Drunks
Hermione si sistemò i capelli dietro le orecchie, inumidendosi le labbra. Si lisciò per l’ennesima volta la gonna, anche se non aveva neanche una grinza. Scrocchiò le nocche e si proibì di cominciare a mordicchiarsi le unghie.
Non era nervosa. Non era per niente nervosa. Perchè doveva esserlo? Era solo Ron. Per Ron non si è nervose. E non si era per niente messa in ghingheri, no.
Fissò l’orologio per la decima volta in mezzo secondo. Era in ritardo di diciassette minuti e trentarè secondi. Trentaquattro. Sbuffò, fingendosi infastidita, ma in realtà quello che provava si stava avvicinando alla disperazione.
Ok.
Era molto nervosa. E si era messa decisamente in ghingheri. Cioè, per quanto potesse mettersi in ghingheri lei; si era messa per praticamente la prima volta nella sua vita una gonna un po’ più sopra del ginocchio. E si era truccata. Un po’. E aveva cercato di domare un po’ i capelli, giusto per non sembrare una pazza cespugliotica anche il giorno del loro primo appuntamento.
Il loro primo appuntamento. Il fatto che lei avesse pensato che era il ‘primo’ significava che quindi voleva che ce ne fosse un ‘secondo’ e un ‘terzo’ e magari anche un ‘quarto’ e via dicendo, giusto? Cercò di non pensare alla risposta (‘Sìsìsììììììììììììì’) che le stava lampeggiando in testa, pensando ancora una volta a come lui le aveva proposto di uscire.
- Hermione... –
- Mhm? –
- Cosa facciamo questo week end?
Lei lo fissò interdetta, mentre lui fissava con finta
noncuranza la pergamena su cui stava scrivendo.
-
Uhm, intendi Hogsmeade? Harry non può venire, è in
punizione. Non ti ricordi?
-
Sì, certo. Solo, pensavo... non è mica che siamo in
punizione tutti.
-
Sì, lo so... – Credeva di aver intuito dove voleva
andare a parare lui con quell’affermazione, ma non diceva nulla per la paura di
averlo frainteso. Cominciò ad arrossire.
-
Non è come se... cioè, usciamo sempre in branco.
Voglio dire, tutti e tre assieme. Per una volta potremmo... solo... tu e
io, tipo...
Ora erano tutti e due decisamente rossi.
-
E’ un...?
-
...Un?
-
Un... coso.
Non osava pronunciare la parola ‘appuntamento’.
-
...Coso cosa?
-
Il coso, quello che
comincia con la ‘a’.
-
Se ha due ‘p’ in mezzo è quello.
-
Ah. Appunta...?
-
...mento?
Si accorse che che lui la stava fissando. Poi prese un
respiro profondo, e disse: - Perchè no?
Lei sbattè le palpebre, un po’ frastornata, prima di
ripetere:
-
Perchè no?
-
Quindi è un ‘sì’?
-
... Uhm. Sì.
-
Sì? – Disse con il volto illuminato.
-
Sì. Sì, ok. – Rise Hermione. – Uhm, non andiamo
insieme, però. Dove ci troviamo?
Perchè, perchè era stata così deficientemente cretina da dirgli quella frase?
Fissò l’orologio di nuovo. Trenta minuti.
Avrebbe potuto andare con lui. Così l’avrebbe controllato, sarebbero stati insieme per tutto il tempo, avrebbe saputo cosa faceva, dov’era, gli avrebbe legato un guinzaglio attorno al collo e gli avrebbe proibito di allontanarsi più di cento metri da lei!
La stavano guardando tutti un po’ strano. Probabilmente dipendeva dal fatto che era seduta da un secolo completamente, irrimediabilmente da sola.
Gli occhi le si inumidirono e balzò in piedi immediatamente, quasi ribaltando la sedia, e uscì più veloce che potè dal locale.
Corse più veloce che riuscì per la strada per sfogarsi, poi si fermò davanti ad un negozio, fissando la sua immagine nella vetrina. Le sembrava tutto così inutile adesso, tutto quel prepararsi e scegliere i vestiti e pensare a cosa dire e cosa fare. Si tolse gli orecchini, si slegò i capelli sulle spalle, che con l’umidità cominciarono ad incresparsi di nuovo, e quasi con violenza si pulì il trucco dalla faccia direttamente con le mani, alla bell’e meglio.
Si avvicinò di più alla vetrina, fissandosi negli occhi.
Basta. Aveva chiuso, davvero. Non gli avrebbe mai più rivolto la parola.
Chissene importava, tanto?!
Continua...
Questa fanfiction è
dedicata a tutti i Drunks [strano, dal titolo non si sarebbe notato, eh?]. Siete
fantastici!
Lollo