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Autore: elizzie    11/03/2006    6 recensioni
Esiodo ci dice che ci fu dapprima il Caos:
la Terra dall'ampio petto, sicura sede, e poi, per tutti, sempre, Amore!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Lily Evans, Narcissa Malfoy, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Alternate Universe'
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Capitolo 25- Prisoner

Eccomi qui anche stasera. Scusate l'ora tarda, ma sto per uscire, e ci ho messo un po' a prepararmi.

Dico che sono un po' delusa. Nessuna recensione per il capitolo scorso. Ma dove siete finiti tutti?

Vi ricordo che mancano alla pubblicazione ancora tre capitoli escluso questo, e non avete più molto tempo per commentare.

Vi ricordo l'indirizzo del mio sito http://pottercontest.altervista.org

Bye a tutti, a domani.

 

 

Capitolo 25- Prisoner

 

 

La verità era che James Potter era il più furbo degli Auror, ma era ugualmente vero che nessun Auror poteva competere con Lord Voldemort.

E Lord Voldemort in persona si scomodò ad andare a Goldrick’s Hollow, nella grande casa che i signori Potter avevano regalato al figlio James quando aveva finito Hogwarts, con il massimo dei voti al M.A.G.O.

James non si era quasi accorto di aver davanti Voldemort. Si era semplicemente accasciato senza difendersi, quando lui lo aveva schiantato.

Si era risvegliato poche ore dopo, in una fredda, umida e buia cella, illuminata solo dalla fioca luce di una candela.

Davanti a lui si trovava una persona che conosceva bene: Lily.

Ma non era la stessa Lily che aveva lasciato più di cinque anni prima. Era pallida come la morte, e non c’era luce nei suoi occhi; non c’erano sentimenti.

Lei non disse nulla, e anche James rimase in silenzio. Lei si limitò ad avvicinarsi, con un ghigno stampato in volto, e gli graffiò la guancia con le unghie. Poi lo lasciò sul gelido pavimento della cella, solo, incatenato.

Il giorno dopo Lily si ripresentò nella prigione, e questa volta parlò: “Ciao, James. Sorpreso di vedermi qui?”.

“Non più di tanto, se devo essere sincero”.

“Sii pure sincero, tanto non ti cambierà nulla il non esserlo. Non uscirai comunque di qui”.

“Sospettavo anche questo”.

“Ma prima di ucciderti, voglio divertirmi un po’ con te”.

“Ne sono lusingato. Io mi sono sempre divertito molto con te. E sai cosa intendo”.

“Fossi in te non farei lo spiritoso. Crucio”.

James fu attraversato da una scarica di dolore che lo trafisse da parte a parte. Ma non urlò, e cercò di evitare di muoversi.

Lily lo guardava compiaciuta. Fermò l’incantesimo: “Per adesso basta. La vendetta è un piatto che va consumato freddo. A domani, James”.

E se ne andò. Ogni mattina tornava, sottoponeva James alla maledizione cruciatus, ridendo crudelmente, e se ne andava. Questa cosa andò avanti per diversi giorni, fino a che James non le disse: “Sto cominciando a chiedermi cosa vuoi da me”.

“Ancora non l’hai capito? Voglio divertirmi vedendoti soffrire e poi ucciderti”.

“E perché non l’hai ancora fatto? Si direbbe che tu tenga a me, e per questo non riesci a farlo”.

“Io non tengo a nessuno, James Potter, tantomeno a te”.

“Non c’è bisogno di arrabbiarsi. Però quando ti arrabbi diventi ancora più bella”.

“Crucio”.

E ancora, per la milionesima volta in quei giorni James fu investito da una scarica di dolore. Ma non gli importava. Voleva andare fino in fondo. Voleva farla arrabbiare, voleva indagare la sua anima: “Vedi. Continui a torturarmi, ma non hai il coraggio di uccidermi. E sai perché? Perché sono l’unica persona che ti tiene ancora legata al passato. Tu amavi quel passato, nonostante tutto. Sai che i tuoi genitori sono morti di dolore, e tua sorella non vuole più sentir parlare di magia?”.

“Si, so tutto. Crucio”.

Di nuovo James si trovò disteso a terra dolorante: “Hai visto, Lily. Mi ha messo a tacere perché non vuoi sentirti dire la verità. Tu non sei una Mangiamorte, Lily. Perché lo sei diventata?”.

“Lo vuoi proprio sapere? Lo sono diventata per colpa tua. Tu mi hai fatto conoscere l’odio, grazie alla tua saccenza, e alla tua rabbia nei miei confronti. Sei contento di saperlo?”.

Lily uscì di corsa dalla cella, e non smise di correre, non guardando nemmeno dove andava.

Si scontrò infatti con Voldemort in persona: “Oh, Merlino! Perdonatemi, mio signore, non accadrà mai più una cosa del genere”.

“Sei scusata, Lily. Venivi dalla cella di James Potter?”.

“Proprio così”.

“Non mi piace questa situazione. Sei strana da quando lui si trova qui. Vorrei che venisse ucciso al più presto. Domani”.

“Sarà fatto, mio signore”.

   
 
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