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Autore: myprettyoddromance    24/06/2011    1 recensioni
next generation, una Rose Weasley adolescente alle prese con il suo cuore e i pregiudizi della sua famiglia
Storia basata sul pairing Rose/Scorpius. Non anticipiamo altro.
Enjoy!
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nuova generazione
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Passammo tutto il pomeriggio a giocare a Obbligo Verità e Salvataggio facendoci un mucchio di risate, soprattutto quando James ha dovuto infilarsi un reggiseno di Domi. Vedere un ragazzo alle prese con i gancetti è semplicemente fantastico, soprattutto se è imbranato come James! Impagabile. Verso le sette di sera mamma si è spinta nella nostra stanza per dirci che, se volevamo, era ora di cena, e che era ora di uscire dal covo. Ovviamente la cena non era totalmente pronta, e la tavola ancora tutta da apparecchiare. Con una forza lavoro di sette baldi giovani non si può non approfittarne, no? Ovviamente faceva tutto uno solo. Quella sera toccava ad Albus, che mentre sbatteva coltelli e forchette sulla tavola imprecava come uno scaricatore di porto: intanto James stava leggendo (incredibile ma vero) il fumetto di “Martin Higgs Il Babbano Matto” che stava leggendo prima Louis. Non so come facciano a divertirsi con quella roba, ma tant’è. Io leggevo un vecchio libro di Aritmanzia di mamma (possiede più libri della biblioteca di Hogwarts) mentre Domi si limava le unghie e Louis si godeva lo spettacolo in diretta “Albus Lo Scaricatore Di Porto”. Non mangiavo nutella solamente perché era quasi ora di cenare, e per colpa della mia coscienza, fedele alle direttive del Comando Principale (mamma Hermione), mi astenevo. Sbattendo con malagrazia l’ultimo bicchiere sulla tavola Albus annunciò a tutta la Tana che “finalmente aveva finito di apparecchiare, ma è proprio vero quello che diceva zia Muriel, i Weasley spuntano come funghi” (quando è incavolato Albus dice un mucchio di stupidaggini quasi per il divertimento delle nostre orecchie). Zia Ginny gli urlò di rimando che doveva andare a prendere i piatti e metterli in tavola. Sempre chiedendosi perché non poteva farlo lei, zia Hermione o nonna con la magia (col suo frasario da scaricatore di porto)tanto più semplice e tanto più comodo, si avviò dentro pestando i piedi. La verità è che i nostri genitori hanno sempre voluto darci un’ educazione che non fosse solo magica, ma anche Babbana. Bisognava imparare a faticare e bisognava innanzitutto sapere che non potevamo vivere di sola magia. Lo dice persino zio George, che da giovane era un casinista e ha un negozio di scherzi che girano dai tempi di quando papà aveva la nostra età: a quanto pare gli adulti si passano il testimone della serietà. Albus uscì dalla porta di casa con due piatti in mano: dalla sua faccia sembrava che stesse soffrendo le pene dell’inferno. “Che faccia che ha tuo fratello” dissi ridacchiando a Lily. “Fa sempre la stessa storia, Rose” disse. “Anche quando deve apparecchiare a casa nostra.” Alzai un sopracciglio. “Ma voi siete in cinque!” Lily sbuffò e guardò Albus che sistemava i piatti imprecando. “Cosa vuoi, Albus deve sempre fare il teatrale.” Già. Albus portò il trecentomilionesimo piatto in tavola (è impossibile tenere conto di quanti siano i Weasley) imprecando come sempre, e magicamente apparvero i Weasley e i Potter adulti che se ne stavano tutta la sera rinchiusi in salotto a leggere la Gazzetta del Profeta. Albus grugnì e si lasciò cadere pesantemente su una sedia. Mi andai a sedere davanti a lui in mezzo a Dominique e Lily. Mamma con un elegante svolazzo della bacchetta fece volare le zuppiere e i vassoi pieni fuori della stretta porta d’ingresso della Tana. Obbedienti quelli si andarono a posare sulla tavola e nonna Molly si alzò per distribuire il cibo personalmente. Ovviamente aveva fatto una cena che avrebbe potuto sfamare un esercito, ma con i nipoti che si ritrovava (specialmente Lily e Albus, magri come chiodi e capienti come un Mokessino) i vassoi tornavano in cucina puliti e lucidati. Come al solito c’era il roast beef, e poi due vassoi di patate al forno, di fagiolini al burro, pietanze di carne varie e un paio di dolci che nonna Molly aveva preparato personalmente.

Dopo cena ero piena come una botte. James stava ancora rosicchiando una fetta di crostata al rabarbaro (la terza) e Albus si era fregato il budino rimanente. Io avevo mangiato poco, ovviamente, perché su mi aspettava il mio unico amore, il barattolo della nutella formato gigante. Salii nella mia stanza e mi buttai sul letto ricordandomi che avevo lasciato il MIO barattolo nelle grinfie di Albus. Mi fiondai in camera di Albus alla velocità della luce e presi il barattolo che ancora stazionava sul letto. “Sì, piccolino, ti ho appena salvato dalle grinfie di Bibi cattivo, lo so che tu vuoi bene solo a me…”In quel momento apparve in cima alle scale Bibi cattivo, alias Albus Potter. Non dovevo sembrare molto sana di mente in quel momento: passeggiavo avanti e indietro nello stretto corridoio del secondo piano intralciando il passaggio a chiunque volesse passare con un barattolone gigante di nutella stretto al petto che chiamavo “piccolino” , indossando solo una maglietta dei Cannoni di Chudley che portava su di sé i segni di vari nutella party, e che avevo appena chiamato mio cugino Albus “Bibi cattivo”. Albus mi guardò come se fossi stata un’internata da manicomio senza camicia di forza. Continuai a parlare al mio barattolo di nutella per qualche secondo e poi mi fermai. “Ehm…Ciao Albus.” Albus mi guardò male. Non lo chiamavo Bibi cattivo da secoli, e lui ODIAVA quel soprannome. “Bibi cattivo vorrebbe lavarsi, Rosie” disse seccatissimo. Oh. Mi spostai a scatti all’indietro e corsi in camera mia. Mi sedetti a gambe incrociate sul letto. Svitai il coperchio. Preparai il cucchiaio e lo affondai nella nutella. Benedetta crema di nocciole, secondo ossigeno della mia vita! Sembro una drogata. Ne mangiai poca, mi doveva durare fino all’ uscita a Londra (alias tra due settimane) per andare a Diagon Alley. Ovviamente mi sarei rinchiusa al mitico Ghirigoro, e mi sarei comprata un libro supplementare per Storia della Magia, Aritmanzia e Antiche Rune. Scalciai le gambe sul letto e mi leccai le labbra che ancora sapevano di nutella. Poi uscii dalla stanza con la borsetta del bagno appresso e l’asciugamano. Ovviamente c’era un bagno solo, e noi dovevamo fare la fila. Provai a tirare giù la maniglia. “Occupato” sbraitò James. Ah, James. Tanto lui la doccia se la fa solo quando lo costringe zia Ginny, perciò non c’è pericolo. Dopo due minuti uscì dal bagno e io sgattaiolai dentro chiudendo a chiave. Bleah, che schifo, ma la tirava la corda una volta tanto? Tirai la corda schifata e abbassai la tavoletta (quando mai un ragazzo abbassa la tavoletta?) e poi iniziai a lavarmi i denti. Mi feci una doccia e mi avvolsi nell’ asciugamano, e quando uscii Bibi cattivo si beccò la porta in faccia, cosa che lo indispose ancor di più nei miei confronti. “Oddio, Albus!” gridai isterica. “Scusa…Scusami tanto, Al…Oddio mio…” Il mio cuginetto era steso a terra con la faccia tra le mani, rannicchiato. “Dio, Albus…Mamma mia, scusa…Albus…Oddio, sei morto?” Incredibile quanto divento stupida quando mi preoccupo. Quell’ingrato si mise a ridacchiare. “Albus!” protestai. Non mi piace quando la gente si prende gioco di me. “Vai al diavolo, Bibi” Lui continuò a ridere senza fare una piega. Andai fino in camera, mi spogliai e mi misi a dormire.

 

“Svegliatevi bambini, oggi si va a Diagon Alley” cinguettava per il corridoio nonna Molly. Erano già passate due settimane e oggi dovevo ASSOLUTAMENTE comprare la mia nutella. Mi stiracchiai e strisciai giù dal letto. Infilai la prima cosa che mi capitò a tiro (maglietta di James) e mi trascinai fino in cucina. “Buongiorno Rosie cara” cinguettò nonna Molly fresca come una rosa tornata in cucina dalla sveglia mattutina ai nipoti. Evidentemente era già sveglia da parecchio. La mattina io sembro uno zombie, con i capelli all’aria e le occhiaie lunghe un chilometro, e questo sprona la nonna a sovralimentarmi. Intanto la nonna aveva apparecchiato il tavolino in cucina per noi ragazzi (si vede che gli adulti avevano già mangiato), io sprofondai nella mia sedia con la faccia nella tazza aspettando che i miei poco mattinieri cugini si degnassero di scendere a fare colazione. Come ad averlo evocato, apparve James sulle scale con la mia stessa aria da zombie e mi si sedette accanto. “’Giorno nonna” gracchiò. “Rosie” gracchiò prendendo posto accanto a me. “Sembri un corvo svociato, sai Jamie?” Lui sorrise blandamente. “Grazie, Rosie” e si schiarì la gola. Arrivarono a ruota Albus, Lily, Hugo e Louis. “Tua sorella?” feci rivolta a Louis. “Sta venendo”. Dopo due minuti apparve Dominique, che anche appena alzata era bellissima come al solito: i capelli biondi e boccolosi le scendevano morbidi sulle spalle, e gli occhi azzurri splendevano sotto le palpebre semichiuse. “Ciao nonna” salutò, e si sedette accanto ad Albus. La nonna scodellò nei piatti tre fette di bacon ciascuno e un uovo, mentre con la magia posizionava la teiera e il bricco di latte sul tavolino. Dominique si alzò e aprì una borsa frigo appoggiata sull’unica sedia libera della stanza, da cui trasse uno yogurt. Ovviamente era a dieta. Io non mi facevo tutti questi problemi, perciò mi versai una dose abbondante di tè e iniziai a mangiare bacon e uova, che Albus aveva già spazzolato. “Al, sei una macchina da guerra” fece notare Dominique. “Dove la metti tutta quella roba? Sei un’acciughina”aggiunse. “Beato te, Albus” borbottammo io e Dominique in coro. Albus alzò le spalle e chiese alla nonna un’altra fetta di bacon. La nonna gliene diede due, povero bimbo denutrito, sei così magro… Mangiava più di me e James messi insieme, e dire che io mangio tanto! Finita la colazione ci andammo a lavare (prima tutte le femmine e poi tutti i maschi insieme per risparmiare tempo). “Ma quant’è figo Warren McLaggen” sospirò sognante Dominique mentre si truccava. “Già” le fece eco Lily. “Non so cosa ci troviate voi in Warren McLaggen” dissi alzando le spalle. “Tutto muscoli e niente cervello.” Lily e Domi sgranarono gli occhi. “Scherzi?Ma hai visto che razza di tartaruga ha? Che sedere che si è fatto giocando a Quid..” Feci un sonoro sbuffo con il naso. “Non mi parlate di quello sport.” Figurarsi, Lily era nel Grifondoro.. “Dovresti vederlo quando colpisce i Bolidi, Rose. Gli si solleva tutta la manica e gli si vedono tutti i bicipiti! Quando si china sulla scopa e gli si vede quel bel culo che pare scolpito nel marmo…” Domi mugolò. Potevano benissimo parlare di uno stupido giocatore di Quidditch quanto gli pareva, a me non me ne fregava il niente più assoluto, no? “Rosie, che gran culo che ha…” Mmmmmmmmh! Non che non mi piacessero i cosiddetti figoni, ma non avevano più cervello di uno stegosauro, e soprattutto erano troppo al di sopra delle mie scarsissime possibilità. “E’ simpatico e intelligente” asserì Domi. Feci una smorfia: “Intelligente? Ha preso una T al compito di Storia della Magia! E non era gran che difficile! Albus ha preso un O…” “Dettagli, Rosie, dettagli.” Continuai a mugugnare finché non ebbi finito di lavarmi. In camera mi levai la maglietta e aprii la valigia per scegliere qualcosa da mettere. Fosse stato per me, avrei sempre messo le magliette vecchie di James (in sostanza giravo sempre con quelle) ma mamma me lo aveva proibito. Diceva che vestivo troppo da maschiaccio e che qualche volta la gonna me la potevo pure mettere… Le rispondevo sempre che lo avrei fatto quando James avesse cominciato a lavarsi di sua spontanea volontà, perciò finora ero fuori pericolo. Tirai fuori una enorme maglietta bianca con un barattolo di nutella sopra, almeno mi sarei ricordata di comprarla! Insieme abbinai un paio di jeans al ginocchio scolorito e le mie All Star rosse (avevo milioni di paia di All Star, e in genere me ne portavo in giro una mezza dozzina minimo). Presi il mio zaino e cercai di domare la mia chioma con la spazzola. Lasciai perdere e scesi per le scale a rotta di collo atterrando nell’ atrio addosso allo zio Harry. “Zio!”dissi mentre lo abbracciavo. Lui ricambiò l’abbraccio e poi mi lasciò. “Andremo con la Metropolvere” annunciò mamma andando verso il salotto della Tana. Lì gettò una manciata di polvere tra le fiamme, che diventarono presto smeraldine, entrò nel camino e sparì. La cosa mi aveva sempre fatto una grande impressione fin da piccola, veder scomparire mamma tra le fiamme verdi mi impressionava e mi spaventava un pochino. Subito dopo andò papà, poi Hugo, zio Harry, zia Ginny, nonna Molly e nonno Arthur, zio Bill e zia Fleur. Poi James, Albus e Lily, io, Dominique e Louis. Alla fine ci ritrovammo tutti in Diagon Alley, la via principale che si stendeva davanti a noi in un frastuono di bancarelle e un’esplosione di colori vivaci. All’inizio ci dirigemmo in massa verso il negozio di Madama McClan per farci sistemare le divise. Louis dovette prendere una divisa nuova, così come Lily, Albus, Hugo e James.. Io ero l’unica che non cresceva, perciò avevo sempre la stessa divisa magari allungata di un paio di centimetri nel corso di sei anni. Uffa. E’ urtante avere intorno a sé tutta gente che ti supera in altezza, mi sento un bonsai nano (i bonsai sono già minuscoli, pensa i bonsai nani). Dopo la visita a Madama McClan il nostro gruppo si sciolse: gli adulti andavano alla Gringott per ritirare i soldi, noi potevamo girare liberamente per Diagon Alley. La prima tappa fu da Florian Fortebraccio per un gelato: i gelati di Florian sono i più buoni di tutta Londra, ve lo dice una che se ne intende! Con un gelato enorme in mano come dei bambini piccoli con lo zucchero filato ad una fiera, passeggiammo per le strade di Diagon Alley. Dominique guardava sofferente ogni singolo gelato, soprattutto quello di James, bacche selvatiche e biscotti al cioccolato. “Ma scusa, Dom” disse mentre leccava il gelato. “Sei già un grissino, un gelato non ti può fare male, no?” Ahia. Dominique attaccò una pippa a James sul fatto che lei era grassa e allora doveva assolutamente dimagrire, e che anche un solo gelato le poteva far riprendere tutto ciò che aveva perso in tre mesi, e che non doveva ASSOLUTAMENTE proporglielo perché tanto sarebbe stato no, NO, e NO, e poi ancora NO… Io ero rientrata da Florian e avevo pagato un altro gelato uguale a quello di James. “Dominique?” Lei si voltò e io le ficcai il gelato in mano. “Ma…” iniziò. “Niente ma!” dissi severa. “Ora quel gelato te lo mangi.” Senza opporre poi così tanta resistenza (mugolò soltanto) iniziò a mangiare il gelato. Credo che sia stato molto meglio così. Mentre finivamo i nostri gelati facemmo rotta ai Tiri Vispi Weasley, il negozio di zio George. “Ragazzi!” ci salutò con calore ed entrammo nel negozio, gremito di gente come al solito. C’erano i classici, cioè Caccabombe, fuochi d’artificio… E poi quelli di invenzione di zio Fred e zio George: Merendine Marinare, Pasticche Vomitose, Polvere Buio Pesto, Bacchette Finte e quant’altro. Io da piccola avevo anche avuto una Puffola Pigmea di nome Pinky, ma la mangiò il gatto di Albus. Mi ricordo che ci rimasi malissimo e che ce l’ebbi con Albus tutto l’anno. Domi già aveva adocchiato un filtro d’amore, mentre i miei cugini prendevano un sacchetto di Orecchie Oblunghe. Trascinai i miei cugini fuori dal negozio salutando lo zio George. “Ehi, Rosie!” disse Hugo. “Ci torneremo dopo” feci sbrigativa. Li trascinai, i recalcitranti, al Ghirigoro. Il Ghirigoro era ed è il mio negozio preferito di Diagon Alley: le sue librerie immense e piene di libri, l’odore di pagine stampate da poco o vecchie di secoli, le pergamene in un angolo del negozio. Adoravo quel posto. “Uffa, Rose, ma stavo comprando delle Pasticche Vomitose per..” zittii James e cacciai dentro a forza anche lui. Mentre mi aggiravo tra gli scaffali conversando con uno dei commessi, un simpatico giovanotto brufoloso che aveva l’età di James e il cervello che James probabilmente aveva lasciato a casa. “Sì, quest’anno avrei voluto prendere un libro in più su consiglio della prof di Aritmanzia..” stavo conversando col commesso quando vidi qualcuno che conoscevo. Un ragazzo dai capelli biondo pallido, alto e magro che stava sfogliando il libro che stavo cercando io. Scorpius Malfoy. Il migliore amico di mio cugino Albus. Oh, no. Non che avessi nulla contro di lui, ma faceva letteralmente perdere la testa ad Albus (il che è abbastanza ambiguo, Albus che passa all’altra sponda…Oddio, non ci voglio nemmeno pensare) e lo faceva straparlare per una settimana. Figurarsi ad Hogwarts, erano nella stessa Casa, Serpeverde, nello stesso dormitorio e se fosse stato per Albus…Lasciamo stare che è meglio. Insomma, vedevo il migliore amico di mio cugino nel luogo in cui era anche mio cugino, mi stavo seriamente preoccupando per la salute mentale di quest’ultimo perché devo sorbirmelo ogni santo giorno che il buon Dio manda in Terra, e anche perché è il mio cuginetto preferito. Malfoy aveva il viso pallido e delicato (più bianco di me, in quel momento sospettai che fosse un vampiro), i capelli biondissimi gli ricadevano sul viso. Sperai con tutto il cuore che Al restasse lì per vedere come potersi vendicare con stile, ma mentre stavo pregando il buon Dio (probabilmente era occupato) Albus si girò e disgraziatamente lo vide. “Scorp!”Gli si lanciò addosso. Era molto più basso di lui. “Come stai?” gli chiese allegrissimo. “Oh, tutto bene, grazie Al! Lo sai che…”Sembrava molto più allegro di un nanosecondo prima. Cosa gli faceva Albus non lo so. “Stavo vedendo le copie di Come vendicarsi con stile…” E la vecchia Rose veniva lasciata sola soletta…Domi e Lily mi si avvicinarono con il viso torvo. “Malfoy” disse Lily cupa. “Quello là”. “Fa impazzire Al” disse cupa Domi. “A volte mi chiedo se non stia passando davvero all’altra sponda, quello là.” Già. Lo pensavo anche io e glielo dissi. “Albus gay” ridacchiò Lily. “Ce lo vedo bene.” Ci mettemmo a ridacchiare tutte e tre e ci allontanammo dai due “Migliori Amici Per La Vita” di cui uno dei due era mio cugino. Con tre buste cariche di libri e parecchi galeoni in meno io, Lily e Dominique ci accasciammo sulle sedie dei tavolini di Florian. “E’ incredibile quanta roba dovremo studiare quest’anno” sbuffò Domi. Già, lei aveva i M.A.G.O. Come James! Si mise a osservare la gente che passava. A un certo punto sgranò gli occhi, si ravviò i capelli e corse fino a…Warren McLaggen? Eh già. Quella massa di muscoli che si trovava nella mia stessa casa a causa del suo “grande coraggio” (asseriva Domi) solo perché aveva un cervello così piccolo da non contenere più di un pensiero alla volta (“non ha spazio per la paura” Domi dixit. Bhe, aveva ragione.) Domi trascinò via anche noi e mi ritrovai davanti a “Sono Un Grande Battitore McLaggen”. Uaaaaaaaaao. Che bella prospettiva. “Domi!” la salutò grattandosi la nuca. “Warren!” disse mia cugina in un tono orrendamente smielato. Che schifo immenso. “Oh, ciao Lily.” Lily gli sorrise. “Ciao Warren” fece lei battendogli il cinque. Bleaaaaaaaah.

“Ehmm…Rose” disse arrossendo. Diciamo che aveva timore di me, perché dal basso del suo cervello di stegosauro gli sembravo un mostro d’intelligenza quando parlavo. Ogni volta che aveva cercato di fare conversazione con me gli avevo fatto fare delle gaffe una peggiore dell’altra: James si sbellica dalle risate ogni volta che gli ricordo una delle mie conversazioni con McLaggen, e posso anche dire che James ha molto, molto più cervello di McLaggen. “Ciao Warren, come va?” gli chiesi. In quel momento spuntarono alle spalle di Warren Louis e James, arcistufi di Albus e del suo Malfoiuccio. Ecco il McLaggen Great Show per il diletto di James! “Huu..Tutto bene, Rose, tu?”Sorrisi. “Benissimo Warren. Cosa hai fatto durante le vacanze?” Si grattò la nuca. “Bhe, ho giocato a Quidditch.” Alzai le sopracciglia. “Bhe, nient’altro?” chiesi.

“Hm.. no.”

“Sicuro Warren?”

Sgrana gli occhi preoccupato.

“No perché sicuramente avrai fatto qualcos’altro, no?”

Lui sgrana gli occhi.

“No, non ho fatto assolutamente niente, Rose, basta!”

Con gli occhi spiritati scappa via come un coniglietto. “Sarebbe dovuto andare a Bianconiglio, quello.” James e Louis si misero a sghignazzare. “Sei mitica, Rosie” disse James fra le risate. “Solo con te fa così!” borbottò Domi. “Non è così pauroso” disse Lily. “Saresti dovuta andare a Serpeverde con Al.” Ok, lo ammetto, a volte sono giusto un po’ perfidina ma i colori del Grifondoro sono i più belli di Hogwarts. 

NOTA ASSOLUTAMENTE DA LEGGERE! A tutti quelli che hanno letto il terzo capitolo prima di oggi! Avevo spedito il capitolo a Carols e lei l'ha pubblicato così com'era, ma c'era una cosa che volevo cambiare e allora l'ha dovuto rimettere. Per favore, rileggete e scusatemi TT.TT Ells <3 con tanto amore per chi segue o legge la storia :3
   
 
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