che si trovava in un laboratorio. Era a suo agio e riusciva a evitare i vari studenti che andavano di qua e di là con un quintale di becker e beute in mano senza nemmeno guardali. Doveva aver avuto anche esperienze, lui o i suoi genitori, con la droga, probabilmente eroina, visto come si toccava ogni tanto il braccio sinistro. Probabilmente non si rendeva nemmeno conto di quell'atteggiamento, ma comunque sembrava avesse superato la cosa.


Mentre pensava a tutto questo Sam non si accorse che la sua beuta aveva iniziato a bollire, così quando si rigirò verso la cappa e si accorse del mezzo guaio che stava per combinare prese subito la beuta e la mise a raffreddare in un becker da 800 pieno di acqua fredda. Nel compiere quel gesto troppo velocemente però dimenticò di usare della carta e si scottò le dita.

-Maledizione!- borbottò togliendosi il guanto destro e mettendo la mano sotto l'acqua corrente, provando appena un po' di sollievo.

-Dovresti stare più attenta. Avresti potuto farti davvero male.-

-Si, visto che la soluzione contiene anche acido solforico, se l'avessi fatta cadere avrei combinato un bel guaio. Comunque piacere. Io mi chiamo Sam. Samantha Miller, e tu sei..?- Sam gli porse la mano sinistra, visto che la destra era ancora sotto il rubinetto, ma la ritrasse subito quando vide che il ragazzo di fronte a lei alzava semplicemente la mano per salutarla. Atteggiamento non troppo maturo ma proprio di chi è in imbarazzo.

-Spencer Reid. Piacere di conoscerti.-

-Dunque Spencer, immagino tu abbia circa la mia età. Io ne ho 24... tu forse 27, 28. Sei abbastanza timido, ma non ci vuole un genio per capirlo e i tuoi colleghi di lavoro ti proteggono in quanto tu sei il più giovane, cosa che risalti con certi tuoi atteggiamenti. Hai avuto o hai a che fare con dei laboratori, probabilmente proprio di chimica ma il tuo lavoro non ha a che fare con questo. Penso piuttosto sia un lavoro terrificante. Ma non nel senso negativo del termine. Piuttosto nel senso che ti mostra cose inquietanti ogni giorno e ciò ti fa sembrare a prima vista più vecchio di quanto tu non sia in realtà. E a volte ti tocchi inconsciamente il braccio per un motivo non del tutto casuale, ma non entrerò nel merito. Penso di aver già ficcanasato abbastanza.- Gli disse tutto questo con un sorriso mentre lui rimaneva con la bocca spalancata dallo stupore. Poi lei si girò e quando si accorse che la beuta si era raffreddata continuò l'esperimento.

-E tu hai capito tutto questo semplicemente...-

-Guardandoti.- Completò la frase Sam. -Posso chiederti perché mi stavi cercando? Ho notato che mentre parlavi con il prof questi si è girato verso di me, e non avendo oggi una compagna di laboratorio immagino stesse guardando proprio me.-

-Posso darti una mano se ti va. Ho un dottorato in chimica.- Disse evitando di rispondere subito alla domanda di quella ragazza.

-Come immaginavo. Eccoti dei guanti. Ti dovrebbero andare bene visto che sono L... Ho le mani da pianista e più piccoli non mi vanno.- Gli sorrise.

Mentre lavoravano rimasero in silenzio per alcuni minuti durante i quali Reid poté osservare la ragazza. Era sopra la media per altezza, considerando che indossava delle semplici scarpe da ginnastica. A occhio e croce circa un metro e settanta, magra. I capelli lunghi e lisci di un biondo molto chiaro, più chiari di quelli di JJ, e occhi azzurri come il mare. Era molto chiara di pelle, di quelle tonalità che anche al sole non si abbronzano. Ben curata, indossava dei normali jeans chiari con presumibilmente una camicia, azzurra, coperta però dal camice bianco, macchiato qua e là da sostanze chimiche. I capelli erano raccolti in una pratica coda alta, e dietro di lei vi era una grande borsa bianca, presumibilmente la sua.

-Adesso ti va di dirmi perché mi hai cercato, Spencer? Posso chiamarti Spencer, vero? Tu chiamami Sam.-

-Certamente Sam.- disse Reid balbettando appena non abituato a una confidenza simile da parte di una semi-sconosciuta.

-Dunque, come hai intuito, io lavoro per l'FBI, Unità di analisi comportamentale. So che hai fatto il test per entrare a far parte della BAU e sappi che l'hai passato a pieni voti, quindi volevamo dirti che per alcuni giorni lavorerai con noi in prova. Dopo verrà a prenderci un mio collega, Derek Morgan... Non conosco nessuno che abbia risolto i test senza commettere un errore.-

-E immagino che tu sia venuto qui prima perché volevi vedere chi ti ha superato in una cosa simile. Non devono essere molte le persone che andavano meglio di te in qualcosa, vero Spencer? Hai detto che hai un dottorato in chimica e penso non sia l'unico... Comunque ti chiedo scusa, quando inizio a analizzare qualcuno parto per la tangente e non mi fermo più. Allora se devo stare un po' con voi ti va di raccontarmi un po' come lavorate e chi sono i tuoi colleghi?-


Mentre concludevano l'esperimento Reid illustrò un poco a Sam il loro modo di lavorare e gli parlò un po' degli altri, poi quando finirono misero tutto a posto e Sam andò a consegnare il foglio con la descrizione dell'esperimento e recuperò quello precedente. Uscirono dal lì che lei borbottava.

-Tz. Stupido Ford. Quanto lo odio...-

-Quanto hai avuto?- chiese Reid avvicinandosi alla ragazza.

-27. Gli dà fastidio che io e Jil, la mia amica riusciamo a finire sempre prima di tutti gli altri e non commettiamo mai un errore. Non lo sopporto proprio.- la sua voce andò pian piano scemando e presto si dimenticò dell'odiato professore, guardò Reid e gli sorrise. D'altronde il ragazzo non era niente male.

-Ah, ecco Morgan. Come mai già qui?-

-Abbiamo un caso. Hotch ha detto di fare i bagagli prima di andare in ufficio. Poi partiamo per l'Alabama. Samantha, scusa, dove abiti? Tu vieni con noi.-

-Io abito qui vicino. Venite con me.-

Si avviarono velocemente verso l'alloggio della ragazza che era giusto dietro l'Università.

-Scusa se non mi sono presentato. Derek Morgan. Felice di conoscerti. Samantha.-

-Il piacere è tutto mio, chiamami Sam.- Disse la ragazza dopo averlo squadrato. Era davvero un bell'uomo, e infatti quasi tutte le ragazze nei paraggi si giravano a osservarlo.

-Ecco, siamo arrivati. Accomodatevi pure.- Disse aprendo la porta e dirigendosi spedita in camera da letto. Derek e Spencer ne approfittarono per dare un'occhiata in giro per la casa. La prima cosa che notarono furono le tante cassette vicine alla tv. Erano tutte ordinate, non erano solo disposti in ordine alfabetico, ma anche per genere. Ne aveva una quantità incredibile, soprattutto di gialli e horror. Tutto nell'ordinario. Non notarono un disturbo ossessivo compulsivo, la casa era abbastanza ordinata ma nella norma per una ragazza di 24 anni che viveva da sola. Poi osservarono che non vi erano piatti sporchi e la spazzatura era appena stata svuotata. Probabilmente mangiava cibi da asporto, tipo cinese. Aveva anche moltissimi libri, di chimica, i suoi libri di testo, di diletto e poi moltissimi riguardanti lo studio dei criminali. La maggior parte dei libri erano gialli. Vi erano Doyle, Agatha Christie e Simenon, senza contare Koontz e Grisham. Vi erano quasi o forse tutti i libri scritti da Rossi. Ne presero uno e notarono che era pieno di osservazioni, commenti e sottolineature. La ragazza non si limitava a leggerli, li studiava e sicuramente se avessero cercato meglio avrebbero trovato anche quaderni con i suoi appunti sull'argomento. Poi però notarono che nel bel mezzo di questi, nel posto più facile per prenderli, vi erano libri che non c'entravano nulla con l'argomento. Vi erano i libri di Tolkien, la Divina Commedia, Delitto e Castigo e il Faust di Goethe.

-Sono i miei preferiti.- Commentò Sam mentre attraversava la stanza di fretta. Spencer la seguì in camera da letto e scartò del tutto l'ipotesi dii disordine ossessivo compulsivo con un sorriso. Per fare una semplice borsa aveva messo a soqquadro la stanza.

-Ok, sono pronta. Possiamo andare. Metterò a posto quando torno.- Disse poi arrossendo vedendo Spencer che le sorrideva dalla porta. I tre poi si misero in macchina e si recarono alla sede centrale dell'FBI. Subito si diressero in sala riunioni dove, senza nemmeno perdersi in convenevoli, JJ li informò che marito e moglie erano stati uccisi nel sonno, mentre la figlia di 10 anni era scomparsa da circa 8 ore, il che significava che avevano pochissimo tempo a disposizione per trovarla. Dopo 24 ore le possibilità di ritrovarla viva erano quasi nulle. In meno di venti minuti erano già in volo per l'Alabama, sul loro jet privato, dove si poterono anche presentare meglio.

-Miller, io sono Aaron Hotcher, il capo di questa squadra. Non so se Morgan e Reid le hanno già detto che lei adesso è qui in prova.-

-Si, me l'hanno detto.-

-Bene, loro sono Emily Prentiss, JJ, e lui è-

-Davi Rossi. Ho letto tutti i suoi libri.- Gli disse sorridendo. Rossi ricambiò.

A un certo punto mentre parlava con JJ che le stava facendo vedere delle foto del figlio, visto che Sam adorava i bambini, sentirono la voce di una donna provenire dal computer della bionda.

-JJ, sono Garcia. Ho le foto della scena del delitto. Le vittime si chiamano Jaff e Nancy Ayle. Sono stati uccisi nel sonno, gli hanno tagliato la gola. Non vi sono segni di violenza sessuale. La figlia scomparsa si chiama Kate, ha dieci anni.-

-Con 7 ore di vantaggio l'S.I. può essere in un raggio di 600 chilometri. Assicurati che tendano una rete molto ampia, JJ.-

-Certamente Hotch.-

-Chi ha scoperto i corpi?- chiese Rossi.

-Jimmy Shuel, il padre biologico di Kate. Era andato a prenderla per il week-end. La polizia non lo considera un sospettato.-

-Dobbiamo parlargli.-

-Ci serve anche una lista degli aggressori sessuali nel raggio di 30km.- Considerò Emily.

-David, tu Morgan e Miller andate sulla scena del delitto. Noi andiamo a aggiornarci alla stazione di polizia.-

Samantha era rimasta in silenzio per tutto il tempo, osservandoli e capendo quale fosse il criterio giusto da adottare. Quando Hotch si girò verso di lei fece un cenno con la testa a voler dire: non ci sono problemi. Hotch in realtà voleva sia vedere come se la cavasse sul campo sia avere notizie da Spencer circa il comportamento della ragazza.

I tre una volta arrivati si recarono subito a casa Ayle. Il poliziotto che li attendeva gli disse che l'S.I. Era entrato dal retro e che i cani avevano subito perso le tracce. I vicini non avevano sentito nulla.

-Non deve essere difficile attaccare una famiglia in questo luogo, nemmeno di giorno.- disse Sam.

-Si, infatti se vi allontanate dai sentieri potreste perdervi per giorni.-

-Io preferisco le città. Li vedi quando arrivano.- Commentò Rossi. Lui e Sam si recarono nella stanza dei genitori mentre Morgan analizzava la stanza di Kate.

-Trovato qualcosa da Kate?-

-E' molto strano, nessun segno di lotta. Sembra quasi che non sia scesa dal letto in fretta.-

-A loro hanno tagliato la gola. Se c'è stato l'elemento sorpresa potrebbero non aver avuto il tempo di reagire.- Entrambi si girarono verso Sam che analizzava attentamente la scena del crimine alla ricerca di qualcosa.

-Miller?- Sam si risvegliò da quella specie di trans e, dopo essersi fatta coraggio, gli espose ciò che stava pensando.

-Io sono l'S.I.,ok? È notte quando entro nella casa e i genitori probabilmente non si accorgono del vetro rotto di sotto, altrimenti si sarebbero mossi. Entro prima nella stanza dei genitori per eliminarli, visto che il mio obiettivo è la figlia nell'altra stanza. Per primo elimino il padre. A quel punto però la donna si sarebbe dovuta svegliare ed era libera di urlare. Però non l'ha fatto. Non poteva essere stata minacciata con una pistola perché sennò non avrei strangolato il marito e non vi sono segni di corde o di difesa sui corpi delle vittime. Io penso che qui abbiamo a che fare con almeno due S.I. Forse sono di più. E hanno ucciso i due adulti contemporaneamente, per questo non hanno urlato. Almeno così le possibilità di Kate di sopravvivere sono maggiori.-

-Perché?- chiese il poliziotto.

-Due S.I. Cambiano le dinamiche.- rispose Morgan

-Tenderanno a passare più tempo con lei.- Rossi, prima di ricevere una telefonata da Hotch che lo informava che Emily e JJ la pensavano allo stesso modo in base all'autopsia. E gli disse di rimanere lì. Quando avrebbe finito li avrebbe chiamati.

-Ben fatto Miller.- Le disse Rossi, facendola diventare viola dall'imbarazzo. Non aveva fatto una piega di fronte al sangue nella stanza o alle foto dei corpi ma si imbarazzava per un complimento. Tipico di lei.

  
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