Chapter 2
The music box of memories, never opened!
Hogwarts, 10:18 Dormitori
Emily, da quel che poteva notare, era una ragazza acqua e sapone. La classica ragazza timida e troppo curiosa caratterialmente e carina. Aveva degli occhi di un color castano, che, di fronte alla luce assumevano un color quasi dorato e quando erano al buio diventavano di un color pece; i suoi capelli erano, come li definiva Elizabeth “ strani “, arancioni.
Da quando aveva messo piede in quella stanza la povera Elizabeth era stata tempestata da domande e domande della sua neo compagna di stanza alias Emily.
“ Perché ti sei trasferita ? “, “ Erano carini i ragazzi della tua vecchia scuola ? “, “ C’ era qualche ragazza ? “, “ Con chi dividevi la stanza ? “, “ Che cosa ti piace fare ?”, “ Facevi parte della squadra di quidditch ?”, “ Se si, che ruolo svolgevi ? ”, “Sei single ?”, “ Sei mai stata fidanzata ? ”, “ Conosci Hogsmade ? ”, “ Hai mai visitato Hogwarts? “, “ Posso farti da guida ? ”.
Oh, povera, povera Elizabeth! Già mormorava la povera mente della ragazza.
Ma chi gliela aveva fatta fare di venire ad Hogwarts !?
<< Allora raccontami un po’ di te, Ellie. >> aveva mormorato la sua compagna di stanza, mentre incominciava a stritolare un cuscino per la troppa curiosità.
<< Ellie !? >>
<< Non è così dannatamente bellissimo, sarà il tuo nuovo sopranome. Elizabeth è troppo lungo da pronunciare, Eliza non mi piace, Lizzie nemmeno e non parliamo di Joanne e visto che sono la tua compagna di stanza non posso e non voglio chiamarti per cognome e così ti chiamerò Ellie! >> sbotto Emily rispondendo alla sua domanda.
Ellie, Ellie, Ellie.
Fa proprio schifo!
Lei amava il suo nome, perché mai doveva cambiarlo!
<< Allora Ellie, ti piace stare tra i Grifondoro !? >> gli domando Emily, uccidendo ormai quel povero cuscino che aveva tra le braccia.
Ti piace stare tra i Grifondoro !?
Ecco un'altra cosa che aveva segnato la sua rovina. Lo smistamento. Quel dannato capello, come lo soprannominava Elizabeth, aveva segnato la sua condanna a morte quando si era posato sulla sua testa.
“ Mhh, di certo non sei una studiosa a quanto vedo, anzi, sei una ragazza che non saprei proprio decifrare. Sei furba questo è certo – mormorò il capello – ma anche incredibilmente coraggiosa, finalmente ci sono, GRIFONDORO. “
Ecco quello che le aveva detto quello stupido capello.
“ Furba e coraggiosa. Ma dove le aveva viste tutte questi doti, ho paura persino delle api, degli insetti, delle mosche, dormo ancora con la luce accesa! “ penso la ragazza mentre osservava Emily che la guardava incuriosita.
<< Allora Ellie, raccontami di te. >>
<< Vediamo, ho 15 anni appena compiuti ho frequentato la scuola Durmstrang da 11 anni ormai. Vivo con mia nonna più o meno da quanto io ne abbia memoria. I miei genitori sono morti quando io ero ancora molto piccola e da allora mia nonna si è presa cura di me come una figlia. >>
<< Mi dispiace, Elizabeth. >> le disse in un sussurro
<< Non preoccuparti ci sono abitutata oramai. >> le sussuro Elizabeth quasi per rispondere al suo sussurrare.
I suoi genitori erano morti quando lei aveva ancora 5 anni. Erano morti per un incidente stradale, un incidente stradale in cui c’era anche lei.
I ricordi di quella notte erano molto offuscati e confusi per lei, però ricordava alcuni, anzi, pochissimi momenti di quella notte come se fossero accaduti ieri.
Quella notte c’era una nebbia fittissima e i suoi genitori stavano tornando a casa, quando dall’ altra strada è sbucata un'altra macchina, probabilmente guidata da un ragazzo ubriaco. Poi una serie di immagini vagavano già nella sua mente, da quel momento. Sua madre che le dava un carillon e la spingeva fuori dalla macchina, suo padre ferito dalle schegge del parabrezza ormai ridoto a brandelli e le ultime parole di sua madre prima di morire in quella dannata macchina.
“ Promettimi che sarai forte, promettimi che ti farai una vita, promettimi che aprirai quel carillon quando sarai abbastanza grande. Te ne prego apri il carillon a tempo debito. “
Apri il carillon a tempo debito.
Da quel giorno aveva provato innumerevoli volte ad aprire quel carillon, ma non c’ era mai riuscita. Erano passati ormai 10 anni da quel giorno e lei non aveva ancora aperto quel carillon, l’ unica cosa che gli rimaneva.
L’ ultimo ricordo di sua madre. L’ unico ricordo di quella notte e delle sue ultime parole.
Cosa c’ era d’ importante in quel fantomatico carillon, erano anni che se lo chiedeva. Erano 10 anni che non riusciva a darsi una risposta.
<< Dai andiamo Ellie, devo farti conoscere i Grifondoro e devo farti fare ancora il rito ? >> sbotto Emily, mentre si alzava dal suo letto singolo e si avviava verso la porta di legno della stanza.
<< Quale rito, Emily aspetta >>
<< Lo scontro con i Serpeverde, ovviamente, mia piccola Ellie. >>
Disclaimer: Questi personaggi tranne il professore Khan, Elizabeth "Ellie" Joanne Houston ed Emily Von White non mi appartengono, ma sono proprietà del rispettivo autore; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
N/A: Ed ecco qua il 2 capitolo! Qui incontriamo la curiosa Emily, compagna di stanza della nostra cara Elizabeth. Ed ecco a tutti che abbiamo scoperto la casa d’ appartenenza della nostra Ellie, abbiamo scoperto anche qualcosa del suo passato e il misterioso carillon. Ed ovviamente ringrazio chi recensisce questa ormai schifezza che stranamente è arrivata a due capitoli (OMG!) chi ha messo la storia tra le preferite (4) e chi tra le seguite (2). Che dire spero che questo capitolo vi sia piaciuto, spero di trovarvi al prossimo aggiornamento e recensite *sparge ciocolata*
La mamma vi ama, mon amourini *-*
reinNyaa.