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Autore: 48crash    20/06/2011    5 recensioni
Fuori. Sotto la pioggia. Aspettando un autobus che forse non sarebbe arrivato.
Barbi si girò verso l'alto, a guardare la finestra della camera d'hotel da cui era appena uscita. Ovviamente, accadde l'ultima cosa che voleva accadesse: lo sguardo di William, affacciato alla finestra a fissarla, incrociò il suo.
“Oh, cazzo” pensò, distogliendo lo sguardo come se si fosse scottata.
Lui invece non lo distoglieva.
E lei, beh, s'era scottata davvero.

Un dietro le quinte di Rocket Queen (di lei ho preso solo il nome, a cui Axl Rose ha fatto riferimento dicendo che la canzone parla di lei).
Prima cosa: ho utilizzato i nomi originali dei Guns, anche se a quell'epoca si facevano già chiamare con i nomi con cui tutti li conosciamo, per sentirli un po' più miei e riuscire a scriverci sopra; ovviamente, loro non mi appartengono, nè nella versione Guns nè in quella "originale", com Bill, Jeff e soci. Secondo: la storia è altamente imprecisa, sotto ogni punto di vista: nel 1986 loro erano già abbastanza famosi nel circuito di L.A., Hellhouse apparteneva a West Arkeen e loro non vivevano nemmeno assieme, e via discorrendo, perciò per avere i Guns in queste particolari condizioni, avrei dovuto anticipare la storia di qualche anno, ma poi la cosa non si sarebbe conciliata con il periodo della loro formazione, con la stesura di altre canzoni, ecc, così ho deciso di mettere tutto qui. Terzo: in verità, Barbi era una sorta di prostituta per cui Axl si prese una sbandata. Non metto in dubbio l'amore che possa aver provato, ma io ho messo tutto in termini più poetici (anche per via del mio amore per quella canzone) di quello che probabilmente fu la vera storia tra loro. E ho usato solo il minimo sindacale della documentazione, perchè altrimenti non mi sarei sentita libera di scrivere ciò che volevo, e ne sarebbe venuto fuori un obbrobrio.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Axl Rose, Quasi tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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<< Figa quella sul palco eh? >>
<< Vista così sì, ma in verità fa pena! >>
<< Non dirmi che te la sei scopata! >>
Steven annuì compiaciuto davanti alle facce esterrefatte degli altri ragazzi seduti attorno al tavolo.
<< Non ti crede nessuno, Adler! >>commentò Duff ridendo, seguito da tutta l'allegra combriccola. Tutti tranne William. Lui se ne stava lì, con lo sguardo perso fuori dalla finestra gocciolante, girando il dito sul bordo del suo bicchiere, da quando erano entrati nel locale. Nemmeno lo strip lo tirava su quando aveva periodacci come quello.
<< Ehi, Bill >>fece Jeff in direzione dell'amico, sempre attento ai suoi cambi d'umore, sapendo bene che erano vitali per qualsiasi attività dei Guns.
L'altro si girò, vedeva solo Jeff di tutte le persone che erano intorno a lui e parlavano cercando di attirare la sua attenzione, o forse nemmeno lui. Lo fissò con sguardo interrogativo. Sì, almeno lui lo vedeva.
<< Bill. Cos'hai? >>chiese a bruciapelo con la sua voce calma, fissandolo negli occhi azzurro-verde un po' sperduti.
<< Oh, niente >>.
<< Ah >>.
Rispondeva sempre così, ultimamente. A nessuno pareva importare: lo conoscevano, sapevano che era fatto così e che nei momenti no era meglio non indagare, ma non Jeff. Per lui era sempre lo stesso ragazzino, e voleva sempre sapere cosa pensasse. Ma ora chissà che aveva in testa, quel rosso.
<< Bill? >>
<< Che c'è? >>esclamò spazientito l'altro. Cattivo segno, ma Jeff non demordeva, e lo sapevano entrambi. Forse per questo erano rimasti amici tutti quegli anni, e lo sarebbero rimasti anche dopo.
<< Andiamo fuori a farci una sigaretta, Bill >>rispose il moro prendendolo da parte e conducendolo alla porta mentre tirava fuori il pacchetto e un accendino da una tasca dei pantaloni. Come ben sapevano entrambi, era solo una scusa.
<< Jeff, dai...non fare il bambino, sto bene così...>>protestò William cercando di opporre resistenza. Alla fine, però, si lasciò spingere fuori dalla porta del locale zeppo di fumo.
Non appena Jeff chiuse i battenti dietro di loro, lo fissò con disappunto, che pian piano si trasformava in qualcosa di simile all'irritazione. << Perché lo stai facendo? >>gli chiese senza smettere di guardarlo negli occhi scuri semicoperti da ciocche di capelli ancora bagnate dalla pioggia che avevano preso venendo verso il locale.
<< Bill, lo sai anche tu che devi parlare >>rispose l'altro evasivo, guardando altrove e accendendosi una sigaretta.
Bill gliene prese una dal pacchetto e l'avvicinò alla punta di quella dell'amico per accenderla prima di infilarsela tra le labbra. << Di cosa dovrei parlare? >>domandò seccato appoggiandosi al muro umido mentre tirava una boccata di fumo.
<< Dimmelo tu, Bill. Io non lo so >>rispose Jeff sostenuto appoggiandosi al muro accanto all'amico.
Bill emise una sorta di grugnito, altro cattivo segno. Un altro passo nella direzione sbagliata, e Jeff si sarebbe ritrovato col setto nasale deviato, cosa già successa in passato.
<< Non c'è niente da dire, Jeff >>.
<< Certo che c'è >>. Jeff sollevò di nuovo lo sguardo e lo puntò dritto negli occhi del rosso, illuminati da un lampione che andava a fasi alterne e si era acceso proprio in quel momento.
<< E va bene, c'è. Ma perché diavolo dovrei dirtelo? >>
<< Perché io sono io, Bill. E tu mi hai sempre detto come stavano le cose >>rispose con un sorriso. Di solito non aveva questo atteggiamento, e tendeva a lasciare che l'attenzione di tutti si concentrasse altrove, ma quando si comportava così, come si comportava il rosso, l'altro sapeva che era inflessibile.
<< Da dove comincio? >>
<< Da dove preferisci >>.
<< Portami una bottiglia di Jack Daniel's prima >>.
Non appena Jeff fu tornato con ciò che il rosso gli aveva chiesto, quello si attaccò alla bottiglia e ne tracannò un quarto abbondante.
<< Vediamo se indovino il problema... >>cominciò Jeff restando in piedi a fissare l'amico, che mentre lo aspettava si era accovacciato a terra.
<< Barbi >>dissero contemporaneamente.
Il rosso fece un sorriso fulmineo, Jeff indovinava sempre. << Proprio lei, amico >>.
<< Parla >>fece calmo sedendosi accanto a William.
<< Ma...non è che sia così grave... >>cominciò il rosso, scrollando le spalle e stringendosi nel suo chiodo di pelle. << E' che... Non riesco a farne a meno >>.
Jeff sgranò gli occhi. Non era la prima volta che sentiva dire all'amico queste parole rivolte a quella ragazza, l'unica che fosse riuscita veramente a fare breccia nel suo cuore, o che almeno aveva intuito questo suo sentimento, ma non poteva evitare di restare sorpreso ogni volta.
<< Jeff, dai, non mi guardare così! >>esclamò Bill assestandogli un pugno su una spalla.
Mentre l'altro, dolorante, si sfregava la botta lamentandosi e prendendo un altro sorso d Jack, William alzò gli occhi verso la luna, buttando fuori il fumo della sigaretta.
<< Senti, cretino, adesso piantala. O non parlo più >>affermò furioso. << Mi vergogno tantissimo ad ammetterlo, non lo credevo possibile. Sono innamorato, Jeff >>.
Gli occhi del moro si spalancarono così tanto che William temette che gli sarebbero caduti fuori dalle orbite a breve. Non tanto per il contenuto di quella bizzarra confessione (quello per lui era ovvio già da tempo), ma quanto per il fatto stesso che William avesse avuto il coraggio di fare una confessione simile.
<< E...da cosa l'hai capito? >>si decise alla fine a chiedere, più che spiazzato.
<< Non lo so, Jeff... Mi manca, ecco. Quando non c'è mi manca. E quando c'è la guardo e mi chiedo come faccia una così a stare con uno come me. Cioè, Jeff, la vedi?! Lei farà l'avvocato, cazzo, e io sono uno spiantato! Uno spiantato con i capelli rossi che non riesce nemmeno a tirare la fine del mese e vive con quattro capelloni! E sto con lei, una specie di aristocratica >>.
Jeff alzò un sopracciglio, poi l'altro. << In effetti... >>
William fece un'espressione come a dirgli “Visto che ho ragione io?”
<< Ma da quando non ti piacciono più i tuoi capelli? >>chiese Jeff rivoltando il coltello nella piaga.
<< Finiscila, l'ho detto così per dire! Il punto è che... >>
<< Che tu, William Bruce Rose, sei innamorato. Per la prima volta >>.
<< L'ultima volta che è stata la mia prima volta in qualcosa è stato un sacco di anni fa >>rispose sarcastico il rosso. << Non mi ricordo più come ci si deve comportare, alle prime volte >>aggiunse poi.
L'altro ridacchiò ignorando l'irritazione di Bill nel sentirsi chiamare con tutto il suo nome di battesimo. << Dai, Bill, non è così male in fondo, no? >>
<< No >>ammise lui. << Ma a volte mi chiedo se voglia davvero tutto questo o se lo faccia solo per ribellione. Insomma, sappiamo entrambi cosa si prova: a volte fai qualcosa solo perché te lo impediscono, e alla fine ti ritrovi col culo per terra, facendo qualcosa che non ti attirava minimamente, e l'hai fatto solo per ribellarti a qualcuno che forse poteva aver ragione >>.
<< Tuo padre aveva ragione? >>. Questo lo avrebbe sorpreso, nel caso di una risposta affermativa.
<< NO! Non sto dicendo questo, sto solo dicendo che noi ci siamo invischiati in un sacco di casini solo per ribellarci, ma che il più delle volte non lo volevamo davvero. Ecco tutto >>.
<< Bill. Lei non lo fa per ribellione >>disse il moro appoggiandogli una mano sulla spalla.
<< Ma come lo sai?! Dai, Jeff, non siamo alle elementari, non mi puoi inventare una balla su due piedi e pensare che io ci creda. Come io non posso credere di essermi innamorato. Ma sul serio? Ma come diavolo avrà fatto, come fa a essere così...così...così bella >>.
Jeff gli diede una pacca sulla schiena e si alzò, portando via la bottiglia di Jack ormai vuota e osservando la distesa di mozziconi che li circondava. << Benvenuto, Bill >>.
<< Ma che cazz...? >>
<< Mi sentivo così, quando ho scritto Think About You >>.





Finalmente! Dopo secoli di assenza, sono finalmente riuscita a scrivere un capitolo di questa fanfiction! Yeeah!
Anche se non è proprio come la volevo, devo dire che ci sono abbastanza affezionata. xD
Sono abbastanza dispiaciuta per la brevità di quest'ultimo capitolo, ma non riesco a scrivere più di tanto. Oltretutto, più che a
Rocket Queen, questo capitolo si rifà parecchio a So Fine: lo volevo con un tono intimo e un po' malinconico, e oltretutto anche Axl si fa la stessa domanda della canzone.
Spero vi sia piaciuto, e ringrazio in anticipo chi ha letto (ossia chi ha avuto il coraggio di seguirmi fino a qui!) e chi commenterà. ;)
Alla prossima.
Baci, Lucy. :**



 

  
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