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Autore: Elanor Eliniel    13/06/2011    2 recensioni
"Mentre si inoltrava nel giardino, e poi tra le fronde dei boschi di betulle, sentì amaro il sapore del fallimento e della colpa. Una vita dedicata a difendere la Terra di Mezzo ed alte questioni, ma l’incapacità di proteggere colei che amava sopra ogni altra cosa. L’inettitudine a guarirla fino in fondo, l’aver violato la sua mente, quella sensazione di non aver fatto abbastanza, la rabbia, il dolore, la colpa affollavano i suoi pensieri, soffocandolo."
Una fanfiction che cerca di costruire la loro tragica storia, soltanto accennata in vari punti dal Professore. Sono graditissime recensioni!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Elladan, Elrohir, Elrond, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Celebrìan e Glorgalad si voltarono entrambi, verso la fonte di quelle parole; lei lo riconobbe ancor prima di vederlo in volto ed il suo cuore esultò.
Elrond stava lì davanti a loro, alto e avvolto in abiti da viaggio, teneva incoccata una freccia in direzione del Noldo e i suoi occhi erano terribili, ardenti come fiamme, o come la luce del Silmaril di suo padre. Un presagio aveva afferrato il suo cuore, spingendolo lungo la via ad affrettarsi, e non s’era ingannato.
Ma Glorgalad, con uno scatto fulmineo, trascinò la fanciulla tra lui ed il Mezzelfo come scudo.
Elrond impallidì, non attendendosi una mossa così vile da parte dell’Elfo, ed i suoi occhi incontrarono quelli spaventati di Celebrìan.
- E tu devi essere Elrond di Gran Burrone! – esclamò il Noldo – della stirpe dei ladri di Silmaril. Ma non porterai via la mia fanciulla –
- Non discorrerò con te dell’illegittimità delle tue dichiarazioni, ché lo hanno già abbondantemente fatto i Valar nel corso della Guerra d’Ira! E ben in basso è caduta la Casa di Fëanor, se si vuol replicare il ratto di Lùthien. Ma Celebrìan tu non la porterai via, perché io te lo impedirò. -
Al ché Glorgalad rise, e la sua risata fu terribile e crudele.
- E come? Non vorrai farmi credere che oserai scoccare? –
- No. – disse Elrond seccamente – non lo farò, ed è inutile negarlo. Ma possiamo restar così fin quando vorrai, più il tempo passa e più è probabile che i Galadhrim ci trovino, e ciò affretta la tua sconfitta. Dunque io dico, affrontami in duello e lasciala. Dovrai passare sul mio cadavere per rapirla. –
Quegli soppesò la proposta del rivale e negri pensieri sulla fanciulla gli passarono per la mente.
- Abbassa l’arco e la lascerò, per il momento, andare –
Elrond obbedì, ma senza abbassare la guardia, aspettandosi mosse impreviste. Ma effettivamente il Noldo lasciò andare la dama che gemendo si allontanò da lui, in direzione del Mezzelfo. Lui ripose l’arco e sguainò la spada, seguito a ruota dal nemico. Presero a duellare con rabbia e Glorgalad combatteva per uccidere, mentre Elrond poco si preoccupava di sé, urlando alla fanciulla di andarsene.
- Fuggite, mia dama, ve ne prego! – gridò parando un violento fendente.
Ma ella era immobile, in pena per il Mezzelfo, e non riusciva a muovere un solo passo.
- Non fuggirà, perché è inutile, non può sottrarsi a me – fece Glorgalad.
Elrond si adirò nell’udire quelle parole cariche di bramosia e combatté con una nuova furia che dopo poco gli consentì di menare un colpo così vigoroso da far perdere presa sull’arma all’avversario e la lama fu scagliata via.
Glorgalad cadde per la violenza dell’urto mentre veniva disarmato e il Mezzelfo gli puntò l’arma alla gola.
- Non mi uccidi? – lo schernì quello, inerme.
Finalmente, richiamate dai rumori dello scontro, stavano giungendo delle guardie di Lòrinand e poco dopo una decina di frecce furono puntate contro il Noldo.
- Ne avrei certamente voglia – ribatté Elrond irato – Ma non mi sporcherò le mani per te -aggiunse abbassando la lama e lasciando che venisse fatto prigioniero e portato dal Re. Ripose la spada nel fodero e sospirò sfinito; gli elfi s’erano ormai allontanati dopo che il loro capo Haldir gli ebbe detto si presentarsi innanzi al Re quella sera con la dama per giudicare Glorgalad.
Un attimo dopo Celebrìan gli si gettò tra le braccia, in lacrime e tremante. Fu sorpreso da quel gesto improvviso e spontaneo, e sussultò nel sentirla così vicina e fragile. Delicatamente la strinse e stette per un po’ in silenzio, ascoltando i battiti del suo cuore.
Lei continuava a singhiozzare per lo spavento ed Elrond lentamente le sollevò il mento con le dita e la baciò.
 
Qualche istante più tardi, si costrinse a staccarsi da lei, pentendosi della propria impulsività.
- Scusate – fece – non avrei dovuto. –
Ella lo guardò, triste per quelle parole, e disse:
- Pure, io non comprendo, ora come molto tempo fa ad Imladris, il vostro atteggiamento. Eppure oggi avevo nuovamente creduto di starvi a cuore. Avete compiuto un nobile gesto e sono certa che avreste fatto altrettanto per qualsiasi altra dama, tuttavia è stato solo questo a guidare le vostre azioni e a far dardeggiare i vostri occhi? –
Il Mezzelfo chiuse gli occhi e sospirò nell’udire quelle parole così dirette.
- No, non è stato solo questo – disse alzando lo sguardo. – Ma non è mia intenzione legarvi a me. Non è stato il caso a condurre i miei passi nel Lòrinand, sono stato inviato da Re Gil-galad di cui sono l’araldo e il braccio destro. La guerra è alle porte e si vocifera che un’Ultima Alleanza di Elfi e Uomini marcerà contro Sauron. E benché questa sia la nostra unica possibilità, non credo faremo ritorno dalla battaglia. Ecco perché non avrei dovuto, ma d’altronde l’impulsività dei Noldor scorre anche nelle mie vene. -
Celebrìan rimase impietrita, gli occhi azzurri lucidi, e si pentì delle proprie parole, tuttavia aveva avuto bisogno di sapere la verità.
- Andrete... andrete anche voi dunque? – chiese retoricamente.
- Sono l’araldo del Re dei Noldor, chi marcerà al suo fianco se non io? – rispose Elrond.
Ella si coprì il volto con le mani.
- Ecco la ragione del mio atteggiamento, e spero non me ne vogliate – continuò lui prendendole le mani – Non desiderò partire sapendo che siete adirata con me. –
- E come potrei esserlo? – disse lei piangendo – E’ grazie a voi che non sono poco più di una schiava. –
 
I due si diressero verso la città degli Elfi e lui le chiese spiegazioni circa l’assalto da parte di Glorgalad, di cui sapeva soltanto essere sire di Edhellond e nipote di Fëanor.
- Durante questi lunghi anni egli mi ha più volte chiesto in sposa, mascherando la propria indole dietro modi gentili, ciononostante io non ho mai accettato la sua proposta – rispose la dama, notando un lieve sorriso di lui nell’udire quelle parole.
- E ha considerato la mia scelta come un affronto, e anzi, a quanto pare non l’ha considerata affatto, arrogandosi diritti su di me, difatti era giunto qui per riportarmi ad Edhellond e prendermi in moglie contro la mia volontà. –
Poco più tardi raggiunsero la città dei mallorn e subito trovarono Galadriel ad attenderli; ella chiamava a gran voce la figlia e appena poté l’abbracciò.
- Grazie, Elrond – disse non appena l’ebbe lasciata – Ti sono debitrice. –
- Nessun debito, ti prego Galadriel – rispose. Non credere che io tenga a lei meno di te, pensò.
 
Quella sera comparvero innanzi a Re Amdir e raccontarono l’intera vicenda, dopodiché fu deciso che Glorgalad sarebbe rimasto sotto la vigilanza dei Galadhrim e gli sarebbe stato concesso di combattere di lì a breve nella guerra che si sarebbe scatenata per riacquistare un po’ d’onore in seguito alle vergognose colpe di cui s’era macchiato. Galadriel non fu molto soddisfatta di ciò, ma non osò ribattere, tuttavia disse alla figlia che sarebbe presto tornata ad Edhellond da suo padre, che non desiderava farla dimorare nello stesso luogo del Noldo.
Poi presero a discutere circa gli ultimi avvenimenti e alleanze e toccò ad Elrond parlarne al Re. Venne concordato che Amdir avrebbe guidato la guarnigione di Elfi del Lòrinand e Oropher avrebbe portato i suoi sudditi del Reame Boscoso, mentre naturalmente riferì che Cìrdan avrebbe guidato i Falathrim, Gil-galad ed Elrond stesso l’esercito del Lindon e di Imladris.
- Gli Elfi che resteranno nel Lindon, saranno sotto la guida di Galdor, il consigliere di Cìrdan, quelli che resteranno ad Imladris saranno capeggiati da Erestor. Re Gil-galad proponeva che Dama Galadriel restasse a reggere il Lòrinand per una duplice ragione. Poiché, inutile negarlo, vi sono poche speranze di vittoria, tutti questi reggenti dovranno condurre , donne e bambini perlopiù, ai Rifugi Oscuri in caso di disfatta, prima che l’ombra di Sauron dilaghi. Sire Cìrdan ha già costruito coi suoi uomini molteplici navi, e di grosse dimensioni, nel caso si verifichi il peggio. Se sarete d’accordo, Dama Galadriel dovrà, in caso di necessità condurre le genti attraverso Moria, ove ella stessa passò molto tempo fa grazie ai suoi buoni rapporti coi Nani. –
Sia il Re che Galadriel accettarono tale possibilità, ed ella così parlò:
- Qualsiasi cosa accada, avrò cura di queste genti, le condurrò nel Mithlond se questa fosse la nostra ultima speranza e mai mi separerò da loro. Pure, se mio marito Celeborn resterà a reggere Edhellond, non chiedo di unirmi a lui, ma invierò lì mia figlia. – 



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Ecco il terzo capitolo! Spero che vi piaccia e sono contentissima di queste recensioni, di cui vi ringrazio!

elepaddy85: Graziee, sono contenta che ti piaccia e spero di aver esaudito la tua richiesta :P anche se purtroppo come avrai visto Re Amdir preferisce non cacciarlo ma tenerlo sotto controllo, ma questo vorrà dire che andrà via Celebrìan, come si è già lasciato intendere.
Afaneia: Eheh anche io adoro i salvataggi come vedi :) anche se più avanti le cose si metteranno male come ben sappiamo :(
Per quanto riguarda l'OC ed Elrond, sì nei fatti hanno almeno 400 anni di differenza (la nascita di Celebrìan non è riportata con precisione), ma credo che a renderli così diversi sia più che altro il modo in cui sono cresciuti: di lei sappiamo solo che si sposta insieme ai suoi genitori, mentre di Elrond sappiamo che è stato separato dai suoi genitori da bambino e l'unica figura simile a un genitore che abbia conosciuto è Maglor, che però è uno dei responsabili del terzo massascro tra Elfi e quindi uno di quelli che hanno quasi ucciso sua madre e sterminato la sua gente. Poi sappiamo che ha perso suo fratello Elros perché questi sceglie una vita mortale (ultimo pezzo di una famiglia distrutta) e inoltre ha visto coi suoi occhi la guerra d'Ira. Anche se il personaggio è presente sia nello Hobbit, che in Isda e nel Silmarillion, queste cose non ci vengono descritte però credo lo abbiano forgiato profondamente. Proprio perché il Prof non ce ne parla (soprattutto nel caso della moglie) trovo un po' difficile adattarlo ma penso che dietro la sua saggezza e il suo essere un punto di riferimento per molti debbano pur nascondersi questi tremendi conflitti :) :( Se per caso non ho ben afferrato ciò che intendevi ti prego di dirmelo =) e grazie per tutto.
Thiliol: Grazie davvero, sei gentilissima =) Ci tengo molto alla precisione per reverenza nei confronti del Prof ;) Anche io adoro Elrond per i motivi espressi poco fa (cui ci sono da aggiungere anche il dramma di moglie e figlia!), penso che dietro la frase "Il volto di Elrond non aveva età, non era né vecchio né giovane, eppure recava vivo il ricordo di molte cose tristi e di molte felici " ci siano molte cose taciute! Per quanto riguarda invece i capelli di Celebrìan, Tolkien non ne parla mai, però pare che una delle traduzioni del suo nome sia "coronata d'argento" che poteva riferirsi ai capelli di retaggio paterno. Grazie ancora davvero e spero che questo capitolo ti sia piaciuto!

Continuate a farvi sentire :) per il prossimo aggiornamento spero venerdì perché è quasi pronto ma giovedì ho un esame...a presto! Baci =)
  
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