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Autore: Dark Sider    11/06/2011    5 recensioni
Vorrei che tu fossi lì, a ricordarmi ogni giorno che lui è esistito davvero, in un qualche tempo e spazio, che non è solo il frutto dalla mia ossessione.
[Seconda classificata al Seven Weeks Contest indetto da Shark Attack sul forum di EFP]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Sakura Haruno
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Nick: Lovy chan
PG base: Sakura
PG aggiunto: Naruto
Prompt: perdono

 

Chiedere perdono non riporta in vita i morti

 

 

Stringere Naruto Uzumaki tra le proprie braccia era un po’ come stringere il vento. Tanto rumore, tante folate, ma nulla più. Stringere Naruto Uzumaki era esattamente come stringere un vuoto che voleva sapere di amore.
Ogni “ti amo”, ogni bacio, ogni abbraccio assumevano la forma distorta delle menzogna. E questo, a Sakura, faceva male. Le faceva male perché aveva modo di vedere che Naruto credeva che tutto quello fosse una dolce realtà.
Lo capiva perché le sorrideva sempre e ripeteva i gesti che lei compiva più consapevolmente e con un’apparente, spiazzante sincerità.
Ma a Sakura mentire costava dolore. Ogni volta che le sue labbra si scontravano con quelle di Naruto, ogni volta che le dimostrazioni d’amore di lui la colpivano come uno schiaffo, il cuore le si stringeva dolorosamente in petto e lei sentiva il costante bisogno di chiedere scusa.
Guardava negli occhi Naruto, guardava in quell’oceano di sentimenti e, in un muto grido, gli chiedeva perdono. E credeva davvero che lui la perdonasse ogni volta: quei sorrisi non potevano mentire.
Eppure, ciò che sfuggiva a Sakura era che Naruto era bugiardo tanto quanto lei.
Perdonami, Sakura-chan. Non lo meriti” si diceva il ragazzo coi capelli color del grano. E sorrideva. Cercava di essere il Naruto allegro ed ottimista che era sempre stato, quello tenace, che non si arrendeva. Ma, intanto, sporcato delle sue stesse menzogne, chiedeva perdono.
Tutte le volte che le labbra dei due ragazzi si sfioravano, si scontravano e si divoravano, i loro cuori dal battito accelerato non facevano altro che contorcersi di dolore e gridare le proprie scuse, convinti della sincerità e della purezza dei sentimenti dell’altro.
Sia Naruto che Sakura erano consapevoli di aver distrutto una lunga amicizia in nome di un amore marchiato a fuoco sulla loro pelle. Fingere di amarsi pareva essere un buon compromesso. Un buon compromesso per dimenticare.
Eppure, l’affetto che li aveva incatenati insieme in tutti quegli anni reclamava sincerità. Correttezza.
E chiedeva perdono.
Scusa, Naruto”.
Perdonami, Sakura”.
E si guardavano negli occhi, fingendo uno zuccheroso languore.
E si guardavano negli occhi, chiedendo silenziosamente perdono. E, in cuor loro, speravano che l’altro sentisse quelle mute scuse e che le accettasse. Che capisse lo sporco fine di tutta quella finzione: tentare di dimenticare.
Perdonami, Naruto. Perdonami perché io amo Sasuke, ma fingo di essere innamorata di te”.
Perdonami, Sakura. Perdonami perché io amo Sasuke, ma fingo di essere innamorato di te”.
Ed andavano avanti con il loro stupido gioco di ingannarsi a vicenda e di credere di essere stati perdonati, per quello. Ogni volta.
«Sakura-chan, ci credi nel perdono?»
«Sì, Naruto. Ci credo».
Naruto sorrideva. E Sakura lo imitava.
Si perdonavano a vicenda. Sempre.
Il perdono è un gesto umanitario con cui, vincendo rancori e risentimenti, si rinuncia a ogni forma di rivalsa di punizione o di vendetta nei confronti di un offensore.
Allora erano dei mostri, loro. Dei mostri che si divoravano le carni a vicenda, che si logoravano, si consumavano.
Ma chiedere perdono non riporta in vita i morti.

 

 

***
 
Lovy chan con “Chiedere perdono non riporterà in vita i morti”
☐ Originalità
☑ Grammatica
☑ IC Personaggio Base
☑ IC Personaggio Aggiunto
☐ Plausibilità flashfic
(non mi piace il rapporto tra i due, li trovo macchinosi e privi di realismo, nel loro continuo chiedersi perdono ma perseverare nel mentirsi)
☑ Uso del Prompt
☑ Bonus/Malus
(prima nel turno precedente)
Totale: 5 punti

 

Dopo lungo sforzo celebrale, questo è l’obbrobrio che sono riuscita a tirar fuori e di cui sono convinta pochissimo tendente al nulla. Dunque, dunque: diciamo che questa è una what if; è costruita ponendo il fatto che, quando Sakura s’è dichiarata a Naruto, lui le abbia creduto o, meglio, abbia finto di crederle. Entrambi i personaggi si sentono in colpa per star mentendo all’altro, per cui entrambi si chiedono perdono a vicenda, senza sapere di essere animati dagli stessi malsani intenti. La definizione di perdono –terzultima frase- è presa da wikipedia.



  
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