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Autore: TheGhostOfYou    21/06/2011    6 recensioni
Helena Riddle è la figlia illegittima di Voldemort e Bellatrix Lestrange, avuta poco prima che il Signore Oscuro cadesse per mano del piccolo Harry Potter. Quando il signore Oscuro risorge, viene mandata ad Hogwarts come spia, istruita ad odiare Babbani e Traditori del Sangue. Ma quando arriva a scuola, conosce un mondo magico totalmente diverso da quello a cui è abituata. Fa amicizia con Harry, Ron ed Hermione, amici per la pelle, ed attraverso loro impara a vivere senza la paura dell’ombra di un padre come Lord Voldemort ed impara ad amare. Conosce Draco, un ragazzo introverso, che comincia a provare qualcosa per Hermione, ma troppo legato alle tradizioni per poter pensare di vivere una vita diversa da quella che suo padre ha in serbo per lui. È attraverso loro che Helena trova il coraggio per passare dalla parte dell’Ordine e tradire i Mangiamorte. Ed è grazie a loro che combatterà in prima linea per distruggere suo padre, Lord Voldemort.
Prima Fan Fiction di una trilogia.
Genere: Azione, Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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King’s Cross, Londra – 1 Settembre.
 
Una voce amplificata annunciava che il treno per Birmingham era in partenza dal binario 7. Viaggiatori di fretta e stressati tenevano poco conto di quello che succedeva intorno a loro. Nessuno aveva notato quella ragazzina, con gli occhi talmente azzurri da sembrare quasi di ghiaccio, ed i capelli lunghi e mossi, che teneva nella gabbia un gufo reale scuro, seguita dalla nonna, una figura autoritaria e torreggiante, i cui grandi occhi scuri incutevano timore.
Le due avanzavano lentamente, fino a quando non arrivarono sul binario nove. La ragazzina sospirò di emozione, felice come non mai. Stava succedendo qualcosa, qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la sua vita. Lei e la nonna, che le stringeva amorevolmente un spalla, si posizionarono davanti alla barriera tra il binario nove e il binario dieci. La donna si piegò a sussurrare qualcosa alla ragazza, che sorrise e la prese sotto braccio. Due passi, e le due scomparvero, come inghiottite dal muro.
Un piccolo bimbo di cinque anni aveva appena assitito alla scena, e sgranò gli occhi, incredulo. Si avvicinò alla madre e tirò la maglietta con forza, per attirare la sua attenzione.
- Che c’è, Tommy?-
- Due donne sono appena scomparse dietro la colonna, mamma! Come per magia.-
La donna rise, e prese in braccio suo figlio, che continuava a guardare dietro di se, terrorizzato.
- Non dire sciocchezze, piccolo. La magia non esiste.-
 
Bellatrix si guardava intorno con aria sospetta. Aveva appena valicato la barriera tra i binari 9 e 10, ed ora si trovava sul binario 9e ¾ in attesa che Helena prendesse il treno. Al suo fianco, la figlia guardava meravigliata tutti i maghi e le streghe sul binario; una ragazza bionda aveva appena agitato la sua bacchetta e spedito un incantesimo ad un suo amico. Il naso aveva cominciato ad assumere la forma di quello di un maiale. Helena si trattenne dal ridere. C’era tantissima confusione su quel binario; ragazzini impazziti che correvano da una parte all’altra per paura di perdere il treno, gufi che sbattevano il becco sulle sbarre di ferro della loro gabbia, mamme che si raccomandavano con i loro figli.
La sua attenzione fu catalizzata verso tre ragazzi, che avranno avuto si e no la sua età. Due di essi portavano la spilla da Prefetto, il coordinatore della Casa di appartenenza. Il ragazzo aveva i capelli rossicci e un sacco di lentiggini, e gli occhi azzurri. Stava parlando freneticamente con la ragazza; una ragazzina ordinaria, con i capelli crespi e gli occhi color nocciola, e con un’aria da insopportabile so tutto io. I due discussero ancora per un po’, poi si voltarono a salutare il loro amico e si diressero verso la carrozza di testa.
Fu quest’ultimo che colpì Helena, tanto da farla sussultare. Sembrava infinitamente triste e solo, un po’ come lei. I capelli disordinati ricadevano ribelli sugli occhi, di un verde particolare, incorniciati da un paio di occhiali rotondi. Il ragazzino si gettò un’occhiata alle spalle, poi sbuffando salì sulla carrozza, scomparendo dalla vista di Helena.
Poverino, chissà perché ha quell’aria malinconica.
- E’ ora di andare, mia cara.-
Bellatrix appoggiò una mano sulla spalla della figlia, mentre si avvicinavano alla porta della carrozza da dove prima era salito il ragazzo.
- Mamma, perché sei travestita in quel modo?-
- Quante volte devo dirtelo? Nessuno deve sapere che io e Rodolphus siamo evasi da Azkaban. Mi ucciderebbero all’istante.-
Helena sospirò: sua madre e i suoi segreti. Quante cose non le aveva ancora detto? Rinunciò a chiederglielo.
- Ricordati, mia cara, Silente sa chi sei, ma crede che tu abbia vissuto tutti questi anni con tua nonna. È di vitale importanza che tu non dica a nessuno chi sei. Nemmeno ai Serpeverde. Non so se ci possiamo fidare di loro. Ok’-
Helena annuì, trattenendosi dalla voglia di riderle in faccia. Tutta la faccenda era ridicola. Non pensava che l’avessero ammazzata solo per essere la figlia di Tom Riddle.
- Mi raccomando, io e tuo padre vogliamo rapporti settimanali su Harry Potter.-
- Come faccio a capire chi è, se non l’ho mai visto?-
Bellatrix scosse la testa, preoccupata. Sua figlia non aveva l’età giusta, e soprattutto la malizia per essere la spia del Signore Oscuro. In cuor suo aveva sempre sperato che Tom lasciasse fuori da tutta quella storia la loro unica figlia, ma l’essere discendente di Voldemort comportava proprio un rischio del genere. E Bellatrix amava troppo il suo padrone per impedirgli di dare ad Helena un compito di quel genere.
- Basta che tu chieda di lui. Non c’è ragazzino, ad Hogwarts che non lo conosca.-
Le due udirono il fischio rimbombante del capotreno, che indicava la partenza imminente. Bellatrix guardò la figlia salire le scalette della porta con il grande baule pesante che le toglieva l’equilibrio, e, mossa da un moto d’affetto, la abbracciò. Helena si lasciò coccolare dalla madre, sapendo bene che una dimostrazione d’affetto da parte sua non l’avrebbe più vista.
- Anche io ti voglio bene, mamma.- mormorò lei prima di salire e sparire dalla sua vista.
Il treno partì poco dopo. Helena si avventurò per il lungo corridoio del treno alla ricerca di un posto dove stare in santa pace. Non era molto socievole, visto che in tutta la sua vita non aveva conosciuto altro che aristocratici pomposi convinti della supremazia del sangue puro. Preferiva, quindi, essere sola, con un bel libro, piuttosto che destare la curiosità di tutti.
Trovò uno scompartimento desolato in fondo al treno, e vi si infilò senza nessun indugio.
Non appena si fu assicurata di aver chiuso bene la porta, si sedette contro il sedile e portò le mani al viso. Sentì le lacrime salirle agli occhi. Com’era possibile che il padre le chiedesse una cosa del genere? Non c’era rimasto un briciolo di umanità in lui, questo l’aveva potuto constatare da sola, ma sperava che avesse avuto pietà per la figlia. Invece, nulla. Era condannata.
La sua missione era spiare ed indebolire Harry Potter, per offrirlo vulnerabile al signore oscuro.
Ma lei non voleva.
Tirò un calcio al sedile di fronte, poi si asciugò le lacrime e respirò lentamente. Doveva calmarsi, altrimenti le sarebbe venuto un infarto e nessun Medimago l’avrebbe salvata.
C’era un solo modo per calmarla a dovere. Leggere.
Con uno sforzo enorme, tirò fuori dalla borsa nera a tracolla il libro che aveva comprato due giorni prima ad Hogsmeade: Storia di Hogwarts. Era rimasta affascinata dalla foto del castello in copertina, e dalla grandezza del libro. Non si sarebbe mai detto, ma divorava libri su libri. Non avendo nient’altro da fare a casa, era rimasta affascinata dalla letteratura babbana e, ad insaputa dei suoi genitori.
Si era immersa nella lettura da un po’, quando nel suo scompartimento entrò la ragazza che aveva visto prima discutere con il ragazzo rosso.
- Dio, scusa, pensavo fosse vuoto. Questo scompartimento lo è, di solito.-
- Fa nulla, tranquilla.-
Lo sguardo della ragazza passò dagli occhi chiari di Helena al libro che aveva in mano.
Non è possibile.
- Stai davvero leggendo “Storia di Hogwarts”?-
- Ehm.. si.-
La ragazza si sedette davanti a lei; aveva quasi le lacrime agli occhi, probabilmente dalla commozione. Helena si chiese per quale motivo sembrava tanto agitata. Era davvero strana.
- Oddio, sei la prima, oltre a me.-
- Davvero? Questo libro è.. Fantastico.-
- Sei nuova, per caso? Non ho mai sentito nessuno dirlo.-
- Si, comincio oggi la scuola.-
La ragazza le sorrise; era uno dei sorrisi più belli che Helena avesse mai visto. Era strana, certo, ma sembrava una gran brava ragazza.
- Ma che maleducata che sono! Perdonami.- allungò una mano verso di lei. –Io sono Hermione, Hermione Granger.-
Helena strinse la mano di quella ragazza gentile, dal nome particolare. Non aveva mai sentito un nome come il suo, eppure le stuzzicava un ricordo recente. Aveva la sensazione di aver già sentito parlare di lei.
- Io sono Helena Thompson.-
Sua madre si era raccomandata di non chiamare in causa nemmeno una volta il suo cognome. E così si era creata un’identità nuova.
Era una delle cose che odiava della sua “missione segreta”. Non poter essere se stessa, mai.
Hermione tirò fuori dalla tracolla verde che aveva con se un panino al prosciutto ed una bibita, e si mise comoda.
- Non ti dispiace, vero, se  rimango qui? La fuori è un delirio.-
- No figurati.-
Helena si soffermò ad osservarla. Occhi scuri, capelli castani, molto crespi, aria da saputella. Era una ragazza come tante, quasi anonima. Eppure c’era qualcosa in lei che suggeriva una gentilezza ed un coraggio che non si trovavano ovunque. Aveva un modo delicato di approcciarsi con le persone, ed un sorriso dolcissimo.
In un’altra vita, magari, loro due sarebbero state ottime amiche.
In un’altra vita, appunto.
Tornò ad occuparsi del suo libro, mentre Hermione si era seppellita nel libro di Incantesimi. Doveva essere una strega brillante.
Ed improvvisamente, capì dove aveva sentito quel nome prima.
Qualche giorno prima, Diagon Alley.
Helena e Bellatrix, opportunamente mascherata a dovere, stavano girando per negozi. Ad Helena Diagon Alley era sembrato il posto più bello del mondo, pieno di negozi colorati, di persone che scambiavano due chiacchiere in allegria. Era un posto magico, in tutti i sensi della parola.
Il suo paese delle meraviglie, come quella Alice Babbana.
Si erano sedute all’ombra di uno dei tavolini di Florian Fortebraccio, per mangiare un gelato.
Era lì che sua madre le aveva spiegato di Potter e la sua cricchia.
- Potter è molto furbo. Si è circondato di personalità potenti e rispettabili, e di amici forti e pronti a tutto per lui. Devi guardarti da chiunque, nella sua cerchia, ma soprattutto, fa attenzione a lei, Hermione Granger. È cattiva e pericolosa, perché è una Sanguesporco, è nata da una famiglia Babbana, quindi infetta l’aria con il suo respiro sudicio.-
Ad Helena non era più andato di mangiare il gelato e l’aveva fatto sparire con un colpo di bacchetta. Sua madre, a volte, la disgustava.
- Helena, ci sei?-
La ragazza scosse la testa, ritornando in se. Hermione le stava offrendo gentilmente un sorso della sua bibita ghiacciata.
È una Sanguesporco, è cattiva.
A lei non sembrava cattiva, anzi, tutto il contrario. Helena aveva la grande qualità di inquadrare le persone non appena aveva l’occasione di scambiarci due parole; Hermione le era sembrata tutto, meno che cattiva.
Al diavolo mia madre, non morirò per un sorso.
La ragazza sorrise gentilmente, ringraziandola, e bevve un sorso fresco di quella bibita. Era buonissima.
- Che cos’è?-
- Si chiama Coca Cola. È una bevanda Babbana. Sai.. io sono Babbana.-
Gli occhi della ragazza si abbassarono, celando malamente un imbarazzo non da poco. Si vergognava di quello che era, forse?
- Perché ti vergogni? E’ così brutto, essere Babbano?-
Helena si sorprese a fare quella domanda. Non era quello l’insegnamento che le avevano dato i suoi genitori. Eppure, lei sentiva che c’era qualcosa di tremendamente sbagliato nel credo di Bellatrix e Rodolphus. Voleva capire.
- Per i maghi Purosangue, sì. Io non mi vergogno. Io mi dispiaccio. Mi dispiaccio per la gente che non può capire che Purosangue e Mezzosangue sono identici.-
La ragazza sospirò, ed Helena fece l’unica cosa che si sentiva di fare. Le prese le mani, meravigliandosi un’altra volta di aver fatto un gesto del genere, e le sorrise. Hermione sembrò rincuorata e la ringraziò debolmente, prima di alzarsi in piedi e prendere le sue cose.
- Ora devo andare, ho un turno di guardia. Grazie, Helena. Spero di vederti a cena. –
Helena alzò una mano in segno di saluto, poi chiuse il libro e si mise ad osservare la campagna fuori dal finestrino.
Aveva appena avuto una conversazione civile con una Sanguesporco, una ragazza intelligentissima con un sorriso che illuminava la stanza.
Non credeva possibile, dopo quella sorta di lavaggio di cervello fatto da sua madre, che avrebbe trovato gradevole una Nata Babbana. Eppure, era stata più piacevole quella conversazione di dieci minuti con lei piuttosto che tante serate di Gala con quel borioso di Nott.
Dopo quell’incontro, non era più sicura. Anzi, di una cosa era sicura.
Tutto ciò che le avevano insegnato era stato distrutto, sbriciolato dal sorriso innocente di una Mezzosangue.
 
Il sole stava tramontando dietro le colline, donando al cielo quel rosso mischiato al rosa tipico dei tramonti più belli. Mancava poco ormai all’arrivo ad Hogwarts. Harry aveva passato tutto il pomeriggio in compagnia di Ginny, Neville e la sua nuova pianta, e Luna, una delle migliori amiche di Ginny. Una delle ragazze più strane che avesse mai visto in vita sua.
In quel momento, Luna e la sua collana di tappi di Burrobirra stavano leggendo il Cavillo, il giornale di Mr Lovegood, all’incontrario.
Harry sorrise a quella buffa visione e tornò a guardare fuori dal finestrino. Stava per cominciare il suo quinto anno ad Hogwarts, ma non si aspettava che sarebbe stato tutto rose e fiori. Anzi.. aveva notato già qualche sguardo di odio da parte degli studenti di Hogwarts. Nessuno credeva al ritorno di Voldemort e con la Gazzetta del Profeta che lo attaccava di continuo, la sua popolarità era scesa. Lui e Silente, per la maggior parte delle persone, erano due pazzi squilibrati che avevano perso la testa e vaneggiavano sul ritorno di Voldemort.
Il problema di fondo è che le persone non volevano credere nel suo ritorno. Preferivano accusare due innocenti di pazzia, piuttosto che ammettere che lui era tornato.
La sua giornata era stata pesante; aveva evitato un paio di incantesimi diretti a lui, litigato con Malfoy, cercato di placare Cho che piangeva in corridoio, litigato nuovamente con Malfoy e si era anche sentito dare dell’assassino.
Buon anni scolastico, Harry.
Aveva appena chiuso gli occhi per godersi quegli ultimi minuti di viaggio, quando Hermione e Ron entrarono agitati nel loro scompartimento.
- E’ un delirio, là fuori.- Ron era visibilmente stanco, con i capelli arruffati e la veste spiegazzata.
- Solo perché non sai fare il tuo lavoro, Ron.- Hermione era perfetta come sempre, anzi, sembrava ancora più euforica del solito. Come se le avessero detto che la McGranitt aveva assegnato 30 cm in più di tema per il giorno seguente. – Harry, ho conosciuto una ragazza nuova!-
- Non dirmi che te ne sei innamorata, Hermione.-
Le orecchie di Ron diventarono scarlatte, non appena la ragazza gli rivolse uno sguardo più che eloquente.
- Non essere sciocco, Ron.- si voltò di nuovo verso Harry. – E’ molto simpatica! Leggeva “Storia di Hogwarts”. Non potevo credere ai miei occhi.-
Harry le sorrise, alzandosi per prendere le sue cose. Non aveva dubbi che ad Hermione quella ragazza stesse simpatica; per leggere quel mattone improponibile, dovevano essere davvero molto simili.
Scesero dal treno, ed Harry rabbrividì, talmente era fredda quella serata. Si lasciò trasportare da Hermione, che blaterava di “conoscere la nuova arrivata.”, e improvvisamente si ritrovò davanti ad una bellissima ragazza, leggermente più bassa di lui, con i lunghi capelli corvini mossi e gli occhi azzurri, quasi color ghiaccio. Il respiro si fermò per un attimo, ed il secondo dopo sentì il suo cuore pulsare feroce nel suo petto.
- Helena, volevo presentarti Harry. Harry Potter.-
La ragazza non poteva crederci. Era quel ragazzo tormentato che aveva visto poco prima di salire sul treno. Si era sentita esattamente come Harry Potter, per un istante. Sorrise, compiaciuta. Era riuscita a trovare in un giorno il ragazzino che suo padre cercava ossessivamente da quindici anni.
- Io sono Helena Thompson.-
- Piacere di conoscerti, Helena.-
La voce del ragazzo era roca, come se fosse in qualche modo emozionato. I suoi occhi verdi colpirono Helena allo stomaco come niente e nessuno aveva mai fatto prima. Una sensazione stranissima.
Harry si passò una mano tra i capelli arruffati, visibilmente imbarazzato, mentre la nuova arrivata conosceva Ron, Neville, Luna e Ginny. La osservava muoversi silenziosamente in mezzo agli altri; era davvero bella, ma non era quello, ciò che aveva colpito di più Harry. Era l’assoluta tristezza negli occhi della ragazza, come se stesse portando un peso più grande di lei. Come se entrambi provassero le stesse cose.
Harry si ripromise di capire un po’ di più di lei, e alzò gli occhi al cielo mentre dall’alto arrivavano le carrozze. Non appena atterrarono, al ragazzo prese un colpo. A guidare le carrozze c’erano dei cavalli alati, scheletrici di color nero scuro e con un muso da rettile. Erano bellissimi, ma incutevano in Harry un certo terrore.
- Hermione, cosa sono quelli?-
La ragazza si voltò guardando il punto indicato da Harry, poi scosse la testa.
- Cosa, Harry?-
- Questi, dai. Questi cavalli!-
- Non c’è nessuno cavallo, Harry.- Hermione aveva scosso nuovamente la testa, e si era voltata verso Ron e Ginny.
Harry non capiva. Che diavolo gli stava capitando? Possibile che potesse vedere creature che nessun altro vedeva?
Gli si avvicinò Luna, che sembrava guardare nella stessa direzione dei cavalli alati. Tese la mano e accarezzò il cavallo più grande, quello sulla destra.
- Posso vederli anche io, sai?-
Andiamo bene. Sono pazzo come Luna Lovegood.
- Anche io li vedo.-
La voce delicata di Helena lo accarezzò, mentre anche lei si avvicinava ad accarezzare la creatura e sorrideva. Era semplicemente bellissimo. Harry aprì la bocca, per dirle qualcosa, ma in quel momento furono disturbati da Ron.
- Volete muovervi?-
Harry scoppiò a ridere.
- Meglio che andiamo, o potrebbe perdere la pazienza.-
Helena gli sorrise e lo seguì sulla carrozza più vicina. Ron la guardava compiaciuto; era davvero bella e molto simpatica. Sperava vivamente che fosse smistata a Grifondoro.
- In che casa è stata la tua famiglia?-
- Mhm.- la ragazza si portò una mano al mento. – Serpeverde.-
Tutti i presenti fecero una faccia disgustata, e Luna addirittura agitò la sua collana di tappi nella sua direzione. – Che c’è?-
- Grifondoro e Serpeverde non vanno per niente d’accordo.- Harry si lanciò in una spiegazione più che convincente dell’odio nei confronti delle Serpi. – Da Serpeverde sono usciti i maghi oscuri più temuti di tutti i tempi.-
Come mio padre. E mia madre.
- Ricordati una cosa.- Ron si avvicinò alla ragazza con fare minaccioso, ma poi sorrise. – Se ti smisteranno a Grifondoro non ti rivolgeremo più la parola.-
Tutti i presenti scoppiarono a ridere. Helena si sentiva fortunata. Aveva appena trovato un gruppo di persone splendide.
Se sua madre l’avesse saputo probabilmente l’avrebbe cruciata.
Pochi istanti dopo, si ritrovò ad aspettare che venisse chiamata dal Preside Silente per lo Smistamento. Sarebbe dovuta passare davanti a tutti; tutti l’avrebbero vista, additata e avrebbero parlato di lei.
Le mani le sudavano mentre sentiva il preside richiamare l’attenzione. Cercò di asciugarle sul mantello, senza riuscirci.
- Miei cari e care, bentornati per un nuovo anno ad Hogwarts. Tempi duri e bui ci aspettano, e io mi auguro che per il bene della scuola, quest’anno sarete tutti uniti. Perché l’unione fa la forza.- rivolse il suo sguardo verso il tavolo di Serpeverde, poi continuò. – Prima di presentare la vostra nuova insegnante di Difesa Contro Le Arti Oscure e prima di procedere con lo Smistamento dei ragazzini del primo anno, lasciate che vi presenti una nuova studentessa del quinto anno. Un applauso per Helena Thompson.-
La ragazza arrossì violentemente, mentre attraversava con passo spedito la Sala Grande e si sedeva sullo sgabello.
Fu un attimo. La Professoressa McGranitt le mise in testa il cappello Parlante. Helena si sentì per un attimo svuotata, poi udì una voce nella sua testa.
- Mhm vediamo.. Helena Riddle, eh? Bella testa, intelligente. Coraggio, io vedo e anche un pizzico di timidezza. Orgoglio.. Mhm, decisione difficile, molto. Ma dove ti metto? Trovato.. SERPEVERDE!-
L’ultima parola fu urlata a tutta la folla; il tavolo delle Serpi si alzò in piedi applaudendo. Lei, invece si sentì malissimo. Era capitata nella stessa casa di suo padre e sua madre, e di tutti i maghi oscuri che avevano terrorizzato l’Inghilterra. Sorrise, mentre passava al fianco di Harry e Ron e si fermò davanti a loro.
- Devo dedurre che non saremo più amici, allora.-
- Puoi contarci, baby.- Ron le fece l’occhiolino, e la ragazza scoppiò in una risata. Si avvicinò ancora di più, per sussurrare all’orecchio dei due ragazzi.
- Vi renderò la vita un inferno.-
- Non vedo l’ora.- Harry la prese sul ridere. Anche se era diventata una Serpeverde, quella ragazza era davvero simpatica. Non le avrebbe tolto il saluto solo per una stupida faida tra case.
- Ci vediamo a lezione, Thompson.-
- Ti farò nero, Weasley!-
E, mentre saltellava sorridente verso il suo nuovo tavolo, accolta con calore dagli studenti della sua casa, Harry pensò che era davvero una fortuna che Helena Thompson fosse andata a studiare ad Hogwarts.
 
***
Nuovo capitolo! Molto più lungo del precedente. La storia comincia a formarsi, come vedete. Seguirò la linea degli avvenimenti del quinti libro, ma rivisitati da me. Spero che questo piccolo assaggio di Hogwarts vi sia piaciuto.
Helena è in bilico tra due opinioni: quella dei suoi genitori, e la sua. Conosce Hermione, Harry e gli altri e si trova bene. Ha finalmente degli amici. Durante i primi capitoli ci sarà sempre questa dualità di opinioni.
Harry, invece, è rimasto colpito dalla ragazza e dalla sua forza. Credetemi, Helena è davvero una forza della natura, e avrete modo di vederlo.
Voglio ringraziare chi ha recensito e chi ha letto la mia storia. Sono felice che come idea vi piaccia.
Vi ricordo, che se volete anticipazioni, news e altro, c'è la mia pagina Facebook, mi farebbe piacere continuare a sentirvi anche lì. Basta cliccare qui.
Un bacio.
Ghost.
   
 
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