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Autore: Hikari93    01/07/2011    8 recensioni
Viene detto che la notte è fatta per dormire, ma Sakura non la pensa così. La notte, infatti, rappresenta l'unico momento in cui può sperare di vedere Sasuke, all'oscuro di tutti, con il favore delle tenebre. Il moro, dal canto suo, tratta la rosa a mo di pupazzetto ma cosa proverà per davvero nei suoi confronti? Chi si comporta da duro lo è per davvero? Se vi ho incuriositi sarei felice che leggesse. [Ho preferito inserire tra gli avvertimenti anche OOC, sebbene cercherò di rendere i personaggi quanto più simili al loro reale carattere]
Genere: Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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 -SASUSAKU: UNA STORIA COMPLICATA-
 
Capitolo 33: Lacrime e dolore


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Ed ora è buio, tutto buio.
L’unica cosa che ricordo con precisione è il corpo quasi senza vita di Itachi che si avvicinava.
Avevo chiuso gli occhi per istinto. Non volevo guardare in faccia la mia possibile morte, o forse non potevo credere di non avere altre armi per contrastare mio fratello.
Fatto sta che adesso c’è solo il buio incontrastato davanti a me.
Le forze mi abbandonano. L’energia fluisce alla velocità della luce, lasciandomi spossato.
Inutile continuare, non ho più chakra.
Se non ci ho visto male, però, anche lui è caduto a terra, dopo aver appoggiato le sue dita sulla mia fronte.
Poi ha sorriso.
Realtà o fantasia?
Ciò che importa è che ho vinto, e sono salvo, pronto per mantenere la mia promessa.
Sakura mi sta aspettando.
 
 
 

Quando riapro gli occhi mi ritrovo in un luogo che non conosco. Quasi non c’è differenza tra il buio causatomi dalle mie palpebre e quello della stanza. L’unico spiraglio proviene da una candela, poggiata su una specie di comodino in legno. Pochi oggetti che mi circondano.
Ad un tratto, rumore di passi.
Qualcuno di indefinito comincia a parlarmi. Sulle prime non capisco cosa mi dice, non voglio farlo, non mi interessa. Ma non posso fare a meno di udire il suo nome: Madara Uchiha.
Sono distrutto sia dentro che fuori. Cosa mi ero atteso da questo momento? Cosa mi aspettavo dopo aver visto il corpo senza vita di Itachi? Cosa avevo ottenuto? Solo un immenso vuoto che deve essere riempito. Da Sakura? Chissà.
Mi volto a guardare il mio interlocutore, senza guardarlo per davvero. Non appena lo sguardo, però, si focalizza meglio sull’uomo sento un potere crescermi dentro e convogliarsi presso l’occhio sinistro. Improvvisamente Amaterasu – jutsu che Itachi aveva usato contro di me nel nostro precedente scontro – si attiva, bruciando chi mi sta di fronte. Non capisco cosa mi sta accadendo, so solo che fa male, e molto. Istintivamente porto la mano alla parte dolorante, tentando, così, di sopprimere il dolore. Respiro affannosamente, la mano ancora fortemente premuta sull’occhio.
-E’ Amaterasu che Itachi ha messo in te.- spiega l’uomo.
Sebbene me ne fossi già fatto un’idea, alzo lo sguardo, indubbiamente sbalordito.
-Itachi. Anche da morto non cessa mai di stupirmi.- riprende Pianificare anche questa situazione!-
“Pianificare?” Cosa starà blaterando? Affaticato, mi faccio forza per parlare, bisognoso di chiarimenti.
-Cosa… cosa stai dicendo?-
-Ti ha dotato del suo jutsu, come ultimo tentativo di uccidermi. O forse voleva semplicemente tenermi lontano da te.-
Continuo a non capire, e la mia espressione deve averglielo fatto comprendere prima che potessi aprir di nuovo bocca. Infatti, prosegue.
-Credo abbia sistemato le cose in modo che la vista del mio Sharingan avesse automaticamente attivato Amaterasu.-
Segue un istante di silenzio.
-Quindi questo era il piano di emergenza di Itachi, anche se non ha funzionato.- dichiara.
-Non capisco dove vuoi arrivare!- sbotto, innervosito.
Giri di parole inutili, che nascondano forse qualcos’altro sotto?
-Dunque- spiega -Itachi deve averti fatto qualcosa prima di morire, giusto?-
Al sol sentire quelle parole, la mente vola all’istante finale, a quando mi ha sfiorato la fronte, quando si è avvicinato per strapparmi gli occhi e tenerseli per sé.
-In qualche modo, alla fine ti ha trasferito tutte le sue tecniche.-
Assurdo, ecco cos’è.
-Cosa vuoi dire? Perché Itachi avrebbe dovuto…?- inizio.
-Allora non lo capisci!- mi interrompe. -Era per proteggerti.-
 
Me lo ha detto, infine me ne sono ricordato.
Ho rivisto, col senno di poi, mio fratello, quello vero. Quello che c’era sempre per me, che mi voleva bene e non l’Itachi Uchiha che mi ha quasi ucciso. No, perché non è stato Itachi a mettere quasi fine alla mia vita, anzi, è per lui se sono ancora vivo, che non ho fatto la fine dei miei genitori. La colpa può essere attribuita soltanto a Konoha. E’ stato il Villaggio della Foglia il responsabile del massacro di quella notte. Mio fratello ha dovuto pagare per tutti, indistintamente. E anch’io.
E’ ora che il sacrificio di Itachi venga riscattato come è giusto che sia.
Non posso permettere che Konoha resti impunita, non posso. Vendetta sarà fatta, come giustizia vuole.
Qui, le onde del mare che si infrangono sugli scogli, ho ribattezzato il mio Team. Perché Hebi aveva un compito, quello di farla pagare al colpevole. Ma il Team non può più essere lo stesso se cambia l’obiettivo, se il responsabile non è più chi avevi creduto che fosse. Ora ci chiameremo Taka.
-Taka ha un solo obiettivo.- annuncio ai miei compagni.
Quello che sto facendo è giusto, io devo farlo. E’ ora di lasciarsi tutto, proprio tutto, alle spalle, recidere completamente tutti i legami con quel dannato villaggio, con quel paese che ha costretto un innocente ad una vita da miserabile, con tutti gli abitanti, le stesse persone che usufruiscono liberamente della pace portata da mio fratello. -Noi, distruggeremo Konoha!-
 
L’ennesimo fallimento, l’ennesimo tentativo di riprovarci. Naruto non si dà pace per quanto è successo. Perché alla fine è andata come è andata, non abbiamo acciuffato Sasuke.
Personalmente, sono abbastanza felice. Beh, se il mio compagno di squadra lo sapesse, mi ammazzerebbe. Allo stesso tempo, però, sono combattuta tra sentimenti contrastanti. Come ho già detto, la mia anima è piena di una specie di gioia e di fiducia cieca in Sasuke. Perché lui tornerà, me lo ha promesso. D’altra parte, c’è la paura che possa succedergli qualcosa. Tento di rassicurarmi pensando al nostro ultimo incontro, alle ultime parole che ci siamo detti.
Lui non sarebbe morto, e sarebbe tornato.
Tuttavia, i problemi sembrano non finire mai. Rincasati, siamo venuti a conoscenza della morte di Jiraiya, ce l’ha detto l’Hokage. In missione, valorosamente, come un vero ninja. Si è spento, cercando di estirpare quante più informazioni possibili dal capo dell’Akatsuki, da Pain. Quindi, il mio malumore – dovuto a Sasuke – è accentuato anche per la tristezza che provo per Naruto. Non posso immaginarmi come debba sentirsi. Perché sono così impotente davanti a queste situazioni? Perché non posso far altro che attendere ed attendere, lasciando che le cose mi passino davanti senza che io possa lasciarci una mia personalissima traccia?
Sbuffo, combattuta tra il piangere e il resistere. Torturo ostinatamente una ciocca di capelli, attorcigliandomela attorno al dito. Sembra che quando qualcosa stia andando per il verso giusto, deve necessariamente esserci dell’altro che contrasta la tua felicità. Il mondo diventa, così, come una specie di immenso campo da gioco: tu cerchi di raggiungere la felicità, ma la vita te lo impedisce, frapponendo degli ostacoli talvolta invalicabili. Come la morte di una persona. Non so perché, ma avverto la scomparsa del ninja leggendario come una specie di presagio, un presagio cattivo, legato a Sasuke.
Seduta dall’altro lato del tavolo di casa mia, Ino mi osserva. I suoi occhi celesti sono offuscati. Chissà come deve sentirsi. Probabilmente, anche lei avrà passato lo stesso quando, non molto tempo fa, Asuma ha fatto la stessa fine.
-A cosa pensi?- mi chiede, un velo evidente di tristezza nella sua voce.
Scrollo le spalle, rimanendo sulle mie, tentando di elaborare un pensiero da esprimerle. In altri casi avrei sorriso: sto mettendo in atto, senza volerlo, un tipico “atteggiamento da Uchiha Sasuke”.
-Non so. E’ che… è tutto così strano, tutto così difficile.- confesso.
Sorride malinconica.
-Non va niente bene, non va mai come deve!- sbotto all’improvviso, facendola sobbalzare impercettibilmente. -Prima la missione, poi questo. Per Naruto deve essere stato un duro colpo.-
Esatto, per Naruto, non tanto per me. Riflettendoci, io me la sono cavata. So che Sasuke tornerà, quindi non posso essere troppo dispiaciuta per il fallimento della missione, e Jiraiya lo conoscevo di fama, non come l’Uzumaki. Lo consideravo un grande uomo e ninja, un maestro da cui si poteva apprendere – oltre che jutsu – una buona filosofia di vita. Ma non c’era alcun tipo di rapporto tra di noi. Gli ho parlato solo poche volte.
Invece, per Naruto è l’inverso. Lui ci teneva davvero a vincere, ad arrivare in tempo. L’ho visto disperarsi, piangere senza ritegno, come un bambino, far fuoriuscire i propri sentimenti senza pensare che i ninja non possono farlo. Poi, dopo aver tentato di superare questo dolore interiore, è arrivata la cupa notizia.
Sospiro.
-Sai, Sakura, le cose succedono, senza che possiamo opporre resistenza. Ma bisogna andare avanti, e Naruto ci riuscirà. Ce l’ho fatta anch’io, in parte. Solo che ci vuole tempo e non puoi mai sapere quanto ne serva. Forse non è mai troppo, il vuoto che si crea per la morte di persone care non si riempirà mai con nient’altro.-
La sua voce è un tremolio verso la fine. Una lacrima le scende, solcandole la guancia.
Ino può capirlo.
 
Guardo la Luna, la stessa Luna piena che c’era quella notte. Senza che possa evitarlo, vengo catapultato nel mondo dei miei ricordi. Rivedo il massacro, i cadaveri intorno a me. Io. Itachi. Gli occhi umidi di lui. Pensavo di essermelo immaginato, invece mio fratello stava davvero piangendo.
Ma tranquillo, Itachi, te li manderò uno ad uno.
Però, ora, c’è un altro pensiero che mi ossessiona. Quella Luna non mi rimanda solo alla fatidica notte, ma anche ad un altro episodio più recente – ma non so quanta importanza abbia, ora non lo so più. Io e Sakura, qualche mese fa, forse.
Cosa dovrei farne di lei? Mi sono imposto di uccidere tutti gli abitanti della Foglia e lei non fa eccezione. Lei è colpevole come gli altri, non mi importa se provo qualcosa per lei, se so perfettamente di esserne innamorato e che, perciò, non sarei mai capace di vederla morire. Potrei allontanarla da me, così da imparare ad odiarla. Non è stato semplice, ma mi è venuto naturale imparare ad amarla, quanto sarà difficile il contrario?
E’ in momenti come questi che vorrei poter comandare le mie emozioni, poter cancellare tutto quello che non voglio provare. E, invece, il sentimento per l’Haruno resta lì, irremovibile, fermo come una roccia, in lotta perenne con la voglia di vendetta. Quest’ultima è sempre prevalsa su ogni altra emozione: sarà così anche stavolta.
Se Sakura continuerà ad essere ninja di Konoha, non dovrò avere pietà. Seppur volessi che finisse diversamente, non potrei, perché ormai ho preso la mi decisione. Voglio vedere la morte di tutti, la distruzione completa. Voglio che facciano la stessa fine del mio clan, che capiscano come ci si sente.
Prima di questo, però, posso tentare un’ultima cosa.
Mi dirigo verso un luogo appartato, al fine di comporre i sigilli per attivare un jutsu che mi condurrà da lei. Quante volte e ne sono servito quando mi trovavo da Orochimaru? E pensare che questa potrebbe essere l’ultima volta.
 
Mi sono sistemata sul letto, le gambe portate al petto, una tristezza unica a perforarmi l’anima, come se fosse una lama. Forse non dovrei tergiversare, scervellarmi per rimediare a situazioni che non sono dipese da me, ma che sono state naturali. Sarebbe meglio dormire.
Mi infilo nel letto, permettendo alle coperte di avvolgermi.
Chiudo gli occhi pronta a dormire. Il buio della stanza è rasserenante. Sembra che voglia allontanarti da tutti i pensieri negativi, avvolgendosi col suo scudo oscuro e protettivo.
Un rumore alla finestra, accompagnato da un forte vento, mi fa sussultare.
Dentro, però, ho già capito tutto. Non esiste più nulla. La malinconia si è attenuata, ogni pensiero angoscioso non può più pungermi, perché ora c’è lui.
Lui che, esclusivamente con la sua presenza, mi rapisce da questo mondo, insinuandomi in un altro, tutto nostro, dove ci sono soltanto le nostre sofferenze, quelle che potremo affrontare contando l’una sull’altro.
Di scatto, corro ad abbracciarlo, ma non appena scruto quel suo sguardo buio, non posso che leggerci qualcosa di diverso. Ha battuto Itachi, lo dimostra il fatto che è qui, e allora cosa gli è preso?
Sembra che inietti odio da ogni singolo poro. Mi spaventa.
Cosa è successo a Sasuke Uchiha?



 



 
 
Hola, gente!
Passiamo a spiegare il mio ritardo. Il mio pc aveva deciso di andare a morire ma, sebbene l’abbia portato ad aggiustare, mi hanno detto che non c’è niente. Mah… speriamo che vada bene.
A dire la verità, volevo pubblicarlo domani o dopodomani, ma poi ho detto: “e vabbè, sto senza far nulla, scriviamolo”. Indubbiamente, avrei fatto meglio a non premere i tasti e ad andare a fare la nanna.
Ho preferito inserire queste parti della trama, perché le trovo più significative dello scontro in sé e per sé.
Per il resto delle commiserazioni, rileggetevi gli ultimi miei “angoli dell’autrice”, perché il mio pensiero sulla storia non è cambiato per nulla! TT-TT
 
 
Se vi va…
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=744811&i=1

   
 
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