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Autore: Blue Flower    14/07/2011    2 recensioni
Marta Halen si sente uguale a tante altre, insipida.
La notte di San Lorenzo chiede a una stella di trasformarla in una bellezza formosa, in qualcosa di totalmente diverso da quello che lei è. Un giorno, quando si sveglierà... non sarà più la stessa e dovrà fare i conti con un corpo che mai aveva pensato di avere.
Genere: Demenziale, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Tre- Me… o non me?

 

Mi svegliai con la certezza che ci fosse qualcosa di nuovo.

Quando mi guardai allo specchio, quasi non fui sorpresa di vedere che le “bambine”, mentre il giorno prima stavano nel reggiseno perfettamente, quella mattina il reggiseno era appena giusto e il seno traballava, tondo e sodo al suo interno.

Quando mi misi una maglietta nera - stranamente il mio guardaroba si era adeguato al mio aspetto- notai che il push-up le rendeva ancora più grandi di quello che sembravano.

Mi sistemai i lunghi capelli biondi allo specchio e quando il mio sguardo incrociò la me della superficie riflettente, mi domandai come avessi fatto a non notare prima le labbra carnose e le guance più piene di quello che erano la sera prima.

Sulla scrivania, era appoggiata una grande scatola con affisso un biglietto.

 

E se usi questo make up, manca solo un atteggiamento da femme fatale. Ruggisci tigre!

-SC

 

Inaspettatamente, mi ritrovai a frugare nella scatola e ne estrassi un rossetto di un rosso acceso che spalmai sulle labbra. Era così strano… ma continuai.

Mi misi l’ombretto, il rimmel, il fondotinta sulle guance piene… E quella nello specchio era quasi sconosciuta… Mancava solo un atteggiamento giusto.

L’atteggiamento avevo paura di non riuscire ad averlo. Mai.

Ma stranamente, una forza dentro di me, qualcosa che sentivo stranamente appartenente al mio essere, mi fece poggiare le mani sui fianchi, come una di quelle poser di seconda mano e ruggire. Vai gattina, colpisci! “GRRR” ripetei, non sentendomi ridicola.

E un’ondata di forza, di decisione mi invase.

“Chi è la più bella?” domandai, dapprima a bassa voce. “Io sono la più bella!” mi sentii esclamare, muovendo i capelli biondi come in una cascata d’oro finto.

Me… o non me?

“Sì, baby. Sei una bomba. Una bomba sexy. E tu sei me brutta sporcacciona!” dissi, cercando di fare un’espressione sensuale davanti allo specchio, che stava proprio diventando il mio miglior amico. Mi palpai le bambine come per mandarle su, per tenerle tonificate.

A quei tempi non sapevo che sarebbe diventato il mio rituale giornaliero.

 

Quando arrivai a scuola, fui accolta da una miriade di fischi e occhiatine ammiccanti. Mi sentivo già la padrona, mi sentivo perfetta.

 

Ma che mostro ero diventata?

Un mostro, appunto.

 

E questa storia non ha il minimo senso. E’ così assurda da mandare al manicomio chiunque la legga, vero?
  
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