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Autore: Cherry Uchiha Li    27/06/2011    3 recensioni
Stava piovendo.
Non pioveva così da quel giorno, bruttissimo giorno che non andrà via facilmente dalla mia mente.
{. . .}
Mi avvicinai a lui per paura che potesse romperla. Lui mi mise una mano in faccia e continuò a scattare foto.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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L'oscurità di quegli occhi.
Stava piovendo.
Non pioveva così da quel giorno, bruttissimo giorno che non andrà via facilmente dalla mia mente.
Io ero nel letto, non riuscendo a dormire mi alzai e mi avvicinai alla finestra aprendola per ascoltare meglio il rumore della pioggia che cadeva violenta sulla ringhiera del mio balcone.
Porsi così le mani fuori dalla finestra in modo da sentire sulla mia pelle la violenza della pioggia che colpiva la ringhiera e che ora mi colpiva allo stesso modo. Mi feci bagnare da quella pioggia, chiusi le mani e le riempii di acqua piovana.
Chiusi poi la finestra. Scesi al piano di sotto, mi infilai una tracolla sul cappotto che copriva il mio pigiama che era dello stesso colore di un petalo di ciliegio e dei miei capelli.
Uscii e mi incamminai così sotto l'ombrello senza una meta. Eravamo solo io e la mia Canon.
Camminavo, camminavo...finché non trovai un gazebo. Sembrava piuttosto vecchiotto. "Chissà da quanti anni è qui" - Pensai.
Chiusi l'ombrello e lo appoggiai al tavolino che si trovava al centro di quel gazebo e osservai le gocce che cadevano da esso che a sua volta andavano a finire sull’asfalto.
Iniziai a fotografare la pioggia.
"Sfocata, troppo lontana, devo comprare un nuovo obiettivo." - pensai.
Mi girai per prendere un altro obiettivo dalla borsa e mi accorsi di un ragazzo sdraiato sul tavolino del gazebo.
Non doveva essere lì da molto. Mi avvicinai e iniziai ad osservarlo.
Delle gocce percorrevano il suo viso perfetto, candido, che cadevano dai suoi capelli nero corvino e a sua volta scivolavano dolcemente sulle sue carnose labbra. Le osservai a lungo e non mi accorsi di essere osservata da due enormi buchi neri. Erano i suoi occhi, neri come la pece, scuri come l’oscurità dalla quale fui inghiottita.
Mi allontanai bruscamente liberandomi da quegli occhi ipnotici. Il ragazzo si alzò e fui colpita dalla sua maglietta bagnata dalla qualche potevo intravedere il suo corpo ben scolpito. Mi osservava.
Accidenti che imbarazzo. Cosa dovevo fare?
Mi girai ignorandolo e cercai invano la mia macchina fotografica.
"Dove diavolo è? L’avevo in mano fino a poco tempo fa!" - pensai.
Mi guardai in torno e notai che era in mano al moro. Mi ricordai così di averla appoggiata sul tavolino.
“Dammela” – gli ordinai. Lo vidi osservarla. La girava e la rigirava all’improvviso vidi una luce abbagliante. Aveva scattato una foto. Mi avvicinai a lui per paura che potesse romperla. Lui mi mise una mano in faccia e continuò a scattare foto.
“Accidenti! Me la dai o no?” – dissi cercando di liberarmi.
Per l’ennesima volta mi fissò – “Tieni” – disse lanciandomi la macchina fotografica.
“Accidenti sta attento! Costa parecchio!!” – gli urlai contro.
Il ragazzo rise. E poi si allontanò.
“Che ragazzo strano”
Infilai la fotocamera nella tracolla, presi l’ombrello, lo aprii e mi incamminai aimè verso casa. Non avevo voglia di sentire le grida isteriche di mia madre che mi incolpava di tutto. Non avevamo un bel rapporto. Prima era diverso ma da quel piccolo incidente la nostra famiglia cambiò.
Mentre camminavo mi accorsi che aveva smesso di piovere. Chiusi l’ombrello e continuai a camminare.
Arrivai a casa e mentre aprii la porta mi ritrovai mia madre all’uscio della porta. Sembrava arrabbiata.
“Dove sei stata tutta la notte?” – disse mia madre con le braccia conserte mentre mi guardava minacciosamente.
“Non sono stata fuori neanche un’ora! E poi io posso fare tutto quello che voglio!” – dissi e con passo veloce mi diressi verso le scale ed entrai in camera mia sbattendo bruscamente la porta.
Mi gettai sul letto e affondai la mia testa rosa sul cuscino, presi la macchina fotografica e iniziai a guardare le foto che aveva scattato il ragazzo di prima. Osservandole, un sorriso comparve sul mio viso.
In una c’ero io di spalle e in un’altra io con la mano del moro in faccia.
Posai la macchina fotografica appena sentii bussare alla porta, appena vidi quella piccola figura, sorrisi.
“Vieni Nia” – sorrisi nuovamente e lei si sdraio sul letto insieme a me.
-------------------------- Eh si sono fissata con la pioggia x°°D Se la ff piace metto il resto °v°
  
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