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Autore: CherryBomb_    13/06/2011    7 recensioni
Bella, dopo essere stata lasciata da Edward, decide di tornare a vivere a Phoenix con la madre. Come sarà la sua vita senza di lui?Riuscirà a dimenticarlo? Il suo amato tornerà a prenderla? Ci saranno Jacob, i licantropi, il ritorno di Victoria, i Volturi? Bella rimarrà incinta? Leggete e lo scoprirete. ^_^ Una What If leggermente OOC perchè ci saranno dei personaggi nuovi che non sono mai stati citati nel libro. Spero di avervi incuriosito. Tratto dal 4 capitolo : - Lo ami?- le chiesi semplicemente. Dovevo saperlo. Dovevo saperlo se lo amasse, se mi avesse dimenticato definitivamente. Se con lui fosse felice. Dovevo sapere che non mi volesse più nella sua vita e me ne sarei andato. Il solo pensiero di andarmene, mi faceva stare male. Io la amavo, volevo stare con lei, ma se lei non mi avesse voluto non potevo fare altro che andarmene. Intorno a noi regnò il silenzio per minuti che mi parvero ore. - Sì - non le tremò la voce, non le si imporporarono le guancie, non ebbe nessuna reazione a quella semplice parola, ma al solo sentirla una parte di me morì per la seconda volta. Lo amava, amava lui e non me. Mi aveva dimenticato, non mi amava più. Era colpa mia, ero stato uno stupido, ero stato io a lasciarla pensando di fare la cosa giusta, ma avevo sbagliato, avevo sbagliato completamente. Lei mi aveva dimenticato e io non potevo fare altro che andarmene. - Allora, addio - due parole che mi costarono tantissimo. Non me ne sarei voluto andare ed ero sicuro che non me ne sarei mai andato definitivamente, l’avrei controllata ancora per il resto della mia vita. Mi girai e feci per andarmene. - Mi lasci di nuovo così? - mi chiese e sentii distintamente il sangue che andò a colorare le sue guancie, mi girai nuovamente e la guardai.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon, Più libri/film
Capitoli:
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Capitolo 2








Buonasera!
Lo so, è più di un mese che non posto. Chiedo umilmente perdono. La scuola è stata un massacro e ho avuto un piccolo blocco per scrivere il capitolo. Non succede niente di che, è un capitolo più o meno di passaggio, ma non ho davvero avuto tempo di scrivere.
Adesso dopo tanto tempo ce l'ho fatta. avrei dovuto postare ieri, ma sono arrivata a casa a mezzanotte e non mi è sembrato il caso di farlo.
Scusate davvero, non era mia intenzione.
Ci sentiamo sotto nelle note finali . =)
Buona lettura ^_^ 

 

Capitolo 23

 

Bella POV
Quella notte non dormii per niente, continuai a girarmi e a rigirarmi nel letto pensando agli avvenimenti di quegli ultimi giorni e il fatto che il giorno seguente sarebbe stato il mio primo giorno di scuola non migliorava la situazione.
I primi giorni di scuola mi mettevano sempre un’agitazione addosso che non mi faceva dormire, che mi faceva sudare sette camicie, non avevo mai capito come mai e probabilmente non l’avrei mai fatto.
Ma quella sera non era il panico per il primo giorno di scuola a preoccuparmi. C’era ben altro che mi occupava la testa: Edward, il matrimonio, la nostra prima volta.
Era una continua ossessione e forse il fatto che Edward quella notte non dormisse con me, contribuì a non farmi dormire per niente.
Aveva il potere di calmarmi, di placare i miei umori senza avere il dono di Jasper di controllarli, sapeva mettermi a mio agio, ma quella sera non era venuto. Strano? Sì, molto, ma non mi stupivo.
Se l’avesse fatto quando stavamo insieme la prima volta probabilmente mi sarei allarmata e avrei pensato al peggio possibile, al fatto che se ne fosse andato, che mi avesse lasciato e che non mi avesse detto niente, ma non lo pensavo più, non avrei mai potuto pensarlo.
Capivo la situazione, capivo che lui voleva passare del tempo da solo per riflettere. In quei giorni erano successe troppe cose, quello stesso giorno erano successe troppe cose e avevamo anche sfiorato la litigata.
Dovevamo pensare, passare del tempo da soli e chiarire, ne avevamo bisogno entrambi.
Certo, non nego che avrei voluto averlo vicino a me, avrei voluto abbracciarlo e inspirare il suo profumo, ma mi rendevo conto della situazione.
Feci sogni strani, incubi:  Edward che mi lasciava di nuovo da sola nella foresta.
Mi svegliai sudata, spaventata e con il cuore a mille.
Rimasi seduta nel letto cercando di darmi una calmata, di far regolare il battito e di smetterla di respirare pesantemente.
Passarono almeno dieci minuti prima che riuscii a riprendere il controllo di me stessa e a smettere di respirare affannosamente.
Scesi le scale e preparai la colazione ancora in pigiama. Apparecchiai la tavola e preparai tutto nei pianti, risalii e andai a farmi una doccia.
I pensieri sotto il getto caldo dell’acqua svanirono, gli incubi fatti durante la notte diventarono solo un miraggio. Quella doccia ebbe l’effetto di tranquillizzarmi e di rilassarmi e quando uscii dal bagno ero decisamente una nuova persona.
Mi vestii e scesi in cucina dove trovai mio papà con il giornale in mano e una tazza di caffè.
<< Buongiorno! >> gli lasciai un bacio sulla guancia e mi sedetti.
Lui abbassò il giornale e mi guardò con una faccia perplessa.
<< ‘Giorno tesoro! >> aveva un sopracciglio inarcato. << Tutto bene? >>
<< Mai stata meglio, tu? >>
<< Sto benissimo >> continuò a guardarmi per alcuni minuti, mentre io continuai a mangiare. Dopo un po’ scosse la testa e tornò a leggere il giornale.
Sembrava strano anche a me essere così felice, soprattutto perché era il primo giorno di scuola. Forse avevo qualche problema di sbalzi d’umore, non era normale passare da essere completamente agitata fino a diventare fin troppo felice. Non era affatto normale.
Mio papà si alzò da tavola, mise le posate e il piatto nel lavandino.
Mi si avvicinò e mi lasciò un bacio sulla guancia.
<< Ci vediamo più tardi, Bella. Fai la brava a scuola. >>
<< Io sono sempre brava >> gli sorrisi.
Rise leggermente, uscì dalla stanza e poco dopo sentii la porta chiudersi.
Finii la mia colazione e corsi in camera a preparare lo zaino.
Ci infilai dentro qualche libro, qualche penna e giusto qualcosa per riempirlo un attimo.
Scesi le scale, presi le chiavi dal mobile e uscii di casa chiudendo la porta a chiave.
Avrei raggiunto la scuola a piedi, non pensavo che Edward sarebbe venuto a prendermi e che mi avrebbe accompagnato, una camminata non mi avrebbe di certo fatto male.
Quando mi girai, mi trovai davanti una Volvo metallizzata con Edward appoggiato alla portiera a braccia incrociate e il suo solito sorriso sghembo.
Mi fermai e rimasi a guardarlo, ad ammirare quel bellissimo ragazzo che era venuto a prendermi.
<< Buongiorno >> la sua voce mi riportò alla realtà.
<< ‘Giorno >> cercai di fermare il battito frenico del mio cuore e ricominciai a camminare verso di lui che mi aveva già aperto la portiera.
Mi sedetti sul sedile del passeggero e aspettai che Edward salisse in macchina.
<< Che ci fai qui? >> gli chiesi improvvisamente.
<< Ti avevo promesso che ti avrei accompagnato io a scuola come ogni mattina, mantengo sempre le mie promesse >> mi guardò per un secondo e sorrise leggermente.
<< Beh, io pensavo che… che non avresti mantenuto subito la promessa. >>
<< E perché? Perché non sono venuto stanotte? >> annuii leggermente. L’avevo pensato sul serio, pensavo che comunque volesse ancora avere del tempo per rendersi conto della situazione e di quello che era successo, ma probabilmente aveva avuto tutto il tempo che gli serviva.
<< Bella, stanotte avevo… avevo bisogno di stare un po’ da solo, di rendermi conto di quello che sta succedendo e dovevo capire che le cose adesso sono leggermente diverse da quello che erano una volta. Insomma, sto provando sentimenti diversi rispetto a prima, mi sono reso conto di amarti in modo più profondo e che… ecco… che adesso ho anche qualche altro bisogno . Troppi sentimenti in una volta sola, anche per un vampiro. >>
<< E a che conclusione sei arrivato? >> gli chiesi con il cuore in gola.
Si girò a guardarmi, mi sorrise e poi tornò a guardare la strada.
Passarono minuti interi in cui pensai al peggio, ero pronta a qualsiasi cosa.
<< Che non riesco a fare a meno di te e che sono felice di sentire questi sentimenti con te. Potranno anche farmi paura, potrò anche averne paura perché non so come comportarmi, ma non mi importa, non ti lascerò solo perché ho paura di questi sentimenti che, a quanto pare, sono assolutamente normali >> le sue parole mi colpirono in pieno. Ci avevo scorto tutta la voglia di continuare a stare con me e tutto l’amore che provasse nei miei confronti.
 Ne rimasi colpita, piacevolmente colpita e sorrisi leggermente.
<< Come mai dici che a quanto pare sono normali? >> mi incuriosii.
<< Ne ho parlato con Emmett e Jasper stanotte. Mi hanno fatto parecchio compagnia e mi hanno aiutato a capire le cose. Anche loro hanno provato le stesse cose e si sono sentiti parecchio strani. Quello che ha dovuto resistere maggiormente è stato Emmett che comunque doveva cercare di non forzare troppo Rose. >>
Rose non aveva passato dei bei momenti da umana e portava ancora i segni di quell’episodio dentro di sé. Per Emmett non deve essere stato facile, ma nemmeno per Rose che doveva convivere con i ricordi di quella sera.
<< Allora oggi dovrò ringraziarli? >> gli sorrisi.
<< Penso di sì, altrimenti a quest’ora penso che non saremmo qui. >>
Mi allarmai, che cosa stava dicendo?
Mi girai a guardarlo preoccupata e lui subito si apprestò a spiegarmi.
<< Cioè, non volevo andarmene, ma oggi avevo intenzione di non venire a scuola. Grazie a loro ho capito che cosa fare e che cosa dovrò fare. Poi ho pensato che non avrei mai potuto lasciarti da sola il tuo primo giorno di scuola. Chi ti salverà da quegli avvoltoi? >> scoppiammo a ridere entrambi.
<< Non sarà come la prima volta, vero? Non sono una nuova, mi hanno praticamente conosciuto tutti. Non sarò più così interessante >> oppure sì?
<< Beh, non voglio farti preoccupare, ma quelli che ti conoscevano e con cui comunque hai instaurato un rapporto, voglio sapere quello che hai fatto a Phoenix. >>
<< Per fortuna le ragazze le ho già viste e hanno fatto già tutte le domande possibili. I ragazzi sono meno… curiosi? >>
<< Diciamo di sì. Di certo non verranno a chiederti se hai avuto qualcuno mentre sei stata là >> Edward disse quella frase assolutamente tranquillo. Non sembrava minimamente toccato a ricordare che io stessi con qualcun altro mentre lui mi aveva lasciato. Che fosse solo una maschera?
Lo guardai cercando di carpire una sua qualche espressione che mi facesse capire che gli desse fastidio, ma non trovai niente.
Perché non era almeno minimamente geloso? Avrebbe dovuto esserlo, giusto?
Mi lasciai trasportare dai miei pensieri e non mi accorsi nemmeno che eravamo arrivati a scuola.
Avrei chiesto ad Edward delucidazioni più tardi.
Parcheggiò la macchina e venne ad aprirmi la portiera come suo solito.
Ci avviammo verso l’entrata della scuola e mi prese per mano.
Sorrisi a quel gesto e camminai per il cortile.
Passammo davanti a ragazze che mi fulminavano con lo sguardo, ragazze che non avevamo nemmeno mai visto. Probabilmente erano arrivate dopo che io me ne andai.
<< Mi stanno odiando? >> chiesi ad Edward.
<< No, si stanno solo chiedendo da dove sei uscita e perché sei mano nella mano con me. E stanno facendo una cosa che odio >> digrignò leggermente  i denti.
<< Cioè? >>
<< Ti stanno giudicando, ma perché voi ragazze lo fate sempre? >> strinse il pugno libero.
<< Di solito lo fanno sempre, per invidia, ma non vuol dire che tutte lo facciamo >> gli sorrisi leggermente.
<< Non riesco a capire come possano dire che tu sei brutta e che non puoi stare con me. Tu sei stupenda >> mi lasciò un bacio sulla testa.
Il cuore cominciò a battermi all’impazzata, pensai che mi potesse uscire dal petto da quanto batteva.
Sentirmi dire da Edward quanto fossi bella, che fossi stupenda, nonostante io comunque pensassi fosse pazzo, mi riempì di gioia.
Arrossii e continuai a camminare.
<< Devo andare in segreteria. Ci vediamo dopo >> dissi quando ci trovammo davanti alla porta che ci avrebbe portato all’interno della scuola.
<< Perché dopo? Vengo con te >> mi sorrise e mi trascinò fino alla segreteria.
Quando entrammo mi ritrovai a viaggiare con la mente attraverso i ricordi. Ero entrata in quella stanza solo qualche giorno prima, ma immancabilmente i ricordi mi assalirono. Era in quella stessa stanza che avevo sentito Edward chiedere alla Signorina Cope se fosse possibile cambiare l’ora di biologia con qualche altra lezione. Le cose era certamente diverse da quella volta, lo erano molto di più e in meglio.
<< Buongiorno! Sono venuta a prendere l’orario delle mie lezioni >> esordì non appena arrivai al bancone.
<< Ah, tu sei Bella, giusto? Non serve che ti dica cosa devi fare, vero? >> annuì con la testa e le sorrisi.
La vidi lanciare un’occhiata ad Edward per poi arrossire leggermente. Trattenni una risata e sperai di poter uscire da lì il più presto possibile.
Mi diede il foglio che dovevo far compilare a tutti i professori di quella mattina, la combinazione del mio armadietto e uscimmo dalla segreteria.
Non appena mi trovai abbastanza distante, scoppiai a ridere.
<< Non le è ancora passata la cotta che ha per te? >> chiesi ad Edward tra le risate.
<< A quanto pare no, ma è frustrante sentire quello che pensa su di me. È vecchia >> era divertito anche lui, nonostante la parte finale della frase.
<< Edward, abbiamo già fatto questo discorso. Tu potresti essere il suo bisnonno, quindi non dire niente che è meglio >> rise ancora più forte.
<< Sì, forse hai ragione >> rise anche lui.
Uscendo fuori, vedemmo in lontananza arrivare Alice, Rose, Emmett e Jasper che parlavano tra di loro, quindi ci videro Alice fu la prima a scattare e a corrermi incontro.
<< Bella! Sei felice di essere tornata? >> mi chiese abbracciandomi e quasi soffocandomi.
<< Guarda, tantissimo. Stavo aspettando questo momento da una vita >> le risposi sarcastica.
<< Andiamo! Non è poi così male, no? >> la guardai male. << Ok, forse è meglio se me ne vado. >>
Tornò dagli altri che mi salutarono da lontano ed entrarono nell’edificio.
<< Perché non sono venuti qua gli altri? Ho fatto qualcosa di male? >> chiesi preoccupata ad Edward.
<< No, non ti preoccupare. Vogliono solo lasciarci un po’ da soli, non avremo molte possibilità di parlare oggi. Comunque, abbiamo cercato di farti avere un orario più o meno uguale al strano. Abbiamo fatto quello che abbiamo potuto. Qualche ora l’abbiamo in comune e ci vedremo. >>
<< Che cos’abbiamo in comune? >>
<< Biologia e Letteratura >> mi rispose con un sorriso.
<< Vogliamo tornare come ai vecchi tempi? >> gli chiesi felice.
<< Perché no, alla fine quelle sono sempre state le mie materie preferite quando c’eri tu, quindi perché non averle in comune anche adesso? >> mi sorrise sghembo.
Mi alzai sulle punte e gli lasciai un leggero bacio a stampo.
Mi staccai lentamente, ma lui mi prese il viso tra le mani e mi baciò con più ardore facendomi attraversare da mille brividi.
Quel baciò mi stordì più di ogni altro che ci eravamo dati.
<< Forse è meglio se andiamo dagli altri, non pensi? >> sussurrò sulle mie labbra prima di baciarmi nuovamente.
Annuì leggermente, ma non mi decisi a staccarmi da lui. Le sue labbra avevano un sapore troppo invitante e dolce per permettermi di staccarmi da esse.
<< Ok, andiamo >> si staccò e mi prese per mano.
Entrammo nell’edificio e non appena varcammo la soglia, qualche paio di occhi si posò su di noi. Ragazze e ragazzi che mi squadravano da capo a piedi, cercai di non arrossire, ma la cosa fu alquanto difficile da controllare. Immancabilmente arrossii e cercai di velocizzare il passo mentre mi misi quasi a trascinare Edward che si mise a ridere.
<< Piantala >> gli dissi continuando a camminare, lui per tutta risposta rise più forte.
Arrivai al mio armadietto e ci misi praticamente la testa dentro mentre quel cretino di Edward continuava a ridere.
<< Hai ancora tanto? >> gli chiesi spuntando leggermente dall’armadietto.
<< No, direi che ho finito. Bella, dovevi vederti, eri troppo buffa. >>
<< Certo che sei simpatico come ragazzo, parecchio guarda. Invece di cercare di farmi sentire a mio agio mi fai sentire ancora più in imbarazzo. Non ti sopporto >> gonfiai le guance e lui rise di nuovo.
Si avvicinò e mi lasciò un bacio sul naso.
<< Scusa, la prossima volta cercherò di starti vicino e di nasconderti il più possibile. >>
<< Ecco, era questo che intendevo >> chiusi l’armadietto e gli lasciai un bacio a fior di labbra.
<< Bella! >> alzai lo sguardo oltre la spalla di Edward e vidi Jessica che si avvicinava con Mike.
<< Jessy! Come stai? >> ci abbracciammo.
<< Tutto bene. Tu? Come sta andando il primo giorno di scuola? >>
<< Non farmici pensare, ti prego. Spero che la smetteranno presto di guardarmi in quel modo, non li sopporto >> sbuffai.
<< Domani la smetteranno, vedrai, anche se certe ragazzine squadrano ancora anche me. Ma chi si credono di essere? >> Jessica alzò leggermente la testa.
Risi.
<< Ciao Mike! >> lo salutai e lui si avvicinò a Jessica.
<< Ciao Bella! Sono felice che tu sia tornata. Tutto a posto? >> mi sorrise felice e gli sorrisi di rimando anch’io.
<< Sì, tutto a posto, grazie. >>
<< Noi andiamo, ci vediamo più tardi >> Jessica prese per mano Mike e se ne andarono.
<< Non mi è mai piaciuto così tanto leggere nel pensieri a Newton. Questo fatto mi fa piacere. >>
Lo guardai alzando un sopracciglio.
<< Che cos’ha pensato? >>
<< Che cosa non ha pensato, vorrai dire. Per una volta non ti ha pensato in atteggiamenti provocanti o non ha pensato di provarci con te. Mi stupisco e ne sono felice >> sorrise vittorioso.
La campanella suonò e presi immediatamente in mano il mio orario: Inglese.
<< Quest’ora l’hai in comune con Alice >> mi informò.
Ci avviammo verso l’aula fuori dalla quale mi aspettava Alice tutta sorridente.
<< Eccoti finalmente. >>
<< Ci vediamo più tardi >> Edward mi si avvicinò e mi lasciò un bacio a fior di labbra.
Lo seguì camminare lungo il corridoio fino a quando non se ne andò.
Perché doveva essere così dannatamente bello? Per quale motivo? Non riuscivo a non guardarlo, a non perdermi a guadare il suo corpo, i suoi occhi, le sue labbra. Era qualcosa di assurdo.
<< Ehi, bella imbambolata? Andiamo? >> Alice mi sventolò una mano davanti e mi riscosse dai miei pensieri.
Arrossii leggermente e entrai in classe dove il professore stava aspettando che tutti ci sedessimo sulle sedie.
Mi avvicinai con il mio foglio in mano.
<< Buongiorno, signorina Swan! Il suo nome non mi è nuovo >> mi disse mentre firmava il foglio e me lo ridava.
<< Ero qua anche un anno e mezzo fa, mi sono ritrasferita di nuovo. >>
<< Ha intenzione di finirlo qua l’anno o vuole trasferirsi nuovamente? >> il professore mi prese leggermente in giro facendomi arrossire.
<< Non si preoccupi, l’anno lo finisco qua >> mi girai e andai a sedermi vicino ad una Alice che se la rideva sotto i baffi. Aveva preso dei posti in fondo, dove il professore faceva quasi fatica a vederci.
La guardai male e mi girai a seguire la lezione.
<< Non avrai intenzione di seguire la lezione, vero? >> mi chiese quasi sconvolta.
<< E cosa dovrei fare? >> sussurrai continuando a guardare il professore.
<< Ad esempio parlare con me? >>
<< E di cosa vorresti parlare? >>
<< Ieri Edward è arrivato a casa sconvolto e abbastanza strano. Che cos’è successo? >>
<< Abbiamo solo avuto una piccola discussione, tutto qua. Oggi è tutto a posto, hai visto? >> sperai che non facesse altre domande. Io e Edward avevamo promesso di non parlare o pensare in alcun modo al matrimonio. L’avevamo promesso e sperai non continuasse oltre a fare domande, non avrei saputo cosa risponderle.
Rimanemmo in silenzio per tutto il resto dell’ora nella quale non ascoltai minimamente il professore, avevo altro a cui pensare.
Ad Edward, a noi, a quello che volevamo fare, al fatto che avessimo questa grande voglia di fare l’amore insieme. Era una cosa normale, assolutamente normale, ma un po’ mi spaventava. Volevo scoprire come sarebbe stato, ma non sapevo cosa avrei provato. Avevo sempre avuto paura dell’ignoto.
L’ora passò tra mille pensieri e un Alice abbastanza taciturna, cosa alquanto strana. Alice non stava zitta nemmeno un secondo, figuriamoci a lezione.
Quando la campanella suonò, mi girai a guardarla preoccupata.
<< Non è che per caso stai male? Non hai parlato per tutta la lezione. >>
<< Sai che noi non possiamo stare male >> mi fece notare. << Stavo solo cercando di capire cosa mi stiate nascondendo tu ed Edward >> a quell’affermazione sbiancai, per quanto mi fosse possibile data la mia carnagione molto chiara.
<< Perché dovremmo nasconderti qualcosa? >> le chiesi cercando di non far inclinare la mia voce.
Ero in panico, in un panico assoluto. Non poteva aver capito qualcosa, non poteva averlo fatto.
Uscimmo dall’aula.
<< Non lo so, ho come una strana sensazione. Non chiedermi da cosa è dovuta, ma a naso sento che nascondete qualcosa. Prima o poi lo scoprirò, non vi preoccupate. >>
Se ne andò alla fine dell’affermazione che sembrava tanto una minaccia,
<< Quella donna mi preoccupa >> la voce di Edward alle mie spalle mi fece prendere paura.
<< Anche a me. Non avrà veramente capito qualcosa, vero? >>
<< Per me sta bluffando alla grande. Lei è brava in queste cose. >>
<< Lo spero. >>
Edward mi accompagnò gentilmente alla lezione successiva che era matematica, materia odiata fin da quando ero piccola e probabilmente non l’avrei mai amata, neanche se mi avessero messo sotto tortura.
Le ore successive passarono velocemente ed arrivai fino all’ora della mensa dove mi sarei seduta al tavolo insieme a tutti i Cullen.
Ridemmo e scherzammo tutti insieme mentre io cercavo di non strozzarmi con quello che stavo mangiando.
Quando ebbi finito Alice e io raggiungemmo Jessica, Angela e Lauren al tavolo insieme ai loro ragazzi. Restammo un po’ con loro a scambiare qualche parole. Le ragazze si lasciarono scappare qualche battutina inerte al sabato passato insieme lasciando i loro ragazzi con un enorme punto di domanda stampato in faccia.
Li lasciammo quando i ragazzi cominciarono a fare troppe domande, domande a cui io sinceramente non avevo alcuna voglia di rispondere.
Mi sedetti al tavolo dove mi trovai improvvisamente da sola con Edward.
<< Il fatto che ci lascino così tanto da soli mi preoccupa >> dissi ridendo.
<< Non ti preoccupare, anche a me la cosa sembra alquanto strana. Conoscendoli avrebbero voluto rimanere a rompere un po’ e a metterci in difficoltà >> rise anche lui.
<< Beh, meglio no? >> mi avvicinai a lui.
<< Decisamente >> si piegò verso di me per lasciarmi un leggero bacio a stampo che bastò per farmi avvampare.
Dio, perché deve ancora farmi quest’effetto? Lo odio! No, non è vero, non lo odio, ma non posso continuare ad andare avanti così.
Sbuffai sonoramente facendo ridere Edward che mi investì con il suo respiro fresco facendomi rabbrividire.
Le cose si stavano facendo fin troppo complicate e non sapevo fino a quando sarei resistita, volevo di più, volevo lui e sapere che anche lui mi voleva non faceva altro che rendere le cose ancora più difficili.
<< Sai, Mike e Tyler cominciano a piacermi >> sorrise leggermente.
Alzai lo sguardo verso di lui e cominciai a giocare con una sua ciocca ribelle.
<< So perché Mike comincia a piacerti, ma non ho la minima idea del perché Tyler dovrebbe piacerti >> guardavo distrattamente quella ciocca che giravo tra le dita. Era così morbida e soffice, setosa, ma come cavolo faceva ad avere capelli del genere?
<< Perché ha occhi solo per Lauren, guarda solo a lei, pensa solo a lei. è diventato alquanto smielato. >>
Alzai leggermente il sopracciglio. Proprio lui parlava di essere troppo smielato? Alcune volte lo era anche lui, era carino, romantico, smielato, ma era un aspetto che adoravo di lui, era qualcosa di assolutamente introvabile nei ragazzi di adesso, tranne in Tyler, a quanto pareva.
Rimasi persa minuti a giocare con la ciocca di capelli di Edward, per poi portare tutta la mano tra i suoi capelli.
<< Ti stai divertendo? >> sussurrò.
<< Sì, parecchio. Ti dà fastidio? >> lo guardai specchiandomi nei suoi occhi dorati altamente ammalianti.
<< No, per niente >> scesi a guardare le sue labbra muoversi.
Avevo fatto un grande errore, non avrei mai dovuto farlo. Grave, gravissimo errore.
Guardai quelle meravigliose labbra rosate muoversi, il tempo si fermò mentre mi perdevo ad ammirare la bocca di Edward. Le lettere vennero scandite una ad una facendomi completamente perdere il senno.
Alternai lo sguardo dalle sue labbra ai suoi occhi, volevo la mia morte, era sicuro.
Ci avvicinammo all’unisono, facendo scontrare le nostre labbra che cominciarono ad assaggiarsi e a muoversi insieme. Ci staccammo con il fiato corto e ansanti. Ci guardammo negli occhi e sorridemmo compiaciuti.
<< Sai, mi piace il fatto che tu non abbia più problemi con il mio… profumo. Mi fa sentire meno sbagliata >> gli sorrisi leggermente.
Mi guardò perplesso. << Tu non sei sbagliata, sono io quello sbagliato, sono io il mostro. >>
<< Ti prego Edward, non affrontiamo ancora una volta quel discorso. Tu non sei un mostro, tu non sei un dannato e tu hai ancora un’anima. Non pensare il contrario. >>
<< Tu sei di parte. >>
<< Io non sono di parte. È la verità >> in quel momento suonò la campana di fine mensa che ci fece portare giù i nostri vassoi –quello di Edward stranamente pieno- e ci avviammo verso le nostre classi.
Edward accompagnò prima me, per poi avviarsi verso la sua classe.
Le successive ore passarono in fretta, in quasi ogni lezione avevo compagnia o di uno dei Cullen, o delle altre ragazze. Non ero mai da sola e di certo non mi annoiavo.
Di un fatto mi resi conto, sentivo che le cose fossero diverso, che il rapporto con tutti fosse diverso. Sembravamo tutti amici, nessuno si odiava, non c’erano liti, non c’erano stupide gelosie, non c’era niente di tutto quello che c’era prima.
Forse era tutto troppo perfetto, non c’erano intoppi, non c’era che cercasse in qualche modo di rompere l’equilibrio che si era creato. La perfezione non esiste, è solo un illusione, un momento, un istante che poi verrà inevitabilmente sostituito con qualcosa di catastrofico, qualcosa che rovinerà la quiete di tutti quanti.
In quel periodo mi rendevo solo conto che non fosse possibile che tutto andasse bene, ma non avrei mai potuto immaginare quello che sarebbe successo solo qualche mese dopo.
Alla fine della scuola Edward mi aspettava fuori, appoggiato alla portiera della sua macchina. Ma si rendeva conto di quanto fosse attraente? Si rendeva conto di essere una calamita per gli occhi e che fosse impossibile guardarlo? Tutte lo guardavano, tutte cercavano di carpire almeno un suo dettaglio. Edward era qualcosa di spettacolare, così come la sua famiglia.
Andai da lui e gli lasciai un leggero bacio a stampo per poi entrare in macchina. 
<< Allora, è andato tutto bene il primo giorno o c’è stato qualcuno che ha dovuto rompere la pace che si è creata? >>
<< L’hai notato anche tu? Tutti vanno d’accordi, tutti che parlano, ridono e scherzano insieme. Non ti sembra… strano? Insolito? A noi non va mai tutto bene, c’è sempre qualcosa che ci rovina tutto. >>
<< Non puoi goderti il momento? Altrimenti quando arriverà sul serio qualcosa di brutto, avrai perso il momento felice >> mi sorrise dolcemente.
<< È un pensiero un po’ contorto, non credi? >>
<< Sì, un po’ sì, ma se capisci il senso, poi alla fine è giusto. >>
Rimasi a riflettere sulla sua frase. Beh, il succo del discorso era che dovevo godermi il momento invece di pensare a quello che sarebbe potuto succedere dopo. Sì, effettivamente un senso lo aveva.
<< Hai ragione! >>
<< Io ho sempre ragione >> disse in tono serio.
<< Oooh, ma che modesto! >> scoppiai a ridere seguita da lui.
Eravamo scemi probabilmente, ma a noi non ci importava. Stavo cominciando ad amare ancora di più Edward, il nostro rapporto era diverso, differente. Riuscivamo più a ridere di noi stessi, come persone e come coppia, e non ci ponevamo più tanti problemi come una volta.
Quell’aspetto della nostra storia mi piace, parecchio.
Non ero mai stata molto favorevole alle zuppe riscaldate, secondo me non avevamo senso, se ci si lascia una volta ci sarà un motivo, perché tornare insieme? Per me e Edward la questione sembrava diversa. Ci eravamo lasciati per un malinteso, per qualcosa che entrambi non avevamo capito o comunque per un errore di valutazione, comunque, alla fine non era un motivo serio.
Mi lasciò davanti a casa promettendomi che sarebbe tornato la sera come al solito.
Mio papà non era ancora tornato dal lavoro, probabilmente avrebbe fatto tardi.
Decisi di mettermi a fare un po’ di compiti e di non perdermi via tra le nuvole. Avevo molto da fare, dovevo anche impegnarmi per riuscire a passare almeno l’esame di maturità, non mancava poi così tanto, solo qualche mese.
L’ora di cena arrivò senza nemmeno che me ne accorgessi. Preparai qualcosa da mangiare per me e mio papà, quando in piattai e misi il tutto in tavola, Charlie entrò dalla porta e posò il giaccone.
<< Buonasera! >> esordì come ogni sera.
<< ‘Sera! In cucina, è già pronto. >>
<< Oh, ma che brava >> si sedette a capo tavola.
<< È ancora tutto caldo. >>
<< Com’è andato il primo giorno di scuola? >> mi chiese mentre cominciò a mangiare.
<< Tutto bene. Sicuramente meglio del primo giorno che ho avuto anni fa >> risi leggermente.
<< Sono felice di saperlo. Qualche problema? >>
<< Nessuno. Stranamente. Tu, tutto bene al lavoro? >> continuai a mangiare imperterrita, avevo fame.
<< Direi di sì. È stata una giornata molto tranquilla. >>
Su di noi calò il silenzio, ma sentivo che ci fosse qualcosa di strano. Percepivo che qualcosa preoccupava mio papà.
<< Stai bene? >> gli chiesi improvvisamente.
<< No, no. Tutto a posto, sul serio. >>
Sì, certo, come no. E io sono il Presidente degli Stati Uniti.
<< Papà, che succede veramente? >>
<< Ecco, oggi non ho potuto far altro che pensare a quello che ci ha chiesto ieri Edward. >>
Non stava parlando sul serio del fatto che gli aveva chiesto il permesso per sposarmi, vero? Non si riferiva a quello. Non volevo pensarci, non quel giorno almeno.
<< A cosa ti riferisci? >> feci finta di niente.
<< Dai, avanti. Non fare finta di non aver capito a cosa mi riferisco, l’hai capito benissimo. >>
<< E perché ci hai pensato? >> appoggiai la forchetta al piatto.
<< Caspita, Bella, mi ha chiesto il permesso per sposarti! >> era sconvolto, semplicemente sconvolto. Non c’erano altre parole per descrivere la sua espressione e il suo tono di voce.
<< Lo so, me sono resa conto anch’io. >>
<< E tu hai detto che hai acconsentito a sposarlo. >>
<< Esatto. >>
<< Non fare lo stesso errore di tua madre, non sposarti così giovane per poi pentirti della tua scelta. Non farlo. Edward è un bravo ragazzo, sono sicuro che le sue intenzioni siano buone, ma tu non prendere la decisione troppo in fretta, pensaci. Non fare l’errore di tua madre. >>
Le sue parole mi fecero scattare, arrabbiare, come si permetteva di paragonarmi a mia madre? Per quanto le volessi bene, per quanto lei fosse una parte integrante della mia vita, mi rendevo conto che quello che aveva fatto fosse sbagliato. No, non avrei commesso lo stesso errore, io non ero mia madre, Edward non era mio padre e io sapevo, e sentivo, che il nostro amore fosse qualcosa di troppo grande per poter finire in un modo così squallido.
<< Papà, so che per te sarà inconcepibile anche solo pensarlo, ma io ed Edward ci amiamo, di un amore che non si può spiegare. A volte non lo capisco nemmeno io, ma non è un amore adolescenziale, è uno di quegli amore che dura nel tempo, per sempre, oltre ogni difficoltà e ostacolo. Anche se volessimo stare lontani, non possiamo farlo, siamo nati per stare insieme e tali resteremo. Viviamo un amore indissolubile, un amore che nemmeno il tempo può consumare. Lo so, sembro pazza, ma tu fidati di me. Lascia fare a me >> gli sorrisi dolcemente.
Rimase per un po’ a guardarmi, scrutandomi, osservando il mio viso come se non mi riconoscesse. Sbuffò e tornò a mangiare.
<< Mi fido di te. >>
Il resto della cena lo passammo in assoluto silenzio. Quando finimmo sparecchiai e lavai i piatti, mentre mio padre andò a guardare la televisione.
Finii di pulire i piatti e andai in salotto dove salutai mio padre e gli augurai la buona notte.
Andai in camera mia e mi spogliai mettendomi in pigiama.
Ero stanca, il primo giorno di scuola e il fatto che la notte prima non avessi dormito più di tanto, non avevano migliorato la situazione.
Mi sdraiai sul letto e chiusi gli occhi.
Se Edward avesse voluto entrare avrebbe sicuramente trovato un modo per farlo.
<< Non penserai mica di dormire già, vero? >> il sussurro di Edward al mio orecchio mi fece sussultare.
<< Mi hai fatto prendere paura >> aprii gli occhi e lo trovai a pochi centimetri da me.
<< Scusa >> fece il suo sorriso sghembo.
Non gli dispiaceva più di tanto, si divertiva a farmi prendere paura, ormai l’avevo capito.
<< Mi fai un po’ di spazio? >> mi chiese ancora più suadente.
Rimasi incatenata ai suoi occhi dorati, rimasi a fissarli e a contemplarli come se fossero la cosa più bella del mondo, ed erano la cosa più bella.
Si appoggiò con le ginocchia al letto e si piegò su di me, avvicinando le sue labbra sempre di più alle mie.
Boccheggiai, il cuore in fibrillazione, la voglia di baciarlo e di sentire le sue labbra sulle mie. Stavo impazzendo, lo volevo, in tutti i sensi possibili. Lì, in quel momento mi resi conto che non potevo aspettare. Al diavolo il fatto che lui fosse uno all’antica, al diavolo il fatto che non ci eravamo ancora sposati, al diavolo mio papà che stava al piano di sotto e avrebbe potuto sentire tutto. Non mi interessava, lo volevo.
Dopo minuti che sembrarono eterni, le sue labbra soffici e fredde toccarono le mie. Mugugnai mentre quel bacio diventava qualcosa di più profondo, intenso, passionale.
Edward mi imprigionò con il suo corpo sul letto mettendosi sopra di me.
Affondai le mani tra i suoi soffici capelli, desiderando di poter fermare quel momento per sempre.
Per non gravarmi troppo si teneva su con le braccia, braccia che dopo qualche minuto cominciai ad accarezzare, salendo verso le spalle e scendendo verso la schiena, giù fino al suo sedere sodo.
Sentii Edward soffocare un ringhio e sorrisi leggermente.
<< Bella >> sussurrò staccando leggermente le sue labbra dalle mie per poi tornare a baciarmi.
<< Ti voglio >> sussurrai a contatto con le sue labbra.
Si staccò da me bruscamente e mi guardò.
Rimasi stranita dalla sua reazione. Che cosa gli era successo? Perché se n’era andato?
Lo guardai perplessa e ci rimasi leggermente male.
Mi sembrava chiaro quello che volesse, quello che volessimo entrambi, ma a quanto pare avevo interpretato male i suoi atteggiamenti.
Si alzò da me e si mise a sedere sul letto dandomi le spalle, porta la testa fra le gambe.
<< Edward >> mi avvicinai a lui e lo abbracciai da dietro, lasciandogli un bacio sul collo.
<< Scusa, scusa. Scusa. Sono un cretino >> le sue mani torturavano i suoi capelli.
<< Ehi, perché mai saresti un cretino? >>
<< Ho detto che voglio fare l’amore con te, ma che non posso farlo prima che ci sposiamo e cosa faccio? Vengo a… a… a provarti, provocando anche a me? Sono scemo, non ci sono tante altre spiegazioni. Probabilmente ci sarai rimasta male per il mio comportamento, per la mia reazione, ma mi sono reso conto solo adesso di quello che stavo facendo. Io voglio fare l’amore con te, Bella, sul serio, non puoi nemmeno immaginare quanto, ma sono bloccato. >>
<< Non ti preoccupare >> lo abbracciai meglio e gli diedi un bacio sulla guancia.
Dopo che mi spiegò tutto, mi sentii una stupida ad essermela presa. Avrei potuto capirlo. Per nessuno dei due la situazione si stava rivelando semplice, anzi, era più complicata di quanto avessi mai pensato.
Avevamo voglia l’uno dell’altro, ma fin quando Edward non avesse capito che il matrimonio non era indispensabile per farlo, non saremmo andati da nessuna parte.
Dovevo solo sperare che il mio adorato vampiro si rendesse conto che non potevamo aspettare fino al matrimonio, non ci saremmo mai arrivati se i presupposti erano quelli, saremmo impazziti. Ne ero certa.
 

 

 

 

Allora, questo è stato un capitolo abbastanza di passaggio, anche se si dovrebbero capire molte cose. Tipo il rapporto tra Edward e i fratelli, si parla anche di Emmett e Rose. Si capisce un po’ come sia adesso il rapporto di Edward e Bella.
Premetto che a me sembra un po’ piatto, che non sia per niente interessante, ma questo sta a voi dirlo.
Avviso che il prossimo capitolo è già pronto, devo solo finire di scrivere la parte finale e poi sarà concluso. Essendo che la scuola adesso è finita e l’estate ormai è cominciata, anche se dal tempo non si direbbe, mi rendo conto che non tutti saranno a casa ad aspettare un mio aggiornamento, così, il giorno fisso di aggiornamento per questa storia sarà sempre la domenica. Ogni domenica avrete un capitolo di questa storia per quelli che continueranno a leggere.
Mi scuso ancora per il ritardo, non sono solita fare questi enormi ritardi, anche se questa storia ne ha avuti parecchi.
Vorrei anche farvi sapere che ho pubblicato una nuova storia nel fandom Twilight, mi farebbe davvero piacere se la leggeste e se mi faceste sapere che ne pensate. Sarebbe davvero stupendo. È ambientata a Venezia e spero che vi piacerà. Masquerade Ball.
Ringrazio davvero tutte le persone che hanno aggiunto la storia tra le seguite, preferite e ricordate e quelle che hanno avuto la pazienza di aspettarmi. Davvero grazie *_*
Piccolo spoiler per il prossimo capitolo, ci sarà un salto temporale e vi dico solo pick up. Vediamo chi capisce.
Alla prossima ^_^
   
 
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