Anime & Manga > Vampire Knight
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Autore: Blue Flower    06/07/2011    0 recensioni
Ciao! Sono Blue Flower e questa è la mia prima fan fiction su Vampire Knight, spero che vi piaccia e che lasciate qualche commento.
Zero Kiryu ha lasciato andare Yuki con un grande dolore nel cuore e con la consapevolezza che se l'avesse rincontrata avrebbe dovuto ucciderla. Ora come ora, non vuole offrire il suo perdono a nessun vampiro ma sarà proprio una ragazza, un essere simile a lui, a fargli scoprire che l'Amore, comporta anche il Perdono. Che si ami un vampiro o un umano.
Genere: Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Chapter Three- Ti ho incontrata alla fine del mio sogno.

 

Kairi’s perspective.

 

Dovevo ammettere di non immaginarmi Zero Kiryu così attraente: con i suoi capelli che gli ricadevano delicatamente sugli zigomi, i perforanti occhi di un colore misto tra il viola e il grigio, il fisico temprato da anni di addestramento… Pensavo ad un comunissimo vampiro, uguale a tutti gli altri con quella bellezza che però non apparteneva al suo io umano bensì a ciò che era diventato. Ma mi sarei dovuta aspettare che lui fosse diverso: non capitava tutti i giorni di incontrare il superstite di due gemelli Hunter nonché vampiro ex-umano.

Non pensavo neanche di ritrovarmi davanti una persona a tal punto strafottente e menefreghista, ma quello era il minore dei problemi… Odiava i vampiri. Non avrebbe mai ascoltato uno di loro, a meno che non gli avesse proposto di liberarsi del peso del livello E. Ed era esattamente ciò che Kairi Utemara, ovvero io, gli stava proponendo. Dovette posare la Bloody Rose e ascoltarmi. “Parla” io mi sedetti su una roccia e accavallai le gambe.

“Beh… ogni cosa al suo tempo” lui sembrò irritarsi. “Parla o troverò il modo di ucciderti a mani nude” “Ehi! Siamo un po’ scorbutici oggi? Mi sa che qualcuno non ha fatto colazione…” detto ciò mi misi a frugare nella mia enorme borsa di pelle e ne tirai fuori una sacca di sangue che aprii con un gesto veloce ed esperto per poi lanciarla in direzione di Zero. Lui la lasciò cadere e io mi sbrigai a raccoglierla prima che tutto il contenuto si riversasse a terra. “Sei matto? Le provviste devono bastarci per molti giorni: stiamo andando da Maria Kurenai” il ragazzo, che fino a quel momento era rimasto serio e impassibile, sbarrò gli occhi. “Da Maria?” io annuii. “E’ l’unica che ci può aiutare” lui storse il naso. “Ma è una sangue puro…” sussultò schifato.

Sapevo cosa provava.

Gli misi una mano sulla spalla per rassicurarlo, per dirgli che c’ero passata anche io ma lui mi respinse. “Ehi, io non sono sempre stata un vampiro. Anche io penso le stesse cose sui sangue puro, ma questo non significa che dobbiamo dichiarare loro guerra. Ci hanno rovinato la vita, lo so. Ci hanno costretto ad essere mostri per il resto dell’eternità, ma mai ci potranno togliere il diritto di non comportarci da veri mostri” mi guardava perplesso, quasi rapito dalle mie parole.

Non era un discorso che mi ero preparato. Niente di tutto quello che stava succedendo era premeditato. Le frasi uscivano da sole, forse semplicemente perché pensavo quelle cose con una tale forza che niente e nessuno avrebbe potuto fermarmi.

“E sono sicura, Zero, che sotto tutti questi addominali scolpiti batte ancora un cuore. Ti si legge negli occhi: tu sei innamorato” distolse lo sguardo. “Lo ero” “E poi?” “Lei mi ha deluso. Non era chi credevo che fosse. Fine del discorso. Adesso andiamo” iniziò a camminare a passo spedito verso un valico. “Ehi, dove vai?” “Verso la casa di Maria Kurenai” lo fermai. “Prima ho promesso di addestrarti” Zero rise. Una risata roboante che mi fece quasi tremante. “Tu? Addestrarmi? In che cosa, di grazia… Mettermi lo smalto alle unghie?” sbuffai. “Maschilista del cazzo… Io sono un Hunter. Uno dei primi Hunter donna” lui rimase in silenzio. “E, come ho affermato prima, sono stata io ad inventare la Bloody Rose che ora tu tieni in mano con tanta fierezza. Quindi ti conviene sederti e ascoltare ciò che ho da dire” come un bravo bambino ubbidiente, si mise a gambe incrociate per terra.

  
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