Anime & Manga > Yu-gi-oh serie > Yu-Gi-Oh! 5D's
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Autore: GiusXp    10/06/2011    2 recensioni
Riusciranno quattro ragazzi a farsi strada verso il tetto del Mondo, vincendo lo Yu-Gi-Oh! World Tournament? Preparatevi a rimanere con il fiato sospeso, perchè l'impresa sarà tutt'altro che facile! Oltre a vedersela con i migliori giocatori del Globo, i nostri eroi dovranno anche fronteggiare una minaccia che incombe su di loro...
Duelli, inseguimenti, furti, conflitti a fuoco e tanta tanta comicità!
Signori, mettetevi comodi in poltrona, Yu-Gi-Oh! The World Tournament 2010 sta per iniziare!
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Gente, vorrei un po’ di attenzione!»

Un giovane, con il viso coperto dalla visiera di un cappellino e da una chefia in cotone, si alzò dal suo posto a sedere su un volo passeggeri che stava sorvolando l’Oceano Atlantico. Partito dall’aeroporto Berlino – Tegel, era diretto sulla West Coast.
“Ma chi è questo buffone?” “Ma non gli fa caldo?” “Forse ha bevuto troppi drink?”
Mentre gli altri passeggeri inziavano a borbottare, il ragazzo estrasse una pistola, nascosta sotto la cintura, e la sollevò in modo che tutti potessero vederla. Qualche signora urlò di spavento, e l’uomo armato afferrò il suo vicino per i capelli, puntandogli l’arma alla tempia.
«Ho solo bisogno di atterrare qualche chilometro più a sud di Los Angeles! Se il pilota mi farà questo piacere, non farò male a nessuno.»
Una hostess, affacciatasi per vedere cosa stesse succedendo, appena realizzò che era in corso un dirottamento aereo corse ad avvisare il pilota. Qualche scettico, seduto al sicuro dietro ai sedili imbottiti, diceva che la pistola era fasulla, altrimenti non sarebbe passata ai metal detector a terra. Un impavido si alzò e spalancò le braccia, in segno di sfida: “Vediamo se hai le palle di spararmi, ragazzo!”
Il giovane, senza perdere la calma, allontanò l’arma dalla testa del suo ostaggio e premette il grilletto: dal braccio del suo sventurato vicino schizzò un abbondante quantità di liquido rosso, e dalle sue labbra un lamento. L’impavido passeggero ritenne che questa dimostrazione gli bastava e si rimise a sedere, con gli occhi sbarrati.
Dopo qualche minuto, il pilota invitò il dirottatore a fare due chiacchiere nella cabina, e questi vi si diresse trascinando con sé l’ostaggio, che si teneva stretto il braccio colpito.

Pilota: Allora, quali sono le tue richieste?
Dirottatore: Non le chiederò niente di impossibile, signore: ho solo bisogno di atterrare una manciata di chilometri più a sud di Los Angeles!
Pilota: E allora perché non hai preso un volo per San Diego?!
Dirottatore: PERCHE’ NON DEVO ANDARE A SAN DIEGO, CAZZO!
Pilota: E dove vuoi atterrare? In mare? Nelle campagne? Sull’autostrada? A LEGOLAND?!
Dirottatore: Stiamo andando a Città di Domino.
Pilota: Ah, quella montagna di ferro e vetro luccicanti nuova di zecca. Ce l’hanno una pista?
Dirottatore: Ho detto che non le sto chiedendo niente di impossibile.
Pilota: Va bene, avviso del nostro cambiamento di programma…
Dirottatore: ASSOLUTAMENTE no! Così magari ci troviamo qualche caccia dell’aviazione americana ad allietare il viaggio, vero?!
Il pilota tacque, e il giovane dispose di lasciare la porta della cabina aperta – così da evitare scherzi – mentre lui e l’ostaggio si sarebbero seduti al posto delle hostess, spedite in coda all’aereo. E il viaggio continuò.
Il ritocco della rotta fu comunicato a tutti i passeggeri attraverso gli altoparlanti, suscitando domande del genere “E i nostri bagagli?” “E i nostri parenti?” “E i nostri soldi?” “E le nostre vite?”

Circa un’ora più tardi, quando la tensione era calata, il pilota, affidati per qualche minuto i comandi al computer, scrisse qualcosa su un taccuino e lo fece vedere al suo co-pilota, premurandosi di non essere scoperto. Quest’ultimo, letto il messaggio, fece sgusciare lentamente la mano su un interruttore, afferrò una penna dal suo taschino e iniziò a tamburellare sulla plancia.
Il dirottatore non ci fece caso, e si guardava intorno ostentando una calma irreale.

* * *

«Ma che diavolo è questo ticchettio?!»
«Forse qualche imbecille ha lasciato la trasmittente aperta.»
«Oppure è la nuova sveglia che ha comprato Jeff per la sua scrivania.»
«No no aspetta…sembra che ci sia un senso dietro questo rumore…»
I due uomini dell’aviazione civile, nella torre di controllo dell’Aeroporto Internazionale di Los Angeles, posarono le loro ciambelle ipercaloriche nella scatola e aguzzarono le orecchie, rimanendo immobili per parecchi minuti.
«…»
«…»
«CODICE MORSE!»
«PRENDO SUBITO CARTA E PENNA!»

* * *

Giunti finalmente a destinazione, l’aereo iniziò a scendere verso il suolo. Il dirottatore, soddisfatto, si affacciò al finestrino, e dopo qualche minuto vide chiaramente la pista dell’aeroporto di Città di Domino, commentando: “Aaahh, proprio come piace a me! Libera, pulita, senza scocciatori…”
L’aereo abbassò il carrello, mentre lo scenario della pista cambiava.
«Checcazz-?! Due autopompe? Ambulanze? CELLULARI DELLA SWAT?!»
Il giovane sganciò la cintura di sicurezza fregandosene dei segnali luminosi, tirò con se l’ostaggio e si portò circa al centro dell’aereo, dove c’erano i due bagni. Quindi estrasse un altro arnese dalla cintura e sparò un colpo con la pistola, costringendo tutti i passeggeri con la testa china, fra le braccia. Rimosse la sicura dell’aggeggio – un fumogeno – e lo scagliò nel corridoio, facendo sollevare una cortina che invase in poco tempo tutto il velivolo. Allora si sentì un rumore metallico, unito ad un rapido scatto di una serratura, che le hostess catalogarono subito come il rumore della porta. Probabilmente, il dirottatore doveva essersi chiuso in bagno – ma nessuno poteva esserne certo: tutti avevano da tossire e da piagnucolare.
Quando l’aereo fu finalmente a terra, diversi agenti delle forze speciali salirono a bordo, passando dal portellone principale e tenendo le armi spianate.

«Squadra irruzioni a TOC, siamo a bordo! Iniziamo a evacuare i civili!»
«Ci sono feriti là dentro?»
«Negativo, sembrano tutti interi! Predisponete i barellieri: ci sono diversi intossicati dal fumo!»
«Ricevuto, squadra irruzioni! Continuate a cercare il sospetto!»
Quando tutti i passeggeri, scioccati, abbandonarono il velivolo, i tre agenti si avvicinarono al bagno indicato loro dalle hostess. Uno, a destra, con una pistola elettrica tazer; uno, a sinistra, con una mitraglietta compatta P90 puntata ad altezza uomo, e uno, al centro, che si apprestava a sfondare la porta con un fucile a pompa.
«Pronto con il tazer, Jackson!»
«Sissignore.»
«Sfondo fra 3…2…1…»
La serratura finì in pezzi e la porta si spalancò.
«…»
«Una sciarpa, un cappello e una camicia sporca di vernice rossa. Dubito che questa roba abbia dirottato un Boeing tutta da sola.»
«Sicuri che sia questo il bagno?»
«L’altro non era bloccato, quindi è questo per forza.»

«TOC a squadra irruzioni, che succede?»
«Nessuna traccia del sospetto a bordo, TOC! Ci è scappato.»
«Ricevuto. Adesso scendete subito da lì e tenetevi a disposizione: il sospetto potrebbe essersi mimetizzato tra la folla.»
«La folla…CAZZO! NON LASCIATELI USCIRE DALL’AEROPORTO!»
«Ricevut- merda, le ambulanze stanno partendo in questo preciso momento.»

* * *

In uno dei mezzi di soccorso che stavano abbandonando la pista, il conducente rideva soddisfatto, mentre nel vano posteriore il dirottatore e il finto ostaggio stavano legando un quarto giovane con i tubicini delle flebo.
Dirottatore: Ahahaha, ottima recitazione Tengu!
Tengu: Cazzo però Rhino, eri troppo calmo! I veri dirottatori hanno sempre i cinque minuti di follia!
Rhino: Beh vabbè dai…l’importante è che adesso abbiamo questo trassone fra le mani!
Conducente: Ragazzi, stiamo per staccarci dalla colonna!
Rhino: Allora è meglio che per te le luci si spengano…
Il ragazzo legato chiese balbettando: “M-ma che v-volete da me? Chi s-siete?” prima di essere incappucciato a forza con un sacco nero.
L’ambulanza, con le sirene e i lampeggianti accesi, si separò dalla colonna di veicoli d’emergenza che si dirigeva all’Ospedale di Città di Domino ed imboccò un grande viale. All’interno, Tengu e Rhino si cambiarono, indossando giacche, cravatte, mocassini e occhiali scuri.
Dopo qualche minuto ancora, il conducente fermò il veicolo di fronte ad un imponente grattacielo. I tre complici scesero, trascinando con loro l’incappucciato, e oltrepassarono la porta girevole.
Tengu: Mi scusi signorina, abbiamo un appuntamento con il presidente: saprebbe dirci a che piano si trova?
La donna alla reception, con un sopracciglio alzato nel vedere il ragazzo tenuto sollevato dalle ascelle dai due complici, digitò qualcosa sulla tastiera, poi abbandonò la sua postazione e chiamò l’ascensore per i quattro eleganti rapitori: “Mister Yoshinobu vi aspetta all’ultimo piano, signori.”
Tengu prese la mano della giovane e la baciò con molta nonchalance, ringraziandola. Nel mentre, l’ascensore era arrivato, e Rhino lo trascinò dentro tirandolo per il colletto.

* * *

«TU HAI TRASSATO ALL’EUROPEAN CHAMPIONSHIP!»
«…eh…?»
Una luce abbagliante era puntata sul suo volto, e lui non riusciva a tenere gli occhi aperti, tentando di liberarsi dalla sedia dove era costretto.
«VITTORIO WIKTOR, HAI TRASSATO AL CAMPIONATO EUROPEO DI YU-GI-OH?»
«…no…ma lei chi cazzo è…?»
Mentre i tre rapitori, seduti dall’altro lato della stanza, si godevano lo spettacolo ghignando compiaciuti, un uomo con gli occhiali stava interrogando il ragazzo da loro “prelevato” dal volo partito da Berlino. Visto che stava incontrando resistenza, chi stava tenendo l’interrogatorio afferrò un mazzo di carte dalla sua scrivania, e iniziò a leggere: “Allora…Dark End Dragon ultra raro…”
(STRAAP)
«…ma che sta facendo?! Sta strappando le mie carte…?!»
«Dark Ruler Ha Des super raro…»
(STRAAP)
«NO NO BASTA! LA SMETTA!!»
«HAI BARATO AL CAMPIONATO EUROPERO DI YU-GI-OH? RISPONDI!!»
«No…non so di cosa stia parland-»
(STRAAP)
«DIMMI LA VERITA’!»
«Ma io non ho niente da dirle, signore! Adesso mi lasci andare e non tocchi le mie carte!!»
«Due Goblin Zombie super rari…»
(STRAAAAP)
«E VA BENE! VA BENE! Ammetto di aver compiuto qualche…irregolarità durante le fasi iniziali…»
«Guardiano Goyo ultra raro…»
(STRAAP)
«NOOOOOO!!! E VA BENE, E’ VERO! HO BARATO ALL’EUROPEAN CHAMPIONSHIP!!»
«Che cosa hai fatto?!»
«IO, VITTORIO WIKTOR, HO BARATO AL CAMPIONATO EUROPEO DI YU-GI-OH!»
L’uomo con gli occhiali lanciò per aria le restanti carte che aveva in mano, spense la lampada e ordinò a due scimmioni di portare via Wiktor. Quindi riaprì le tende persiane che avevano oscurato il suo studio, e si rivolse ai tre rapitori, che nel frattempo si erano alzati.
Mister Yoshinobu: Ragazzi, devo farvi i miei complimenti! Grazie per avermi segnalato questo deplorevole caso di antisportività…
Rhino: Eheh, grazie signore!
Tengu: Ma noi siamo venuti qui perché le regole siano rispettate fino in fondo! L’Europa deve pur essere rappresentata da qualcuno nel prossimo World Tournament!
Mister Yoshinobu: Certo, certo miei baldi giovani! State tranquilli!
Rhino: Allora cosa farete voi di KONAMI Corps., signor Yoshinobu?
Mister Yoshinobu : Noi…indiremo un nuovo Campionato Europeo di Yu-Gi-Oh.



Salve, cari lettori. Dopo questo Prologo che spero sia stato di vostro gradimento, mi sembra doveroso scrivere una piccola nota sul mio stile e, in particolar modo, sul mio modo di impostare i dialoghi; infatti mi è stato fatto notare, in separata sede, che il metodo "Nome personaggio": "Battuta del personaggio" è decisamente poco ortodosso per un testo di narrativa (o FanFiction che sia).
La mia impostazione dei dialoghi ha molto a che vedere con il testo teatrale (come di certo avrete notato). Ho operato questa scelta perchè penso che un discorso indiretto smorzerebbe gran parte dell'immediatezza che caratterizza la narrazione dei Duelli e degli avvenimenti e, inoltre, sarebbe un serio impedimento alla caratterizzazione dei personaggi, che effettuo quasi esclusivamente attraverso i dialoghi e l'idioletto. Un discorso indiretto libero sarebbe più azzeccato, ma tale impostazione mi costringerebbe a rendere il narratore ancora più esplicito di quanto non lo sia già (la diegesi mi dà troppo di storielle di Papà Castoro, preferisco la mimesi del discorso diretto). Un discorso diretto legato sarebbe decisamente troppo pesante: immaginate quante tonnellate di
verba dicendi dovrei impiegare, contate le battute dei personaggi! Il discorso diretto sciolto si avvicina notevolmente all'ideale, tuttavia si correrebbe il rischio di non essere abbastanza precisi durante la descrizione del Duello ("Aspetta, chi ha attivato questo Wok Mistico in catena? E' stato il giocatore che ha appena attivato quella Frattura Raigeki o il suo avversario?").
Considerato che Yu-Gi-Oh! calza a pennello nei manga o negli anime (non ho mai visto libri ispirati, come invece è successo con Pokémon o Digimon), la cui base teorica è un copione con
"Nome del personaggio" - "Battuta del personaggio"
"Nome del personaggio" - "Battuta del personaggio",
credo che la mia impostazione sia la più immediata e la più precisa possibile.

Detto questo, vi avviso che per un primo periodo la pubblicazione dei seguenti Capitoli avrà un ritmo lento e irregolare, dovuto alla dimestichezza che mi manca con il gestore del codice sorgente NVU, ma spero che potrò rimediare ben presto alla mia incostanza.
Arriverederci al prossimo Capitolo!
   
 
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