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Autore: melamarcia    04/07/2011    0 recensioni
Livia.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Livia muovi i tuoi passi sul tappeto che il re rosso ha preparato per te. Ti attendono in un giardino incantato,come se tutti i tuoi amici,le ombre almeno,solo le ombre!  venissero dall’aldilà. So che non servirà il vodoo,il sangue acre d’animale,ma solo il dolce sangue umano,vorrei spargere. Uccidere per vivere. Per togliere la bellezza dal mondo; se non puoi averla tu,nessuno può. Ma ora si,ritorna in te. Sono una sedia e un banco di un imputato che attende l’assoluzione che ti bloccano il corpo,de certo non l’avrà vinta l’indignazione. E quando Abele,non il traditore ma il tradito,varcò la soglia dei tuoi occhi,trovavi persino più affascinante la storia che camminava con lui,che aveva voglia di raccontarti. Non lunghi i suoi capelli,ma una criniera di leone si ergeva dal suo cranio, e se anche il serpente dell’impressione strisciava sibilando tra scarpette,nel tacere di tutti,sapevi che le quattro corde del contrabbasso non animavano più la tua anima,ma stavolta ti muovevi all’unisono con i tamburi della calda africa. E subito Abele proferì parola,ignorando gli sguardi ma fissando negli occhi la platea di studenti  << Non giocherete con me. >> Ma il suo profumo era entrato in te,e il buon tabacco che sprigionava l’aroma ti avrebbe tenuta buona nella tua fantasia,cullato almeno per un altro po’.  E poi ti venne voglia di prender le sue mani,accarezzarle e analizzarle,sentirne il buon profumo. Portarle sul tuo grembo e lasciare gravare il loro peso su di te. E non c’era più silenzio intorno a te,ma sentivi il canto di  una donna,in una risaia. Non c’è nessuno oltre a lei,è sola,la donna china lavora  e lavora,instancabile,spezzandosi la schiena,ma cantando. Un lamento quasi,il sole unico dio che picchia sul suo cappello di paglia e la sua gonna raccolta,e il lamento profondo pare venire dalla terra stessa. Poi la donna si alza,guardi la sua faccia scarna che di umano non ha più nulla,e lei ti fissa,cantando. E te che vuole,sei tu che manchi nel suo lamento. La donna della risaia avanza,e tu cadi di nuovo nel tuo baratro. << Esci Livia. Sii più attenta.>>
  
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