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Autore: Hikari93    11/07/2011    9 recensioni
Viene detto che la notte è fatta per dormire, ma Sakura non la pensa così. La notte, infatti, rappresenta l'unico momento in cui può sperare di vedere Sasuke, all'oscuro di tutti, con il favore delle tenebre. Il moro, dal canto suo, tratta la rosa a mo di pupazzetto ma cosa proverà per davvero nei suoi confronti? Chi si comporta da duro lo è per davvero? Se vi ho incuriositi sarei felice che leggesse. [Ho preferito inserire tra gli avvertimenti anche OOC, sebbene cercherò di rendere i personaggi quanto più simili al loro reale carattere]
Genere: Erotico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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-SASUSAKU: UNA STORIA COMPLICATA-
 
Capitolo 36: Decisioni oscure
 


 
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Oscurità, buio.
 
Mi guardo intorno e non c’è altro se non questo. Ma le tenebre non mi hanno mai spaventato, nemmeno da bambino. Avevo il mio forte raggio di Sole denominato Itachi, che impediva ai mostri cattivi di agguantarmi e di farmi del male. Da anni però, è sparito tutto. Ora non sono nemmeno più l’ombra di quello che ero un tempo: l’ombra esiste soltanto se c’è luce, altrimenti non può esserci. Perché la mia fonte di illuminazione si è spenta.
 
Non nego che l’oscurità che attualmente circonda il mio cuore, quasi a volerlo possedere, stava per essere diradata, e in parte ciò era già accaduto. Infatti, l’unica altra mia salvezza dalla perdizione poteva essere Sakura. Sì, prima, ma ora non più. Perché io ho scelto la vendetta a lei. La candela che l’Haruno si ostinava a tenere accesa è stata annientata completamente da una violenta raffica di un vento maledetto chiamato vendetta. Questa ti travolge, fino a portarti alla pazzia. Sebbene ne sia perfettamente consapevole, le ho permesso di allontanarmi da Sakura. Dove arriverò di questo passo? Quale sarà la mia fine? Non l’ammetterei mai con nessuno, nemmeno con me stesso, ma l’idea di avere una persona accanto, per tutta la vita, non mi sarebbe dispiaciuta. Una spalla su cui appoggiarsi nei momenti di difficoltà – perché anch’io sono un umano, e come tale ho delle necessità –, una nuova ragione per cui continuare a lottare, una ragione che non ti consumerà una volta che l’avrai ottenuta, una famiglia – magari – a cui dedicarsi anima e corpo…
 
Una sola è la parola giusta per descrivere ciò: utopia.
Ed ora, trasportando il corpo martoriato della forza portante che mi è stata affidata in quanto membro di Akatsuki, questi pensieri sembrano volermi trapanare la testa, come se il dolore che porto nel cuore non fosse già abbastanza. Comincio per davvero a non capire più cosa sia la cosa giusta da fare… se sempre si possa parlare di corretto o meno. Quando qualcuno segue l’istinto, sbaglia? Non è meglio, forse, chiudere i contatti con il mondo esterno e fissarsi un obiettivo preciso? Ma se il tuo obiettivo va a coincidere in qualche modo con la tua infelicità, com’è giusto comportarsi? Perché ho capito che la vendetta è la via opposta a Sakura.
Ma non devo lamentarmi: ho scelto io questo.
Ciò che, magari, potrei rimpiangere è che, se tornassi indietro, farei esattamente la stessa cosa.
 
Una mano scatta immediatamente sull’occhio sanguinante, attirando l’attenzione dei miei compagni di team. Mi arriva qualcosa di sconnesso alle orecchie, come un grido femminile che invoca il mio nome. Stupidamente, non posso fare altro che ricollegare questa voce a quella della mia Sakura, sapendo, però, che non le appartiene. Purtroppo, è di Karin che, ripresasi lievemente da una battaglia suicida in cui per poco non ci lasciava le penne, ha cominciato a preoccuparsi per me.
La sua mano afferra la mia, costringendomi a non toccare più la parte dolorante.
-Stai bene, Sasuke?- domanda, sinceramente in pena.
Annuisco, temendo che anche solo il più piccolo sussurro possa far riaprire il dolore all’occhio che si sta appena attutendo. Del resto per me non è mai stato un problema starmene sulle mie, anzi. Ho sempre odiato parlare troppo, concedere alla gente di capire troppo di me, sentendomi soltanto parlare. Naruto: lui sì che cominciava a comprendere com’era fatto il vecchio me stesso. Mentre Sakura… lei è un caso a parte. Con lei cominciavo a sciogliermi, non temevo più di mettermi a nudo, di farle sapere chi io fossi e cosa pensassi. Scommetto che ormai ha imparato troppo bene come comportarsi in mia presenza.
Però, a cosa serve tutto ciò, ora come ora?
Pensarle sempre mi fa male, fa scaturire dolore su dolore, e molteplici ferite inguaribili si aprono, facendomi sentire morto dentro. Come se non bastasse, nella mia mente si formulano domande e domande che non attendono altro che una risposta che non giungerà mai. Devo smetterla di focalizzare la mia attenzione su di lei, perché è questa la strada che ho scelto, mi ci sono schierato contro, o meglio è stata lei ad essersi schierata contro il sottoscritto. Se mi avesse seguito, non ci sarebbero stati tutte queste riflessioni, questa voglia di ritornare al passato, a qualche mese fa.
-Muoviamoci, su!- ordino, accelerando il passo.
Chissà, arrivando al covo, riuscirò ad essere un po’ più tranquillo, impedendo che i volti di quello che è il mio passato – recente o lontano che sia – vengano a tormentarmi.
 
Dirglielo o non dirglielo.
Sto tormentando margherite su margherite, ma invece del solito “m’ama, non m’ama”, l’alternativa è un’altra. Non ho più aggiornato Ino sugli ultimi risvolti della mia – finita – relazione con Sasuke. Ovviamente, finita per il momento. So che lui mi ama e, se chiudo gli occhi, sento ancora le sue labbra muoversi esasperatamente sul mio corpo, lasciando piccoli segni. Perché avrebbe dovuto farlo altrimenti? Per divertirsi? No, non è più quel tipo di persona.
Getto a terra quel che rimane del fiore senza petali, per poi sospirare. Mi rannicchio sulla panchina vicino all’accademia ninja, appoggiando il mento sulle mani incrociate.
Come comportarmi con Ino? Non so come potrebbe reagire in questa situazione… lei mi ha sempre aiutata quando ho avuto bisogno di lei, per cui mentirle mi sembra scorretto! Ma non si tratta più di un alleato di Orochimaru, ma di un nemico del nostro paese! La mia amica non potrebbe mai tradirmi… ma non me la sento. Ho troppa paura per Sasuke, ecco la verità, paura che lui possa essere ucciso da qualche nemico, che si stia immischiando in una faccenda più grande di lui.
Non c’è nemmeno Naruto a farmi da supporto! E’ partito per un allenamento speciale verso il paese dei rospi. Non che lui avesse potuto aiutarmi a parole, ma solo guardandolo mi sarei sentita risollevata. E, invece, mi tocca tenermi tutto dentro.
Resisto grazie al ricordo delle sensazioni meravigliose fattemi provare dall’Uchiha e grazie alla sicurezza che voglio trovare in me stessa: anche prima di sapere questa sua decisione era mia intenzione riportarlo a casa; semplicemente, non cambierà niente, se non che sarà più difficile – se non impossibile – convincerlo.
 
“E no, Sasuke Uchiha, stavolta non mi arrendo! Non piangerò più per te, ma questo non significa che non ti amo più, ma che so come affrontarti. Preparati, perché volente o nolente, tornerai qui!”
 
Mi alzo di scatto, decisa.
Sarò da sola, non potrò più contare sull’aiuto di Ino o di Naruto, ma sto crescendo, perciò è ora di far vedere quanto valgo e che non sono più un’incapace.
Ogni girono che passa, me ne convinco sempre di più.
 
-Ciao, Sakura!- mi volto ad una velocità incredibile, sebbene abbia già riconosciuto il proprietario della voce.
Sorrido a vedere la Yamanaka che avanza contenta verso la sottoscritta. Mi saluta sventolando la mano: faccio lo stesso.
-Ehi, Ino, che ci fai qui?- le caccio la lingua, ridacchiando.
-E’ da tanto che non parliamo, Sakura! Non ricordo nemmeno l’ultima volta che è successo!- sorride, mettendo la testa di lato.
-Allora siediti!- le consiglio, battendo la mano sul posto libero, vicino a me.
-Dunque, novità?- comincia, dopo essersi accomodata.
Non è cambiata di una virgola – ed ho il sospetto che mai lo farà – è sempre la solita impicciona. Un’espressione nervosetta mi si disegna sul viso.
-No.- rispondo, cercando di essere quanto più convinta possibile. Quando ho parlato, ho scrollato le spalle e mi sono stiracchiata in avanti. Dopodichè, intenzionata a concludere il discorso sul nascere, mi sono “esibita” in un sonoro sbadiglio, sperando di deviare la sua attenzione.
-E lui?-
Ma perché vengono fatte sempre le domande che non si vogliono sentire?
-Lui chi?- domando, un’espressione inebetita che non mi appartiene. Ma chi voglio prendere in giro? Lei lo sa perfettamente che ho capito a chi si stava riferendo.
-E dai, non essere stupida! So che hai capito!- ghigna, malefica come sa esserlo solo lei, quando in giro c’è un pettegolezzo. Ed io, per Ino, sono la miglior fonte di pettegolezzi a Konoha. Io e la mia relazione – secondo lei ancora esistente – col moro più tenebroso del mondo conosciuto.
-Ah, sì.- esclamò sorpresa –come sai, ha sconfitto Orochimaru…- comincio.
-Sì, lo so.- sorride lei, un tono che ordina di continuare.
-Beh, dopodichè non l’ho più visto!- invento, facendo fuoriuscire le parole cosiccome mi vengono in mente.
-Uffa!- dice lei, alzando la voce. Ormai, zittirla è inutile -Fammi sapere in caso di novità!-
Annuisco soltanto, mantenendo un mezzo sorrisetto.
Come Sasuke insegna, starsene sulle proprie è la cosa migliore da fare per non far capire un imbroglio.
 
Ho provato a dimenticarmi di lei, e l’ho fatto con tutte le mie forze, ma non ho ottenuto nulla. Spesso, riesco a far riaffiorare l’immagine di mio fratello, che è l’unico che può alleviare la mia sofferenza, perché è l’unica persona più importante di Sakura, per me.
 

Però… dovrei chiedermi perché sto facendo questo…
 

Però, con forza, mi si ridisegna la sua figura, il suo profumo, la sento vicino a me. Ma, nonostante tutto, fuori riesco a mantenere quell’atteggiamento crudele e senza cuore che sto imparando a gestire.
 

Sto cercando cose impossibili in posto dove ciò è impossibile da trovare…

 

Il suo peso mi schiaccia il corpo, mentre la sua mano è posta sotto il mento.
In lei non posso trovare nulla di ciò che ha Sakura. Non pensavo che il distacco potesse farmi soffrire, così, al tal punto da lasciarmi andare con una tipa come Karin. Mi si è avvinghiata addosso alla prima occasione, approfittandosene del fatto che mi reggo a malapena in piedi, mentre lei sembra – chissà come – essersi ripresa alla perfezione.
Mi ha accarezzato i capelli fino a poco prima, un tocco che non mi ha detto nulla, che non mi ha fatto provare le stesse emozioni delle dita di Sakura intrecciate tra i fili scuri. Mi è semplicemente scivolato addosso. Nonostante tutto, l’ho lasciata fare.
 

Com’è che si dice? Gli dai una mano e si prendono il braccio…
 

Dato che non ho reagito, lei ha interpretato questo mio gesto come un via libera per fare quanto voleva e, da parte mia, ho fatto ben poco per ostacolarla.

 
Sentendola addosso, però… le sue mani desiderose di toccare il mio corpo, le sue labbra che vogliono toccare le mie…è scattato qualcosa in me.
Rispetto?
 

-Vattene.- sibilò, acido.
Mi guarda stranita, la giacca che indossa solitamente è già slacciata per metà, ma i miei occhi non si soffermano a lungo su di lei, non più del necessario.
-Ma Sasuke, io pensavo…-
-Non. Pensavi. Via.- meccanico, quasi robotizzato, pronuncio queste tre parole.
Cosa volevo da lei? Cosa stavo disperatamente cercando di rimpiazzare? Lei non è Sakura e non lo sarà mai. Mi sento terribilmente stupido per averci pensato anche solo per un unico istante.
Mi sento alleggerito quando si alza e, guardandomi naso all’insù, imbocca la porta, chiudendola con forza. Sospiro quando la vedo sparire.

 

Ma c’è un’ultimissima cosa da puntualizzare.
Non posso continuare a perdermi nel ricordo di quello che non potrà più essere, che non voglio che sia. Esattamente come quando fui abbandonato a me stesso, dopo lo sterminio del mio clan, ritrovai la forza per lottare, così adesso devo ricercare la rabbia che mi porterà più facilmente al mio scopo.
Non servono belle parole o un animo nobile per aver ciò che si vuole, soprattutto nel mio caso.
 
Meglio lasciarsi tutto alle spalle e cancellare anche quei pochi passi che avevo fatto grazie a Sakura. Lei, ora, non deve più interessarmi.
 
Sono pronto a perdermi nel regno chiamato oscurità.
Ho già fatto il primo passo quando ho abbandonato Sakura, e la strada era di sola andata.



 



 

 Wow, ho scritto questo coso in un’ora! XD
Scusatemi per il capitolo riflessivo, ma ogni tanto non ne posso fare a meno! Temo soltanto di perdermi in troppi giri di parole >////>
 
Coooomunque… ho una bella notizia per voi! Credo proprio che la storia si appresti ad avvicinarsi alla conclusione! ù.ù
Al massimo, ci saranno altri cinque o sei capitoli (al massimo, credo..), però… credo farò anche degli extra! (se li volete, ovvio ;D)
 
Beh, ma per una che si chiude, una se ne apre (nel mio caso).
 

Per esempio:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=754425&i=1
 
long di tre capitoli che avrà un piccolo (o grande XD) seguito… se vi va! XD 

 

   
 
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