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Autore: Ababyworld    15/07/2011    0 recensioni
Da quando Lya se n'è andata, Dam ha cercato di sopportare la lontananza ed è riuscito a racchiudere i ricordi di lei in uno spazio censurato della sua mente. Ma quando lei torna, Dam si accorge di non avere la stessa Lya di fronte a sè. Qualcosa l'ha cambiata...un destino crudele incombe su di lei.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Driiin, driiin...

Alzati Dam. Sei in ritardo per la scuola” Petra non tardava mai, e così voleva fosse anche per il figlio “ Ti vuoi spicciare?!”

Solo cinque minuti e poi scendo.” Peccato che Dam avesse appena spento la sveglia.

Petra stava salendo le scale; il fastidioso ticchettio provocato dalle sue nuove scarpe era uno dei motivi per cui Dam avrebbe voluto andarsene di casa, ecco perchè la madre, astuta, le indossava sempre la mattina per svegliarlo dai suoi dolci sogni. Aveva spalancato la porta della camera con un'espressione in viso tutt'altro che serena; solitamente i capelli neri e luminosi le ricadevano sulle spalle con una leggerezza quasi assurda, ma in quel momento l'unica cosa che si poteva notare era una massa deforme che le ricopriva la testa lasciandole scoperti solo la bocca e il naso. In una situazione più piacevole si sarebbero notati gli occhi verdi e grandi, sempre pronti a far sorridere e a ravvivare gli animi tristi; per Dam, Petra era l'esempio puro della bellezza della vita e negli anni seguenti la separazione tra i genitori, il ragazzo aveva scoperto i lati più nascosti e positivi della madre.

Ti giuro figliolo che, o ti alzi immediatamente da quel letto o ti buttò a terra con la forza”

Ok ok” disse Dam che, spaventato dalle minacce della madre, si alzò alla velocità della luce” eccomi. Ora mi preparo e vado a scuola; e ricordati che non vengo a casa per pranzo...appena finisco le lezioni devo andare all'aeroporto a prendere Lya, te ne ho parlato ieri, ricordi?”

Certo che ricordo, non sono così vecchia come credi. Ok Dam, ora devo andare” Si avvicinò al figlio e appoggiò delicatamente le labbra sulla sua fronte “ Ci sentiamo più tardi!” Stava uscendo dalla porta, portando con se quell'insopportabile ticchettio “ Vieni Josh, ti porto a scuola!”.

Dam nel frattempo stava osservando il soffitto della camera con occhi ancora sognanti; si poteva notare in quel blu oceano una malinconia causata probabilmente dal suo impegno pomeridiano.

Una testa bionda si affacciò alla porta della camera di Dam “ Ciao innamorato!” lo salutò Josh, il fratellino.

Ciao campione! Aspetta, come mi hai chiamato?” Ma il ragazzo era già uscito di casa facendo sbattere forte la porta, era in via di fuga per non rischiare di prenderle dal fratello.

Josh aveva una dote sovrumana, riusciva a intuire che stato d'animo avessero le persone anche solo con un'occhiata. Petra approfittava spesso della qualità del figlio per capire quali emozioni provasse Dam e ciò le era molto utile per stargli vicino e per comprendere quali problemi avesse.

Dam stava per precipitare nuovamente sul materasso, ma appena vide l'orologio a dondolo appeso alla parete della sua camera, iniziò a correre su e giù per le scale chiedendosi nel frattempo quali fossero i suoi migliori vestiti da indossare. Aprì l'armadio alla ricerca di una T-shirt nera e proprio nell'angolo più remoto del suo guardaroba notò una busta con all'interno una maglietta maniche corte grigia, un colore che si avvicinava di gran lunga al nero, ma si potrebbe dire che addosso a lui assumeva altre sfaccettature. Sembrava più un viola, la classica colorazione di un cielo notturno dopo la tempesta, ma per chi non era così spigliato da cogliere questo particolare così romantico poteva tranquillamente dire che quel colore donava a Dam un'aria elegante e decisamente apprezzabile dalle ragazzine.

Alla maglia abbinò un paio di pantaloni dal ginocchio, a quadri scozzesi bianchi e rossi; prima di uscire di casa controllò di aver inserito il codice di sicurezza sul suo portatile, era diventata un'abitudine da quando aveva iniziato a lavorare ad un progetto “super secret”.

Mentre percorreva con la sua auto nera il tragitto fino alla scuola, si accorse, guardandosi allo specchietto retrovisore che non aveva pettinato i capelli, ma facendo una smorfia pensò ' alle ragazze piacciono i capelli un po' spettinati... ma cosa sto dicendo?! Io non devo fare colpo su nessuno, specialmente per quanto riguarda Lya', e passò la mattinata seduto in classe senza spiaccicare parola con nessuno: odiava troppo il fatto che stesse nuovamente cadendo nella trappola della bella ragazza dal fascino insuperabile.

Durante l'ultima ora, intanto che il professore di scienze spiegava la teoria di Darwin per la centesima volta, Paul, compagno di banco di Dam e suo migliore amico iniziò a scarabocchiare su un pezzo di carta alcuni messaggi per il ragazzo, il quale però non sembrava affatto essersi accorto dei bigliettini. Così Paul passò ad un'altra strategia per attirare la sua attenzione: si avvicinò all'orecchio dell'amico e gli sussurrò con una voce roca ' il mio computer è andato di nuovo in tilt, penso sia un problema legato al virus “Marvin”, ho sentito che sta diventando una moda spedire virus in giro per il web...'

Aspetta, di che virus stai parlando? Non l'ho mai sentito, non farti togliere le parole di bocca...” Dam non si accorse che stava quasi urlando, e quando se ne rese conto tutti lo stavano già fissando, compreso il professore...

Dam Stewart, vuole deliziarci con la sua storiella? Prego faccia pure, non ha interrotto niente d'importante, solo la fantastica descrizione di uno studio che ha cambiato l'universo intero, che si è protratto per anni e che...” Seguendo questo ritmo, il signor Rocklig continuò a parlare per il resto dell'ora.

Nel frattempo, all'utimo banco, Paul era riuscito finalmente a dialogare con Dam.

Si può sapere che ti prende amico, prima resti imbambolato per quattro ore senza dire una parola e poi tutto ad un tratto ti risvegli e cominci ad urlare? Che ti sta succedendo? Lo sai che a me puoi dirlo...non ti prenderò in giro se mi confidi un tuo segreto...tipo che sei, non so, diventato...'gay'! Tanto per fare un esempio.”

Mi stai prendendo in giro? Io 'gay' “ sul viso di Dam era apparso un mezzo sorriso, sorpreso e allo stesso tempo scandalizzato “ Ok, ti spiegherò qual è il problema ma non ora, se Rockling mi becca a blaterare ancora sono fregato...matto com'è potrebbe darmi da studiare un libro intero su Darwin, e ora non ho proprio il tempo per questo...sto lavorando al mio fantastico progetto informatico. A proposito, di che virus parlavi prima?”

Se ogni tanto leggessi i giornali lo sapresti...c'è un nuovo virus in giro per il web, lo hanno chiamato “ Marvin” e a quanto pare è una forma di virus mai vista prima. Dopo che è entrata all'interno del computer, è impossibile eliminarla...” Paul era quasi spaventato da ciò che diceva.

E il tuo computer è stato infettato dal virus?”

No, era un modo per svegliarti dal coma scolastico...o qualsiasi altra cosa fosse.”

In quel preciso istante suonò la campanella della fine della lezione.

Ok” aggiunse Dam “ si tratta di qualcosa di complicato, comunque ne riparleremo più tardi. Adesso devo proprio scappare.” E si alzò dalla sedia, uscendo dalla classe come se stesse per perdere un treno.

Tra un'ora sarebbe atterrata Lya e di certo non poteva lasciarla aspettare lì all'aeroporto come se nessuno si fosse ricordato di lei. Dam salì in macchina alla velocità della luce, e per un attimo non lasciò cadere la sua cartellina con gli appunti di quella mattina, se appunti si possono chiamare dato che l'unico soggetto dei fogli era un cuore rosso attraversato da una freccia piegata sul finale come a formare una “L”.

Nel parcheggio della scuola iniziavano a formarsi ingorghi a causa dei genitori, credendo alla teoria che i figli dovevano essere controllati dal momento in cui uscivano da scuola fino a quando non gli venivano rimboccate le coperte, attendevano la fine delle lezioni fuori dalla porta di scuola, parcheggiando i loro carri armati di misure stratosferiche in parcheggi in cui ci sarebbero state due automobili normali.

Dam fu obbligato a dimostrare tutta la sua pratica nella guida zigzagando con la sua Ford nera; tempo addietro si sarebbe trovato nel panico in una situazione simile, ma questa volta sapeva che era per una buona causa e che certamente si sarebbe stato più impacciato e in difficoltà nel seguito della giornata.

Quando finalmente uscì dal quartiere in cui si trovava la scuola, entrò nella strada principale dove la situazione non era di certo migliore data l'ora di punta; a tre chilometri dall'aeroporto di San Diego, come se non bastasse, venne fermato dai vigili.

' Salve, potrebbe mostrarci la patente?'

' Sì, subito.' Disse Dam tendendo la mano fuori dal finestrino per consegnarli una tessera rosa plastificata all'esterno; il vigile che gli aveva gentilmente chiesto il documento era basso e paffuto, portava gli occhiali da sole grigi, dai quali si scorgevano due fessure intente a scrutare nella vita privata del giovane. Lo stesso non si poteva dire per l'altro vigile che però se ne stava per conto suo, sul ciglio della strada pronto a fermare un'altra vittima dei loro controlli quotidiani; quest'ultimo era alto e magro, portava gli occhiali da vista e sotto il naso metteva in mostra due baffi neri e apparentemente finti, sembrava quasi che sulle punte formassero due spirali.

Dam osservava inquieto il vigile paffuto che con molta calma verificava i dati della patente del ragazzo; “ chissà che si muova” pensava Dam scoccando un'occhiata all'ora. Mancavano quindici minuti alle due e lui si trovava ancora nella strada che portava all'aeroporto, l'ansia cominciò a farlo sudare.

In quel momento il vigile gli si avvicinò rivolgendogli un sorrisetto indagatore.

' Dove stai andando di bello a quest'ora?' Gli chiese l'uomo appoggiandosi la mano destra sul fianco.

' Devo essere all'aeroporto tra un quarto d'ora per prendere un'amica che arriva da Tokyo.'

' Interessante, viene a trovarti per caso?'

' Sta tornando a casa dopo aver vissuto alcuni anni in Giappone, cosa c'è di strano?' Chiese Dam iniziando a innervosirsi.

' Niente niente, solo curiosità. Comunque, ' Aggiunse tendendogli la patente' qui è tutto regolare; mi raccomando sii prudente per le strade. Sei così giovane, non si sa mai quello che può succedere... Buona giornata' Il vigile battè soddisfatto la mano sulla portiera dell'auto e con un cenno salutò Dam, andando verso il suo collega.

Sì, dopo avermi augurato di finire sotto un camion, ma augura buona giornata, brutto imbecille...” pensò Dam mentre si rimetteva in strada. Diede un'ultima occhiata all'orologio e si rese conto che mancavano solo dieci minuti. Gli ultimi chilometri per arrivare all'aeroporto li percorse a novanta all'ora, come se volesse far avverare la profezia del vigile del malaugurio. Alle due in punto entrò nel parcheggio dell'aeroporto; uscito dalla macchina si piegò sul finestrino dell'auto per controllare il suo aspetto dopo aver affrontato quei pericoli.

Mentre entrava in aeroporto, lo stesso dal quale era uscito nove anni prima, vide due ragazze guardarlo con occhi pieni di desiderio, era quasi schifato dal modo in cui ammiravano i suoi muscoli, così per fuggire da quella situazione imbarazzante accellerò il passo e raggiunse la sala di attesa.

Non sapeva se la cosa migliore fosse sedersi su una panchina ed attendere, oppure rivolgersi ad un'assistente per informarsi sul volo che proveniva da Tokyo. Scelse la prima opzione e si mise comodo su una poltroncina della sala accanto; davanti a lui passavano continuamente scolaresche con bagagli enormi, famiglie tutte unite che si guardavano attorno spaesate, quasi fossero capitate in un altro mondo.

In effetti la California è un pianeta parallelo rispetto ad altri posti: la vita è una continua corsa verso l'obbiettivo, molte suole ti danno la possibilità di diventare qualcuno e parecchie persone sono pronte a sostenerti nell'impresa. Peccato che senza soldi le aspettative siano più scarse e deludenti, ma sicuramente maggiori rispetto ad altri luoghi nel mondo dove non c'è neanche la garanzia di un futuro.

Mentre Dam fantasticava sulla sua vita e su quanto fosse riuscito a realizzare fino a quel momento, vide uscire una folla di gente dall'uscita degli arrivi. Si sentì da un'altoparlante provenire una voce stridula, la quale informava i clienti dell'aeroporto che era atterrato il volo di Tokyo. Il cuore di Dam gli balzò in gola. ' Stai calmo' continuava a ripetersi mentalmente. Osservava impaziente la folla di passeggeri immaginando di vederla. Un attimo dopo gli parve quasi di poterla scorgere tra gli uomini grandi e grossi che sorvegliavano l'aeroporto. Forse si stava sbagliando. Dam non riusciva a credere che quella visione fosse reale: Lya stava andando verso di lui; proprio lei, quella vera, quella che lui aveva amato. Il ragazzo era ancora nel bel mezzo dei sogni, ma quando lei gli fu accanto, Dam riconobbe quella presenza dolce e confortante che da tempo non sentiva.

Dalle labbra della ragazza uscì una parola breve, ma bastò a far sì che il mondo attorno a Dam smettesse di girare.

 

  
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