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Autore: Sevvie    16/07/2011    7 recensioni
Come avrete immaginato dal titolo, questa è una rielaborazione del famoso romanzo di J.Austen, Ragione e sentimento; ambientata dopo la Guerra Magica, e prima dell’epilogo “19 anni dopo”, è la storia del Professor Piton che è riuscito a sopravvivere all’attacco di Nagini e che si dovrà creare una nuova vita, dove i suoi punti fermi saranno ormai completamente sgretolati.
Oltre a questo piccolo cambiamento rispetto alla trama dell’ultimo manoscritto di J.K.Rowling, altre cose non sono state modificate: le morti sono le stesse, la trama della saga idem.
Ho cercato di mantenere i caratteri dei personaggi più IC che potevo, e troverete solo un Piton un po’ più comprensivo rispetto ad Harry, e anche un po’ più grato di quello che possiede, grazie alla morte a cui è riuscito a sfuggire.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Il trio protagonista, Severus Piton
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Sense and Sensibility
Un dolore acuto al petto, e la bocca di quel maledetto serpente.
Quella bestia era inarrestabile,continuava a scagliare colpo dopo colpo, mentre lui cercava di scansarla, impotente e disarmato. 
Eccola, le fauci spalancate, in posizione d’attacco; conosceva fin troppo bene quella posizione, tante erano le volte che l’aveva vista, propensa ad uccidere. 
Lily. Eccola lì, davanti a sé; una Lily bambina, ancora sua amica, ancora in vita.
Subito dopo ricomparve, però, il muso di Nagini, cattivo e assetato di sangue. 
Un altro attacco, stavolta alla gola; le fauci del serpente gli squartarono il collo e Severus Piton cadde a terra.
Il suo corpo sul pavimento, morente; immerso in una pozza di sangue scarlatto, cosparso di colpe e inzuppato di lacrime.
Harry! I suoi occhi! Gli occhi di … Lily.
Lo tirò a sé.
Non aveva il tempo nè la forza di chiedersi come fosse possibile. Doveva portare a termine il compito che Silente gli aveva assegnato. Doveva portare a termine il compito che aveva giurato a se stesso di assolvere. Doveva aiutare Harry Potter, proteggerlo e istruirlo in vista della sua battaglia finale.
Lo vedeva a mala pena, troppo stanchi gli occhi per potersi aprire.
Tentò di alzare il collo da terra, utilizzando le poche energie rimaste: gli avrebbe dovuto dire tante cose, gli avrebbe dovuto dare tante spiegazioni; non c’era tempo, le sue forze stavano svanendo e lui non desiderava altro che raggiungere Lily, sperando che ci fosse qualcosa, oltre. 
Doveva fare in fretta. 
Voldemort! 
Davanti a lui solo quella faccia, che parlava sinuosamente, ma lui non riusciva a capire cosa stesse dicendo.
Forse una parola, forse una sillaba, forse due, chissà. 
Poi, tornò il serpente, un’ultima volta, per il suo attacco fatale.
Le sue mani erano poggiate su qualcosa di morbido, ma che non riusciva a riconoscere. Non ricordava altro che il pavimento scabro della Stamberga Strillante sotto di sé e sotto il suo cadavere. 
Faceva male pensare a se stesso in quel modo - come un trancio di carne, come un involucro ormai perduto - ma era la verità. Ormai era morto.
Mentre i ricordi di quella notte si susseguivano veloci, fu preso da un dubbio: era riuscito a dire tutto ad Harry? Era riuscito a fargli sapere la verità? Aveva portato a termine quella missione tanto importante, affidatagli da Silente?
Si mosse, e riuscì a riconoscere di essere sdraiato su un letto. Ma come …?
Lentamente, provò ad aprire gli occhi, poco convinto delle sue stesse azioni: non poteva essere, era morto, quel maledetto serpente l’aveva ammazzato, senza aver lasciato in lui un briciolo di vita. 
Ma fu sorpreso di vedere una luce accecante, che gli fece socchiudere gli occhi per la sua potenza. Poi, quando questi si furono abituati, li riaprì, e davanti a sé vide un soffitto bianco. Provò ad alzarsi, ancora più stupito, ma non fu così facile. Molti punti del corpo gli dolevano. 
La stanza era circondata da pareti verde-argento, che somigliavano terribilmente al dormitorio Serpeverde. Perfino il letto sembrava lo stesso. Mise giù i piedi e si alzò. Lentamente, uscì dalla stanza, fino a trovarsi su un pianerottolo di legno antico. Si affacciò, cercando di capire dove si trovasse.
<< Professor Piton>>
Di scatto, a sentir pronunciare il suo nome, si girò.
Harry Potter stava davanti a lui, il volto desolato, non una sola nota di rancore.
Il respiro gli morì in gola, guardando i suoi occhi e capendo di essere ancora vivo.

 

 

Sense and Sensibility




-Chapter 1-






 
Un dolore acuto al petto, e la bocca di quel maledetto serpente.
Quella bestia era inarrestabile,continuava a scagliare colpo dopo colpo, mentre lui cercava di scansarla, impotente e disarmato.
Eccola, le fauci spalancate, in posizione d’attacco; conosceva fin troppo bene quella posizione, tante erano le volte che l’aveva vista, propensa ad uccidere.
Lily. Eccola lì, davanti a sé; una Lily bambina, ancora sua amica, ancora in vita.
Subito dopo ricomparve, però, il muso di Nagini, cattivo e assetato di sangue.
Un altro attacco, stavolta alla gola; le fauci del serpente gli squartarono il collo e Severus Piton cadde a terra.
Il suo corpo sul pavimento, morente; immerso in una pozza di sangue scarlatto, cosparso di colpe e inzuppato di lacrime.
Harry! I suoi occhi! Gli occhi di … Lily.
Lo tirò a sé.
Non aveva il tempo nè la forza di chiedersi come fosse possibile. Doveva portare a termine il compito che Silente gli aveva assegnato. Doveva portare a termine il compito che aveva giurato a se stesso di assolvere. Doveva aiutare Harry Potter, proteggerlo e istruirlo in vista della sua battaglia finale.
Lo vedeva a mala pena, troppo stanchi gli occhi per potersi aprire.
Tentò di alzare il collo da terra, utilizzando le poche energie rimaste: gli avrebbe dovuto dire tante cose, gli avrebbe dovuto dare tante spiegazioni; non c’era tempo, le sue forze stavano svanendo e lui non desiderava altro che raggiungere Lily, sperando che ci fosse qualcosa, oltre.
Doveva fare in fretta.
Voldemort!
Davanti a lui solo quella faccia, che parlava sinuosamente, ma lui non riusciva a capire cosa stesse dicendo.
Forse una parola, forse una sillaba, forse due, chissà.
Poi, tornò il serpente, un’ultima volta, per il suo attacco fatale.
 
 
Le sue mani erano poggiate su qualcosa di morbido, ma che non riusciva a riconoscere. Non ricordava altro che il pavimento scabro della Stamberga Strillante sotto di sé e sotto il suo cadavere.
Faceva male pensare a se stesso in quel modo - come un trancio di carne, come un involucro ormai perduto - ma era la verità. Ormai era morto.
Mentre i ricordi di quella notte si susseguivano veloci, fu preso da un dubbio: era riuscito a dire tutto ad Harry? Era riuscito a fargli sapere la verità? Aveva portato a termine quella missione tanto importante, affidatagli da Silente?
Si mosse, e riuscì a riconoscere di essere sdraiato su un letto. Ma come …?
Lentamente, provò ad aprire gli occhi, poco convinto delle sue stesse azioni: non poteva essere, era morto, quel maledetto serpente l’aveva ammazzato, senza aver lasciato in lui un briciolo di vita.
Ma fu sorpreso di vedere una luce accecante, che gli fece socchiudere gli occhi per la sua potenza. Poi, quando questi si furono abituati, li riaprì, e davanti a sé vide un soffitto bianco. Provò ad alzarsi, ancora più stupito, ma non fu così facile. Molti punti del corpo gli dolevano.
La stanza era circondata da pareti verde-argento, che somigliavano terribilmente al dormitorio Serpeverde. Perfino il letto sembrava lo stesso. Mise giù i piedi e si alzò. Lentamente, uscì dalla stanza, fino a trovarsi su un pianerottolo di legno antico. Si affacciò, cercando di capire dove si trovasse.
<< Professor Piton>>
Di scatto, a sentir pronunciare il suo nome, si girò.
Harry Potter stava davanti a lui, il volto desolato, non una sola nota di rancore.
Il respiro gli morì in gola, guardando i suoi occhi verdi e capendo di essere ancora vivo.

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Come avrete immaginato dal titolo, questa è una rielaborazione del famoso romanzo di J.Austen, Ragione e sentimento; ambientata dopo la Guerra Magica, e prima dell’epilogo “19 anni dopo”, è la storia del Professor Piton che è riuscito a sopravvivere all’attacco di Nagini e che si dovrà creare una nuova vita, dove i suoi punti fermi  sarannno ormai completamente sgretolati.
Oltre a questo piccolo cambiamento rispetto alla trama dell’ultimo manoscritto di J.K.Rowling, altre cose non sono state modificate: le morti sono le stesse, la trama della saga idem.
Ho cercato di mantenere i caratteri dei personaggi più IC che potevo, e trovere solo un Piton un po’ più comprensivo rispetto ad Harry, e anche un po’ più grato di quello che possiede, grazie alla morte a cui è riuscito a sfuggire.
Detto questo, per chiarire un pochettino, spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, e non preoccupatevi della breve lunghezza: gli altri saranno più ricchi,
Sevvie.

 

  
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