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Autore: chemicalscollide    20/06/2011    1 recensioni
Tre ragazze italiane, migliori amiche, si ritrovano a vivere in una città nuova come Londra. Qui faranno amicizia con quattro ragazzi che le aiuteranno, le faranno crescere e con i quali instaureranno una bellissima amicizia (e, chissà, forse qualcosa di più) che li porterà ad appoggiarsi sempre l'un l'altro. Durante questa storia tutte e tre si troveranno in situazioni in cui dovranno compiere scelte importanti ed è per questo che è stato scelto questo titolo.
Il racconto è visto da Giulia, una delle tre ragazze, ma non mancano i POV dei vari personaggi.
E' la prima fanfic che abbiamo scritto, io e le mie due amiche, qualche anno fa, quindi siate magnanimi :) E' già completa, perciò posterò regolarmente. Solo un avvertimento, è un po' lunghetta!
Buona lettura!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E siamo arrivati all'ultimo capitolo! Spero vi sia piaciuta :)
G.

***



“E quindi, questo è quanto!” conclusi con un sospiro, ad occhi bassi, cercando di nascondere che erano lucidi.
Eravamo tutti riuniti a casa mia: Tom, Giovanna, Francesca, Fabiola, Dougie e Harry.
“Non puoi andartene!” quasi urlò Fra.
“E ci lasci così?” le fece eco Fabiola.
Sarebbe stata dura, soprattutto per loro due, le mie migliori amiche, le persone che non avrei mai voluto lasciare, perché senza di loro mi sentivo sola, vulnerabile, persa. Ma ormai mi ero affezionata in modo irreparabile, tantissimo, anche agli altri, e soprattutto a Tom. Negli ultimi periodi di crisi con Dan, era stato il mio confidente, un po’ come il mio migliore amico. Però la decisione era stata presa, per dura che fosse, e non c’era possibilità di tornare indietro: mi ero imposta di non farlo.
“Se lo fai per lui, ti prego, cambia idea, non essere così impulsiva, possiamo trovare una…”
“Cosa, una soluzione?” lo interruppi. “Non c’è una soluzione, Tom, non potrò continuare ad evitarlo per sempre, perché è sicuro che lo incontrerò spesso, per non parlare della scuola, sarebbe troppo doloroso…”
“Potresti provare a dimenticare….”
“Dimenticare? Pensi sia così semplice? Vederlo tutti i santi giorni, stargli accanto, quando vengo a trovarvi… certo, una passeggiata!” esclamai sarcastica. Calò il silenzio, sul volto di ognuno si leggeva la loro disperata ricerca di un modo per farmi restare.
“Forse si potrebbe…”
“Sentite, non ci sono scuse, io parto, ormai ho deciso. Credete che sia semplice per me? Non lo è affatto, Dio solo sa quanto vi voglio bene e quanto vorrei trovare un modo per rimanere qui con voi. Soprattutto dopo aver visto quando state provando in ogni modo di farmi cambiare idea…”
“Perché ti vogliamo bene anche noi”
Sorrisi. “Grazie ragazzi. Non so come farò senza di voi!” una lacrima scese. Tom si alzò e mi abbracciò forte. Poi fu la volta di Giovanna, Dougie (che ne approfittò per farmi un po’ di solletico, cercando di tirarmi su), Harry… poi le ultime due, le più difficili, le persone con le quali non avevo mai vissuto senza, e adesso mi aspettava un lungo, interminabile periodo in loro assenza. Si catapultarono verso di me, in un abbraccio di gruppo, singhiozzando disperate come me. Restammo così per minuti interi, poi ci separammo lentamente. Cercai di ricompormi.
“Una cosa importante che vi chiedo” mi rivolsi a tutti, guardandoli negli occhi. “non dite niente a Danny”
“Ma non puoi…”
“Vi prego. Promettetemelo” dissi risoluta, soprattutto guardando Tom. Lui mi fissò per un momento, poi sospirò e infine “Promesso. Se vuoi saperlo, comunque, è tornato in sé e sta malissimo”
Chiusi gli occhi e una fitta mi strinse il cuore. “Per questo non ditegli niente. Mi raccomando”
 
***
 
DANNY'S POV
 
 
È possibile che una persona stia così male? È una settimana ormai e ancora non riesco a riprendermi. Soprattutto, con la consapevolezza di essere stato un emerito idiota. Ma come ho fatto a ridurmi così? Più mi facevo raccontare quello che avevo combinato, più non ci credevo e non mi riconoscevo. È incredibile come non mi sia reso conto di niente, come una lunga sbronza, ho cancellato tutto.
Come ho potuto trattarla così? La persona più importante per me, non ho mai amato nessuno così tanto e non mi sono mai sentito così bene come quando lei era vicino a me, la forza che mi dava… e io guarda che ho combinato. Sono stato crudele e, facendo del male a lei, non mi accorgevo che distruggevo anche me stesso, perché come faccio senza di lei? Sono vuoto, sono completamente perduto. Si può amare così tanto? Bè, penso di si. Lei era il mio ossigeno e adesso non riesco più a respirare.
Ogni volta che la vedo ho un tuffo al cuore: mi manca tutto di lei, sentire il suo profumo, la sua pelle, il suo sapore. Tutto riaffiora alla mente, facendomi a pezzi. Ho provato a parlarci, ma ogni volta mi evita. Quasi non so darle torto. Ma devo riuscirci, devo farmi perdonare, o rischio di cadere in un’oscurità dalla quale sarà difficile rialzarmi…
Prendo la cornetta del telefono e compongo il suo numero velocemente, con il cuore a mille.
“Pronto?” una voce maschile risponde: è il padre. La mia solita fortuna.
“Ehm… salve sono Danny”
Un attimo di silenzio.
“Ah… Danny. Come va?”
“Male. Posso parlare con Giulia, per favore?”
“Senti Danny… mi sei simpatico, ma lascia perdere con mia figlia… è inutile, anche perché partiremo dopodomani, quindi…”
“Partire? E per dove?”
“Come, non te l’hanno detto? Torniamo in Italia, il lavoro qui è finito!"
Dolore fortissimo al cuore. Qualcuno me l'ha strappato via, lo sento. Non può essere vero.
"Per...per sempre?" mormoro.
"Bè, diciamo per un po'... almeno per adesso, poi chi lo sa..."
Chiudo gli occhi e alcune lacrime iniziano a scorrere.
"Bè.. grazie comunque. Arrivederci e buon viaggio" cerco di mantenere una voce normale.
"Grazie Danny, buona fortuna." e attacca. Prendo la testa fra le mani, piangendo e non riuscendo a smettere.
Se ne va, e io non la rivedrò più... ho rovinato tutto, parte per colpa mia, ne sono sicuro!
In quel momento entra Tom. "Ehi Dan, sbrigati, dobbiamo provare Obv..." guarda verso di me, con le guance bagnate. Spalanca gli occhi preoccupato. "Cosa..?"
"Se ne va, Tom! Se ne va, ed io non la rivedrò più!"
Tom sospira e si siede sul letto, accanto a me.
"Lo so...me l'ha detto"
"Tu lo sapevi?" chiedo sconvolto
"Veramente... lo ha detto a tutti noi... ma non voleva che tu lo sapessi"
"Potevate dirmelo lo stesso!" esclamo mezzo arrabbiato, continuando a piangere. "Sei il mio migliore amico, cazzo, hai il dovere di informarmi! Soprattutto se si tratta di lei!"
"Senti Dan... calmati un secondo e ascoltami bene" alzo lo sguardo. "Non sai quanto dispiaccia a tutti noi che Giulia parta. E so, che tu stai soffrendo come pochi all'idea che si trasferisca. Ma purtroppo devi affrontare le conseguenze di quello che hai fatto. Lo so che è dura..."
"Tom, io la amo, più di ogni altra cosa al mondo! Come posso lasciarla andare? Io non sono più niente senza di lei!"
"Diglielo allora. Vedi se riesci a farle cambiare idea..." lo vedo pensieroso, per poi tirare fuori un mezzo sorriso. "Forse c'è un modo... mi è appena venuta in mente un'idea..."
 
***
 
Non avevo fatto altro, nelle ultime settimane, che riempire valigie su valigie, scatoloni su scatoloni. Mi ritornarono in mente gli stessi momenti, un anno fa, quando impacchettavo la mia roba, eccitata, per partire per sempre, o almeno così credevo, alla volta di Londra, la mia amata Londra. Ero piena di aspettative, domande del genere “riuscirò ad essere più spigliata e farmi degli amici?”, “come sarà la mia vita là?” o “Riusciremo io e Luca a portare avanti una storia a distanza?”…
Ora era tutto così difficile, la mia vita era lì ormai. Avrei dovuto ricominciare tutto daccapo, riabituarmi alla vita a Roma. Dopo aver passato un anno lì, non pensavo fosse un’impresa molto semplice.
I giorni volavano, e in un attimo, mi svegliai il giorno della partenza. Mi guardai intorno, girai ogni angolo della casa, cercando di imprimerne nella mia mente tutti i più piccoli, insignificanti particolari. Era una di quelle case che avevo sempre sognato, la tipica villetta a schiera delle periferie inglesi. E ora, se pensavo che sarei dovuta tornare nel (mi sembrava) squallido appartamento di Roma, mi piangeva il cuore. Ma ormai era ora di andare. Presi una valigia e la borsa, e seguii mamma e papà fuori di casa, dopo essermi voltata per un’ultima volta.
Con il morale a terra, ci dirigemmo verso l’aeroporto. Come immaginavo, tutti erano già lì che mi aspettavano, tutti tranne Danny, ovviamente. Francesca e Fabiola erano già in lacrime. Gli corsi incontro, e non feci altro che abbracciare tutti un milione di volte, mentre anche io avevo iniziato a piangere e i ragazzi erano commossi.
“Se non ti fai sentire almeno tre volte al giorno ti uccidiamo!”
“Vogliamo sapere ogni cosa!”
“In bocca al lupo a voi per il tour. Vedrete che andrà benissimo, siete troppo bravi” dissi, rivolta a Tom, Haz e Doug.
“Grazie. Ti prometto che ti scriveremo ogni giorno per farti sapere come va”
“E…” abbassai lo sguardo “prendetevi cura di lui” aggiunsi a bassa voce.
“Stai tranquilla” Tom mi sorrise dolcemente, accarezzandomi una guancia.
“Mi sa che mi tocca andare” annunciai tristemente. “Cerco di venire appena posso”
E di nuovo mille abbracci, poi, a malincuore, mi separai da tutti e seguii i miei verso il metal detector.
“Giulia!” sentii urlare il mio nome da lontano da una voce bellissima, profonda, dolcissima, che mi fece subito battere il cuore.
*Non può essere*. Mi voltai, non sapendo cosa sperare. E lo vidi, che corre verso di me, bello come non lo era mai stato.
“Giulia, ti prego, aspetta!” ormai mi aveva raggiunto.
“Cosa devo aspettare, perché sei venuto?” non lo volevo guardare negli occhi, sarebbe stato ancora più difficile, ma qualcosa mi spinse ad alzare lo sguardo e rimasi per un attimo sorpresa: stava piangendo.
“Non puoi lasciarmi. Non puoi farlo. Io mi sento male senza di te. So che sono stato stupido, cinico, insensibile, e tutti gli altri aggettivi più brutti che riesci a trovarmi, ma non mi sono accorto di niente lo giuro, io ero come se fossi un’altra persona, perché sai, e te lo ripeterò fino alla morte, che ti amo, e che non farei mai niente che possa ferirti”
“Io…”
“No aspetta, lasciami parlare. Non mi accorgevo di quanto facevo del male a te, e a me stesso, perché tu sei la mia forza e senza ti te sono perduto. Ho bisogno di te. Devi restare, perché non sono sicuro che potrei andare avanti altrimenti, tutta questa storia dell’essere famoso, non ha più senso se tu non sei con me. Sono condannato a tornare nello stesso buio in cui ero prima di conoscerti, prima di sapere quanto fossi speciale e prima di saper veramente amare. Ti prego, resta con me. Ti amo troppo per lasciarti andare”
Lo guardai lì, davanti a me, in lacrime. E io lì, senza parole, immobile. E anche io piansi e sorrisi, gli accarezzai il viso, poi mi avvicinai, lo abbracciai e il suo profumo mi entrò dentro, facendomi ricordare tutti i momenti belli passati insieme. In quel momento, realizzai cosa stavo per perdere e non pensai più a niente… solo a quel dolce, interminabile e indimenticabile bacio… per sempre.
 
THE END
  
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