Fanfic su attori > Johnny Depp
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Autore: fra3    23/06/2011    4 recensioni
e se una cinica e asociale manager di Manhattan si mettesse in affari con un ricco, piratesco e sexy attore???...
UN PÒ PER VOLTA STO MODIFICANDO I PRIMI CAPITOLI DELLA STORIA!!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Resurrezione
 


POV KATE

Poteva un TI AMO detto da quell’uomo provocarmi tutte queste sensazioni?
Era arrivato come uno schiaffo che ti risveglia da uno shock, come un’ignizione di adrenalina che fa ripartire di nuovo il cuore, come una scarica elettrica che rimette in moto una batteria, come un fulmine che accende il cielo grigio.
Un TI AMO poteva cambiarti la vita? Poteva cambiarti dentro?
Ero rimastra pietrificata davanti a quelle parole e alle sensazione che attraversavano il mio corpo, non riuscivo a reagire, ad aprire bocca. Esisteva ancora qualcuno in questo mondo che era in grado di amarmi? Io non ero un essere umano, io ero una bestia con un bel aspetto. Dieci anni fa ero morta dentro, avevo cancellato ogni traccia di sentimento dal mio cuore, quel poco che era rimasto era tutto per Sofia ed Emy. Adesso lui stava facendo ripartire il mio cuore con un massaggio cardiaco insistente ed instancabile, aveva iniziato piano e con il tempo le spinte erano aumentate, sempre più forti, più potenti. Il mio cuore piano si era scongelato e a piccole dosi era ricominciato a ribattere e quel TI AMO aveva segnato il mio ritorno alla vita, la mia resurrezione.
Continuavo ad aprire e chiudere le palpebre per convincermi che non stessi sognando, che avevo udito veramente quelle parole. Johnny mi continua a fissare aspettando una risposta che io non riuscivo a pronunciare. Ero confusa, smarrita, incredula e respiravo a fatica, dovevo farmi forza e dirlo, lui si aspettava questo, doveva essere cosi, come nelle migliori favole, e invece io non riuscivo a formulare una frase di senso compito. Sciolsi l’abbraccio di Johnny, mi alzai e mi allontanai, ero mortificata, lui attendeva la mia risposta e io non riuscivo a dargliela, era come se fosse là, sulla punta della lingua, ma non riusciva a trasformarsi in suono. Fissai la luna implorandole aiuto, ma si sa la luna è un essere geloso e superbo, dalla sua altezza si può permettere di guardare senza essere scalfita dalle sofferenza altrui, è furba la luna, lei non è come il sole, che basta poco per riscaldarti il cuore, lei ha due facce: una romantica, che ti culla nelle dolci notti; ed una oscura, con cui ti avvolge insieme a lei nelle tenebre. Le lacrime non tardarono ad arrivare, erano l’unico mezzo di sfogo che in quel momento il mio corpo mi permetteva di usare. Johnny rimase seduto a fissarmi, io ero di spalle, non volevo fargli vedere la mia fragilità, la mia incapacità a governare i miei sentimenti, non potevo scappare, mi ero sempre vantata di essere una donna forte, ma in quel momento ero tutto forche una donna forte.
Chiusi gli occhi e respirai profondamente, cercando di fermare le lacrime e calmare i battiti del mio cuore – “Johnny”- ero quasi sicura che non mi avesse sentito per quanto flebile fosse la mia voce, mi voltai e lui era di fronte a me, con uno sguardo carico di comprensione, si mantenne a debita distanza, senza sfiorarmi, lasciandomi il mio spazio – “non ho bisogno di sentirmi dire niente”- disse ma io lo bloccai con gesto della mano- “invece si, tu hai bisogno di sentirtelo dire e io ho bisogno di dirlo”- lo guardai intensamente cercando di tranquillizzarlo, lui annui. I suoi occhi mi diederò la forza che mi mancava per pronunciare quelle benedette parole – “Ti amo Johnny, ti amo così tanto che questo amore mi logora, mi sconvolge, mi mette a soqquadro ed io non sono in grado di controllarlo. Ed ho paura, ho paura di non essere all’altezza, di non essere ciò di cui hai bisogno, di ferirti e non potrei perdonarmi mai se ti facessi del male. Non ho provato mai niente di simile nella mia vita, per nessuno e questo mi spaventa più di ogni altra cosa. Ma credo che sia ancora più grande la paura di perderti, di non vederti, di starti lontana per 15 giorni e questo è strano, perché per una vita intera ho allontanato le persone da me, non mi sono mai tenuta stretto nessuno, ho amato la solitudine e adesso invece ho paura di rimanere sola e mi chiedo come ho fatto fino adesso senza di te, sei la cosa più bella e più devastante che mi sia capitata e non avrei la forza di lasciarti, di ignorare quello che provo. È successo così di fretta che neanche mi sono accorta di quello che mi stava crescendo dentro, è stato imprevisto, non calcolato, è sono scossa per questo. Le mie giornate sono scandite da una fitta agenda che non mi da neanche il tempo di guardarmi indietro o permettermi di sbagliare, deve essere tutto perfetto perché non ho tempo di rimediare agli errori. Non ho tempo neanche per essere una brava madre, ho dovuto chiamare una tata per accudire mia figlia e dargli l’affetto che io non sono in grado di dargli, e ringrazio il cielo di avermi mandato Emy, almeno lei è lo specchio in cui rifletto i miei errori e in qualche modo cerco di correggerli. E sai dovresti ringraziarla, magari mandargli dei fiori, perché è solo merito suo, se io sono qua  a dirti che è vero, hai ragione Johnny, adesso lo posso dire l’anima gemella, l’altra metà esiste, adesso ne sono consapevole perché la mia è qui davanti a me” – lo dissi tutto ad un fiato con le lacrime agli occhi, come se dovessi fare di fretta perché se no le parole sarebbero scomparse o la voce mi avrebbe abbandonato. Johnny per tutto il tempo rimase fermo, a debita distanza, come se avesse paura di interrompermi, ma alla fine mi venne incontro e mi abbracciò senza dire una sola parola. Restammo abbracciati non so per quanto tempo, senza dire una parola, con la luna che dall’alto ci guardava carica di invidia. I nostri respiri erano scanditi all’unisono, l’abbraccio era così stretto da sembrare un solo corpo, una sola anima. In quello abbraccio c’erano tutte le parole che ancora non c’eravamo detti, tutte le emozioni che avremmo voluto condividere insieme e tutta la forza dei nostri sentimenti. Per quella notte c’eravamo detti troppe parole, Johnny si limitò a prendermi in braccio e portarmi nel suo letto. Restammo li abbracciati a fissare la luna che illuminava dalla finestra la stanza, finché Morfeo non ci invitò nel suo regno. 

ANGOLO SCRITTORE
Lo so, lo so capitolo un pò corto, ma se non pubblicavo rischiavo di non andare pù avanti. Diciamo che da adesso in poi i nostri protagonisti affronteranno un periodo un pò nero, quindi con questo corto capitolo volevo chiudere una fase e dal prossimo iniziare un'altra.
ringrazio mille tutte le persone che leggono la mia storia e in particolar modo quelle tre donne, Glo, Vals e Cloe, che hanno ancora il coraggio di recensire, vi adoro!
un bacio
Fra

  
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